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Umberto Mischi, il talento Isia che arriva al New York Times

di e    -    Pubblicato il 20/01/2014                 
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Umberto Mischi

Umberto Mischi

URBINO – Ha 27 anni, vive a Sabbioneta, in provincia di Mantova, e da più di tre anni realizza illustrazioni per il New York Times, il New Yorker, Le Monde, Il Sole 24 Ore e altre testate Italiane e internazionali. Un successo che passa anche per Urbino.

Umberto Mischi ha incontrato oggi gli studenti dell’Isia (Istituto superiore per le industrie artistiche) di Urbino, dove si è laureato pochi anni fa e dove ha capito che la sua vocazione era quella di raccontare la realtà attraverso il disegno. Il suo talento è cresciuto insieme a lui: il primo traguardo è arrivato all’età di nove anni quando ha vinto un concorso nella sua piccola città.

“Ho sempre saputo che il disegno era la mia vita – racconta Umberto – a Urbino ho capito che volevo fare l’illustratore di libri o rendere graficamente quello che era scritto nei giornali”. In una delle prime collaborazioni con le testate estere si è trovato a dover realizzare un disegno di supporto a una recensione negativa di un libro di cucina. “È stato molto divertente – ha ricordato – ma anche difficile dovermi misurare con questa nuova sfida, così ho disegnato un enorme pentolone con una poltiglia verdognola dalla quale usciva l’angolo di un libro”.

Bianco e nero font

Dopo essersi laureato il giovane illustratore è volato oltreoceano per presentare le sue idee e i suoi lavori agli editori. Gli è bastato mandare qualche e-mail con allegati i suoi disegni, le reazioni non si sono fatte attendere. “Il direttore del New York Times mi ha risposto dopo un’ora – ci ha detto – dicendomi che gli interessavo. Un mese dopo mi ha commissionato il primo lavoro”.

Oggi Mischi continua a collaborare con l’estero inviando i suoi lavori dall’Italia. Da qualche mese può anche contare su un agente personale che dagli Stati Uniti gli fa da intermediario presentando i suoi lavori alle diverse realtà editoriali. “Il mercato estero in questo momento offre molto di più – spiega – anche perché hanno una cultura diversa dell’illustrazione. Il mio cuore però resta in Italia e spero di poter continuare a vivere qui”.

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