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Pesaro Studi resterà aperta fino al 2017. I nuovi iscritti termineranno l’università a Urbino

di    -    Pubblicato il 21/04/2015                 
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Anna Guerra, Francesco Lobriglio e Giorgio Calcagnini

Anna Guerra, Francesco Lobriglio e Giorgio Calcagnini

URBINO – Pesaro Studi resterà aperta fino al 2017, ma con una postilla per i nuovi iscritti (dal prossimo 1 ottobre) alla triennale che sarà messa nero su bianco: il loro percorso di studi terminerà a Urbino. Chi è già immatricolato si laureerà a Pesaro. Questo è l’indirizzo che il Senato accademico, il braccio politico dell’ateneo, ha voluto dare alla questione relativa al polo distaccato della Carlo Bo. La proposta,  votata all’unanimità questa mattina, ora passa al consiglio di amministrazione che si riunirà il prossimo 30 aprile.

Gli effetti della decisione. La sede di Pesaro Studi esiste dal 1997 e accoglie circa 400 studenti. Tre sono i corsi che si svolgono sulla costa: Comunicazione e pubblicità per le organizzazioni, laurea magistrale della durata di due anni, il terzo anno del corso Informazione media e pubblicità (i primi due anni sono a Urbino) e Lingue e culture straniere, triennale che attualmente iniziava e terminava a Pesaro.

Con la decisione presa dal Senato tutti gli studenti che attualmente frequentano i corsi del polo distaccato termineranno il loro percorso a Pesaro. Quindi un universitario che ha iniziato nell’anno accademico 2014/2015 non dovrà preoccuparsi di rescindere il proprio contratto d’affitto e trovare una casa più vicina alla dorsale appenninica.

Chi deciderà di iscriversi al corso specialistico per il prossimo anno accademico (2015/2016) ha la certezza, a meno di stravolgimenti in cda, di poter laurearsi a Pesaro. Questo perché la sua durata è di due anni.

Discorso differente per chi volesse iniziare la triennale in lingue. I primi due anni (2015/2016 e 2016/2017) lezioni, esami e laboratori si svolgeranno a Pesaro mentre l’ultimo anno il tutto si terrà a Urbino. Poi si andrà a scalare fino alla chiusura della sede. L’università inserirà questa postilla nella presentazione dei corsi e sarà messo ben in evidenza per informare gli studenti ed evitare futuri disagi.

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Vilberto Stocchi, rettore della Carlo Bo

Tutti soddisfatti.  La seduta, almeno su questo punto, non ha avuto intoppi. Poche le discussioni, molti i pareri uguali. Su un solo aspetto le posizioni di Vilberto Stocchi, rettore dell’università Carlo Bo, e quella di Agorà, Lella Mazzoli, direttrice del dipartimento di Scienze della comunicazione, e Piero Toffano, direttore del dipartimento di Studi internazionali, erano differenti. Il rettore avrebbe voluto, sin dal prossimo anno accademico, far confluire i nuovi iscritti (dall’ottobre 2015) direttamente a Urbino. Ascoltato il parere delle altre parti chiamate in causa, che proponevano di utilizzare la sede fino alla scadenza del 2017 per farla rimanere comunque viva e andare incontro agli studenti,  l’ha appoggiato facendolo diventare la linea finale del Senato.

“Era un elemento che ho valutato come funzionale”, ha spiegato il rettore della Carlo Bo, Vilberto Stocchi. “È stato giusto accoglierlo. Armonizzerà la fruizione dei laboratori, che con l’immediato rientro dei nuovi iscritti ai corsi sarebbero potuti andare in affanno. Anche le sedute d’esame sarebbero state problematiche visto che sarebbero dovuti essere in due sedi”.

Soddisfatti i due rappresentati degli studenti di Agorà in Senato accademico, Anna Guerra e Francesco Lobriglio: “Chi ha iniziato a Pesaro terminerà a Pesaro. Dal prossimo anno l’università specificherà che il corso di studio non terminerà in un’unica sede. Era questo che avevamo chiesto e siamo contenti. La nostra rappresentante in cda, Chiara Sisti, manterrà questa linea anche in quella sede”.

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