il Ducato » C1 http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » C1 http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Nevone, Imu, Consorzio: una città che cambia. Intervista al sindaco http://ifg.uniurb.it/2012/04/30/ducato-online/nevone-imu-consorzio-una-citta-che-cambia-intervista-al-sindaco-di-urbino/31245/ http://ifg.uniurb.it/2012/04/30/ducato-online/nevone-imu-consorzio-una-citta-che-cambia-intervista-al-sindaco-di-urbino/31245/#comments Mon, 30 Apr 2012 22:59:32 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=31245 LEGGI Il consorzio dell'ottimismo]]> Il sindaco di Urbino, Franco CorbucciURBINO – “Santa Lucia sarà il nuovo nodo di scambio per gli autobus da fine 2013″; lo annuncia il sindaco di Urbino, Franco Corbucci, nel corso di un’intervista rilasciata al Ducato a conclusione del biennio 2010-2012, segnato indelebilmente dall’emergenza-neve. Il primo cittadino si è anche soffermato su Imu, apertura del centro commerciale ‘Consorzio’ e turismo.

Partiamo dal tema economico con l’introduzione dell’Imu, l’imposta unica municipale, sulla prima casa.
“Questo Paese che fino a fine 2011 rischiava quello che è successo in Grecia: è il frutto di anni in cui si è cercato di negare la crisi, sperando che passasse così e invece non poteva passare. Invece di affrontare il problema crisi, infatti, è stato nascosto. E’chiaro lo Stato è in difficoltà e deve trovare risorse, ma poteva anche trovarle in modo diverso, ad esempio con una patrimoniale. Adesso, con questa imposta, ci ritroviamo ad essere esattori per conto dello Stato: infatti, la metà del gettito sulla seconda case e le attività commerciali-artigiane va a Roma. Urbino deve far fronte nel 2012 a circa 800.000 euro di tagli previsti già in precedenza con la manovra 2012-2014. Se sovrapponiamo ciò ai gravi danni causati dalla nevicata di febbraio, quando per affrontare l’emergenza abbiamo speso circa 800.000 euro, è chiaro che diventa più difficile affrontare i tagli.

Per quanto riguarda la possibilità di tassazione delle case, abbiamo deciso di mantenere l’aliquota più bassa possibile per la prima casa, rispetto al 5 per mille in vigore in precedenza”.

E quale gettito è previsto?
“Più o meno quello che avevamo quando c’era l’Ici”.

Quanti soldi?
“Non mi ricordo… Ma con lo 0,4% rischiamo di prendere qualcosa in meno di prima. Per la seconda casa, come fanno già altri Comuni, non intendiamo applicare l’aliquota massima, ma una forbice tra 9,1 e 9,6 per mille: pensiamo, infatti, che in questo momento non vogliamo pesare molto sulle attività commerciali e artigianali. Per coloro che sottoscrivono un contratto di affitto a canone concordato, a studenti o famiglie, ci sarà l’agevolazione sulla seconda casa nel senso che si pagherà l’aliquota base, l’0,76%. Inoltre, non toccheremo le tariffe per i servizi individuali: mense, asili, trasporti, residenze per anziani”.

E la rateizzazione dell’Imu come potrebbe influire sul bilancio comunale?
“Per quanto ne sappiamo oggi, ma mi sembra che si discuta ancora, è chiaro che più tardi entrano e più soldi ci mancano nel bilancio. E’un problema, che diventa grosso se si rateizza anche l’Imu sulla seconda casa, ma mi sembra che si parli solo dell’aliquota sulla prima casa”.

Apertura del centro commerciale ‘Consorzio’: per la prima volta dopo anni, una nuova realtà commerciale a Urbino, seppur in un momento di forte crisi dei consumi: quali sono le aspettative per il futuro?
“Non c’è nessun futuro, noi abbiamo finito il nostro lavoro. L’apertura del centro commerciale è una delle previsioni già inserite nei programmi amministrativi dalla scorsa legislatura. Oggi portiamo a termine questo percorso e posso dire che sono soddisfatto per due motivi: lì c’era il Consorzio agrario: due capannoni, un manufatto e una casa. Togliendo il tetto sul manufatto, avevamo messo 170 automobili. Penso che l’intervento odierno sia stato addirittura una riqualificazione: abbiamo utilizzato il minimo dei metri cubi da realizzare, come prevedeva il piano volumetrico predisposto dall’architetto Giancarlo De Carlo. Penso che il ‘Consorzio’ sia una grossa opportunità del territorio, dove Urbino era l’unica città a non avere un centro commerciale. Peraltro, parliamo di piccole e medie strutture di vendita, fino a un massimo di 250 metri quadrati. E’importante anche perché Urbino torni ad essere un punto di riferimento per le attività commerciali”.

E l’altro centro in costruzione a Santa Lucia?
“Santa Lucia nasce come nodo di scambio alternativo a Borgo Mercatale, utilizzato come una stazione autobus a cielo aperto. Invece, il nodo di scambio dei pullmann da e per Urbino sarà spostato da Borgo Mercatale a Santa Lucia, permettendoci di togliere da sotto la vista dei Torricini quel mare di pullmann che tutti i giorni arrivano. Lo spostamento si concluderà fra un anno, un anno e mezzo, a fine 2013″.

E Borgo Mercatale?
“Sarà liberata dai bus, e arriveranno soltanto quelli turistici, mentre i pullman si parcheggeranno al Bocciodromo, a Varea. Nel piano strategico su cui ragioniamo, c’è l’idea di fare una riqualificazione totale del piazzale di Borgo Mercatale, per riportarla all’utilizzo per eventi”.

Restate convinti dell’altro progetto a Santa Lucia, nonostante la prossimità dei due insediamenti? Non si rischia che si facciano la guerra?
“Fanno una sana concorrenza di cui questa città ha tanto bisogno. A Santa Lucia, i negozi possono essere grandi anche 900 metri quadri; ma non ci solo attività commerciali, anche uffici”.

E quali pensa che saranno le conseguenze sulle attività nel centro storico?
“Urbino era l’unica città a non avere una struttura commerciale al suo esterno. Il centro storico dovrà specializzarsi come già sta facendo, come i negozi dentro il Collegio Raffaello. Anche gli altri negozi saranno più specializzati e qualificati”.

Dovranno seguire tutti quell’esempio lì?
“Tu, esercente, dovrai fare della qualità perché io che entro in centro storico trovi negozi di un certo tipo, come avviene in tutti i centri storici del mondo. Ad esempio, se faccio un negozio di alimentari, terrò qualcosa che non ha il supermercato. Avere i centri commerciali intorno obbliga il centro storico a qualificarsi ulteriormente e a dare risposte all’utenza che c’è dentro”.

E’ passata la tempesta di febbraio, e si è tornati alla normalità; ma un mese e mezzo dopo, quali sono le criticità più forti e a che punto siamo per lo sblocco dei fondi?
“Innanzitutto voglio ringraziare molto il Ducato, per le immagini vere del nevone  che avete passato in tutto il mondo. Queste hanno dato l’entità di quello che è successo, e del lavoro svolto in quei momenti difficili, che a detta di tutti, è stato positivo. Ringraziamo tutti, cittadini, studenti e operatori venuti da tutta Italia, che hanno contribuito ad aiutarci. I danni più grandi riguardano i tetti di strutture pubbliche, come le scuole, il Com; poi c’è da rifare la segnaletica stradale, il manto stradale. Sul tappeto ci sono un milione di euro di danni al patrimonio pubblico. Altrettanto grave la situazione delle zone industriali e artigianali e del patrimonio storico. La buona notizia è che il sottosegretario ai Beni culturali ci ha promesso uno stanziamento da un milione di euro per San Bernardino e il Mausoleo dei Duchi. Continuiamo la nostra battaglia a livello nazionale per avere risorse dal Governo per aiutare sia Comune che  privati”.

Con quali risposte?
“Finora siamo in difficoltà grosse perché non sta arrivando nulla, ma la speranza ce l’hanno lasciata”.

Urbino riuscirebbe a far fronte da sola ai danni con fondi propri e senza aiuti esterni?
“Nessun comune del territorio riesce a far fronte da solo. Il bilancio di Urbino, che ha una sua solidità, sicuramente riuscirà almeno a superare la fase dell’emergenza, che potrà dirsi conclusa entro l’estate”.

Sicuramente il turismo può dare una grande mano all’economia di questa città: proprio in questi giorni è in corso la mostra sulle ‘Città ideali’ a Palazzo Ducale.
“Un’altra grande occasione che abbiamo saputo sfruttare insieme a Soprintendenza, Regione, Provincia, Università, Fondazione Cassa di Risparmio Pesaro e Banca Marche. E’ il secondo grande evento dopo la mostra su Raffaello nel 2009; sia da parte della Regione che dal Ministero si è presa coscienza, e quindi anche risorse, per far sì che Palazzo Ducale diventi sede per grandi esposizioni, e spero che se ne possa avere una ogni due anni. La mostra sarà sicuramente un successo; mentre altrove si registrano cali di flussi turistici anche del 30%, noi negli ultimi weekend -Pasqua inclusa- siamo riusciti ad aumentare i turisti”.

Quest’amministrazione ha scelto di non introdurre la tassa di soggiorno: tuttavia, gli albergatori si lamentano perchè i turisti non rimangono a dormire a Urbino: che cosa potreste fare per convincerli a restare più tempo in città?
“Questo è il problema da sempre, di tutti. E’ difficile, ma anche qui notiamo che i dati della Regione dicono che il tempo di permanenza in città si è allungato, anche grazie a rapporto migliore con il territorio del Montefeltro, dove stiamo lavorando al ‘distretto culturale’. Altri elementi importanti sono la ‘Tourist card’ con il biglietto unico. Infatti, questo dura per due settimane: in questo modo, il turista può avere l’occasione di fermarsi a Urbino e fare un giro alla scoperta del territorio circostante”.

Finora lei si è pronunciato contro l’Ersu unico regionale, difendendo la struttura attuale: l’assessore regionale Luchetti ha detto che la riforma prevista serve a  far fronte al calo dei finanziamenti: che cosa, invece, le fa privilegiare un’organizzazione decentrata?
“Non solo mi sono schierato contro, ma ho partecipato alla Conferenza autonomie locali, dove ho sempre detto che l’Ersu non può essere centralizzata a livello regionale; deve rimanere nel territorio come elemento di gestione del diritto allo studio, e non solo. Far restare l’ autonomia di gestione a livello locale, lasciando alla Regione i controlli di bilancio. Il diritto allo studio è una questione particolare, specie in questa città, attraverso l’accoglienza universitaria: la gente viene a studiare a Urbino perché siamo in grado di dare un’accoglienza diversa, grazie ai 1.500 posti alloggio dell’Ersu. Vogliamo fare di Urbino, come abbiamo sempre fatto, un punto di riferimento come luogo di formazione in generale, e sopratutto sfruttare i rapporti internazionali che abbiamo sempre avuto, con ragazzi che vengono da tutto il mondo”.

I collettivi universitari, dopo lo sgombero dell’aula C1 a Magistero, chiedono nuovi spazi di socialità gestiti in maniera diretta: cosa ne pensa?
Ho sempre ricevuto tutti. Quello dei luoghi dove ritrovarsi è un problema reale. All’interno del Comune c’è una commissione composta da Comune, Ersu, Università ed eletti dagli studenti, che purtroppo loro non riconoscono, e con la quale noi dialoghiamo. Sull’ex Scorpio, mi risulta che deciderà l’Ersu, attraverso un suo bando, per affidare il locale in gestione per svolgere una funzione ricreativa per gli studenti”.

A causa del caro-benzina, sempre più persone scelgono più o meno volontariamente il trasporto pubblico; nel frattempo, però, Adriabus ha ridotto le percorrenze nei giorni festivi. Non le sembra una contraddizione?
Nessuna contraddizione. Adriabus sconta gli effetti del caro petrolio e la diminuzione dei finanziamenti regionali. L’azienda è costretta, se vuole mantenere il bilancio in pareggio, a fare delle razionalizzazioni, ma il minimo. Abbiamo mantenuto in piedi tutto il sistema. Mentre crescono le corse da e per Roma, il trasporto interurbano ha subito un minimo di tagli”.

Che fine farà la Fano-Urbino?
“E’ già stato deciso dal Governo, dal momento che ha venduto le tratte. Il Comune ha mantenuto la sua tratta senza creare nessun impedimento a un’eventuale riattivazione, non costruendoci niente sul tracciato. Credo comunque, che se bisogna parlare di Fano-Urbino, bisogna discuterne facendo riferimento al progetto di collegamento con Roma”.

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La protesta per la C1:”Ridateci l’aula, appartiene a tutti” http://ifg.uniurb.it/2012/02/23/ducato-online/la-protesta-per-la-c1ridateci-laula-appartiene-a-tutti/26351/ http://ifg.uniurb.it/2012/02/23/ducato-online/la-protesta-per-la-c1ridateci-laula-appartiene-a-tutti/26351/#comments Thu, 23 Feb 2012 14:13:34 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=26351 URBINO – Gli studenti della C1 continuano la protesta contro lo sgombero dell’aula. E’ questo il messaggio lanciato all’assemblea studentesca nell’ex Magistero di via Saffi, dove da giorni alcuni studenti appartenenti a vari collettivi universitari, presidiano l’ingresso della C1. Nell’atrio davanti all’aula, ora chiusa da un lucchetto, almeno una trentina di studenti ha provato a chiarire le posizioni delle associazioni e l’attuale situazione.

Erano presenti membri di Assemblea permanente, Drude, Fuorikorso e alcuni ragazzi del collettivo Carlo Giuliani, composto anche da studenti liceali. Contestano le modalità di chiusura dell’aula. A chi dice loro che la sala è di proprietà dell’Università, che ne decide l’uso come e quando vuole, i ragazzi rispondono:

AUDIO Rocco e i ragazzi di Assemblea Permanente: “L’aula è sempre stata aperta a tutti”

“Anche noi usavamo lo spazio in Magistero – racconta Ilaria, liceale del colettivo Carlo Giuliani  – per studiare e riunirci settimanalmente. Era il punto ideale d’incontro, un luogo che manca negli istituti superiori dove non è permesso l’ingresso a estranei di altre scuole”.

Mentre il rettore Stefano Pivato non dialoga direttamente con i collettivi, gli studenti si difendono dall’immagine negativa che è stata loro attribuita negli ultimi giorni.

AUDIO Il parere dei ragazzi e di Gigi, studente liceale: “Il Rettore venga qui a parlare”

La riapertura dell’aula studio del collegio Internazionale, secondo i ragazzi, non è sufficiente: “Le aule studio non sono una alternativa a un’aula autogestita. Nella C1 si studiava ma si organizzavano anche incontri, mostre. Non si può chiaccherare dove la gente sta studiando. Io non vedo neanche il motivo di levare un’aula per darne un’altra” commenta Sara, matricola.

 

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http://ifg.uniurb.it/2012/02/23/ducato-online/la-protesta-per-la-c1ridateci-laula-appartiene-a-tutti/26351/feed/ 0 I ragazzi di alcuni collettivi universitari si sono riuniti per discutere l'attuale situazione dell'aula C1, sgomberata qualche giorno fa per decisione del Rettore Stefano Pivato. Una gesto ingiusto, secondo i ragazzi, I ragazzi di alcuni collettivi universitari si sono riuniti per discutere l'attuale situazione dell'aula C1, sgomberata qualche giorno fa per decisione del Rettore Stefano Pivato. Una gesto ingiusto, secondo i ragazzi, che nega agli studenti un luogo d'incontro e di partecipazione alternativa. il Ducato no
Studenti occupano il Collegio Internazionale http://ifg.uniurb.it/2012/01/18/ducato-notizie-informazione/studenti-occupano-il-collegio-internazionale/16344/ http://ifg.uniurb.it/2012/01/18/ducato-notizie-informazione/studenti-occupano-il-collegio-internazionale/16344/#comments Wed, 18 Jan 2012 12:33:26 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=16344 URBINO, 18 GEN- Un gruppo di studenti appartenenti alle organizzazioni C1 Autogestita, Drude e associazione Fuorikorso,  hanno occupato da stamane in segno di protesta, lo spazio antistante il collegio Internazionale, in pieno centro storico. Chiedono all’Ersu la riapertura della sala convegni del collegio e la sua riconversione in aula studio. Spazio oramai chiuso da troppo tempo, è l’unica area gratuita disponibile per eventi culturali e seminari da poter realizzare nel centro della città ducale. “L’azione di protesta durerà – dicono gli organizzatori – fino a che non si otterranno risposte dall’Ersu”. Risposte che al momento l’Ente non vuole dare.

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Un giorno da ‘accampati’ In piazza con i ragazzi di Occupy Urbino http://ifg.uniurb.it/2011/11/15/ducato-online/un-giorno-da-accampati-in-piazza-con-i-ragazzi-di-occupy-urbino/9499/ http://ifg.uniurb.it/2011/11/15/ducato-online/un-giorno-da-accampati-in-piazza-con-i-ragazzi-di-occupy-urbino/9499/#comments Tue, 15 Nov 2011 14:23:00 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=9499 URBINO – Quando fanno 5 gradi e sei sotto una tenda, qualche strato in più per coprirti dall’arrivo dell’inverno è fondamentale. Così come un falò nella notte per riscaldarsi e fare due chiacchiere con gli altri compagni di occupazione. Lo sanno bene i ragazzi di Occupy Urbino, che per una settimana si sono accampati in piazza della Repubblica con 8 tende.

Un gruppo composto principalmente da studenti: molti di loro appartengono alla associazione C1 e sono studenti di sociologia, alcuni ad altre associazioni. Quasi tutti comunque fanno parte della Assemblea Permanente, la sigla che raggruppa varie associazioni studentesche.

“Partiamo da una critica radicale ad un processo di deriva dello stato sociale – spiega Gianluca Capozio , uno degli ‘accampati’ – che fino a una generazione fa garantiva determinati diritti, compresi quelli conquistati con anni di lotte sindacali. Ci rapportiamo con le dinamiche di conflitto locali, come prestiti fiduciari e accordi tra Banca Marche ed Ersu. E’ una lotta territoriale che vuole essere una critica a un intero sistema, a una pratica economica e politica dominante.”

FOTOGALLERY – I VOLTI DELLA PROTESTA

Alle 10 di mattina i ragazzi sono tutti troppo stanchi per alzarsi. La sera prima è sfilata tra musica, alcolici e un via vai continuo di gente. E ha regalato numerose iniziative: c’è stata la tenda portata fin su al mercato in piazza Raffaello, sono stati distribuiti volantini col “manifesto” del movimento urbinate, si è svolta un’assemblea pubblica nel quale si è discusso del ruolo dei social network nell’organizzazione di proteste di massa. E poi musica, balli, una grigliata intorno al fuoco.

Alle 11 i ragazzi si alzano e cominciano a sistemare i gazebo dalla sera prima. Sui gazebo campeggiano manifesti che recitano: “No al governo delle banche“, “L’accampata è come l’università: in espansione”, “Ciao Berlusconi, ora facciamo i conti con Monti“. Sono più di 20 i ragazzi fissi a dormire, principalmente studenti di sociologia e altre facoltà. Poco dopo la sveglia, si fa colazione tutti insieme e nel frattempo si leggono i giornali e diramano comunicati alle varie testate, il tutto mentre risuonano le note di De Andrè, 99 Posse, Caparezza, Manu Chao. La notizia del giorno è quella delle dimissioni di Berlusconi, così i ragazzi, non certo teneri verso il premier uscente, inziano a mandare a tutto volume “Meno male che Silvio c’è” e parodie varie.

Intorno alle 12, quando sono tutti svegli, viene stilato un primo programma della giornata: ore 14 gruppo di lavoro su spazi autogestiti, ore 15:30 laboratorio di pittura per bambini, ore 18 assemblea pubblica, ore 22 proiezione di “”Il sogno americano”, un documentario sulle irregolarità del sistema bancario made in Usa. Viene allestito un mercatino di libri usati per autofinanziamento. Ogni tanto la gente della piazza si avvicina, curiosa, alcuni si fanno timbrare le banconote per l’iniziativa “Senza di noi Urbino muore“. A volte si affaccia qualche altro giornalista. A ora di pranzo si avvicinano anche i ragazzi del Res, la Rete di Acquisto Solidale, che sta svolgendo un incontro nella Sala Raffaello poco vicina, e invitano i ragazzi al buffet che hanno organizzato. Alcuni partecipanti del gruppo arrivano, altri se ne vanno.

“La protesta nasce dal globale per poi andare ad agire localmente – dice Mattia Maurizi, uno degli ‘accampati’ – io mi aspettavo più partecipazione, più tende, però sono soddisfatto del consenso della città, della gente che si è informata e l’ambiente creato. Finalmente ci sono stati dei momenti di aggregazione libera. Non puntiamo a risultati immediati, ma speriamo in cambiamenti di lungo termine. Ci aspettiamo che il corteo che si terrà giovedì sia partecipato e di chiudere così in bellezza.”

Alle 15:30 arrivano i rappresentanti della comunità straniera di Ponte Armellina – Urbino 2, che parlano del blitz di qualche giorno prima delle forze dell’ordine nel quartiere. Partecipano anche membri della FDCA (federazione dei comunisti anarchici) e dell’associazione Mondo solidale. Durante il dibattito, vicino alla fontana una ragazza del gruppo tiene un corso di pittura con alcuni bambini: per l’occasione si è pitturata il viso di rosso, e con i vestiti colorati che indossa sembra un personaggio di un libro fantasy. Dopo il dibattito si riprende con la musica, mentre a poco a poco si fa buio. La prima cosa da fare è un bel falò: per l’occasione i ragazzi si sono portati un bel braciere e lo alimentano a turno. “Ci stiamo riappropriando della piazza come momento di creatività – dice Ilaria Puliti, una delle ragazze del gruppo – confrontarsi con altra gente deve essere visto come momento di condivisione. Gli aspetti negativi sono stati il freddo e i problemi organizzativi, ma la cittadinanza si è avvicinata e abbiamo interagito con diverse realtà: associazioni, giornalisti, c’è stata la solidarietà dei commercianti…”

Alle 18:30 si fa assemblea: ci si riunisce tutti intorno al fuoco e si discute delle Reti di Acquisto Solidale con alcuni membri dell’associazione. Si riflette sui modi possibili di gestire l’acquisto di beni alimentari al di fuori dei canali della grande distribuzione, puntando più sulla qualità del prodotto. A Urbino è già presente un Gas (gruppo di acquisto solidale), così all’assemblea partecipa un suo rappresentante, Marco Zacchetti. La riunione è accompagnata da vino rosso e tranci di pizza gentilmente offerti da una pizzeria vicina, metre gli interventi si susseguono con l’uso di un megafono. Con l’avvicinarsi dell’ora di cena si tirano fuori castagne, altra pizza, birra e vino. Ci si riscalda un po’ al falò e qualcuno suona la chitarra; il tempo passa tra conversazioni, musica e scherzi tra i membri del gruppo. Con chi passa si ritorna di frequente sui temi della protesta: Alle 22 iniziano le proiezioni. Prima viene trasmesso “Il sogno americano“, un docufilm d’animazione che racconta gli aspetti peggiori del sistema bancario e fiscale americano. Il secondo film trasmesso è “La storia delle cose“, che spiega le storture nel sistema consumistico-capitalista che hanno condotto alla crisi attuale. Dopo la mezzanotte chi non dorme in tenda inizia ad andare via, mentre gli altri a poco a poco cominciano a prendere posto per la notte. Si controlla che sia tutto pronto: coperte, sacchi a pelo, girano anche diverse borse dell’acqua calda. Ci si dovrà scaldare anche questa notte e domani sarà un altro giorno di occupazione.

Domenico Alessandro Mascialino

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