Istituto per la Formazione
al Giornalismo di Urbino

i corsi - la sede - contatti
gli allievi - i docenti - l'istituto

Erasmus, 319 domande per il 2012-2013

di    -    Pubblicato il 17/04/2012                 
Tag: , , ,

Un momento dell'incontro 'Muoversi in Europa'

URBINO – “Abbiamo ricevuto 319 domande di partecipazione per i progetti Erasmus- esulta Fabrizio Maci dell’Ufficio relazioni internazionali dell’Università di Urbino - ma non tutte saranno finanziate; aspettiamo giugno per conoscere i finanziamenti assegnati dal Ministero”. In caso di soggiorni di lunga durata, nove mesi o più,  Maci spiega che “il contributo di 230 euro al mese è garantito per i primi cinque mesi per gli Erasmus”. I vincitori di Erasmus Placement, invece, “vengono rimborsati con 500 euro mensili”.

Questa mattina, l’Ateneo ha organizzato un convegno per far conoscere ai propri iscritti le opportunità offerte dai programmi di mobilità all’interno dell’Unione all’insegna dello slogan ‘Muoversi in Europa’: la Sala Rossa di Palazzo Battiferri era piena di studenti venuti ad ascoltare come partecipare all’Erasmus, al Leonardo, ai tirocinii Mae-Crui e Erasmus placement, entro 12 mesi dalla laurea. Negli anni scorsi, il trend di coloro che sfruttano l’opportunità di uno scambio all’estero è passato da 123 nel biennio 2007-2009, a 142 nel 2009-2010, in calo a 135 nel 2010-2011.

Simona Pigrucci, dell’ufficio Stage e Placement, sottolinea che “le ricerche Almalaurea dimostrano che un’esperienza all’estero fa la differenza in un curriculum” e invita gli aspiranti candidati a “prepararsi e dimostrare un buon livello della lingua del paese ospitante”.

L’Università informa che, ogni anno, i bandi Erasmus vengono pubblicati subito dopo le vacanze natalizie e scadono il 15 marzo successivo: “Questo perché – spiega Maci – in molti paesi del Nord Europa, bisogna espletare l’iscrizione già ad aprile”. Il programma Erasmus Placemenent, la versione di tirocinio dell’Erasmus propriamente detto, “ha ricevuto quest’anno finanziamenti per 49 mensilità, ciascuna da 500 euro al mese. La nostra scelta è di organizzare progetti fino a tre mesi – il minimo per questo tipo di scambi – per permettere di usufruirne a più studenti possibile”.

Le destinazioni scelte “sono soprattutto nei Paesi anglofoni e per la Spagna”. Il paese iberico, nell’ anno 2009-2010  ha fatto la parte del leone con 48 partenze, seguita da Regno Unito (16) e Germania (15). All’incontro hanno partecipato anche tre giovani rientrati da un’esperienza Erasmus in ciascuno di questi Paesi.

Sara racconta della sua avventura in Irlanda, a Galway: “Lì ho imparato che si deve sbagliare per imparare. Se oggi sono qui a parlare in pubblico, lo devo anche a quest’esperienza che mi ha fatto capire che non m’importa cosa pensiate di me”. Giacomo invece, volato a Madrid, racconta del primo mese cercando alloggio: “Avevo già speso 2.700 euro- racconta. A quel punto, i miei mi hanno ‘minacciato’ perché tornassi in patria; io invece, mi sono messo alla ricerca di una sistemazione a basso costo e l’ho trovata insieme a una famiglia boliviana. Lì mi sono trovato benissimo, salvo scoprire che lo spagnolo che parlavano era un po’ inventato. In compenso, ho viaggiato moltissimo da Madrid in tutta la Spagna grazie ai voli low cost”.

Silvia, partita con un Erasmus placement per la Germania dice: “Appena mi laureo torno lì. Ho lavorato per un’azienda d’ingegneria aerospaziale, e i miei incarichi prevedevano anche di fare preselezione a candidati italiani che erano più impauriti di me: immaginate la scena!”

Marcello Pierini, direttore del Centro Europe direct Marche dell’Università, si è soffermato sul programma quadro europeo per la ricerca e lo sviluppo: “La Ue finanzia la mobilità dei ricercatori, che non sono solo quelli assunti con questo titolo negli atenei, con cinque miliardi di euro su 56 totali destinati al quadro di Ricerca e sviluppo 2007-2013; nel prossimo quadriennio- anticipa Pierini- il finanziamento del settore, nell’ambito del programma ‘Horizon 2020’, potrebbe salire a 80 miliardi di euro, mentre il bilancio resta immutato”. Pierini insiste sull’importanza di ricerca e sviluppo, “finanziate in Italia tra 1,04 e 1,1 % del Pil, mentre l’obiettivo della strategia di Lisbona è almeno il 3%; chi si è avvicinato di più è la Germania, con il 2,7% del Pil investito in ricerca e sviluppo”.

Sullo stesso argomento:

I commenti sono chiusi