il Ducato » agricoltura http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » agricoltura http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Un premio per la migliore tesi di laurea sul bio http://ifg.uniurb.it/2015/03/30/ducato-notizie-informazione/un-premio-per-la-migliore-tesi-di-laurea-sul-bio/69341/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/30/ducato-notizie-informazione/un-premio-per-la-migliore-tesi-di-laurea-sul-bio/69341/#comments Mon, 30 Mar 2015 10:06:00 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=69341 [continua a leggere]]]> URBINO, 30MAR – Mille euro per la migliore tesi di laurea magistrale dedicata all’agricoltura biologica. L’Università di Urbino, con i fondi messi a disposizione dalla fondazione Girolomoni, ha indetto un bando di concorso aperto a tutti gli studenti che abbiano approfondito lo studio dei preocessi di coltivazione bio.

Per partecipare al premio, la tesi deve contenere un focus sulle problematiche economiche, sociali e ambientali di questo tipo di modello produttivo. Le domande devono essere inviate all’Università entro il 7 aprile 2015. Possono partecipare i laureati di qualsiasi ateneo italiano.

 

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Urbino ospita il Consiglio nazionale Slow Food Italia, dal 13 al 15 marzo http://ifg.uniurb.it/2015/03/10/ducato-online/urbino-ospita-il-consiglio-nazionale-slow-food-italia-dal-13-al-15-marzo/67624/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/10/ducato-online/urbino-ospita-il-consiglio-nazionale-slow-food-italia-dal-13-al-15-marzo/67624/#comments Tue, 10 Mar 2015 17:12:11 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=67624 Da dx: Ugo Pazzi, Maurizio Gambini, Gianluca Carrabs, Giovanni Pagnoni

Da sx: Ugo Pazzi, Maurizio Gambini, Gianluca Carrabs, Giovanni Pagnoni

URBINO – Nel fine settimana il Montefeltro sarà il territorio di riferimento per la cultura eno-gastronomica italiana. Dal 13 al 15 marzo si riunirà a Urbino il Consiglio nazionale di Slow Food Italia. In contemporanea, spazio alla tradizione, con un mercato della biodiversità e una mostra dedicata all’agricoltura d’altri tempi.

L’annuncio è stato dato il 10 marzo, con una conferenza stampa nell’ex sala consiliare del Municipio. Si tratta dell’evento più importante che l’associazione organizza durante l’anno, come ha spiegato Gianluca Carrabs, amministratore unico dell’Agenzia per i servizi nel settore agroalimentare delle Marche (Assam). Durante l’assemblea nazionale, i membri di Slow Food decideranno le “politiche di indirizzo” da portare avanti. Si tratta, quindi, di un incontro che ha uno scopo organizzativo. Insieme al Consiglio nazionale, ci sarà la riunione della Conferenza delle Regioni, composta dai presidenti delle diverse sedi regionali dell’organizzazione.

Fondata in Piemonte nel 1986 da Carlo Petrini, Slow Food è oggi un’associazione internazionale no profit  “impegnata a ridare il giusto valore al cibo”. I punti cardine della sua attività sono: rispetto di chi produce, armonia con ambiente ed ecosistemi e attenzione alle tradizioni dei territori. Il fine è quello di avere un’alimentazione “buona, pulita e giusta per tutti”.

Ospitare l’evento a Urbino “è un vanto per la città”, ha detto il sindaco Maurizio Gambini, che ha sottolineato l’importanza della “nostra cultura del cibo come modo di vivere” e come modello da seguire. L’area del Montefeltro non era quella designata per ospitare l’evento, almeno in un primo momento. Il Consiglio nazionale Slow Food doveva riunirsi in Umbria. “Siamo riusciti a portarla a Urbino”, ha affermato il presidente del Legato Albani Giovanni Pagnoni. Si è arrivati al risultato perché c’è “una proposta territoriale di qualità”. A spiegarlo è stato Ugo Pazzi, presidente di Slow Food Marche. “Hanno scommesso su di noi – ha proseguito Pazzi – questo grazie anche alle connessioni con il tessuto imprenditoriale e con le amministrazioni”.

La maggior parte delle iniziative si terranno al Collegio Raffaello e Giovanni Pagnoni ha illustrato il calendario delle attività. Si partirà nel pomeriggio di venerdì 13 marzo. Dopo un’apertura, sempre al Collegio Raffaello, è prevista per le 18,30 una visita al Museo del Gabinetto di Fisica dell’Università di Urbino. Nello stesso ambiente, ci sarà una ricostruzione virtuale dello Studiolo del Duca di Montefeltro (quello originale è al Palazzo Ducale). Gli ospiti visiteranno poi l’Urbino Resort, premiato alla Borsa internazionale del turismo di Milano come migliore villaggio eco compatibile d’Italia.

Il giorno successivo, sabato 14, ci sarà l’inaugurazione di un mercato tenuto da 10 agricoltori che hanno scelto di custodire la biodiversità agraria della Regione e l’apertura di un museo storico dell’arte contadina. Una possibilità per scoprire, o per ricordare, quelli che erano i vecchi strumenti per lavorare la terra: dall’aratro al trattore, passando per il carretto. Sempre nel palazzo del Collegio ci sarà la riunione dell’associazione, con gli interventi del presidente internazionale di Slow Food Carlo Petrini e dell’assessore alla rivoluzione di Urbino Vittorio Sgarbi. Dopo una pausa pranzo con le produzioni del Consorzio Marche Bio, ci sarà una visita all’Oratorio di San Giovanni e alla casa di Raffaello. Per concludere la seconda giornata, i circa 75 membri di Slow Food presenti saranno ospitati al Palazzo Ducale per una cena.

Il gruppo di rappresentanti dell’associazione tornerà al Palazzo il giorno successivo, 15 marzo, per visitare le mostre all’interno dopo aver chiuso l’assemblea. Il pubblico potrà visitare il mercato e la mostra delle tradizioni agricole sia sabato che domenica.

“Per la prima volta organizziamo un Consiglio nazionale e lo facciamo nell’anno dell’Expo”, ha commentato Ugo Pazzi. Oltre all’iniziativa, Slow Food Marche registra un altro traguardo dopo che, a febbraio, il numero di tesserati regionali è arrivato a quota 1000. Il sindaco Gambini ha confermato che tutti gli eventi in programma saranno a “costo zero” per il Comune. “Come dire di no a Urbino?”: una domanda-slogan che Gianluca Carrabs ha scelto a pochi minuti dalla chiusura della conferenza di presentazione in Municipio.

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“La diga ha frenato l’esondazione del Foglia”, Claudio Netti (Consorzio bonifica) risponde a Gambini http://ifg.uniurb.it/2015/02/17/ducato-online/la-diga-ha-frenato-lesondazione-del-foglia-claudio-netti-consorzio-bonifica-risponde-a-gambini/65610/ http://ifg.uniurb.it/2015/02/17/ducato-online/la-diga-ha-frenato-lesondazione-del-foglia-claudio-netti-consorzio-bonifica-risponde-a-gambini/65610/#comments Tue, 17 Feb 2015 14:08:47 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=65610 LEGGI - Gambini: “Denuncerò lo Stato per danno all’erario”]]> "Lago di Mercatale, Sassocorvaro" di Zitumassin - Opera propria. Con licenza CC BY 3.0 tramite Wikimedia Commons

“Lago di Mercatale, Sassocorvaro” di Zitumassin – Opera propria. Con licenza CC BY 3.0 tramite Wikimedia Commons

URBINO – La diga non ha causato, semmai avrebbe frenato l’esondazione del Foglia di venerdì 6 febbraio. Inoltre Provincia e Protezione civile sono costantemente informate dei flussi di piena. Il commissario straordinario del Consorzio per la bonifica delle Marche, Claudio Netti, ha risposto punto per punto alle dure accuse di Maurizio Gambini di essere in parte responsabile dell’alluvione. Per il sindaco di Urbino la colpa sarebbe da attribuire alla negligenza del gestore della diga, cioè proprio il Consorzio. “Fino al 7 febbraio la diga ha scaricato solo quello che riceveva – spiega Netti – mai, in questo periodo, è stato scaricato un solo metro cubo in più”. Per il commissario è la dimostrazione che la presenza della diga ha solo smorzato la piena del fiume. Senza quest’azione di freno la piena sarebbe stata molto più drammatica.

“Qualcuno dice che noi avremmo vuotato la diga alle 3:30 di giovedì notte – tiene a precisare il commissario straordinario – ma bisogna intendersi sulle parole: la diga non è stata vuotata, sarebbe una follia; a un certo punto si è cominciato a scaricare quello che ricevevamo a monte a causa della pioggia. Tutta l’operazione – precisa – è stata eseguita mantenendo un contatto continuo con la Provincia e con chi doveva occuparsi della sicurezza a valle”.

Gambini aveva accusato il Consorzio di non aver allertato la Provincia durante le operazioni di scarico. “La catena di comando deve essere controllata secondo certe regole – spiega Netti – e dire che abbiamo lavorato in autonomia è una falsità”. Il funzionamento di una diga durante una previsione di piena non è questione semplice. Da due anni il Consorzio per la bonifica delle Marche ha stabilito un protocollo d’intesa per le operazioni di anticipo delle piene insieme alla Provincia e la Protezione civile regionale. La capacità complessiva della diga di Mercatale, che forma un lago artificiale di fronte al paese di Sassocorvaro, è di 5 milioni e 900 mila metri cubi. Si è concordato di metterne a disposizione un milione e 700 mila per il contenimento delle piene del fiume nei periodi di forti precipitazioni.

Il meteo Le operazioni di scarico devono rispondere a precisi parametri e si basano sulle previsioni meteorologiche. I bollettini arrivano dalla Sala operativa unificata permanente della Protezione civile di Pesaro e in base a questi si decide come procedere. E sulla precipitazione in arrivo tra giovedì 5 e venerdì 6 il parere di Netti è chiaro: ”Se i dati ufficiali della perturbazione fanno una previsione di un certo tipo, e poi la perturbazione reale è differente, io quando opero non posso ragionare in termini di fantasia ma devo basarmi sui bollettini ufficiali”. Come dire che qualcuno ha sottostimato l’evento in arrivo. Anche se per Netti non si può parlare di “responsabilità di chi quelle previsioni le fa, l’andamento di una perturbazione può essere bizzarro e non del tutto ipotizzabile”.

Il sindaco di Montecalvo in Foglia ha convocato un’assemblea pubblica per lunedì 23 febbraio, invitando i sindaci della zona e il Consorzio, per fare il punto della situazione e discutere di strategie future per evitare il ripetersi delle esondazioni. A conferma indiretta che un problema di coordinazione esiste. Per Netti sarà quella l’occasione in cui presentare i documenti sui movimenti della diga durante la notte della piena. “Quei dati sono pubblici e si vedrà bene come qui alla diga abbiamo operato in perfetta sintonia con la provincia e dentro i parametri previsti”.

“L’autorità idraulica denuncia da vent’anni i problemi sul Foglia – puntualizza Netti – e aveva indicato la creazione di zone dove accumulare l’acqua (casse di espansione) prima del rilascio sul fiume come soluzione”. Ma questa funzione è da due anni assolta dalla diga, la cui funzione nativa in realtà è di bacino di riserva idrico per gli agricoltori del pesarese.

D’altronde la storia delle esondazioni del fiume è molto lunga ma il problema vero sembra essere quello dei fondi per politiche di lungo respiro. Su questo sono d’accordo sia il commissario Netti che Gambini, che è anche vice presidente della Provincia. I tagli che continuano del governo hanno svuotato le casse e la logica previdenziale è stata del tutto abbandonata a favore di un approccio di contenimento delle emergenze. Per questo motivo Gambini ha annunciato di voler far causa allo Stato per danno erariale.

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Imu terreni agricoli, a Urbino non si pagherà nemmeno la tassa 2014 http://ifg.uniurb.it/2015/01/30/ducato-online/economia/imu-terreni-agricoli-a-urbino-non-si-paghera-nemmeno-la-tassa-2014/64079/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/30/ducato-online/economia/imu-terreni-agricoli-a-urbino-non-si-paghera-nemmeno-la-tassa-2014/64079/#comments Fri, 30 Jan 2015 10:43:57 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=64079 Urbino

Urbino

URBINO – Urbino è totalmente esente dal pagamento dell’Imu sui terreni agricoli per il 2014. Il 10 febbraio, dunque, l’imposta non si pagherà. Il decreto legge n.4 del 24 gennaio 2015 – la stessa che esenta la città per il 2015 – ha stabilito che per il pagamento del 2014 dovrà essere applicato il criterio della “classificazione sintetica” dell’Istat, che divide i comuni in “totalmente montani” (esenzione totale), “parzialmente montani” (esenzione parziale) e “non montani” (nessuna esenzione). È lo stesso parametro che sarà utilizzato per il 2015 e che non farà pagare l’imposta ai cittadini urbinati che possiedono uno o più terreni agricoli nel comune, visto che Urbino rientra nei comuni “totalmente montani”.

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“Criterio altimetrico” archiviato. Il governo ha risolto così tutti quei problemi nati con il “criterio altimetrico”, introdotto dal decreto ministeriale del 28 novembre del 2014, che determinava le esenzioni in base all’altezza sul livello del mare del palazzo comunale. Per i comuni sotto i 280 metri non erano previste esenzioni, per quelli tra i 281 e 600 metri l’esenzione era parziale e interessava soltanto i terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, mentre per i comuni sopra i 600 metri l’esenzione sarebbe stata totale.

Urbino trovandosi a un’altitudine di 485 metri sul livello del mare, sarebbe rientrato nell’esenzione parziale e il 10 febbraio, scadenza del pagamento dell’Imu per il 2014, i cittadini avrebbero dovuto pagare.

Il ricorso al Tar. Il problema del “criterio altimetrico” è iniziato il 22 dicembre del 2014, quando il Tar del Lazio ha accolto il ricorso dell’Associazione dei comuni italiani dell’Umbria, della Liguria, del Veneto e dell’Abruzzo contro il nuovo parametro, giudicato ingiusto perché teneva conto dell’altezza sul livello del mare del palazzo comunale e non del terreno su cui doveva essere pagata l’imposta. In molti comuni il palazzo comunale si trova sotto i 600 metri (quindi senza esenzioni o con esenzioni parziali), mentre i terreni agricoli sono al di sopra (esenzione totale).

Con un provvedimento depositato il 23 gennaio 2015, il Tar aveva deciso di sospendere il decreto ministeriale che introduceva il “criterio altimetrico” fino al 18 febbraio, ma allo stesso tempo non aveva indicato quale sarebbe stato il parametro da applicare per le esenzioni. Per mettere la parola fine alla questione il governo ha emanato il decreto legge del 26 gennaio, che introduce definitivamente la “classificazione sintetica” dell’Istat come parametro per il pagamento dell’Imu sui terreni agricoli sia per il 2014, che per il 2015.

La “clausola di salvaguardia”. Ci sono comuni che si trovano in una posizione inversa rispetto a Urbino. L’articolo 1, comma 4 del decreto n.4 del 24 gennaio del 2015 introduce anche una “clausola di salvaguardia” che difende i cittadini dal doppio cambio di regole avvenuto in pochi mesi. Vista la vicinanza della scadenza (10 febbraio), nei comuni esentati dal pagamento in virtù del “criterio altimetrico” non si pagherà (o si pagherà solo in parte) l’Imu sui terreni agricoli per il 2014, mentre l’imposta per il 2015 sarà versata normalmente, in base al nuovo parametro della “classificazione sintetica” dell’Istat.

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Imu terreni agricoli, nel 2015 a Urbino non si pagherà http://ifg.uniurb.it/2015/01/23/ducato-online/economia/imu-terreni-agricoli-nel-2015-urbino-non-paga/63388/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/23/ducato-online/economia/imu-terreni-agricoli-nel-2015-urbino-non-paga/63388/#comments Fri, 23 Jan 2015 17:49:01 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=63388 Urbino

Urbino

URBINO – A Urbino nel 2015 non si pagherà l’Imu sui terreni agricoli. La decisione sui nuovi criteri per l’applicazione dell’imposta è arrivata in Consiglio dei ministri oggi intorno alle 16.

Cosa cambia. Per il 2015 il ministro dell’Economia delle Finanze, Pier Carlo Padoan, e il ministro dell’Agricoltura Maurizio Martina hanno deciso di cambiare il “criterio altimetrico”, introdotto dal decreto ministeriale del 28 novembre 2014, con un nuovo parametro, in base alla “classificazione sintetica” dell’Istat. Urbino, quindi, rientrerà tra i comuni “montani” e sarà completamente esente dal pagamento.

Il pagamento del 2014. Resta ancora aperta invece la questione per il 2014. Lunedì 21 gennaio il Tar del Lazio avrebbe dovuto decidere sulla sospensiva del 26 gennaio, ultimo giorno utile per pagare l’Imu “agricola”, ma non è stato così. La scadenza rimane quindi congelata fino al 4 febbraio, giornata in cui dovrebbe arrivare una risposta definitiva dal Tar.

Il “criterio altimetrico”. Il problema Imu 2014 nasce dal decreto ministeriale del 28 novembre 2014, in cui viene introdotto il “criterio altimetrico”, che divide i comuni italiani in tre fasce in base all’altezza sul livello del mare alla quale si trova il palazzo comunale. Per i comuni sotto i 280 metri non sono previste esenzioni sull’Imu agricola. Per quelli tra i 281 e 600 metri l’esenzione è parziale e interessa soltanto i terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. Mentre per i comuni sopra i 600 metri l’esenzione è totale.

Contro il “criterio altimetrico” l’Associazione dei comuni italiani dell’Umbria, della Liguria, del Veneto e dell’Abruzzo hanno presentato un ricorso che è stato accolto il 22 dicembre 2014 dal Tar del Lazio, che per questo ha sospeso la scadenza del pagamento. Nel decreto del presidente del Tar è chiara l’opinione dei giudici amministrativi che parlano di “assoluta incertezza dei criteri applicativi” e “irragionevolezza dell’imposizione non legata all’effettiva natura e posizione del bene”, visto che in alcuni casi i terreni agricoli superano i 600 metri, mentre la posizione del palazzo comunale è inferiore.

Per il 2014 Urbino (485 metri sul livello del mare), nonostante la classificazione dell’Istat, sarebbe considerato “parzialmente montano” e sarebbe quindi esente dal pagamento solo parzialmente.

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Scadenza Imu terreni agricoli, si attende la sentenza del Tar . Slitta in Cdm la discussione su imposta 2015 http://ifg.uniurb.it/2015/01/21/ducato-online/imu-terreni-agricoli-oggi-la-sentenza-del-tar-del-lazio-slitta-in-cdm-la-discussione-su-imposta-2015/63071/ http://ifg.uniurb.it/2015/01/21/ducato-online/imu-terreni-agricoli-oggi-la-sentenza-del-tar-del-lazio-slitta-in-cdm-la-discussione-su-imposta-2015/63071/#comments Wed, 21 Jan 2015 08:12:52 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=63071 Se non verrà accolto resterà la scadenza del 26 gennaio. Urbino è 'in bilico' tra esenzione parziale ed esenzione totale in base ai criteri altimetrici. Nessuna discussione invece, nel Consiglio dei ministri di ieri, sulle regole per il 2015]]> Urbino

Urbino

URBINO – Si attende la sentenza del Tar del Lazio sulla scadenza per il pagamento dell’Imu 2014 sui terreni agricoli. Mentre sul decreto pronto per regolamentare l’imposta del 2015,  il Consiglio dei ministri di ieri ha rinviato la discussione.

La decisione del Tar  Il Tribunale amministrativo dovrà decidere se accogliere la richiesta di annullamento del decreto ministeriale del 28 novembre 2014. Se accolto, la scadenza del pagamento dell’imposta 2014 sui terreni agricoli slitterà. In caso contrario resterà valida quella del 26 gennaio.  I giudici dovranno valutare il criterio altimetrico attualmente in vigore per il 2014: il parametro che suddivide i comuni italiani in tre fasce in base all’altezza sul livello del mare alla quale si trova il palazzo comunale. Per i comuni sotto i 280 metri non sono previste esenzioni sull’Imu agricola. Per quelli tra i 281 e 600 metri l’esenzione è parziale e interessa soltanto i terreni posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali. Mentre per i comuni sopra i 600 metri l’esenzione è totale. Urbino (485 metri sul livello del mare) nonostante la classificazione dell’Istat, passerebbe dunque da “montano” a “parzialmente montano”.

Contro il “criterio altimetrico” l’Associazione dei comuni italiani dell’Umbria, della Liguria, del Veneto e dell’Abruzzo hanno presentato un ricorso che è stato accolto il 22 dicembre 2014 dal Tar del Lazio e per questo ha sospeso la scadenza del pagamento. Nel decreto del presidente del Tar è chiara l’opinione dei giudici amministrativi che parlano di “assoluta incertezza dei criteri applicativi” e “irragionevolezza dell’imposizione non legata all’effettiva natura e posizione del bene”, visto che in alcuni casi i terreni agricoli superano i 600 metri, mentre la posizione del palazzo comunale è inferiore.

L’aliquota da applicare ai terreni agricoli sarà lo 0,76% del valore del terreno, ma potrebbe subire un aumento o una diminuzione di 0,3 punti percentuali in base a provvedimenti comunali. A Urbino al momento non sono stati presi, quindi varrebbe il parametro standard, anche se l’assessore al bilancio, Christian Cangiotti, ha fatto sapere che ogni decisione in merito “verrà presa dopo la sentenza del Tar del Lazio”.

Imu 2015 non va in Cdm  Secondo il sito web quotidianoentilocali.ilsole24ore.com, il Governo ha pronto un decreto per cambiare le regole per il 2015, introducendo un nuovo criterio per classificare i “comuni montani”, “parzialmente montani” e “non montani”: la “classificazione sintetica” dell’Istat. Secondo questo parametro, Urbino rientrerebbe nei comuni montani e sarebbe completamente esente dal pagamento.

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Donne e agricoltura, quattro storie di coltivatrici nel Montefeltro http://ifg.uniurb.it/2014/02/01/ducato-online/donne-e-agricoltura-quattro-storie-di-coltivatrici-nel-montefeltro/56044/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/01/ducato-online/donne-e-agricoltura-quattro-storie-di-coltivatrici-nel-montefeltro/56044/#comments Sat, 01 Feb 2014 16:24:52 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=56044 Valentina e una delle sue pecore

Valentina e una delle sue pecore

URBINO – Anna, Valentina, Frauke, Paola. Quattro donne e quattro storie di vita, ognuna con i suoi successi e le sue sconfitte. In comune hanno la passione per la natura, l’agricoltura e il territorio marchigiano: di questa passione hanno avuto il coraggio di farne un lavoro.

LO SPECIALE “DONNE” DEL DUCATO

LA TESTIMONIANZA - “Ricomincio da me”, Lucia Annibali si racconta
LE INTERVISTE - La tenente Baldacci, prima donna al comando di Urbino | Laura Gardini, mamma e coordinatrice di Economia
SESSUALITA’ – Valentina, vita di una donna nata nel corpo di un uomo | Le studentesse: “Gli urbinati freddi e maleducati”
LE STORIE - Simona, casalinga in rete: vita familiare tra baratto e amicizia
I DATI - “Parla con noi”: il centro antiviolenza di Pesaro-Urbino | Nascite in calo a Urbino
LEGGI - Il Ducato in edicola

Anna Faggi – Agriturismo Il Mulino della Ricavata (Urbania)

“Da ragazzina ero appassionata di fiori e di cucina: ho messo insieme le due cose”. Oggi Anna ha 62 anni e coltiva un orto biologico, fiori e erbe aromatiche, che cucina secondo la tradizione locale per i suoi ospiti. Ha realizzato il suo agriturismo in un antichissimo mulino, utilizzato nel 1200 dai frati e poi dai duchi di Urbino. “Il mulino mi attirava già da piccola – racconta Anna sul sito web della sua azienda – “L’edificio era chiuso e abbandonato, ma il fiume, la valle, erano magici”. Con altre due aziende della zona ha fondato il progetto “L’erba a colori”, per valorizzare le pratiche agricole e di allevamento tipiche della montagna appenninica. Il compito del Mulino è la riscoperta culinaria e ornamentale dei fiori e delle erbe spontanee che crescono nella nostra zona.

Valentina Chieregato – Tribù della valle dei cavalli (FratteRosa)

“La decisione di aprire questa fattoria l’abbiamo presa in famiglia, tutti insieme. Volevamo essere attenti all’ambiente e vivere in modo più naturale possibile”. Valentina, 34 anni, si è trasferita qui dalla Lombardia circa 10 anni fa: ormai è una marchigiana doc. Il sogno di famiglia prevedeva di realizzare un agriturismo con passeggiate a cavallo e con punti di ristoro fino al monte Catria. “Purtroppo abbiamo deciso di ridimensionare un po’ il progetto, per problemi burocratici”. Oggi l’azienda ha sette ettari seminabili, sette cavalli “in pensione” e 20 pecore: Valentina tiene corsi di filatura e lavorazione della lana. “Non credo che l’agricoltura non sia un settore per donne – afferma Valentina – il fatto è che di questi tempi non è un settore per nessuno”.

Frauke Weissang – Agriturismo “Le Cesane”

Nata a Norderney, una piccola isola del Mar del Nord, Frauke è arrivata a Urbino per caso e da qui non si è più mossa. Nel 1996 ha aperto la sua azienda di agricoltura biologica. “Vengo da tutt’altro campo, ma a 8 anni ho imparato a cavalcare nel maneggio di un agricoltore. Da lui ho imparato a mungere le mucche e ad amare la natura”. Oggi Frauke è presidente dell’associazione mondiale di agricoltura biologica Naturland, con sede in Germania, e ha un agriturismo vicino Urbino che è frequentato da ospiti provenienti da tutta Europa. “Qualsiasi lavoro è un lavoro per donne, quindi anche l’agricoltura. Le donne, nelle Marche, gestiscono il 25 per cento delle imprese agricole, soprattutto nel campo del biologico”.

Paola Fabbri – Fattoria San Michele (Mondavio)

“Del mio lavoro mi piace il contatto diretto con la natura: si ritorna ad una dimensione umana di ritmi naturali, si impara di nuovo a sentire le proprie braccia e le proprie forze”. Paola oggi ha 59 anni e ha iniziato a fare l’apicoltrice per pura passione, perché nessuno in famiglia allevava api. Un giorno è andata a lavorare da un produttore di miele per vedere se le piaceva e, soprattutto, se l’attività era adatta alle sue forze. “Ognuno deve trovare la sua passione. L’agricoltura è un lavoro pesante, ma lo consiglio a tutte le donne. La natura ti insegna che le cose vanno fatte ora e mai rimandate: è una filosofia di vita.

 

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Il Ducato n. 9 – 13 dicembre 2013 http://ifg.uniurb.it/2013/12/13/ducato/il-ducato-n-9-13-dicembre-2013/54095/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/13/ducato/il-ducato-n-9-13-dicembre-2013/54095/#comments Fri, 13 Dec 2013 08:36:59 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=54095 [continua a leggere]]]> URBINO – Nel nuovo numero del Ducato ci occupiamo della ripresa. La crisi è davvero scongiurata? Oppure alcuni settori fanno ancora fatica a rimettersi in piedi? Dai dati sulla disoccupazione ai numeri desolanti del commercio. Attraverso un viaggio nel centro storico della città vi raccontiamo quanti sono i negozi sfitti, quanti quelli in difficoltà e  quelli appena aperti. Se le immatricolazioni all’Università sono in aumento e fanno sperare nella ripresa, lo stesso non vale per il turismo e la cultura.


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Le bacche di Goji, dal Tibet alle Marche per combattere la crisi http://ifg.uniurb.it/2013/12/05/ducato-online/le-bacche-di-goji-dal-tibet-alle-marche-per-combattere-la-crisi/53392/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/05/ducato-online/le-bacche-di-goji-dal-tibet-alle-marche-per-combattere-la-crisi/53392/#comments Thu, 05 Dec 2013 18:13:54 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=53392 baccheURBINO – Assomigliano all’uva passa e chi le ha assaggiate assicura che il sapore è simile. Si mangiano da sole o nello yogurt e possono essere utilizzate anche per fare tè e tisane. Dolciastre, piccole e rosse le bacche di Goji sono uno degli elementi essenziali della medicina tradizionale cinese perché considerate uno dei più potenti antiossidanti (tanto da essersi guadagnate l’appellativo di “frutto della vita”). Il Lycium barbarum – questo il nome scientifico – viene coltivato da migliaia di anni in Tibet, nelle valli himalayane, in Mongolia, nella Cina del nord. E da oggi anche nelle Marche.

La Confederazione italiana agricoltori della provincia di Pesaro e Urbino ha infatti pensato che per contrastare la crisi serva introdurre delle novità: non più solo cavoli, zucche e carote, ma anche topinambur, orzo e, perché no, anche le bacche di Goji; tutti quei cibi, cioè, che vengono definiti “funzionali” (altro concetto orientale) nel senso di salutari oltre che nutrienti.

Una risorsa in più contro le malattie per chi li consuma e un modo nuovo, per chi invece li coltiva, per tentare di tenere a bada la crisi. Il biologico negli ultimi anni è uno dei pochi settori agricoli in crescita: a settembre 2013 ha registrato addirittura un + 7,9% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. Un dato che spinge molti agricoltori a scommettere anche su prodotti nuovi e ‘strani’ come queste bacche.

Nessuno può dire se sarà un investimento azzeccato, ma secondo Giancarlo Cenerelli, titolare di un’azienda agricola a Montemaggiore, “non è che ci sia molto da perdere”. La sua azienda produce da 30 anni crisantemi, ma la crisi l’ha obbligato a sperimentare strade nuove. Prima un allevamento “allo stato brado” (cioè in totale libertà) di oche, anatre, tacchini e capponi  e ora anche le bacche di Goji. “Sì perché – spiega il signor Giancarlo – un tacchino costa 100 euro mentre 100 grammi di bacche vengono solo 5 euro”. Un prodotto alla portata di tutti insomma. “Sicuramente il segreto di questo prodotto – continua Giancarlo – è che fa bene alla salute e visto che al giorno d’oggi si tende ad ammalarsi sempre di più, pensiamo che di prodotti così ce ne sia davvero bisogno”.

Che le bacche di Goji facciamo bene sembra indiscutibile; basta una veloce ricerca in internet per trovare centinai di siti che ne elencano tutte le ‘straordinarie’ qualità, anche le più insospettabili: rafforza il sistema immunitario, migliora la vista, è ricco di antiossidanti, contrasta la pressione alta, ha proprietà energizzanti e pare che migliori persino la virilità. Il signor Giancarlo assicura che non ha certo deciso di coltivarle per questo motivo ma “se poi ha anche quella proprietà lì, per gli uomini è tutto di guadagnato”.

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Lavoro, nelle Marche persi 19.000 posti di lavoro nel 2013 http://ifg.uniurb.it/2013/12/02/ducato-online/lavoro-nelle-marche-persi-19-000-posti-di-lavoro-nel-2013/52792/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/02/ducato-online/lavoro-nelle-marche-persi-19-000-posti-di-lavoro-nel-2013/52792/#comments Mon, 02 Dec 2013 18:14:39 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=52792 operaioURBINO – Il 2013 è stato un anno drammatico per i lavoratori delle Marche: secondo i dati Istat elaborati dalla Cna e dalla Confartigianato da ottobre 2012 a ottobre 2013 si sono persi  19.000  posti di lavoro. Gli occupati sono, così, scesi da 651.000 a 632.000.

Allo stesso tempo aumentano gli scoraggiati, giovani che non studiano e non lavorano: “Non tutti i  marchigiani che hanno perso il lavoro sono andati a ingrossare le liste degli uffici di collocamento”, affermano le associazioni artigiane. “Quasi la metà di loro ha rinunciato a cercare una nuova occupazione”. Tra di loro ci sono anche gli ultracinquantenni rimasti senza lavoro e senza pensione.

In dodici mesi i disoccupati sono saliti invece da 57.000 a 67.ooo, il dato più alto da inizio crisi. Un marchigiano su dieci, dunque, cerca attivamente un lavoro ma non lo trova. Una percentuale che per i giovani sotto i 24 anni sfiora il 40%.

Se il tasso di disoccupazione sale dall’8 al 9,6 per cento, il tasso di occupazione scende invece dal 62,9 al 61,6 per cento. Ad aver perso il maggior numero di posti di lavoro, tra ottobre 2012 e ottobre 2013, sono stati i servizi. I lavoratori occupati nel commercio e nel terzo settore sono scesi da 403.000 a 393.ooo, con una perdita di 10.000 addetti. Cinquemila posti di lavoro sono andati in fumo nell’agricoltura (da 18 a 13 mila) e 4.000 nell’industria (da 230 a 226.000). Solo la meccanica è in controtendenza e registra un aumento della produzione dello 0,3%

I più colpiti dalla crisi sono, ancora una volta,  i lavoratori dipendenti passati da 493 a 481.000 (-12.000 in un anno) mentre gli autonomi e quelli indipendenti sono diminuiti di 9.000 unità (da 158 a 151.000).

Tra le province marchigiane Fermo paga il prezzo più alto a causa del difficile momento del calzaturiero, seguita da Macerata, con le imprese ascolane che vedono la produzione ridursi del 4,3%. Più alte nella classifica Pesaro e Urbino (-3,3) e Ancona (-3,2).

“In questa situazione di grande difficoltà”, affermano Cna e Confartigianato Marche “le piccole imprese marchigiane hanno saputo creare più posti di lavoro delle grandi aziende, con un saldo positivo di oltre 7.000 lavoratori in dieci anni”.

Bisogna aspettare ancora un anno prima che l’economia della nostra Regione inizi una timida ripresa. Secondo lo studio di Unioncamere – Prometeia, quest’anno nelle Marche è prevista una caduta del Pil dell’1,6% accompagnata da una riduzione dell’occupazione dell’1,3%. La situazione dovrebbe cambiare nel prossimo biennio: la ricchezza interna delle Marche dovrebbe crescere nel 2014 e nel 2015 dello 0,9% mentre l’occupazione dovrebbe risalire dello 0,2%.

In ogni caso alla fine del 2015 i marchigiani saranno comunque più poveri rispetto a cinque anni prima: a dicembre del 2015 il valore aggiunto per abitante stimato sarà di 20.585 euro rispetto ai 21.013 euro del dicembre 2010, con una perdita di 572 euro.

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