il Ducato » libri http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » libri http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it “M – Una metronovela”, il viaggio di Bartezzaghi sotto Milano e dentro la memoria http://ifg.uniurb.it/2015/04/30/ducato-online/m-una-metronovela-il-viaggio-di-bartezzaghi-sotto-milano-e-dentro-la-memoria/72583/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/30/ducato-online/m-una-metronovela-il-viaggio-di-bartezzaghi-sotto-milano-e-dentro-la-memoria/72583/#comments Thu, 30 Apr 2015 10:06:14 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72583 bartezzaghiURBINO – Stefano Bartezzaghi ha scritto un libro sulla metropolitana di Milano, finendo col ribaltare il luogo comune – col gusto del capovolgimento tipico degli enigmisti – sulla metro come luogo di alienazione e isolamento. Diviso per 27 capitoli titolati coi nomi di altrettante stazioni della metro milanese (con sorpresa per i due capitoli conclusivi), il libro, presentato a Urbino durante il festival del giornalismo culturale, non ha una trama nel senso tradizionale del termine, ma procede per ricordi, accostamenti imprevedibili ed escursioni linguistiche.

Ha una cadenza che si afferra soltanto a lettura inoltrata e che è impressa dall’autore e dal suo amore per le deviazioni dal sentiero principale, in apparente contraddizione con la fissità dei percorsi metropolitani. L’angolo visuale è quello dell’autore-narratore, che sale sulle carrozze e si sposta in giro per Milano, spesso attivando la macchina dei ricordi personali. La divagazione è la cifra dello stile di Bartezzaghi, il paziente ricamo che unisce i fili di argomenti distanti . Enigmista per vocazione e retaggio, Bartezzaghi ama i giochi, soprattutto quelli linguistici. Per il sociologo Roger Caillois nei giochi si combinano quattro impulsi che tutti gli esseri umani provano: la sfida al caso, l’agonismo, la simulazione e la vertigine o disorientamento. Così il narratore si muove per perdersi e poi ritornare in superficie e trovarsi a guardare le cose con uno sguardo differente.

E’ un libro che pur procedendo sulle rotte immutabili della metro riesce a essere continuamente spiazzante. Ne è un esempio il quartetto di pagine che va dalla 105 alla 109, intervallate da tre paragrafi. Siamo saliti sulla linea verde M2 a pagina 102, tra le fermate Udine e Crescenzago e ci si para davanti i narratore trasfigurato, ringiovanito di trent’anni.

Lo seguiamo, sul finire degli anni Ottanta, mentre va alla Rizzoli per consegnare un testo su commissione su un libro di Francis Ponge che ha apprezzato e teme di non sapere recensire. Procedendo sulla M2 e nel racconto Bartezzaghi isola e analizza un parola, occasione per avviare un’altra divagazione nata per gemmazione dalla precedente. Il capolinea del capitolo è un riferimento a La linea e il circolo del filosofo Enzo Melandri, ciclopico studio sull’analogia e sulla sua centralità nel pensiero umano.

Questo meccanismo narrativo, il procedere per analogie o per accostamenti dotti e inusuali, è in qualche modo la costante del viaggio. Ci si sposta al di sopra e al di sotto la linea di terra che divide i cunicoli della metro e la città di sopra, avanti e indietro nel tempo e nei ricordi dell’autore, o in circolo e a zig zag per passeggiate filosofiche e linguistiche sui terreni più disparati. Seguendo il procedere ondivago di queste divagazioni s’incontreranno personaggi d’ogni tipo, dall’ammirato scrittore Gianni Celati, alle persone della vita di Bartezzaghi, che hanno viaggiato davvero con lui o sono state ‘convocate’ per l’occasione sulle pagine del libro. Qua e là, da buon enigmista, lo scrittore piazza degli indovinelli per impegnare i lettori curiosi. Dopo qualche pagina darà anche le soluzioni. L’indovinello d’altronde esiste solo per essere svelato, altrimenti si trasformerebbe in mistero finendo per perdere l’aura di sfida che lo rende attraente.

In parallelo scorre la sottotrama della metronovela “Chuck & Dem”, espediente letterario usato per avviare la narrazione. Bartezzaghi, assiduo frequentatore del sottosuolo metropolitano, è esasperato dalla presenza dei teleschermi nelle stazioni, col loro cicaleccio di news e pubblicità senza interruzione. Avveduto, sa che “una volta trovato un modo nuovo per far soldi neppure Voltaire in persona, divenuto sindaco, potrebbe far molto per smontarlo”. Bisogna ricorrere allora a un dio più potente: lo storytelling. Una fiction pensata apposta per il palinsesto della metropolitana, da seguire per brevissimi minuti, e che si ripete con cadenza regolare alle fermate.

Calvino, Eco, il gruppo dell’OuLiPo i numi tutelari più evidenti. Bartezzaghi non si limita però alla scrittura derivativa e scrive un libro che può piacere a chiunque ami la letteratura di viaggio, le autobiografie sui generis, le opere di non immediata catalogazione. Einaudi, non a caso, lo inserisce nella sua collana “Frontiere” che pubblica testi al confine tra saggistica e narrativa. M, a modo suo, quel confine lo attraversa più volte. Dal sottosuolo.

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Fermata Urbino per “Metronovela”, il nuovo libro di Stefano Bartezzaghi http://ifg.uniurb.it/2015/04/23/ducato-online/fermata-urbino-per-metronovela-il-nuovo-libro-di-stefano-bartezzaghi/71716/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/23/ducato-online/fermata-urbino-per-metronovela-il-nuovo-libro-di-stefano-bartezzaghi/71716/#comments Thu, 23 Apr 2015 20:44:30 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=71716 Un momento dell'intervista a Bartezzaghi

Un momento dell’intervista a Bartezzaghi

URBINO – Dal Duomo a Porta Venezia, passando per Loreto e Moscova, la linea rossa, verde, gialla o lilla. Il viaggio nella metropolitana milanese di Stefano Bartezzaghi si è concluso con la pubblicazione del suo libro, intitolato M. Una metronovela. L’ultima fermata, però, è stata a Urbino, dove la metro non c’è. E, dopo la chiusura della ferrovia nel 1987, nemmeno una stazione. “Qui a Urbino però avete il portico, o la piazza, è lì che ci si rende conto di non essere in un eremo” ha commentato l’autore al Ducato.

Come dargli torto: l’evento che ha aperto la terza edizione del Festival del giornalismo culturale – con la partecipazione dei due direttori della rassegna, Lella Mazzoli e Giorgio Zanchini – si è tenuto nel cortile rinascimentale del collegio Raffaello, a due passi dal palazzo ducale e dalle principali attività commerciali. Tra salite impervie e vicoli stretti a Urbino la vita si svolge solo in superficie. Per descrivere le mille sfaccettature di una grande città, invece, l’autore ha usato la metafora della metropolitana, il luogo che secondo lui meglio rappresenta “l’ordinamento, la teoria di una città”. La sua anima, insomma.

“La metro è il luogo in cui ci rendiamo conto di essere concittadini, di appartenere a uno stesso contesto” spiega lo scrittore. Da qui l’idea di inventare una metronovela, vista come lo storytelling da usare come antidoto contro la pubblicità, presente ormai in tutte le stazioni metro, e il rumore “assordante” che limita i rapporti interpersonali. Bartezzaghi la considera una fiction, in cui ognuno dei ventisette capitoli – a sua volta diviso in paragrafi – riporta incontri ed esperienze frammentate, proprio come quelle che scandiscono quotidianamente la nostra vita.

“La Milano di sopra si lascia semplificare da quella di sotto, che è ordinata, ergonomica, quasi priva di dispersione… Per perdersi davvero basta salire le rampe e tornare al livello del suolo, sulla terra e non più nella terra. I veri pasticci si combinano lassù”. Viaggiare in metro per lo scrittore non significa quindi sprofondare nei meandri dell’inconscio, ma ritrovarsi, raccogliersi, dare finalmente alla città una sintesi, un ordine possibile.

“Eppure anche questo è un modo per scoprire Milano”, prosegue Bartezzaghi. Che nel suo libro, tra sopra e sotto, partenze e arrivi, ricordi e occasioni perse, invita le persone a vivere la metro e la città col piacere di perdersi nella folla. Con leggerezza.

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“Vite in cantiere”, presentato a Urbino il libro sull’immigrazione romena in Italia http://ifg.uniurb.it/2014/04/07/ducato-online/vite-in-cantiere-il-libro-sullimmigrazione-romena-in-italia/60968/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/07/ducato-online/vite-in-cantiere-il-libro-sullimmigrazione-romena-in-italia/60968/#comments Mon, 07 Apr 2014 15:53:42 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60968 URBINO – Due mesi in cantiere, a lavorare in incognito per studiare la comunità romena in Italia. Domenico Perrotta, ricercatore di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università degli Studi di Bergamo, ha presentato questa mattina nell’aula occupata c3 del Magistero il suo libro “Vite in cantiere”. Una ricerca durata tre anni, dal 2004 al 2007, in cui l’autore ha analizzato in prima persona l’immigrazione romena.

Perrotta ha lavorato sotto mentite spoglie come carpentiere a Bologna. Stando tutto il giorno a contatto con operai romeni, pakistani e tunisini, ha osservato senza filtri le dinamiche tra connazionali e l’atteggiamento dei romeni verso il lavoro e la vita in Italia.

La ricerca è stata svolta nel 2005, quando la Romania non era ancora entrata nell’Unione Europea. “Gli operai erano quasi tutti senza permesso di soggiorno e quindi più ricattabili: potevano essere mandati via in qualunque momento dal capocantiere”. Secondo i dati Istat, nel nostro Paese i romeni sono più di un milione, quasi un quarto degli immigrati complessivi.

Perrotta racconta la difficoltà di guadagnarsi la fiducia degli altri operai: “Molti credevano che, essendo italiano, fossi una spia dei capi”. Dalla ricerca emerge anche una forma implicita di “negoziazione dei carichi di lavoro”: “Alcuni di loro cercavano di lavorare il meno possibile: ad esempio impiegavano il doppio del tempo per andare a prendere un martello in magazzino”.

L’autore ha anche realizzato interviste a immigrati romeni nelle loro abitazioni, in centri di accoglienza, nelle roulotte e nelle baracche. Ha partecipato insieme a loro a festività religiose, matrimoni, battesimi e ha seguito alcune delle persone intervistate nel loro viaggio di ritorno in Romania. “Quello che emerge da queste interviste è che i romeni tendono a rappresentarsi sempre come dei grandi lavoratori proprio perché avvertono il pregiudizio degli Italiani verso di loro. L’intervistato tende a rispondere in maniera diversa se l’intervistatore è una persona estranea al loro mondo”.

“Il mio libro”, conclude lo scrittore, “vuole essere uno sguardo dall’interno del mondo dell’immigrazione romena in Italia e delle difficoltà che gli stranieri vivono nella loro quotidianità”.

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Una storia d’amore a Urbino, il romanzo nato negli Usa che conquista il Maryland http://ifg.uniurb.it/2014/02/26/ducato-online/una-storia-damore-a-urbino-il-romanzo-nato-negli-usa-che-conquista-il-maryland/57957/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/26/ducato-online/una-storia-damore-a-urbino-il-romanzo-nato-negli-usa-che-conquista-il-maryland/57957/#comments Wed, 26 Feb 2014 16:53:33 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=57957 Urbino, unexpectedly

La copertina di Urbino, unexpectedly

URBINO – Inaspettatamente, Urbino conquista i lettori statunitensi, come cornice di una bella storia d’amore dei tempi moderni e luogo di serenità. A portare la città oltreoceano è stata Maria Chiara Marsciani con il suo libro Urbino, unespectedly, presentato il primo gennaio di quest’anno.

Urbino, unexpectedly è la storia di una giovane ragazza, Clara, che si sente infelice e inadeguata, un pesce fuor d’acqua, nonostante abbia una vita agiata e priva di particolari difficoltà. La svolta nella sua esistenza arriva per caso, quando proprio a Urbino incontra Leonardo, un dottore di Roma, e con lui trova finalmente l’amore e la serenità. Libera da regole e imposizioni sociali, Clara può finalmente essere sé stessa.

Originaria di Rimini,  Maria Chiara Marsciani vive e lavora come psicologa a Potomac, nel Maryland, dal 1994, con il marito e la figlia di 10 anni. Ma non smette mai di pensare alla sua terra, dove torna ogni estate.

“Ho scelto Urbino innanzitutto perché per me è una delle città più belle d’Italia, venivo spesso a  da piccola con i miei genitori a visitarla, essendo io di Rimini, e mi è rimasta nel cuore – racconta – ma soprattutto perché negli Stati Uniti le nostre zone non sono molto conosciute ed è un vero peccato. Tutti collegano l’Italia principalmente con la Toscana e quindi volevo tentare di diffondere anche qui la bellezza di queste regioni”.

Il libro, scritto per il momento solo in inglese, sta riscuotendo un buon successo nell’ambiente letterario americano e su Amazon, il celebre sito di vendite online, è classificato con 4 stelle e mezza su 5 grazie ai commenti positivi dei lettori. “Ho fatto una presentazione proprio questa domenica – racconta l’autrice –  e terrò alcune sessioni di book signing, presentazione del libro e autografi, in alcune librerie nei prossimi giorni. Sono molto soddisfatta, sto pensando di tradurlo in italiano”.

Tra le coste romagnole e le colline marchigiane, Urbino è il luogo ideale per iniziare una storia d’amore, ed è descritta dall’autrice in tutte le sue caratteristiche: la piazza, il Palazzo Ducale e la corte dei Duchi, l’atmosfera che si respira in ogni angolo della città. “Parlo sempre delle mie zone quando posso e ho anche molte foto a casa che faccio vedere a tutti – conclude Marsciani – ora vivo qui ma non escludo che prima o poi ritornerò, la mia terra è sempre la mia terra”.

 

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La Urbino del ’68 nel libro di Piersanti, la presentazione a Ferrara http://ifg.uniurb.it/2013/06/13/ducato-notizie-informazione/la-urbino-del-68-nel-libro-di-piersnti-lapresentazione-a-ferrara/51070/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/13/ducato-notizie-informazione/la-urbino-del-68-nel-libro-di-piersnti-lapresentazione-a-ferrara/51070/#comments Thu, 13 Jun 2013 08:03:48 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=51070 [continua a leggere]]]> URBINO – La Urbino del sessantotto rivive, raccontata da Umberto Piersanti, nel libro Cupo tempo gentile, che l’autore presenterà questo pomeriggio alle 17 nella biblioteca comunale di Ferrara.

Assieme a Roberto Dall’Olio, l’autore, urbinate e docente di Sociologia della Letteratura all’università Carlo Bo, ripercorrerà un momento fondamentale della nostra storia tra le occupazioni, i fermenti universitari e la voglia di cambiamento attraverso gli occhi di Andrea,  giovane protagonista dai grandi ideali.

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Enogastronomia, a Urbino una minestra dimenticata (e un libro) http://ifg.uniurb.it/2013/05/23/ducato-notizie-informazione/enogastronomia-a-urbino-una-minestra-dimenticata-e-un-libro/48424/ http://ifg.uniurb.it/2013/05/23/ducato-notizie-informazione/enogastronomia-a-urbino-una-minestra-dimenticata-e-un-libro/48424/#comments Thu, 23 May 2013 15:49:58 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=48424 [continua a leggere]]]> URBINO – La storia della cucina urbinate a partire dai consigli degli anziani: è questo il tema di “Urbino a tavola”, il libro di Rolando Ramoscelli e Gianfilippo Centanni, che verrà presentato venerdì 31 maggio alle 11 alla Sala degli Incisori del collegio Raffaello. Dopo la presentazione ci sarà la degustazione di uno dei “piatti ritrovati” della tradizione culturale urbinate: una minestra di verdure e caciotta e dei crostini all’olio e alla ricotta, accompagnati da vini della provincia di Pesaro e Urbino, a cura degli chef Palmina Talamelli e Giuseppe Cristini. Tra gli interventi, quello del rettore dell’università di Urbino Stefano Pivato e del direttore della Confcommercio provinciale Amerigo Varotti.

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Inaugurata la biblioteca di Pediatria: 200 libri per ricordare il sorriso di Angelica http://ifg.uniurb.it/2013/03/24/ducato-online/inaugurata-la-biblioteca-di-pediatria-200-libri-per-ricordare-il-sorriso-di-angelica/40051/ http://ifg.uniurb.it/2013/03/24/ducato-online/inaugurata-la-biblioteca-di-pediatria-200-libri-per-ricordare-il-sorriso-di-angelica/40051/#comments Sun, 24 Mar 2013 07:50:41 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=40051 URBINO – Loubna e Alice, di 8 e 7 anni, giocano nel reparto di Pediatria dell’ospedale di Urbino. Stanno costruendo una torre. Hanno sistemato i lego proprio lì, nell’angolo dove pochi mesi fa giocava la piccola Angelica. Di fronte c’è una grande libreria a muro. Tra poco quegli scaffali saranno riempiti di libri. E’ il regalo di Angelica a Loubna, ad Alice e a tutti i bambini costretti a passare le loro giornate in ospedale.

A tre mesi dalla morte di Angelica Bravi, le maestre della scuola comunale Villa del Popolo hanno voluto aprire questa biblioteca nel reparto di Pediatria, dove la piccola è stata curata. Le infermiere portano nella sala un carrello pieno di pacchi colorati dai bambini della scuola. Loubna si avvicina e a poco e a poco li apre tutti: dentro ci sono centinaia di libri. Aiutata dalle infermiere li sistema sugli scaffali. Nel frattempo sceglie quelli che deve assolutamente leggere: “La carica dei centouno” e gli “Aristogatti”.

Poi si siede nell’angolo di Angelica. Lì è stato appeso un quadretto con un coniglietto rosa e la scritta Angi-Angi: “Angelica passava le sue giornate a leggere e a disegnare. Era la stilista dell’ospedale: disegnava vestiti, grembiulini e ogni foglio lo siglava con il suo soprannome Angi-Angi e con questo coniglietto ”, racconta la caposala Ombretta Paci.

La biblioteca è stata inaugurata ieri mattina e già raccoglie più di 200 libri. Chiunque può regalarli all’ospedale. Un gesto per ricordare Angelica e donare un sorriso ai bimbi di pediatria. All’inaugurazione erano presenti il primario Nazzareno Filomeni, fra Claudio che ha benedetto i presenti e recitato l’Angelus in memoria di Angelica, l’assessore all’Istruzione Gianluca Marcucci, l’assessore alle Politiche sociali Maria Clara Muci, il dottor Alessandro Bedini, le maestre e i genitori dei bambini. E poi naturalmente c’erano loro, Marta e Massimo, la mamma e il papà di Angelica.

“Mia figlia ha imparato a leggere con queste maestre e ora grazie a loro abbiamo aperto questa biblioteca. Lei amava tanto la lettura. C’è un filo conduttore in tutto questo”, dice la mamma Marta.

“Angelica aveva 9 anni quando si è ammalata di leucemia. Ha iniziato le prime cure nel 2010 e per un anno tutto è andato bene. Era anche tornata a scuola, lo desiderava così tanto. Poi a Pasqua 2012 i sintomi sono tornati. Ci siamo rivolti Salesi, centro regionale di oncoematologia di Ancona. È iniziato il percorso più duro. L’unica speranza era il trapianto di midollo, ma Angelica non l’ha potuto fare perché ha avuto delle complicanze. Da allora è rimasta sempre in ospedale. Le terapie però erano inefficaci. A dicembre Angelica ha voluto a tutti i costi passare il Natale a casa, non ce la faceva più a stare chiusa qui, voleva festeggiare con il suo fratellino. Dopo due giorni ci ha lasciato”, racconta la mamma Marta.

“A tutti i genitori che si trovano ad affrontare quello che stiamo passando noi diciamo che è duro, tanto duro e difficile. Solo la fede in Dio può aiutarti ad accettare un dolore così grande. Noi abbiamo fede”, afferma il papà Massimo. “Abbiamo voluto trasformare questa devastante esperienza in qualcosa che dia sorriso e sollievo agli altri bambini che passeranno qui. Angelica era una bambina tanto sorridente”, continua il papà.

A ricordare il suo sorriso resta la grande foto appesa alla parte rosa della piccola biblioteca. Sotto c’è la poesia che Angelica aveva scritto in ospedale: “Scende la notte che inverte le rotte con la luna, le stelle e i pianeti che illuminano anche i vigneti”.

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“Effetto giorno”: Vent’anni di storia italiana raccontati da Maria Lenti http://ifg.uniurb.it/2013/02/21/ducato-online/effetto-giorno-ventanni-di-storia-italiana-raccontati-da-maria-lenti/35273/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/21/ducato-online/effetto-giorno-ventanni-di-storia-italiana-raccontati-da-maria-lenti/35273/#comments Thu, 21 Feb 2013 08:47:31 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=35273 URBINO – Si intitola Effetto giorno. Scritti diversi 1993-2012 in omaggio al film La nuit américaine di François Truffaut (titolo italiano Effetto notte). È il nuovo libro della scrittrice urbinate Maria Lenti che verrà presentato venerdì 22 febbraio alla libreria “Il Catalogo” a Pesaro.

Il testo è una raccolta di scritti in parte già pubblicati su riviste e quotidiani, integrati da inediti che trattano di cultura, scuola, università, etica politica e cinema, temi che ripercorrono gli ultimi vent’anni della storia italiana e personale dell’autrice tornati alla ribalta anche in quest’ultimo periodo. “I diversi brani sono accomunati dallo sguardo su temi e problemi che mi e ci coinvolgono – dice Maria Lenti – descritti grazie alle mie esperienze ma senza dimenticare il punto di vista del lettore. Ho insegnato per anni in tantissime scuole della provincia prima di dedicarmi alla politica”.

Eletta nel 1994 come deputata al Parlamento per Rifondazione Comunista, Maria Lenti ha proseguito il suo impegno fino al 2001, non abbandonando la poesia, l’arte e il cinema. “Amo il cinema e nel libro parlo anche di questo. Ho voluto rendere omaggio ad un grande regista francese nel titolo perché penso che abbia un effetto chiarificatore. Dal buoi della sala solitamente si esce con una nitidezza e delle idee in più”. Insegnante, scrittrice e poetessa ha pubblicato altri saggi, recensioni e racconti.

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Libri: presentazione “La città della madre” di Enrico Maria Guidi al Collegio Raffaello http://ifg.uniurb.it/2013/02/08/ducato-notizie-informazione/libri-presentazione-la-citta-della-madre-di-enrico-maria-guidi-al-collegio-raffaello/33961/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/08/ducato-notizie-informazione/libri-presentazione-la-citta-della-madre-di-enrico-maria-guidi-al-collegio-raffaello/33961/#comments Fri, 08 Feb 2013 16:50:29 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=33961 [continua a leggere]]]> URBINO – Sarà presentato oggi pomeriggio alle 17. 30 nella sala Castellani del Collegio Raffaello il libro “La città della madre” di Enrico Maria Guidi. L’incontro è organizzato dalle librerie Portico e Moderna e sarà introdotto dal dottor Alessio Torino.

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“Grazie al nevone, le mie memorie”. I personaggi ‘sfiorati’ di Vescarelli http://ifg.uniurb.it/2013/02/08/ducato-online/grazie-al-nevone-le-mie-memorie-i-personaggi-sfiorati-di-vescarelli/33895/ http://ifg.uniurb.it/2013/02/08/ducato-online/grazie-al-nevone-le-mie-memorie-i-personaggi-sfiorati-di-vescarelli/33895/#comments Fri, 08 Feb 2013 14:50:17 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=33895 Marlene, Picasso e altri. Gli sfiorati. Durante il nevone ha registrato gli incontri avuti nella sua vita: Carlo Bo, Pablo Picasso, Salvador Dalì e altri. Personaggi "sfiorati" tra le mura dell'amata-odiata Urbino]]>

Giorgio Vescarelli legge un passo della sua ultima opera.

URBINO – Un libro nato sotto il nevone: è “Marlene, Picasso e altri. Gli sfiorati” dello scrittore urbinate Giorgio Vescarelli, che verrà presentato domani al Circolo culturale cittadino. Nell’opera Vescarelli ripercorre gli incontri importanti della sua vita, avvenuti anche tra le mura di Urbino.  Lo incontriamo nella sala dove avverrà la presentazione.

Signor Vescarelli, come è nato questo libro?
“L’anno scorso, di questi tempi, ero rimasto bloccato in casa per la neve: abito in un vicolo stretto, non viene mai nessuno a pulirlo. Mi annoiavo, e quindi ho iniziato a ripensare agli incontri che avevo avuto nei miei 86 anni. Ho deciso di prendere una cassetta e raccontarli, a voce; mi sono detto: ‘Vediamo cosa ne viene fuori!’. Ma si trattava ancora di un libro parlato. Poi ho sbobinato i nastri e ho riportato le storie per iscritto, nello stesso ordine in cui le avevo registrate.”

E le foto?
“Ho aggiunto le foto per documentare i racconti, altrimenti si potrebbe pensare che siano frutto della mia fantasia. Ho attinto alla mia piccola riserva di foto d’epoca e all’archivio del comune. Per la copertina, invece, serviva qualcosa che attirasse l’attenzione: mi è venuto in mente che a casa, nel mio salotto, ho un quadro bellissimo di mia moglie, che è scomparsa 20 anni fa. Ho deciso di usare quello”. Si tratta di ‘Ritratto di Liliana’, di Annibale Scaroni, 1949.

Nel titolo si parla di “sfiorati”. Cosa significa?
“Le persone del libro sono ‘sfiorate’, nel senso che il mio rapporto con loro è superficiale: il mio scopo era il racconto ci ciò che avevo visto e vissuto, senza i commenti e senza l’indagine dei personaggi. Il titolo originale a cui avevo pensato, infatti, era “Parlando con gli sfiorati”. Non sono tutte persone famose, alcune le conoscevo di più, altre di meno. Tra di loro, Carlo Bo è stato il mio vero maestro, in tutti i sensi. Anche lui veniva a sedersi qui: c’è il suo ritratto appeso qui dietro”.

Nella prefazione Gastone Mosci scrive che Urbino, nella sua opera, è “il sogno permanente”. Che valore ha questa città per lei?
“E’ un rapporto di odio-amore. Il primo libro che ho scritto è stato “Fuga da Urbino”, perché quando ero giovane questa città mi stava stretta: subito dopo la guerra, l’economia era in difficoltà, c’era la crisi, le strade erano piene di sbandati… un po’ come oggi! Ho viaggiato e ho lavorato a Milano per 40 anni, poi sono tornato per stare accanto ai miei parenti.”

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