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Fano-Urbino, la Regione rinvia al 10 febbraio la decisione sulla vecchia ferrovia

di    -    Pubblicato il 3/02/2015                 
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Il binario della vecchia ferrovia

Il binario della vecchia ferrovia

URBINO – Questa ferrovia non s’ha da votare. Con il rinvio del Consiglio regionale, previsto oggi, è slittato, per la seconda volta, il voto sul futuro del tratto Fano-Urbino, chiuso dal 1987. Ed è un voto che divide la stessa maggioranza in Consiglio.

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Un binario che può prendere tre direzioni, dato che si dovranno discutere due mozioni, ma bisognerà aspettare ancora una settimana (la seduta si terrà martedì 10 febbraio) per sapere quale verrà percorsa.

  • lasciare tutto inalterato, certificando, una volta di più, la morte della ferrovia.
  • votare a favore della mozione presentata dal gruppo dei Verdi, che chiedono la revoca della dismissione, stabilita dal decreto ministeriale 430 del 15/12/2011 con cui il governo Monti aveva chiuso ogni possibilità di riapertura della ferrovia. Verdi che inoltre hanno chiesto l’acquisizione gratuita della tratta da parte della Regione che potrebbe in seguito riattivarla grazie agli investimenti di privati o ai fondi europei. “Se Della Valle sponsorizza il Colosseo – commenta Laura Scalbi consigliere comunale di Urbino – perché qualcuno non potrebbe fare altrettanto con la ferrovia?”
  • accettare la contro-mozione presentata da Mirco Ricci, consigliere del Pd e dunque membro della stessa maggioranza di cui fanno parte i Verdi, che si è dichiarato favorevole alla revoca della dismissione, ma non ad una riattivazione della tratta ferroviaria. “Non sono contrario in assoluto al trasporto su rotaia – ha detto Ricci – ma credo che il tratto in questione non sia riattivabile. I costi sarebbero alti e i tempi molto lunghi. Ho fatto per anni l’assessore provinciale all’Urbanistica e per fare una rotatoria ci mettevamo due anni, per fare una ferrovia ne impiegheremmo venti. Nella mia mozione si punta di più su altri progetti come quello della pista ciclabile a valle e del bicitreno a monte”.

Le mozioni dovevano essere votate già la scorsa settimana, ma l’assenza di Adriano Cardogna, firmatario della proposta dei Verdi, aveva fatto slittare tutto ad oggi. La votazione è stata però posticipata ancora una volta vista l’assenza del vicepresidente del consiglio e membro di Forza Italia Giacomo Bugaro, a Roma per l’elezione del neo presidente della Repubblica. Sulla questione si è espresso sempre Mirco Ricci che ha commentato con tono polemico l’assenza del collega: “Dovevo andare a Roma anche io, ma sono rimasto qui per fare il mio dovere”.

La questione rimane dunque aperta visto che un eventuale voto favorevole alla revoca sarebbe solo il primo passo per una seconda vita della tratta. D’altronde la storia della ferrovia è costellata da tentativi di ripristino e altrettanti stop. Nel 1989 l’ingegnere urbinate Raffaello Cioppi ipotizzò una linea diretta da Roma a Venezia passando per Urbino. Un’idea che non raccolse particolari consensi. Nel 1991 Giancarlo De Carlo ideò una metropolitana di superficie, ma non si trovarono le risorse economiche per sviluppare la proposta dell’architetto.

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