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La cultura conviene, il racconto dell’ultima giornata del festival del giornalismo culturale

Stefano Paternoster dell'ufficio stampa del comune di Matera

Stefano Paternoster dell’ufficio stampa del comune di Matera

FANO –  Una tavola rotonda che vedeva seduti allo stesso tavolo giornalisti, amministratori, addetti stampa degli enti locali e professori universitari.  Ruoli diversi  ma tutti accomunati da un’unica idea: la promozione deve partire dal territorio per arrivare al mondo intero. “Promuovere la cultura conviene” è stato il  tema del panel conclusivo di domenica mattina alla Mediateca Montanari di Fano che ha chiuso i lavori del terzo Festival del giornalismo culturale.

“La cultura prodotta dal territorio deve essere mainstream e underground allo stesso tempo” cosi ha esordito Marco Ferrazzoli, capo ufficio stampa del Cnr e moderatore del tavolo  . L’Italia è un paese che può e deve sorreggersi sull’indotto economico e sociale che prende vita dal suo enorme patrimonio culturale. Lo stivale dei festival, dei beni archeologici e delle arti, deve intercettare un pubblico diversificato e stratificato. Non solo un “consumatore”  dal palato fino, ma anche chi dalla cultura vuole intrattenimento, o perlomeno un linguaggio attuale e figlio dei nostri tempi.

L’ esempio delle “best practice” guida molti degli interventi della mattina. Fresca di nomina come Capitale europea della cultura 2016, Matera ha puntato molto sulla dimensione europea, e allo stesso tempo sul coinvolgimento del cittadino.  Serafino Paternoster responsabile dell’ufficio stampa del comune Lucano ha raccontato ai presenti, come riuscire ad ottenere risultati nonostante la crisi. Il dossier di candidatura “Open Future” parla di un’idea di promozione che parte dal concetto di comunità che coinvolga anche il turista, e soprattutto di un orizzonte che non deve essere solo italiano ma europeo.

“La prima cosa che abbiamo fatto noi, è proprio andare a vedere come ha  lavorato Matera”, ha detto l’assessore alla cultura fanese Stefano Marchegiani. Nonostante la crisi e il taglio dei fondi pubblici, “la rivoluzione” deve partire dai comuni. L’amministrazione comunale presieduta dal sindaco Massimo Seri punta al rilancio del patrimonio culturale della città della fortuna. A partire dal centro studi Vitruviano, fiore all’occhiello che negli ultimi mesi ha messo in piedi una mostra dedicata al geniale architetto romano con un forte uso della tecnologia (schermi interattivi, e prodotti multimediali) con un gran numero di visitatori. La necessità di fare sistema con le altre realtà, è un altro punto fondamentale dell’intervento.

Dalla periferia al mondo. Gli straordinari risultati di “Pordenone Legge” , festival letterario giunto ormai alla sua 14esima edizione, offrono una fotografia di come è possibile ottenere un risalto internazionale ed un conseguente ritorno economico, puntando alla valorizzazione intelligente e lungimirante della Cultura con la C maiuscola. “I dati parlano chiaro – racconta la giornalista Radio Rai Anna Longo – per ogni Euro investito, sette ne sono entrati in cassa, un indotto economico che giova anche ai gestori di parcheggi”.

Gli effetti economici e sociali dell’investimento culturale, sono ben chiari all’assessore alla cultura e al bilancio della Regione Marche Pietro Marcolini secondo il quale “La cultura per avere il giusto equilibrio ha bisogno di un investimento che produca effetti nel tempo”, e aggiunge “il nesso ritorno economico e cultura dipende anche dai fondi europei”. Gli investimenti della regione, sono indirizzati al rilancio che passa anche dal sostegno economico per il film “Il giovane Favoloso” su Giacomo Leopardi, o il coinvolgimento di testimonial come Dustin Hoffman. 

Per quanto riguarda le istituzioni, e in particolare l’istituto della soprintendenza artistica, Giovanna Perini Folesani docente di Storia della critica d’arte dell’Università di Urbino non usa mezzi termini: “Prima era invidiata da tutti, ora è in mano ai contabili”. Senza dimenticare la perdita di quel ruolo fondamentale nella promozione, che era del servizio pubblico: “L’informazione culturale, e in particolare la Rai, dovrebbe cambiare approccio per promuovere la cultura.”

Valorizzazione che passa anche da una app, “Being Leonardo” permette di rivivere la vita del genio fiorentino tramite le potenzialità della tecnologia. La presentazione del progetto spetta a  Marisandra Lizzi, giornalista di Ipress. Insomma, la cultura conviene, e lo fa grazie alla politica, alla tecnologia e alla volontà di tutti, in particolare dei cittadini e degli enti locali

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