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Omicidio di Boris Nemtsov. Il docente di lingua russa a Urbino: “Ecco il vero volto di Putin”

di e    -    Pubblicato il 4/03/2015                 
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Boris Nemtsov

Boris Nemtsov

URBINO – Con l’uccisione di Boris Nemtsov, il principale oppositore politico di Vladimir Putin, “muore uno degli esponenti di punta del governo più liberale che la Russia moderna abbia avuto, quello di Boris Eltsin. Siamo tutti molto preoccupati: il suo omicidio segna il ritorno alla versione brutale del regime russo”. Parola di Oleg Rumjantzev, professore di lingua russa presso l’Università “Carlo Bo” di Urbino e presso l’Università di Macerata: “Oggi in Russia – spiega – c’è un regime totalitario a cui è difficile accostare la parola democrazia”.

L’assassinio di Boris Nemtsov è un segnale importante per la Russia. Lei che idea si è fatto?

Viene eliminato uno degli esponenti di punta di uno dei governi più liberali della storia russa, il governo Eltsin.  Lo avete visto tutti, come il popolo russo ha reagito: in 50.000 in piazza a manifestare contro Putin al grido di “La propaganda uccide”.

Pensa che la copertura della vicenda da parte dell’informazione internazionale sia stata adeguata?

Domanda difficile, perché ho seguito attraverso media russi. Da quel che ho visto, condivido il punto di vista dei media occidentali.

Quindi il movente politico la convince? O crede sia stato un delitto passionale?

Non ho nemmeno preso in considerazione il movente passionale. Ovviamente si tratta di un omicidio politico, nessuno lo potrà mai sapere con certezza ma il fatto che l’assassinio sia accaduto proprio in questo momento storico non fa altro che accreditare questa ipotesi.

La sua famiglia invece come è venuta a conoscenza della vicenda?

Non ho avuto modo di discutere con nessuno dei miei familiari. Ma le persone con cui ho parlato e con cui discuto della cultura russa erano tutte molto preoccupate. Interpretano l’omicidio come un ritorno della versione brutale del regime in Russia. Persino alcune persone che prima difendevano la Russia quando questa veniva attaccata dai media occidentali nei mesi passati, specie in riferimento alle vicende in Ucraina, dopo l’omicidio di Nemtsov hanno avuto dei ripensamenti.

Sono nella memoria di tutti gli episodi di Alexander Litvinenko e di Anna Politkovskaja, che tra l’altro è sepolta nello stesso cimitero dove verrà portato Nemtsov.

Crollato il muro di Berlino e distrutta l’Unione Sovietica si è avuto un breve periodo di disgelo, ma ora vediamo tornare in Russia un altro regime totalitario a cui è difficile accostare la parola democrazia. Non a caso Nemtsov era un esponente politico molto importante per il Paese, uno dei maggiori oppositori politici di Putin.

Nonostante tutti questi eventi, il seguito che Putin continua ad avere in Russia è molto ampio.

È assolutamente vero, tutti i sondaggi gli attribuiscono una enorme popolarità. Non è un mistero per nessuno che in Russia la gestione dell’informazione è in mano agli organi dello Stato e la propaganda è all’ordine del giorno. Sono pochissime le fonti da cui si può sentire qualcosa di diverso rispetto a quanto trasmesso dai canali governativi. Inoltre una buona fetta della popolazione russa non si fida quasi per tradizione delle altre fonti, continuando a percepire le informazioni occidentali come manipolate dai servizi segreti e a priori non veritiere. Solo una minoranza è in grado di consultare altre fonti e di farsi un’idea diversa rispetto a quella propinata dai media russi, in queste condizioni è difficile immaginare un risultato diverso dalla vittoria di Putin.

Anche in Italia Putin ha sostenitori fra i politici, da Berlusconi a Salvini.

In Italia la lobby russa funziona molto bene. Putin sta riuscendo a mettere i bastoni fra le ruote a tutta l’Europa, finanziando anche a livello economico partiti politici locali sfruttandoli per dividere gli stati membri dall’interno. Pensate ai 9 milioni con cui Putin ha sostenuto il Front National di Marine Le Pen. Quello che io vorrei vedere è l’esatto contrario: la Russia che si avvicina ai valori europei.

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