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Fermignano, capsula del tempo: arrivederci al 2115

di    -    Pubblicato il 30/03/2015                 
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capsula photoFERMIGNANO – Alla fine sono entrati 800 oggetti: un ago, dei chiodi, una moka, una borsa dell’acqua calda, un paio di forbici da chirurgo, un metronomo, l’insegna di una cabina telefonica e persino degli uncinetti con tanto di istruzioni per l’uso.  Forse tra 100 anni, quando la capsula del tempo verrà aperta, questi oggetti non esisteranno nemmeno più. E gli abitanti di Fermignano 2115 guarderanno quelli del 2015 come dei trogloditi.

Il contenitore destinato a raccogliere oggetti e ricordi dei cittadini di Fermignano e che verrà riaperto tra un secolo è stato riempito e sepolto domenica scorsa. La cerimonia è iniziata alle otto del mattino in piazza Garibaldi, con il riempimento della capsula con gli oggetti sottovuoto. Ai partecipanti sono state scattate delle polaroid appese su un filo ad asciugare e poi inserite nei sacchetti. Nel pomeriggio, poi, un centinaio di cittadini ha marciato fino a monte Ca’ Piano, dove il contenitore è stato seppellito in un terreno concesso dal Comune. Un masso di arenaria da 11 tonnellate con una targa è stato calato a sigillo definitivo.

La capsula del tempo di Fermignano

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Foto di Sara Chessa e Irene Borghi

La capsula d’acciaio che misura 1,25 x 2,5 metri contiene centinaia di oggetti, tra i più gettonati le fotografie di famiglia e di gruppi di amici, ma non sono mancate testimonianze che appartengono sia al passato che al presente. Dentro anche molti ricordi personali fatti a mano. Valentino, artigiano e falegname, ha realizzato un serpente in legno, sua moglie, Gabriella, una collana di perle. L’importante era depositare manufatti che superino la prova dei 100 anni, per questo anche i più giovani si sono rifugiati nel passato. Il ventenne Alessio, ad esempio, ha messo nella capsula una lettera su carta, piuttosto che in digitale: “Fra cent’anni potrebbero non esserci più dispositivi che leggono usb o cd”.

Il Comune ha riposto nella capsula la delibera che sancisce l’evento e la medaglia di Caradosso in bronzo risalente al 1506 che raffigura l’architetto Donato Bramante, il più noto cittadino di Fermignano. Gli fu donata da papa Giulio II in occasione della posa della prima pietra della basilica di San Pietro.

A raccogliere la sfida anche i piccoli, tra i più presenti e coinvolti. “I bambini hanno costruito dei giocattoli con materiali di riciclo, legno, tappi, chiodi, e realizzato un’auto, delle casette e un albero” ha detto Adele Piredda, maestra della scuola materna di Fermignano. “In un mondo fatto di videogiochi, comprati e velocemente accantonati, è importante dare sfogo alla fantasia e creare qualcosa di duraturo” ha aggiunto.

Anche i bambini dell’asilo nido hanno partecipato. L’educatrice Stefania Romani ha raccontato che hanno consegnato alla capsula l’opuscolo con tutte le attività e i giochi che i bimbi fanno ogni giorno: quello dei cassetti, quello libero, simbolico e ciclomotorio, oltre a delle fotografie della scuola al completo.

“E’ stata una giornata da Guinness dei primati” ha detto il sindaco di Fermignano Giorgio Cancellieri, “quando riapriranno la capsula diranno che eravamo indietro, come al Medioevo”.

“Hanno vinto i simboli”, ha aggiunto Paolo Brandi, presidente della Società di tutela della Capsula del Tempo nata per tramandare la memoria del contenitore: ogni cinque anni una ricorrenza servirà ai cittadini per ripensare ai messaggi che hanno lasciato ai posteri: “Contro la moneta che un domani non varrà nulla, abbiamo voluto dare valore ai sentimenti attraverso gli oggetti”.

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