il Ducato » Gabriele Cavalera http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Gabriele Cavalera http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it “Urbino Città ideale”: progetto “residenze di qualità” per i turisti ma non per gli studenti http://ifg.uniurb.it/2015/03/16/ducato-online/urbino-citta-ideale-progetto-residenze-di-qualita-per-i-turisti-ma-non-per-gli-studenti/68268/ http://ifg.uniurb.it/2015/03/16/ducato-online/urbino-citta-ideale-progetto-residenze-di-qualita-per-i-turisti-ma-non-per-gli-studenti/68268/#comments Mon, 16 Mar 2015 16:38:04 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=68268 Centro storico di Urbino

Centro storico di Urbino

URBINO – Residenze di qualità per i turisti ma non per gli studenti. Il progetto “Kit Urbino” doveva mettere a disposizione degli universitari alloggi e stanze decorosi a un prezzo ragionevole ma ha cambiato volto. E destinatari. “Kit Urbino” infatti è terminato ancora prima di cominciare, bloccato a causa della mancanza di fondi. Alcuni di questi ambienti (camere e appartamenti) faranno però parte di un albergo diffuso, quello previsto da una nuova iniziativa regionale: “Urbino città ideale”.

Il progetto prevede il recupero e la ristrutturazione di alcuni appartamenti e stanze che si trovano al massimo a 200 metri dal centro storico della città. Una volta individuate le strutture, saranno inserite in un centro unico di prenotazione, ovvero un database online, sul quale sarà possibile anche prenotare. “L’idea dell’albergo diffuso è nata dalla necessità di non condensare tutto il flusso turistico in un’unica struttura – spiega Paolo Polidori, docente dell’università di Urbino e presidente dell’Uic – ma di diffonderlo nel cuore della città. Con il centro unico di prenotazione, poi, sarà più facile per i turisti prenotare”.

“Urbino città ideale” è ancora nella fase embrionale, in attesa di fondi. La creazione di questo albergo diffuso sarà curata dall’Urbino international center, associazione  che coordina le attività formative e culturali internazionali e promuove l’accoglienza nelle strutture del territorio, in collaborazione con la provincia di Pesaro e Urbino, l’Ersu, il comune di Urbino e l’Università “Carlo Bo”. Ma questi ultimi sono gli stessi tre enti che dovevano fornire le “residenze di qualità” agli studenti, i cui standard sono, evidentemente, molto più bassi di quelli considerati adeguati per i turisti.

Parte delle ricerche per “Kit Urbino” – nato nel 2011 e finanziato dalla Presidenza del Consiglio e dal Ministero della Gioventù – sono state utilizzate come punto di partenza del nuovo progetto dell’Uic. “Credo che sarà utilizzato circa il 10% degli spazi individuati quattro anni fa – spiega Gabriele Cavalera, ex presidente dell’Uic e promotore di “Urbino città ideale” – il resto dati dati verrà scartato perché ai turisti dobbiamo offrire delle residenze di una qualità maggiore”.

Uno dei punti di “Kit Urbino” riguardava il reperimento degli alloggi in affitto con prezzi adeguati e regolari contratti per gli studenti. Il progetto aveva l’obiettivo di creare una banca dati volontaria degli affittuari in cui venivano inseriti appartamenti e alloggi in grado di soddisfare alcuni standard di qualità. In questo modo, quando uno studente sarebbe venuto a studiare a Urbino, avrebbe potuto consultare questa lista per trovare una stanza o un appartamento ‘garantito’ nella sua qualità, oltre agli altri alloggi di tipo pubblico o privato. “Durante le ricerche sono stati trovati circa 50-60 strutture – spiega Stefano Gambelli, responsabile di“Kit Urbino” –  sentendo le agenzie immobiliari della città e gli affitta camere. Questo progetto doveva fungere da startup”.

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Maria Bartiromo riceve oggi l’Urbino press Award 2014: “Fiera delle mie origini italiane” http://ifg.uniurb.it/2014/04/15/ducato-online/bartiromo-riceve-urbino-press-award-2014-fiera-delle-mie-origini-italiane/61657/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/15/ducato-online/bartiromo-riceve-urbino-press-award-2014-fiera-delle-mie-origini-italiane/61657/#comments Tue, 15 Apr 2014 14:34:30 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=61657 Maria Bartiromo

Maria Bartiromo

URBINO – La giornalista newyorkese Maria Bartiromo riceve oggi a Washington l’ Urbino Press Award 2014. A consegnarle l’onorificenza saranno l’ambasciatore italiano negli Stati Uniti, Claudio Bisogniero e il responsabile dell’ufficio stampa del Comune Gabriele Cavalera. “Sono molto fiera di questo premio – ha commentato la Bartiromo in un intervista rilasciata al giornalista  Mario Platero, del Sole 24 ore –  rappresenta le mie origini e la mia educazione italo-americana. Io ho attribuito ogni successo nella mia vita a questa educazione”.

Sebbene sia nata e cresciuta a Brooklyn, la Bartiromo vanta infatti origini italiane: la famiglia del padre è di Napoli, mentre quella della madre è di Agrigento. “Mio nonno è arrivato in America su una nave chiamata Rex – ha continuato la giornalista –   A Salerno faceva il muratore e così quando è arrivato in America si è costruito un ristorante e lo ha chiamato ‘Rex Manor’. Tutta la mia famiglia ha lavorato in quel ristorante”.

Maria Bartiromo, anziché gestire l’attività di famiglia, ha preferito scegliere la strada del giornalismo: nel 1998 ha cominciato a lavorare come stagista alla Cnn, posto in cui è rimasta 5 anni prima di passare alla Cnbs nel 1993. Specializzata in informazione economica, alla Cnbs ha condotto Closing Bell with Maria Bartiromo e Wall Street Journal Report with Maria Bartiromo per poi passare nel 2013 a Fox News.

Gabriele Cavalera assieme all'ambasciatore italiano a Washington Claudio Bisogniero - Foto pubblicata da Cavalera su Facebook

Gabriele Cavalera assieme all’ambasciatore italiano a Washington Claudio Bisogniero – Foto di Steve Andreson pubblicata da Cavalera su Facebook

“L’anno scorso ho sentito il bisogno di cambiare – racconta sempre la giornalista al corrispondente del Sole 24 ore – non mi

piaceva più un modo di fare cronaca troppo breve”. E continua: “Il pubblico vuole qualcosa di diverso, vogliono interviste più lunghe, analisi, approfondimenti e a Cnbc non potevo farlo perché il mio capo voleva tutto di corsa con tempi rapidi”. Per quanto riguarda la carta stampata, Bartiromo cura una rubrica mensile per USA Today ed ha pubblicato numerosi articoli sui periodici finanziari tra cui il Financial TimesNew York Post e Milano Finanza. La Bartiromo è una vera stella televisiva negli Stati Uniti. É apparsa anche nel ruolo di se stessa  nel film ‘Wall Street, Il denaro non dorme mai’.

La giornalista sta anche preparando un viaggio in Italia, che avrà anche la città ducale tra le sue tappe: “Quando andrò in Italia – ha concluso la Bartiromo –  voglio trascorrere un po’ di tempo a Urbino e magari vedere i dintorni”.

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Ecco le nuove telecamere hi-tech per sorvegliare il giovedì sera http://ifg.uniurb.it/2014/02/05/ducato-online/ecco-le-nuove-telecamere-hi-tech-per-sorvegliare-il-giovedi-sera/56585/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/05/ducato-online/ecco-le-nuove-telecamere-hi-tech-per-sorvegliare-il-giovedi-sera/56585/#comments Wed, 05 Feb 2014 18:08:55 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=56585 polizia_superokURBINO – I nuovi occhi del centro storico sono pronti. Si tratta di otto telecamere di ultima generazione. Questa volta non serviranno al controllo della Ztl: gli obiettivi saranno puntati sugli eccessi del giovedì sera. Quattro apparecchi di video-sorveglianza sostituiranno quelli già esistenti in piazza della Repubblica e dintorni, ormai obsoleti, mentre altri quattro verranno installati in punti nuovi: corso Garibaldi, via Battisti, via Veterani (o via Budassi, cioè la prosecuzione) e il secondo tratto di via Mazzini. Secondo la giunta comunale, serviranno a scoraggiare i gesti vandalici – o le semplici bravate – di giovani teppisti e studenti ubriachi.

L’acquisto delle nuove telecamere era già stato annunciato qualche mese fa e il Comune, per l’occasione, aveva impegnato 17.500 euro ad agosto. “La polizia deve ancora effettuare i sopralluoghi per decidere il punto preciso d’installazione – spiega Gabriele Cavalera, responsabile dell’ufficio stampa del Comune – ma sarà tutto pronto nel giro di qualche settimana”.

L’entusiasmo è contenuto, almeno da parte del Comitato cittadini del centro storico. “Non siamo contrari, anzi – spiega Cristina – ma il problema delle telecamere è che servono solo come deterrente. In ogni caso se si vuole fare un danno lo si può fare nel vicolo accanto”. Il Comitato vorrebbe che il Comune si concentrasse su altre proposte: per esempio, dislocare lo svago del giovedì sera, offrire alternative culturali e far “passeggiare” le forze dell’ordine nelle strade non coperte dalla video-sorveglianza.

Allo stesso modo la novità non sembra preoccupare gli studenti. “Per noi cambia poco – spiega Mariano Marano di Cuspide – sapere che c’è una telecamera in più o in meno. Può funzionare per scoraggiare alcuni studenti, ma non risolve il problema”. Secondo Marano, infatti, la soluzione non esiste: “È normale che ci sia confusione nelle città universitarie. Serve soltanto un po’ di buon senso e rispetto da entrambe le parti. Residenti o no, comunque viviamo tutti qui a Urbino”.


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L’acqua fa paura ai tetti. Danni salati per la Diocesi: “Decine di milioni” http://ifg.uniurb.it/2012/02/27/ducato-online/lacqua-fa-paura-ai-tetti-danni-salati-per-la-diocesi/26634/ http://ifg.uniurb.it/2012/02/27/ducato-online/lacqua-fa-paura-ai-tetti-danni-salati-per-la-diocesi/26634/#comments Mon, 27 Feb 2012 11:08:43 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=26634 LEGGI Urbino conta i danni / Fermignano, cede il tetto del bocciodromo]]> URBINO – Scorre rumorosa lungo le vie della città, si insinua tra le fibre del cemento infiltrandosi tra i coppi mentre la neve scivola giù sciogliendosi. E’ l’acqua, il più grande nemico del legno che ora insidia le travi che sorreggono i tetti.

Se prima a far temere erano i crolli per i tre metri di neve accumulati sulle case di Urbino, ora che è finita la prima fase dell’emergenza e che la maggior parte delle coperture è stata ripulita – grazie all’incredibile spiegamento di forze (dai vigili del fuoco all’esercito, dai volontari specializzati a quelli che non lo erano) del Montefeltro e di quelle provenienti da tutta Italia – sembra che il pericolo più grande siano diventate le infiltrazioni. L’acqua fa paura.

“Lo scioglimento della neve provoca danni indiretti – dice l’ingegnere Alessandro Cioppi, responsabile dell’area tecnica dell’Arcidiocesi di Urbino e scampato per un soffio al crollo del tetto della chiesa dei Cappuccini – le travi marciscono, già sono state messe a dura prova dal carico della neve, poi con l’acqua si indeboliscono ancora di più. Questo rende più serio il rischio dei crolli”.

Travi rotte e spezzate, il simbolo della grande nevicata dopo il blizzard, il freddo vento che ha soffiato da nord. La neve è stata buttata giù dai tetti, ora non c’è più, ma il suo peso resta impresso nelle strutture portanti: “molte sono state deformate dalla neve – sottolinea Domenico Fucili, a capo dell’équipe di ingegneri volontari che dai primi giorni di febbraio ha monitorato e fatto interventi su tutto il territorio – e ora sono pericolose forse più di quanto lo fossero quando erano ricoperte di neve”.

Travi pericolanti, flesse, “alcune già erose dai tarli – afferma l’ingegnere Roberto Cioppi – come potevano reggere il peso di tre metri di neve? E’ un miracolo che molti tetti abbiano retto”.

Ingegneri e vigili del fuoco sono intervenuti con sopralluoghi e puntellamenti, ma in alcuni casi non si è fatto in tempo, come è successo alla chiesa dei Cappuccini, dove il tetto è crollato lasciando uno squarcio di sette metri e una gran paura ad Alessandro Cioppi e Federico Borghini che erano lì e che sono stati sbalzati indietro di alcuni metri. Salvi. “Metteremo un cappello di lamiera alla chiesa, la copriremo con una struttura metallica temporanea e questo ci permetterà di rimuovere le macerie e le opere d’arte – dice Cioppi – non sappiamo assolutamente cosa c’è lì sotto, ci sono almeno quattro metri di calcinacci”. Sprazzi di colore tra il grigio omogeneo delle rovine, erano affreschi, erano dipinti e chissà cos’altro.

A parte il complesso dei Cappuccini e la chiesa di S.Francesco, dove una trave ha ceduto e hanno dovuto sfondare il tetto per ripararla, la maggior parte del patrimonio storico culturale di Urbino è salvo. Molte strutture sono state evacuate, come il convento di San Bernardino, ma le opere sono state tutte trasferite e portate in luoghi sicuri. “Alcune pale d’altare sono alte anche sette metri – confida l’ingegnere – e qualche difficoltà l’abbiamo avuta a trasportarle, soprattutto con molte strade bloccate e la neve di due metri ai lati. Ma alla fine ce l’abbiamo fatta”.

Il nevone ha colpito duro sull’Arcidiocesi di Urbino: il danno è di “qualche decina di milioni di euro”, dice l’ingegnere Alessandro Cioppi che non può fare un conto preciso perché stanno ancora cercando di contenere i danni, non possono ancora “risolvere”.

I crolli della chiesa dei Cappuccini, di San Francesco, del Cinema Ducale, delle abitazioni in via Budassi e in via Bramante e del tetto del ristorante cinese ‘Nuovo Sole’, sono stati una battaglia e come dopo ogni guerra, anche quella bianca dovrà avere la sua ‘ricostruzione’. Ma non se ne parla ancora. Qualcuno riesce solo a sussurrare questa parola, perché l’emergenza non è ancora finita. “Non siamo alla fine – fa sapere l’ingegnere Domenico Fucili – vale la pena fare ispezioni per tutte le categorie d’abitazione, stiamo raccogliendo i dati di tutto quello che è successo e una classificazione dei costi ora è difficile, perché ogni tetto ha bisogno della propria indagine, ogni struttura della propria ricognizione”.

I danni sono stati tanti, forse troppi. Qualunque cifra per ‘ricostruire la città‘ sarebbe ipotetica. Quello che è certo è che sarà pesantissima, da aggiungere al mezzo milione di euro già speso durante la prima emergenza per ruspe, spalaneve, esercito e ospitalità. “Dobbiamo trovare i soldi necessari – fa sapere Gabriele Cavalera, capoufficio stampa del Comune – speriamo solo in tempi celeri. Il tempo, forse, è il problema più grande. Non ne abbiamo molto per rimettere in piedi la città”.

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Libri: “Odore di chiuso” alla Galleria Raffaello http://ifg.uniurb.it/2011/03/25/ducato-notizie-informazione/odore-di-chiuso-di-marco-malvaldi-presentato-alla-galleria-raffaello/6688/ http://ifg.uniurb.it/2011/03/25/ducato-notizie-informazione/odore-di-chiuso-di-marco-malvaldi-presentato-alla-galleria-raffaello/6688/#comments Fri, 25 Mar 2011 10:27:40 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=6688

Marco Malvaldi durante l'incontro a Urbino

Presentato alla Galleria Raffaello di Urbino l’ultimo libro di Marco Malvaldi, “Odore di chiuso”, un giallo ambientato nel 1895 in un castello della Maremma toscana.

L’autore, con la tipica ironia che si ritrova anche nelle sue opere, ha parlato ai presenti del suo nuovo libro e dei tre precedenti, la trilogia del “BarLume”, che lo hanno fatto conoscere al grande pubblico e spinto alcuni critici a paragonarlo ad Andrea Camilleri.

Il libro, che è già ai primi posti nelle classifiche di vendita, mescola al mistero, alle indagini e agli interrogatori per trovare l’assassino di un maggiordomo, il ritratto di una famiglia di baroni “dediti al nulla”, che non si rassegna a perdere i propri privilegi nell’epoca in cui l’unità d’Italia è stata da poco raggiunta. “Le cose stanno cambiando ovunque – dice l’autore – tranne nel castello in cui è ambientato il libro. Gli attori si trovano costretti dentro un ambiente chiuso e devono vivere ognuno con le fobie e i talenti dell’altro. L’odore che dà il titolo al libro – continua lo scrittore – è un riferimento alla trama, un indizio per risolvere il mistero.”
I personaggi dei suoi libri nascono sempre da persone realmente conosciute oppure sono suoi ‘alter ego’: “bambini cattivi che fanno tutto quello che io non posso fare”.

All’incontro, organizzato da Urbinoir in collaborazione con la Libreria Montefeltro, il Caffè Basili e la Galleria AE, sono intervenuti Gabriele Cavalera dell’ufficio stampa del Comune e Ivo Klaver, docente di letteratura dell’università di Urbino.

Malvaldi si è laureato in chimica, ha studiato al conservatorio ed è arrivato alla scrittura “per noia”, scegliendo un genere, quello giallo, che da sempre lo appassiona. “I libri gialli hanno una caratteristica: rilassano chi legge. Il lettore sa che un certo cliché verrà rispettato, un cliché che è molto lontano da noi”.

Da ex ricercatore universitario non ha evitato di parlare dello stato attuale della ricerca in Italia che definisce “vecchia e spesso inutile”.

A conclusione della serata l’anticipazione che il suo prossimo libro, di cui ha già pronta la trama, sarà il quarto e ultimo capitolo della serie del “BarLume”.

Intervista con l’autore Marco Malvaldi
Le foto della presentazione del libro di Marco Malvaldi

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