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Un seminario all’Isia per conoscere il rapporto tra calligrafia e tipografia

di    -    Pubblicato il 15/05/2013                 
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URBINO – Oggi siamo abituati a pigiare in successione le caselle di una tastiera e trovare sullo schermo un testo equilibrato e fruibile in maniera chiara. Ma è sempre stato così? Abbiamo dimenticato il tempo in cui dovevamo decifrare la scrittura incomprensibile di un medico o di un collega?

È di questo che si parlerà nel corso del seminario di Latin Calligraphy tenuto da Roman Wilhelm all’Isia di Urbino dal 20 al 24 maggio. Nel corso del workshop si indagherà il rapporto tra calligrafia e tipografia, verranno discusse insieme agli studenti le proporzioni ideali delle lettere, le relazioni che devono intercorrere tra di esse per rendere un testo leggibile.

Ma cosa rende un testo facilmente fruibile? “È difficile rispondere a questa domanda – spiega Roberto Pieracini, direttore dell’istituto – e potrei rispondere con il rapporto tra i bianchi e i neri della pagina, il loro equilibrio. Ma la leggibilità dipende anche da tanti fattori esterni, come la luce, e da altri umani, tra i quali l’affaticamento dell’occhio o altri disturbi simili”.

Gli studenti dell’Isia saranno seguiti da Wilhelm – esperto del settore al quale è stato assegnato l’Ars Price della Dresdner Bank Lipsia 2009 – e potranno sviluppare un approccio personale al canone delle forme che verrà discusso criticamente in gruppo.

“La calligrafia umanistica – continua Pieracini – è alla base della tipografia. È stata studiata a scuola fino agli anni ’60 e bisogna ricordare che fino agli anni ’30 del Novecento tutti i documenti ufficiali erano scritti a mano. Poi l’avvento della macchina da scrivere prima e del computer poi ha fatto scemare la sua importanza. Quello che facciamo all’Isia è rendere gli allievi consapevoli dei meccanismi basilari in modo tale che non subiscano gli strumenti che usano”.

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