il Ducato » festival del giornalismo culturale 2015 http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » festival del giornalismo culturale 2015 http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Il Ducato n.7 – 4 maggio 2015 http://ifg.uniurb.it/2015/05/04/ducato/il-ducato-n-7-4-maggio-2015/73149/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/04/ducato/il-ducato-n-7-4-maggio-2015/73149/#comments Mon, 04 May 2015 08:38:44 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73149 [continua a leggere]]]> E’ in edicola il settimo numero de Il Ducato. Tra i temi affrontati questa settimana:

Viaggio nei ricordi dei passeggeri dell’ex ferrovia Fano – Urbino. La riqualificazione del teatro romano sepolto nel centro della città, a pochi passi dal Duomo. Il Rinascimento urbinate raccontato da venti studenti francesi della facoltà di architettura attraverso i loro disegni. L’ultima edizione del Festival di giornalismo culturale, con photogallery dei protagonisti che vi hanno partecipato.

Ducato n.7 – 4 maggio 2015


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Ducato Tv n. 3 – 29 aprile 2015 http://ifg.uniurb.it/2015/04/30/ducatotv/ducato-tv-n-3-29-aprile-2015/73078/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/30/ducatotv/ducato-tv-n-3-29-aprile-2015/73078/#comments Thu, 30 Apr 2015 17:53:41 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73078 URBINO – Torna il Ducato Tv. La strage al tribunale di Milano ha riacceso l’attenzione sui controlli e i sistemi di sicurezza negli uffici giudiziari. Siamo andati a vedere come è  la situazione al tribunale di Urbino.

Clicca qui per vedere il video incorporato.

In questa terza edizione del nostro magazine parliamo anche del 25 aprile, Urbino ha ricordato i 70 anni della Liberazione con un concerto e un corteo. In testa c’era l’ultimo partigiano, Romano Arceci. Noi lo abbiamo intervistato.

Gli inviati di Ducato Tv hanno viaggiato sui vecchi binari della ferrovia Fano-Urbino, inattiva dal 1987. Adesso c’è un progetto che potrebbe rilanciarla.

Siamo andanti nelle biblioteche dell’università di Urbino, in quelle di area umanistica il personale scarseggia. Ma ci sono tanti studenti che si danno da fare e risolvono molti problemi.

Vi racconteremo poi quali sono state le novità dell’edizione di quest’anno del festival del giornalismo culturale, ormai diventato un appuntamento classico.

Tutta Fermignano si è seduta a tavola: è tornato il festival della tagliatella. All’ora di cena c’eravamo anche noi e vi racconteremo come è andata.

Abbiamo dedicato il nostro ultimo servizio al ricordo di Gigliola Mancinelli, la speleologa di Ancona morta in Nepal per il terremoto catastrofico che ha fatto migliaia di vittime.

Caporedattore: Anna Saccoccio.

Conduttrice: Ilenia Inguì.

In redazione: Michele Nardi, Giorgio Pinotti, Valentina Ruggiu, Riccardo Marchetti, Daniela Larocca, Nicola Petricca, Gianmarco Murroni, Rita Rapisardi, Antonella Scarcella, Serena Santoli, Jacopo Salvadori, Andrea Perini.

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“M – Una metronovela”, il viaggio di Bartezzaghi sotto Milano e dentro la memoria http://ifg.uniurb.it/2015/04/30/ducato-online/m-una-metronovela-il-viaggio-di-bartezzaghi-sotto-milano-e-dentro-la-memoria/72583/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/30/ducato-online/m-una-metronovela-il-viaggio-di-bartezzaghi-sotto-milano-e-dentro-la-memoria/72583/#comments Thu, 30 Apr 2015 10:06:14 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72583 bartezzaghiURBINO – Stefano Bartezzaghi ha scritto un libro sulla metropolitana di Milano, finendo col ribaltare il luogo comune – col gusto del capovolgimento tipico degli enigmisti – sulla metro come luogo di alienazione e isolamento. Diviso per 27 capitoli titolati coi nomi di altrettante stazioni della metro milanese (con sorpresa per i due capitoli conclusivi), il libro, presentato a Urbino durante il festival del giornalismo culturale, non ha una trama nel senso tradizionale del termine, ma procede per ricordi, accostamenti imprevedibili ed escursioni linguistiche.

Ha una cadenza che si afferra soltanto a lettura inoltrata e che è impressa dall’autore e dal suo amore per le deviazioni dal sentiero principale, in apparente contraddizione con la fissità dei percorsi metropolitani. L’angolo visuale è quello dell’autore-narratore, che sale sulle carrozze e si sposta in giro per Milano, spesso attivando la macchina dei ricordi personali. La divagazione è la cifra dello stile di Bartezzaghi, il paziente ricamo che unisce i fili di argomenti distanti . Enigmista per vocazione e retaggio, Bartezzaghi ama i giochi, soprattutto quelli linguistici. Per il sociologo Roger Caillois nei giochi si combinano quattro impulsi che tutti gli esseri umani provano: la sfida al caso, l’agonismo, la simulazione e la vertigine o disorientamento. Così il narratore si muove per perdersi e poi ritornare in superficie e trovarsi a guardare le cose con uno sguardo differente.

E’ un libro che pur procedendo sulle rotte immutabili della metro riesce a essere continuamente spiazzante. Ne è un esempio il quartetto di pagine che va dalla 105 alla 109, intervallate da tre paragrafi. Siamo saliti sulla linea verde M2 a pagina 102, tra le fermate Udine e Crescenzago e ci si para davanti i narratore trasfigurato, ringiovanito di trent’anni.

Lo seguiamo, sul finire degli anni Ottanta, mentre va alla Rizzoli per consegnare un testo su commissione su un libro di Francis Ponge che ha apprezzato e teme di non sapere recensire. Procedendo sulla M2 e nel racconto Bartezzaghi isola e analizza un parola, occasione per avviare un’altra divagazione nata per gemmazione dalla precedente. Il capolinea del capitolo è un riferimento a La linea e il circolo del filosofo Enzo Melandri, ciclopico studio sull’analogia e sulla sua centralità nel pensiero umano.

Questo meccanismo narrativo, il procedere per analogie o per accostamenti dotti e inusuali, è in qualche modo la costante del viaggio. Ci si sposta al di sopra e al di sotto la linea di terra che divide i cunicoli della metro e la città di sopra, avanti e indietro nel tempo e nei ricordi dell’autore, o in circolo e a zig zag per passeggiate filosofiche e linguistiche sui terreni più disparati. Seguendo il procedere ondivago di queste divagazioni s’incontreranno personaggi d’ogni tipo, dall’ammirato scrittore Gianni Celati, alle persone della vita di Bartezzaghi, che hanno viaggiato davvero con lui o sono state ‘convocate’ per l’occasione sulle pagine del libro. Qua e là, da buon enigmista, lo scrittore piazza degli indovinelli per impegnare i lettori curiosi. Dopo qualche pagina darà anche le soluzioni. L’indovinello d’altronde esiste solo per essere svelato, altrimenti si trasformerebbe in mistero finendo per perdere l’aura di sfida che lo rende attraente.

In parallelo scorre la sottotrama della metronovela “Chuck & Dem”, espediente letterario usato per avviare la narrazione. Bartezzaghi, assiduo frequentatore del sottosuolo metropolitano, è esasperato dalla presenza dei teleschermi nelle stazioni, col loro cicaleccio di news e pubblicità senza interruzione. Avveduto, sa che “una volta trovato un modo nuovo per far soldi neppure Voltaire in persona, divenuto sindaco, potrebbe far molto per smontarlo”. Bisogna ricorrere allora a un dio più potente: lo storytelling. Una fiction pensata apposta per il palinsesto della metropolitana, da seguire per brevissimi minuti, e che si ripete con cadenza regolare alle fermate.

Calvino, Eco, il gruppo dell’OuLiPo i numi tutelari più evidenti. Bartezzaghi non si limita però alla scrittura derivativa e scrive un libro che può piacere a chiunque ami la letteratura di viaggio, le autobiografie sui generis, le opere di non immediata catalogazione. Einaudi, non a caso, lo inserisce nella sua collana “Frontiere” che pubblica testi al confine tra saggistica e narrativa. M, a modo suo, quel confine lo attraversa più volte. Dal sottosuolo.

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La cultura conviene, il racconto dell’ultima giornata del festival del giornalismo culturale http://ifg.uniurb.it/2015/04/27/ducato-online/la-cultura-conviene-il-racconto-dellultima-giornata-del-festival-del-giornalismo-culturale/72608/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/27/ducato-online/la-cultura-conviene-il-racconto-dellultima-giornata-del-festival-del-giornalismo-culturale/72608/#comments Mon, 27 Apr 2015 18:33:02 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72608 NEWS-ITALIA Rapporto su italiani e informazione I PANEL Carta stampata | Il web | Radio | Tv STORIFY Ultimo giorno | Terzo giorno | Secondo giorno | Primo giorno - FOTOGALLERIE 1 - 2 TUTTI I SERVIZI DAL FESTIVAL]]> Stefano Paternoster dell'ufficio stampa del comune di Matera

Stefano Paternoster dell’ufficio stampa del comune di Matera

FANO –  Una tavola rotonda che vedeva seduti allo stesso tavolo giornalisti, amministratori, addetti stampa degli enti locali e professori universitari.  Ruoli diversi  ma tutti accomunati da un’unica idea: la promozione deve partire dal territorio per arrivare al mondo intero. “Promuovere la cultura conviene” è stato il  tema del panel conclusivo di domenica mattina alla Mediateca Montanari di Fano che ha chiuso i lavori del terzo Festival del giornalismo culturale.

“La cultura prodotta dal territorio deve essere mainstream e underground allo stesso tempo” cosi ha esordito Marco Ferrazzoli, capo ufficio stampa del Cnr e moderatore del tavolo  . L’Italia è un paese che può e deve sorreggersi sull’indotto economico e sociale che prende vita dal suo enorme patrimonio culturale. Lo stivale dei festival, dei beni archeologici e delle arti, deve intercettare un pubblico diversificato e stratificato. Non solo un “consumatore”  dal palato fino, ma anche chi dalla cultura vuole intrattenimento, o perlomeno un linguaggio attuale e figlio dei nostri tempi.

L’ esempio delle “best practice” guida molti degli interventi della mattina. Fresca di nomina come Capitale europea della cultura 2016, Matera ha puntato molto sulla dimensione europea, e allo stesso tempo sul coinvolgimento del cittadino.  Serafino Paternoster responsabile dell’ufficio stampa del comune Lucano ha raccontato ai presenti, come riuscire ad ottenere risultati nonostante la crisi. Il dossier di candidatura “Open Future” parla di un’idea di promozione che parte dal concetto di comunità che coinvolga anche il turista, e soprattutto di un orizzonte che non deve essere solo italiano ma europeo.

“La prima cosa che abbiamo fatto noi, è proprio andare a vedere come ha  lavorato Matera”, ha detto l’assessore alla cultura fanese Stefano Marchegiani. Nonostante la crisi e il taglio dei fondi pubblici, “la rivoluzione” deve partire dai comuni. L’amministrazione comunale presieduta dal sindaco Massimo Seri punta al rilancio del patrimonio culturale della città della fortuna. A partire dal centro studi Vitruviano, fiore all’occhiello che negli ultimi mesi ha messo in piedi una mostra dedicata al geniale architetto romano con un forte uso della tecnologia (schermi interattivi, e prodotti multimediali) con un gran numero di visitatori. La necessità di fare sistema con le altre realtà, è un altro punto fondamentale dell’intervento.

Dalla periferia al mondo. Gli straordinari risultati di “Pordenone Legge” , festival letterario giunto ormai alla sua 14esima edizione, offrono una fotografia di come è possibile ottenere un risalto internazionale ed un conseguente ritorno economico, puntando alla valorizzazione intelligente e lungimirante della Cultura con la C maiuscola. “I dati parlano chiaro – racconta la giornalista Radio Rai Anna Longo – per ogni Euro investito, sette ne sono entrati in cassa, un indotto economico che giova anche ai gestori di parcheggi”.

Gli effetti economici e sociali dell’investimento culturale, sono ben chiari all’assessore alla cultura e al bilancio della Regione Marche Pietro Marcolini secondo il quale “La cultura per avere il giusto equilibrio ha bisogno di un investimento che produca effetti nel tempo”, e aggiunge “il nesso ritorno economico e cultura dipende anche dai fondi europei”. Gli investimenti della regione, sono indirizzati al rilancio che passa anche dal sostegno economico per il film “Il giovane Favoloso” su Giacomo Leopardi, o il coinvolgimento di testimonial come Dustin Hoffman. 

Per quanto riguarda le istituzioni, e in particolare l’istituto della soprintendenza artistica, Giovanna Perini Folesani docente di Storia della critica d’arte dell’Università di Urbino non usa mezzi termini: “Prima era invidiata da tutti, ora è in mano ai contabili”. Senza dimenticare la perdita di quel ruolo fondamentale nella promozione, che era del servizio pubblico: “L’informazione culturale, e in particolare la Rai, dovrebbe cambiare approccio per promuovere la cultura.”

Valorizzazione che passa anche da una app, “Being Leonardo” permette di rivivere la vita del genio fiorentino tramite le potenzialità della tecnologia. La presentazione del progetto spetta a  Marisandra Lizzi, giornalista di Ipress. Insomma, la cultura conviene, e lo fa grazie alla politica, alla tecnologia e alla volontà di tutti, in particolare dei cittadini e degli enti locali

 

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La quarta giornata del Festival del giornalismo culturale http://ifg.uniurb.it/2015/04/27/ducato-online/la-quarta-giornata-del-festival-del-giornalismo-culturale/72559/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/27/ducato-online/la-quarta-giornata-del-festival-del-giornalismo-culturale/72559/#comments Mon, 27 Apr 2015 16:37:09 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72559 [continua a leggere]]]> FANO – Quarta e ultima giornata del Festival del giornalismo culturale, alla Mediateca Montanari di Fano si è parlato di promozione della cultura con un panel al quale hanno partecipato non solo giornalisti ma anche assessori e responsabili degli uffici stampa per parlare della comunicazione della cultura anche da parte degli enti. Nelle foto della redazione del Ducato i relatori e il pubblico.

Foto di Antonella Scarcella

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Cultura e divulgazione: la tv generalista ha perso la sfida http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/i-programmi-culturali-sono-quelli-fatti-bene-le-sfide-dei-palinsesti-tv/72238/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/i-programmi-culturali-sono-quelli-fatti-bene-le-sfide-dei-palinsesti-tv/72238/#comments Sun, 26 Apr 2015 20:25:12 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72238 RADIO Pubbliche e private]]> Foto tv 2FANO – La televisione durante gli anni ’50 ha insegnato l’italiano agli italiani, ha unificato il linguaggio di un popolo diviso. Dopo 60 anni ha ancora questo ruolo educativo e culturale? Nella terza giornata del Festival del giornalismo culturale si è parlato anche di questo.

La televisione mantiene un ruolo predominante nella dieta informativa italiana. Questo mezzo, proprio perché è il più fruito, ha il compito d’interrogarsi e di riflettere sul suo modo di fare cultura. Perché la cultura c’è, sul piccolo schermo, ma “in trasmissioni nascoste, curate da pochi canali di nicchia”, ha spiegato Piero Dorfles.

Molto simile l’opinione di Saverio Simonelli, di TV2000, secondo il quale i programmi di storia, arte, letteratura vengono marginalizzati in fasce orarie e in pochi canali specializzati. “Meglio così, visti gli effetti che ha la cultura quando entra nei programmi generalisti: si danno un tono culturale quando non c’entra nulla. La preoccupazione è quella di mostrarsi all’altezza”. Allora, la televisione promuove la cultura? “Come diceva Groucho Marx: “La televisione fa ottimo servizio alla cultura, perché ogni volta che qualcuno la accende io vado nell’altra stanza a leggere un libro”.

Nei canali Rai i telegiornali sono i momenti in cui si registrano il maggior numero di ascolti. Ma le informazioni che riceviamo sono notizie secche, dirette e non approfondite. Karima Moual, giornalista marocchina in Italia dal 1992, ha fatto l’esempio di come i tg parlino dell’immigrazione. “Si parla più dell’altro che con l’altro, c’è stata una progressiva depersonalizzazione. All’inizio erano uomini donne e bambini, poi persone e adesso sono barconi. Sappiamo che queste persone scappano dai loro Paesi di origine, ma chi ci ha mai mostrato le immagini dei Paesi da cui fuggono, quale giornalista ha raccontato le storie degli immigrati che intraprendono il viaggio della speranza, perché vedono l’Italia come un Paese di passaggio e non di destinazione?” Sono queste alcune delle questioni che Moual ha sollevato durante la tavola rotonda.

Seguendo quest’idea di giornalismo, Vittorio di Trapani ha aggiunto che “la televisione deve portarci dove non sappiamo, mostrarci le cose che non avremmo occasione di conoscere altrimenti”. Il cambiamento deve partire dai giovani giornalisti e ha proposto agli studenti delle scuole di giornalismo di analizzare, da qui al prossimo anno, la missione culturale dei programmi visti in tv.

La televisione ha un ampio pubblico, ma la cultura è poco presente e le trasmissioni si danno un tono alto senza approfondire i temi veramente culturali. Axel Fiacco ha portato l’esempio di una trasmissione fatta in occasione della Giornata del libro su Rai3: “Un fallimento. Se prima di quella trasmissione leggevano in pochi, adesso quelle persone che hanno visto la trasmissione non entreranno più nemmeno in una libreria”.

Alla conclusione della tavola rotonda tutti si sono trovati d’accordo con la giornalista di Radio Rai, Anna Longo: “I programmi culturali sono quelli fatti bene”.

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Festival del giornalismo culturale 2015, l’ultima giornata sui social – STORIFY http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/festival-del-giornalismo-culturale-2015-lultima-giornata-raccontata-sui-social-storify/72483/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/festival-del-giornalismo-culturale-2015-lultima-giornata-raccontata-sui-social-storify/72483/#comments Sun, 26 Apr 2015 18:11:16 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72483 [continua a leggere]]]> FANO – Uno sguardo a quello che si è visto, detto e sentito nell’ultima giornata fanese del Festival del giornalismo culturale. Grazie a Twitter e ai contributi social. Il tema dell’evento conclusivo è “Promuovere la cultura conviene”. Tanti gli ospiti intervenuti: Pietro Marcolini, Serafino Paternoster, Giovanna Perini Folesani, oltre ai direttori dell’evento Lella Mazzoli e Giorgio Zanchini.

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Scienza e divulgazione, Almanacco del Cnr: dal ricercatore alla “casalinga di Voghera” http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/scienza-e-divulgazione-almanacco-del-cnr-dal-ricercatore-alla-casalinga-di-voghera/72517/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/scienza-e-divulgazione-almanacco-del-cnr-dal-ricercatore-alla-casalinga-di-voghera/72517/#comments Sun, 26 Apr 2015 17:32:29 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72517 Ducato come il giornalista e il ricercatore lavorano per fare approfondimento scientifico]]> FANO – Dal ricercatore al lettore. È cultura a ‘chilometro zero’ quella fatta dal Consiglio nazionale delle ricerche attraverso il suo web magazine quindicinale Almanacco della scienza. La rivista, curata dal’Ufficio stampa del Cnr, pubblica periodicamente articoli di approfondimento scientifico con il supporto di ricercatori esperti. Da pochi anni l’Ente pubblico si avvale anche di una web tv, CnrWebTv, dove è possibile trovare documentari, video e approfondimenti per le scuole. L’Almanacco è una testata giornalistica registrata ed è uno tra i tanti esempi di ente che  comunica la scienza al pubblico, “disintermediando” il messaggio, senza passare attraverso la pubblicazione di articoli o servizi su giornali mainstream.

Marco Ferrazzoli, direttore dell’Ufficio stampa del Cnr

Marco Ferrazzoli, direttore dell’Ufficio stampa del Cnr

Secondo il direttore dell’Ufficio stampa del Cnr Marco Ferrazzoli il segreto del loro successo è nel caro vecchio principio della ‘casalinga di Voghera’: “Il punto di osservazione dei nostri giornalisti deve essere quello di un interlocutore che non ha nessuna alfabetizzazione scientifica. Da noi non esce un prodotto se non c’è l’approvazione del ricercatore che conferma la validità scientifica del contenuto e quella del nostro giornalista che è appunto quella di interpretare il punto di vista di chi non sa assolutamente nulla dell’argomento”.

Il meccanismo della fucina che sforna gli articoli dell’Almanacco è ben definito, si avvale di giornalisti che hanno un filo diretto con gli scienziati: “Tendenzialmente siamo noi – continua Ferrazzoli – a scegliere un tema sul quale poi interpelliamo i ricercatori che presumiamo possano darci risposte più significative. I pezzi vengono poi redatti da un giornalista, ai sensi della legge 150”. A svolgere questo lavoro non è una redazione dedicata ma sono i professionisti dell’ufficio stampa più i collaboratori; tuttavia, nonostante “la scarsità di risorse sia tale da costringerci a fare i conti con la nostra forza lavoro”, la risposta dei media è notevole. Grazie al Cnr e all’Almanacco vengono prodotti “circa 50mila articoli o servizi l’anno, dei quali circa la metà sul web dove la crescita è esponenziale. Aumenta molto anche la quantità di servizi radiotelevisivi che l’anno scorso sono stati circa 1500”. Un calo fisiologico ha avuto invece la carta stampata, che però continua a produrre circa mille articoli al mese, 12 mila l’anno.

“Siamo enormemente soddisfatti dei nostri sforzi – sottolinea Ferrazzoli – realizziamo circa 100 comunicati stampa l’anno, quasi altrettante note stampa, e abbiamo il front office per le richieste dei giornalisti alle quali cerchiamo di dare sempre risposta”. Sulla web tv poi, nata meno di due anni fa, “non è stato investito nemmeno un euro di promozione e tuttavia ha già un numero di contatti estremamente interessante”.

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Capitale europea della cultura 2019: Matera punta sul capitale umano e innovazione http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/capitale-europea-della-cultura-2019-matera-punta-sul-capitale-umano-e-innovazione/72457/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/capitale-europea-della-cultura-2019-matera-punta-sul-capitale-umano-e-innovazione/72457/#comments Sun, 26 Apr 2015 10:47:10 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72457 FANO – Matera: da città dimenticata a Capitale europea della cultura nel 2019. Serafino Paternoster, responsabile ufficio stampa del Comune lucano, racconta al Ducato il percorso compiuto dalla città fino alla vittoria.

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Serafino Paternoster, responsabile dell’ufficio stampa del Comune di Matera, e Anna Longo, Radio Rai

Il tema dell’ultima giornata del Festival è Promuovere la cultura conviene e Matera ha investito sul capitale umano e sull’innovazione tecnologica: “Ci siamo concentrati sulla dimensione europea e la partecipazione del cittadino” afferma Paternoster. Lo scorso 17 ottobre Matera è stata proclamata vincitrice, superando le altre venti città tra cui Urbino.
L’assessore alla Rivoluzione Vittorio Sgarbi ha deciso di non candidare Urbino a capitale italiana della cultura. “Sgarbi avrà avuto le sue buone ragioni – commenta il responsabile lucano – l’importante è conservare il patrimonio di esperienze comuni che hanno unito tutte le candidate”.  L’obiettivo, adesso, è il progetto Italia 2019 per incentivare il turismo non solo in una città ma nell’intero Paese.

Foto di Antonella Scarcella

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Il racconto per immagini del Festival del giornalismo culturale. Le foto della terza giornata http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/il-racconto-per-immagini-del-festival-del-giornalismo-culturale-le-foto-della-terza-giornata/72472/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/il-racconto-per-immagini-del-festival-del-giornalismo-culturale-le-foto-della-terza-giornata/72472/#comments Sun, 26 Apr 2015 09:58:54 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72472 [continua a leggere]]]> FANO – Relatori sul palco e pubblico in platea. I protagonisti della terza giornata del Festival del giornalismo culturale al Teatro della Fortuna di Fano nelle foto della redazione del Ducato

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