il Ducato » ministero dell’interno http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » ministero dell’interno http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Presentato in Provincia bilancio di previsione 2014. Ad aprile il voto http://ifg.uniurb.it/2014/03/17/ducato-notizie-informazione/presentato-in-provincia-bilancio-di-previsione-2014-ad-aprile-il-voto/59561/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/17/ducato-notizie-informazione/presentato-in-provincia-bilancio-di-previsione-2014-ad-aprile-il-voto/59561/#comments Mon, 17 Mar 2014 18:14:34 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=59561 [continua a leggere]]]> PESARO – L’assesore al bilancio della provincia di Pesaro e Urbino, Renato Claudio Minardi, ha presentato oggi  in consiglio provinciale il bilancio di previsione per il 2014. Un decreto del 13 febbraio del ministro dell’Interno Angelino Alfano aveva infatti spostato dal 28 febbraio al 30 aprile il termine ultimo per la presentazione del piano di bilancio per gli enti locali.

Sono previsti 40 milioni di euro per la parte corrente e altri venti per quella vincolata. Nel capitolo della manutenzione straordinaria sarebbero stanziati un milione e 200mila euro per le strade, 800mila per le scuole e 600mila per il dissesto idreogeologico. Riconfermati i finanziamenti per il fondo anticrisi e i centri antiviolenza: “E’ un bilancio necessariamente tecnico, in attesa della riforma sulle Province – ha dichiarato l’assessore Minardi – abbiamo comunque mantenuto l’approccio di sobrietà e rigore”. Il dibattito e l’eventuale approvazione del bilancio sono attese nel mese di aprile.

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Debiti della Pubblica Amministrazione: per le aziende della provincia la colpa è del Patto di stabilità http://ifg.uniurb.it/2013/04/05/ducato-online/debiti-della-pubblica-amministrazione-per-le-aziende-della-provincia-la-colpa-e-del-patto-di-stabilita/41278/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/05/ducato-online/debiti-della-pubblica-amministrazione-per-le-aziende-della-provincia-la-colpa-e-del-patto-di-stabilita/41278/#comments Fri, 05 Apr 2013 16:43:10 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=41278

Una fabbrica di Fermignano

URBINO – La Carli 1979 Srl di Piobbico ha aspettato un anno prima di essere pagata dal comune di Arezzo. Le spettava oltre un milione di euro per un’opera di restauro. Nel frattempo i dipendenti sono in cassa integrazione.

La Nuova Cooperativa Selciatori di Pesaro realizza strade in tutto il centro Italia e aspetta 160.000 euro dal 2007. È in credito con un Comune italiano per alcuni lavori realizzati fuori bando e i dipendenti sono passati da 20 a 12, tutti in cassa integrazione. Per sopravvivere l’azienda ha dovuto bloccare i debiti con i creditori per evitare il fallimento: la cosiddetta procedura del concordato preventivo. Quest’inverno la società è stata ferma per tre mesi: il lavoro non si trova e quando capita di poter lavorare, è solo per commesse di pochi giorni per 2-3.000 euro e vengono pagati sempre dopo il tempo stabilito dal contratto.

Due storie di piccole imprese marchigiane che come molte altre fanno sempre più difficoltà a gestire la mancanza di liquidità provocata dalla crisi e aggravata dai mancati pagamenti della Pubblica Amministrazione. Proprio in queste settimane il Governo sta preparando un decreto per sbloccare 40 miliardi di euro destinati alle imprese creditrici dello Stato e degli enti locali.

Secondo l’Osservatorio Cerved nel 2012 i fallimenti nelle Marche sono aumentati del 7,7%. Pagate anche con 18-20 mesi di ritardo, a soffrire di più sono le imprese edili, che al 90% lavorano con appalti pubblici, seguono quelle della subfornitura e dei servizi (15 nella Provincia).

Secondo un’elaborazione Unioncamere sui dati del ministero dell’Interno la provincia di Pesaro e Urbino ha residui passivi, ovvero spese previste ma non ancora effettuate per 48 milioni di euro. Di questi, riferisce la Cna di Pesaro, più di 18 milioni sono destinati alle piccole e medie imprese, debito attutito solo in parte nel settembre 2012 da uno stanziamento regionale di 22 milioni di euro.

“La causa principale del debito delle Pa è il vincolo del patto di stabilità – afferma Giuseppe Lorenzi, funzionario della Cgil di Pesaro – perché i comuni hanno soldi in cassa ma non possono spenderli per mantenere sotto controllo il debito pubblico italiano”.
A questo si aggiunge una burocrazia eccessiva che allunga i tempi e provoca ulteriore ritardo. Se le imprese non vengono pagate non possono a loro volta pagare gli stipendi, i contributi ai dipendenti e i materiali ai fornitori: così la crisi si estende a macchia d’olio.

“Molte ditte usano il capitale patrimoniale per andare avanti. Attingono ai risparmi, ma alla fine quasi tutte licenziano o ricorrono agli ammortizzatori sociali”. Ad esempio la Pica di Pesaro, società edile, è passata da 400 dipendenti a 180 negli ultimi 5 anni. Sotto concordato sono la Lancia costruzioni di Pergola, la Icor Dorica di Apecchio e la Mulazzani Italino Spa di Pesaro.

“Prima si poteva lavorare con i comuni sotto i 5.000 abitanti e qualcosa si guadagnava – sostiene Senny Materni, nell’amministrazione dell’azienda Carli 1979 Srl – ma da quando anche loro sono vincolati dal nuovo patto di stabilità non si lavora proprio più”. A peggiorare la situazione è stata anche la direttiva 2011/7 dell’Unione Europea, che dal primo gennaio 2013 obbliga gli enti pubblici a pagare per beni e servizi entro 30 giorni dall’emissione della fattura.

Per Romina Barulli, responsabile amministrativo della Nuova Cooperativa Selciatori “oltre che contraddire il patto di stabilità, questa norma impedisce alle imprese di emettere fatture, poi detraibili dalle tasse.  Molti comuni ci fanno il contratto ma ci avvisano già prima che non pagheranno”.

La perdita di liquidità provoca sfiducia anche nelle banche, che non prestano più soldi e in alcuni casi hanno anche ritirato i fidi che tutelano il cliente quando il conto va in passivo.
“La situazione è tragica, siamo bloccati, non possiamo andare avanti e non basta un decreto, bisogna sbloccare il patto di stabilità e sostenere le imprese – afferma Barulli – il rigore da solo non funziona, è necessario fare degli investimenti”.

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