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Gossip, focus group e social network: i magazine a misura di giovanissima

di    -    Pubblicato il 23/04/2013                 
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Dinamico e appassionato di musica pop, telefilm e test sull’amore. Passando dai One Direction a Justin Bieber. Con questo punto di vista, le giovani lettrici (tra gli 11 e i 18 anni) condizionano le scelte editoriali delle redazioni dei principali periodici per teenager.

Un orizzonte tematico non molto esteso, ma fare gli schizzinosi in periodo di crisi non è saggio né rientra nella legge del guadagno. “Le nostre scelte editoriali – spiega il direttore responsabile di Cioè, Marco Iafrate – vengono cucite addosso alle nostre lettrici. È uno scambio diretto che realizziamo attraverso focus group mensili: selezioniamo a campione ragazze corrispondenti al nostro target socioeconomico di riferimento e sottoponiamo loro i temi che vogliamo trattare, i gadget che progettiamo, le nostre idee, sotto la supervisione di un sociologo specializzato. Giriamo tutte le regioni d’Italia e stiamo molto attenti alle nuove tendenze”.

Cioè è indiscutibilmente la rivista guida del settore, con una storia trentennale alle spalle e una presenza adolescenziale nella vita di tutte le italiane nate dopo gli anni settanta. Ideato e realizzato da Emmei srl, è ricordato per le letture nascoste sul sesso e l’amore, per i poster e gli adesivi dei propri beniamini, per i primi trucchi in regalo o anche per il divieto dei genitori nei confronti di un giornale considerato “da grandi”.

L’avvento di internet e la semplicità nel reperire informazioni  hanno rivoluzionato tutto: con le sue 150mila copie mensili nella versione base, affiancate da una circolazione di altre 200mila copie ogni tre mesi  (divise nelle testate Cioè girl, Cioè Max, Cioè Test, I like, Lol – escludendo tutta la categoria preteens), Cioè ha abbandonato i temi “scabrosi”, soprattutto legati ai dubbi adolescenziali sul sesso, per concentrarsi  sulla musica, i personaggi famosi e le fotografie.

“Da quando è nato Cioè (1980, ndr), è cambiato il mondo. Il giornale ha resistito a tutto questo perché è stato gestito da persone che hanno saputo leggere i tempi. Anche se non ha più le vendite dei tempi d’oro, Cioè resta il leader nel settore e non ha risentito della crisi soprattutto perché non basa la sua sopravvivenza sugli inserti pubblicitari, autosostenendosi con il prezzo di copertina (dalla versione semplice che costa 1,50 euro circa a quella con i maxi gadget che può arrivare fino a 3,90 euro)”, continua il direttore.

Per la realizzazione di ogni numero settimanale, ruota una media di quindici persone tra giornalisti, esperti, fotografi e collaboratori esterni, pronti a coprire gli eventi dello “showbiz” per ragazzine  e che fanno riferimento al nucleo centrale formato da direttore, vicedirettore e direttore artistico.

Ci si potrebbe aspettare che questi magazines abbiano ampliato i loro orizzonti ‘tecnologici': “Non è così  – spiega Iafrate-le nostre lettrici sono affezionate al cartaceo e non abbiamo sentito la necessità di approfondire particolarmente l’aspetto dei nuovi mezzi di comunicazione. Certo, abbiamo un sito e abbiamo sviluppato applicazioni semplici per gli smartphone, ma lo zoccolo duro resta il giornale in edicola nonché il sistema dei regalini che progettiamo noi stessi sulla base delle mode del momento e che realizziamo attraverso appalti a società estere che impiegano  6-9 mesi per crearli e farli arrivare in Italia.”

Ma c’è spazio anche per temi di cronaca, attualità e società? “Seguiamo solo temi leggeri: un giornale–contenitore come Cioè chiude velocemente senza un target specifico e senza piccole forzature che portino ad eliminare dai suoi contenuti temi di attualità che magari, pur essendo importanti per le ragazzine, non vendono. Le teenager che comprano Cioè sanno bene cosa vogliono trovare al suo interno”.

Le stesse dinamiche caratterizzano il mensile Top Girl (50mila copie mensili vendute), concorrente di Cioè ma rivolto ad un target tra i 14 e i 18 anni. “Trattiamo poco i temi di attualità perché non trovano grande favore tra le ragazze – spiega il direttore Giulia Arci - ma ci piace aprire ad argomenti che invece possono riguardare la sfera personale, interpellando anche esperti del settore e specialisti”.

Per quanto riguarda internet, il discorso è più evoluto: “Siamo consapevoli che il futuro dell’editoria, il nostro futuro, non sarà cartaceo ma digitale. Purtroppo però il problema dell’Italia in questo campo è l’Italia stessa: creare un’applicazione con una società specializzata può richiedere quasi un mutuo, affidarsi a giovani dilettanti vuol dire catapultarsi in un labirinto di tira e molla. Non esiste la via di mezzo”.

Cinquantamila copie vendute al mese è anche la media di Ragazza Moderna, edita da Satiz Editore e indirizzata a ragazze fino ai 18 anni. “La linea che ci distingue dalle altre riviste – spiega la responsabile di redazione Ambra Malsente – è la volontà di non limitarsi al gossip e al mondo dello spettacolo, ma di estendere gli interessi del giornale alla moda, al beauty, e ai trattamenti da un punto di vista più ampio e completo. Inoltre, per principio, scegliamo di aggiungere in ogni numero approfondimenti legati all’istruzione, al mondo, alla violenza, ai problemi dei giovani e  all’attualità. In questo modo, riusciamo a fare informazione completa e ad ampliare il nostro spettro di lettrici”.

La redazione di Ragazza moderna ha un nucleo di tre redattori fissi e si organizza con collaboratori su tutto il territorio italiano. Inoltre, per le rubriche specialistiche (amore, sesso, psicologia) si rivolge a istituti e associazioni per ragazze.

“Da qualche mese – aggiunge Malsente – abbiamo dato spazio sul sito ad un’associazione di psicologhe, Fermata d’autobus che ci hanno contattate direttamente. L’iniziativa ha avuto un grande successo e centinaia di ragazze ogni giorno si rivolgo a noi e all’associazione, per i loro problemi adolescenziali di cui, spesso, non hanno il coraggio di parlare con nessuno. È un servizio che offriamo  e che ci rende  una sorta di ‘guida’ a distanza”.

La testata, venduta in edicola al prezzo di due euro con gadget incluso, si è adeguata ai tempi evolvendosi verso i canali dei social network e non ha risentito della crisi poiché, oltre al prezzo di copertina, ha un gruppo di inserzionisti “affezionati”.

“Il nostro target – conclude – è difficile, non attrae molto anche perché le giovani non hanno un gran potere di spesa. Ciononostante, apriamo molto ad ogni tipo di pubblicità: dal cinema al teatro, dai libri ai cosmetici, passando per le iniziative sponsorizzate che, devo ammettere, ci sostengono molto”.

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2 commenti to “Gossip, focus group e social network: i magazine a misura di giovanissima”

  1. ines scrive:

    Nooo non mi piace stavo cercando un altro megazine quello di justin bieber nuovo!!!

  2. Vittoria scrive:

    Molto bello, mi piace leggere quindi preferisco un giornalino piccolo così invece che i libroni grandissimi, apparte che, per le vacanze a scuola ci hanno detto di esercitarci a leggere e sto leggendo un libro che s in titola” L isola del Tesoro” di Robert Louis Stivenson, è molto bello fin ora…