il Ducato » ospedale http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » ospedale http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it ‘Non è un paese per vecchi': ecco come vivono gli anziani a Urbino http://ifg.uniurb.it/2014/03/17/ducato-online/non-e-un-paese-per-vecchi-ecco-come-vivono-gli-anziani-a-urbino/59128/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/17/ducato-online/non-e-un-paese-per-vecchi-ecco-come-vivono-gli-anziani-a-urbino/59128/#comments Mon, 17 Mar 2014 11:49:16 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=59128 nelliLa memoria storica di Urbino se ne va in giro tutti i giorni sugli autobus della città. Dalle nove di mattina fino a mezzogiorno e poi dalle 15 fino a sera, Luigi Nelli, 90 anni, conosciuto da tutti come “Gigi in carretta” è sempre lì, a salutare le persone che salgono e scendono, a scambiare due chiacchiere con gli autisti. Lo incontriamo un pomeriggio sul bus numero 1, seduto in prima fila: “Nella mia vita ho fatto il carrettiere, ecco perché mi hanno dato questo soprannome. Portavo la legna da Urbino a Rimini per i forni, consegnavo anche i caschi da parrucchiere e trasportavo l’immondizia. Avevo una salute di ferro, ero un donatore di sangue”, afferma con orgoglio. “Ogni mattina la prima corriera che si riempiva era la mia. Raccontavo barzellette e cantavo. Ancora oggi tutti mi conoscono”, dice sorridendo mentre stringe il bastone tra le mani. Gigi trascorre così le sue giornate, ma anche gli altri anziani di Urbino hanno ben poco da fare durante il giorno. Ettore e Sergio la mattina sono sempre in piazza, davanti al bar Basili: “Due anni fa hanno chiuso il circolo a piazza della Repubblica, adesso o spendi i soldi al bar o ti siedi sul muretto e sugli scalini”. Il pomeriggio però ad appropriarsi della piazza sono gli studenti.

Per quelli della cosiddetta terza età, l’unico punto di ritrovo nella città ducale è il centro anziani Padiglione, gestito dal Comune, in via Neruda, vicino alla piscina comunale. Un po’ fuori mano per chi abita nel centro storico. Lì gli anziani trascorrono il pomeriggio a giocare a carte. Hanno allestito una cucina e portato un biliardo. Quando entriamo ci sono una decina di persone, tutte concentrate sulle loro partite a briscola. Qualcuno legge il giornale in un angolo. Elide, Angela e Anna raccontano: “Ogni tanto organizziamo dei pranzi, poi aspettiamo la domenica per ballare”. Al piano superiore c’è infatti una grande sala da ballo addobbata con festoni, dove un giorno a settimana ascoltano i dischi della loro gioventù. E’ il loro cielo in una stanza. Maria, 74 anni, però preferisce frequentare il centro anziani di Urbania: “Lì organizzano molte più attività, si balla anche il sabato”. Poco lontano dal Padiglione, c’è il bocciodromo: la mattina gli anziani si ritrovano per giocare a bocce ma dalle 14 in poi le protagoniste sono di nuovo loro, le carte.

Una realtà questa che Sirto Sorini, 80 anni, conosce bene: “Io sono una eccezione, mi travesto da clown per i bambini sorinidell’ospedale, faccio l’animatore per gli anziani nelle case riposo e raccolgo fossili antichi sul Monte Nerone. Ma i miei coetanei durante il giorno non fanno nulla. Prima quando si poteva entrare con le auto nel centro storico, venivano in piazza accompagnati da parenti e amici, adesso chi abita fuori e ha difficoltà a prendere i mezzi pubblici non ha altra alternativa che restare in casa. La piazza si è svuotata e non ci sono altri luoghi d’aggregazione. Il bocciodromo e il Padiglione sono frequentati principalmente da chi vive in quel quartiere. Per gli altri è difficile arrivarci, è troppo lontano”. Sorini, che nella vita ha fatto il cameriere e poi il bidello, da quando è in pensione costruisce aquiloni da regalare agli ammalati: “Ne ho inventato uno che all’estremità ha una cannuccia, così anche i bambini che stanno a letto possono farlo volare facilmente per la stanza, basta soffiarci dentro. Cerco di farli sorridere, anche se ho il groppone in gola”, dice con gli occhi lucidi.

“Noi anziani siamo dimenticati”, continua. “Non ci sono biblioteche, non si organizzano corsi o feste. Il vuoto assoluto. I miei amici passano il tempo a giocarsi il caffè al bar”. racconta Sorini che è anche il massaggiatore della squadra di basket di Urbino e ogni tanto insegna agli studenti a costruire aquiloni con la plastica. “Non ho potuto studiare, anche se mi sarebbe piaciuto. Sognavo di fare il meccanico. Con tanti sacrifici, io e mia moglie siamo riusciti a far laureare i nostri due figli”. Entriamo in quello che lui chiama il suo piccolo studio. Dentro delle scatole ha catalogato tutti i fossili che ha raccolto durante le sue spedizioni sui monti della zona. Nell’ultimo ripiano della libreria ha appeso i suoi aquiloni. Indossa per noi il cappello da clown e fa una smorfia: “Io sono la dimostrazione che gli anziani possono ancora dare il loro contributo, possono essere una risorsa per la nostra città”.

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Comunali 2014, Urbino che vorrei: il sondaggio tra i cittadini http://ifg.uniurb.it/2014/03/14/ducato-online/comunali-2014-urbino-che-vorrei-il-sondaggio-tra-i-cittadini/59167/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/14/ducato-online/comunali-2014-urbino-che-vorrei-il-sondaggio-tra-i-cittadini/59167/#comments Fri, 14 Mar 2014 13:20:57 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=59167 Ducatoa 137 abitanti. I cittadini-elettori hanno detto la loro sulle questioni più importanti.Un 'vademecum' per il futuro primo cittadino Le interviste: Muci - Gambini - Crespini - Malerba - Sgarbi - De Santi - Demitri - Londei - Forti SFOGLIA E LEGGI Il nuovo numero de Il Ducato]]> città idealeURBINO – Piazza della Repubblica è affollata di giovani. Sono accorsi da tutta Europa, e oltre, per assistere alla Fiera internazionale dell’Arte contemporanea. L’evento è solo il primo di una lunga serie di iniziative promosse da Comune e università con la partecipazione attiva degli istituti d’arte urbinati. Ne parlano tutti e tutti vorrebbero essere qui, nella città ducale che per l’occasione ha implementato la rete di trasporti extraurbani. Per raggiungere piazza Raffaello,  trasformata in un grande museo all’aperto, si può lasciare l’automobile a porta Santa Lucia e da lì proseguire con le scale mobili o gli ascensori.

Questa è l’immagine utopica costruita interpretando i desideri di chi vive a Urbino, o almeno quelli di 67 donne e 70 uomini che hanno risposto alle domande del nostro questionario. I giovani.

Dalla “città ideale” alla città ducale, quella vera, dove i giovani sono più degli abitanti. Gli urbinati ne sono consapevoli tanto che il 92,7% di loro è convinto che senza gli universitari la città “morirebbe”. Paradossalmente quella che è la più grande risorsa di Urbino, diventa un problema quando gli stessi giovani, che pagano affitti e tasse universitarie, escono il giovedì sera per divertirsi. Gli abitanti del centro storico si lamentano per il chiasso e la sporcizia che il venerdì mattina trovano in piazza e nei vicoli. Come risolvere il problema? Per il 73% degli intervistati basterebbe creare nuovi luoghi di aggregazione, mentre il 26,5% pensa che la soluzione possa essere la chiusura dei locali a mezzanotte. «È un’assurdità – dice un settantenne – perché oggi i ragazzi non escono prima delle undici di sera. Mica come ai miei tempi quando i bar alle 21 erano già tutti pieni».

La città. Un borgo rinascimentale tanto bello quanto inaccessibile. Dentro le mura, salite che anche l’alpinista Reinhold Messner avrebbe qualche difficoltà a “scalare”. A complicare le cose si aggiunge la zona a traffico limitato (Ztl) che impedisce alle automobili di circolare nel centro storico, penalizzando, secondo il 66,4%, non solo i commercianti, ma anche cinema e teatro. Vero è che più della metà degli intervistati sostiene anche che la Ztl riesce a preservare la vivibilità della zona. Avere delle “buone gambe” a Urbino è fondamentale. Non solo perché non si può accedere al centro in automobile, ma anche perché non ci sono né scale mobili né ascensori gratuiti. Forse è per questo che l’86% desidererebbe avere questo tipo di facilitazioni.

Ma Urbino non è solo centro storico. Negli ultimi anni, i quartieri fuori le mura sono stati notevolmente ampliati. Come raggiungerli? Con i mezzi pubblici, che per il 50,4% degli intervistati sono efficienti e puntuali. Ma non per tutti: «Gli studenti – dichiara una giovane donna – sono costretti a vivere in centro, spendendo molto di più per l’affitto, perché i bus la sera non passano e non collegano tutte le zone della città». Situazione che non migliora quando si parla di collegamenti extraurbani: per il 68,6% è mal collegata con il resto d’Italia. Sarà anche per questo che i turisti non sono poi così tanti. Non è però tutta colpa dei trasporti. Il 76,6% del campione ritiene che le bellezze di Urbino siano poco pubblicizzate. La casa di Raffaello, le colline del Montefeltro, il Museo della città, i torricini di palazzo Ducale sono solo alcuni dei luoghi unici e magici della città. «Un castello così ce l’abbiamo solo noi e Walt Disney», dice Andrea, agente di commercio di giorno e dj di notte. È inoltre significativo che il 96,4% vorrebbe che Comune e università collaborassero di più per organizzare eventi culturali.

Una volta arrivato nella città ducale, il turista avrà delle difficoltà a trovare qualche souvenir: sono sempre di più i locali chiusi o sfitti. Problema che per il 54% degli intervistati non deriva dall’apertura dei due centri commerciali – che sono comunque troppi per il 64,2% – ma dagli affitti troppo alti. Il degrado. «La differenziata non funziona perché non ci sono abbastanza controlli. Bisognerebbe fare una raccolta porta a porta, così chi non divide i rifiuti correttamente verrebbe multato». L’opinione espressa da una barista del centro storico non è condivisa da tutti gli intervistati. Infatti, se il 46,7% non è soddisfatto del modo in cui viene gestita la raccolta differenziata, il 38,7% non si lamenta. «Per migliorare il servizio – dichiara un commerciante di via Raffaello – basterebbe aggiungere un turno di raccolta in più, soprattutto nelle vie del centro, in tarda serata per evitare che la spazzatura rimanga fuori ai portoni fino al mattino seguente». Una volta ritirati i rifiuti finiscono a Montesoffio, nella discarica di Ca’ Lucio, da sempre al centro di forti polemiche che dividono la popolazione. Posizioni contrastanti che si riflettono anche nei dati raccolti: il 48,2% vuole che la discarica sia chiusa, l’altra metà degli intervistati si divide tra contrari e indecisi. «E pensare che vicino a San Bernardino c’è una discarica a cielo aperto – racconta la proprietaria di una libreria in via Bramante – in una casa abbandonata c’è una montagna di vetro».

Altro tasto dolente è il degrado in cui versa Urbino2, zona periferica che per il 60,6% è paragonabile a un “ghetto”. C’è poi un 33,6% che addirittura non sa cosa sia e chi ci vive. In vista delle elezioni comunali, questo sondaggio potrebbe essere una sorta di vademecum per il nuovo sindaco. Certo, è un po’ difficile che Urbino possa diventare la città ideale sognata dagli urbinati, ma secondo gli intervistati sarebbe opportuno muovere i primi passi in questa direzione. Sognano il cambiamento, qualcosa di nuovo che permetta alla città ducale di non restare chiusa in se stessa ma di aprirsi al mondo. E al nuovo sindaco alcuni consigliano: «Non si occupi solo di quelli già tutelati ma di tutti i cittadini del Comune e soprattutto migliori le comunicazioni».

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Urbino che vorrei: i risultati del sondaggio http://ifg.uniurb.it/2014/03/14/ducato-online/urbino-che-vorrei-i-risultati-del-sondaggio/59080/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/14/ducato-online/urbino-che-vorrei-i-risultati-del-sondaggio/59080/#comments Fri, 14 Mar 2014 09:35:43 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=59080 [continua a leggere]]]> URBINO – Ecco i risultati dell’indagine a cui hanno risposto 137 abitanti (67 donne e 70 uomini) tra i 18 e gli 80 anni. Le 17 domande, incentrate sulle principali problematiche della città, vogliono essere una sorta di vademecum per il futuro sindaco.

LEGGIUrbino che vorrei, il vademecum per il nuovo sindaco

ztl vivibilità

ztl commercianti

mezzi in città

Mezzi fuori

Scale mobili

differenziata

Ca' Lucio

Ospedale

Luoghi aggregazione

Chiusura H24

strutture sportive

Universitari

Eventi culturali

Due centri commerciali

Botteghe chiuse

Attrazioni turistiche

Urbino 2

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Stamina, Federico proseguirà le cure. L’ok del giudice di Pesaro http://ifg.uniurb.it/2013/12/12/ducato-online/stamina-federico-proseguira-le-cure-lok-del-giudice-di-pesaro/54098/ http://ifg.uniurb.it/2013/12/12/ducato-online/stamina-federico-proseguira-le-cure-lok-del-giudice-di-pesaro/54098/#comments Thu, 12 Dec 2013 10:50:01 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=54098 federicoPESARO – Federico, il bambino di 3 anni di Fano, affetto dal morbo di Krabbe, potrà proseguire le cure con il metodo Stamina. Le infusioni erano state bloccate dall’ospedale di Brescia, ma oggi il collegio giudicante di Pesaro ha accolto il reclamo di Vito e Tiziana, genitori del piccolo, e ha dato il via libera per la ripresa del trattamento.

È il padre di Federico, Vito Mezzina, a spiegarci cosa è successo negli ultimi mesi: “Federico ha ricevuto, tra marzo e ottobre, cinque infusioni”, ovvero quello che viene definito un ciclo di trattamento. Dopo la quinta infusione, “l’ospedale di Brescia ha bloccato le cure”. Secondo quanto spiega Vito, infatti, l’ospedale, dopo cinque trattamenti, ha l’obbligo di bloccare le infusioni. Così, Vito Mezzina e Tiziana Massaro si sono rivolti al Tribunale perché sbloccasse il trattamento: “Per le cure compassionevoli non dovrebbe pronunciarsi il tribunale. Noi, invece, siamo stati obbligati a rivolgerci al giudice perché, completato il ciclo di cinque infusioni, l’ospedale non ha permesso il proseguimento delle cure”.

Il collegio giudicante, presieduto da Mario Perfetti,  ha stabilito con decreto di accoglimento totale che le cure possono essere riprese e che l’ospedale non può decidere se vadano sospese o meno. Infatti, secondo il tribunale di Pesaro, solo il medico prescrittore del trattamento può valutare se e quando interromperlo. L’avvocato dei genitori di Federico, Tiziana Cucco, spiega che il decreto legge 24/2013 “garantisce la possibilità di completare i trattamenti che sono già stati avviati”, e proprio su questo si è basata la decisione del collegio.

Grazie al decreto di accoglimento, Federico potrà continuare il trattamento finché non sarà il medico a interromperlo: “Dopo le prossime cinque infusioni – spiega il padre del bambino – non saremo costretti a tornare in Tribunale e l’ospedale non potrà più bloccare le cure”. L’azienda ospedaliera, inoltre, “è stata condannata a pagare i danni, circa cinquemila euro”, spiega il signor Mezzina.

I genitori non sanno ancora quando il bambino potrà ricevere la prossima infusione: “Era prevista per gennaio, ma ora ci sarà bisogno di un nuovo carotaggio prima di sapere la data”.

Il signor Mezzina è “contento per la sentenza, che dà nuova speranza a Federico”. Secondo i genitori del bimbo, infatti, le cure staminali avrebbero avuto un “grosso effetto, dimostrato dai certificati medici”. “Ora Federico sta bene, non è più in pericolo di vita e le sue funzioni vitali si sono rimesse in ordine – racconta il padre – riesce a respirare, deglutire, mangiare e a muoversi un pochino. Anche se sappiamo che ci vorranno anni perché le condizioni migliorino notevolmente”.

I coniugi Mezzina non hanno dubbi sull’efficacia del metodo Stamina: “Se avessero bloccato le cure in Italia, saremmo andati all’estero per continuarle”. In Italia, secondo il padre del piccolo affetto dal morbo di Krabbe, chi ha questi problemi non viene aiutato: “Lo Stato è contro il metodo. Noi non abbiamo avuto di recente rapporti col Ministero, con la Lorenzin c’è stata una totale chiusura, non ne vuole proprio sentir parlare”.

Vito Mezzina critica anche il modo in cui il Ministero ha gestito la proposta parlamentare di istituire una commissione ad hoc: “Il Parlamento ha proposto una legge secondo cui il Ministero doveva promuovere la sperimentazione del metodo – spiega il padre di Federico – la commissione, però, invece di individuare gli ospedali dove sperimentare, ha deciso che il metodo non sarebbe sicuro, con motivazioni poco credibili”. La commissione, infatti, sarebbe decaduta perché “ha preso una decisione che non era stata richiesta dal Parlamento”. Inoltre, secondo Vito, “i suoi membri erano contrari al metodo sin dal principio e avevano interessi in gioco che compromettevano l’imparzialità del giudizio”.

Il signor Mezzina lamenta di essere stato abbandonato anche dal punto di vista economico dallo Stato: “Ogni volta che entro in farmacia spendo circa 250 euro in integratori, nessuno ci rimborsa niente e le spese non sono neanche detraibili”. La nota positiva è che “le cure sono gratis”, come ricordano i genitori di Federico.

Intanto, però, sono state ideate alcune iniziative per il sostegno economico della famiglia: dalla raccolta fondi della Proloco di Canavaccio alla vendita di magliette sulla pagina Facebook “Una speranza per Federico”.

“La sperimentazione deve essere fatta – conclude Vito Mezzina – ormai in Italia è stato provato su 34 persone, quasi sempre con effetti positivi”.

Il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha commentato al Ducato l’accoglimento del reclamo del Tribunale di Pesaro: “Le decisioni di alcuni giudici continuano ad essere indipendenti dagli scienziati e dalle decisioni del ministero – spiega la Lorenzin – prendiamo atto della realtà, presto un nuovo comitato esaminerà le carte di Vannoni“.

Il ministero della Salute, in risposta alle critiche dei genitori di Federico, spiega: ““Non possono essere fatte promesse finché non c’è una cura comprovata, il ministro non può mettere il timbro se non c’è il vaglio della scienza”.

Il ministro Lorenzin ha concluso ribadendo che “scienza e sofferenza umana sono due cose diverse, non mischiabili come solitamente viene fatto, la sfera della parte morale riguarda il Papa e non il ministero”.

 

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Malore alla fermata dell’autobus, 60enne ricoverata al Pronto soccorso http://ifg.uniurb.it/2013/06/05/ducato-notizie-informazione/malore-alla-fermata-dellautobus-60enne-ricoverata-al-pronto-soccorso/49967/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/05/ducato-notizie-informazione/malore-alla-fermata-dellautobus-60enne-ricoverata-al-pronto-soccorso/49967/#comments Wed, 05 Jun 2013 10:40:38 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=49967 [continua a leggere]]]> URBINO – Una signora originaria di Tavullia ha accusato un malore questa mattina mentre attendeva l’autobus alla fermata di Piero della Francesca, vicino all’ospedale di Urbino. Si trova ora ricoverata nel pronto soccorso del Santa Maria della Misericordia. La donna, sui 60 anni, è svenuta accasciandosi al suolo e riprendendo conoscenza dopo alcuni minuti. All’arrivo dell’ambulanza, ancora distesa a terra, la signora ha affermato di avere forti dolori alla vescica e alla testa; i sanitari, dopo i primi accertamenti, hanno constatato che il suo battito era cardiaco era debole.

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Tagli alla Sanità: i sindaci in Regione per ribadire il loro “No” http://ifg.uniurb.it/2013/04/23/ducato-online/tagli-alla-sanita-i-sindaci-in-regione-per-ribadire-il-loro-no/44248/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/23/ducato-online/tagli-alla-sanita-i-sindaci-in-regione-per-ribadire-il-loro-no/44248/#comments Tue, 23 Apr 2013 13:29:13 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=44248 I sindaci della provincia tornano in Regione per ribadire il “No” al piano d’area vasta che prevederebbe la riconversione e il depotenziamento degli ospedali dell’entroterra e il taglio di numerosi reparti anche nei grandi ospedali.

I primi cittadini di Cagli, Fossombrone, Saltara, Montefelcino, Isola del Piano, Sant’Ippolito e San Giorgio di Pesaro non ci stanno e lo hanno fatto presente stamattina al presidente del consiglio regionale Vittoriano Solazzi e all’assessore alla Sanità Almerino Mezzolani, oltre che alla conferenza dei capigruppo. Una contrarietà unanime quella espressa dai sindaci dell’entroterra, già esternata negli incontri precedenti come quello del 9 aprile scorso a Urbino.

Al centro delle proteste ancora la distribuzione dei posti letto e il generale “abbandono dell’entroterra” che gli amministratori imputano alla Regione che ha redatto il piano sanitario attuando i tagli della Spending review.
Solazzi ha “preso atto” delle proteste e, pur ribadendo la necessità della ristrutturazione, ha aggiunto che “quando si applicano queste misure, non si può prescindere dalla trasparenza nei processi di decisione”: uno dei punti che sindaci e cittadini avevano contestato nei giorni scorsi, infatti, era proprio il metodo di redazione del nuovo piano.

La Regione, a questo punto, potrebbe fare un piccolo passo indietro: questa è l’idea emersa dall’incontro dei sindaci con l’assessore regionale alla Sanità Almerino Mezzolani, che ha annunciato futuri incontri con i primi cittadini per comunicare eventuali modifiche al piano di riorganizzazione. “Vedremo quali saranno i risultati – commenta il sindaco di Cagli Patrizio Catena – terremo conto di quello che ci verrà detto per vedere se c’è vera volontà di ridare ai nostri territori una sanità più equa. Fino a quel momento non possiamo esprimerci. Sappiamo solo che il piano originale non ci piace”.

Secondo alcuni dei sindaci il documento sarebbe stato approvato “sottobanco” negli uffici anconetani, penalizzando la provincia di Pesaro e Urbino e lasciando invariata la situazione delle province più grandi, in particolare quella del capoluogo.

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Sanità, le conseguenze dei tagli sugli ospedali della provincia di Pesaro e Urbino http://ifg.uniurb.it/2013/04/15/ducato-online/sanita-le-conseguenze-dei-tagli-sugli-ospedali-della-provincia-di-pesaro-e-urbino/42996/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/15/ducato-online/sanita-le-conseguenze-dei-tagli-sugli-ospedali-della-provincia-di-pesaro-e-urbino/42996/#comments Mon, 15 Apr 2013 19:00:19 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=42996 [continua a leggere]]]> URBINO – E’ una spada di Damocle quella che pende sugli ospedali dell’entroterra. I tagli alla sanità, previsti dalla spending review del governo Monti, potrebbero far scomparire alcune realtà ospedaliere che oggi rispondono alle esigenze della popolazione che vive nelle zone più lontane dalla costa.

Ecco quali potrebbero essere le conseguenze del provvedimento, fortemente criticato da comuni e province della provincia di Pesaro e Urbino.

RIDIMENSIONAMENTO E DECLASSAMENTO Le piccole strutture ospedaliere, disseminate nei comuni dell’entroterra e dotate di reparti essenziali come quello di Medicina e Chirurgia, sarebbero declassate a casa di cura per lungo degenza. In altri termini si trasformerebbero in poliambulatori non dotati delle strutture necessarie a interventi di emergenza.

POSTI LETTO Il numero di posti letto rispetto alla popolazione nella provincia di Pesaro-Urbino si attesta a 2,69 posti ogni mille abitanti. Una cifra inferiore a quella prevista dalla normativa nazionale, secondo cui bisognerebbe assicurare un minimo di 3,7 posti letto ogni migliaio di residenti. I tagli potrebbero ridurre ulteriormente il rapporto.

AUMENTO POSTI A URBINO. Il declassamento delle strutture più piccole dovrebbe essere compensato con l’aumento di posti letto e personale negli ospedali più grandi. Se Cagli venisse trasformata in casa di cura, il nuovo centro sanitario di riferimento diventerebbe Urbino, che a quel punto dovrebbe aggiungere 43 nuovi posti letto.

LE DISTANZE La chiusura degli ospedali nell’entroterra dirotterebbe tutto il bacino di utenza verso i centri sanitari più grandi. A quel punto però la popolazione sarebbe costretta non solo a percorrere strade impervie ma ad affrontare almeno 70 minuti di auto per raggiungere l’ospedale più vicino.

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Sanità dal basso: il Coordinamento La Salute si riunisce a Cagli il 17 aprile http://ifg.uniurb.it/2013/04/15/ducato-notizie-informazione/sanita-dal-basso-il-coordinamento-la-salute-si-riunisce-a-cagli-il-17-aprile/42744/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/15/ducato-notizie-informazione/sanita-dal-basso-il-coordinamento-la-salute-si-riunisce-a-cagli-il-17-aprile/42744/#comments Mon, 15 Apr 2013 08:42:41 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=42744 [continua a leggere]]]> CAGLI – I cittadini di Cagli in prima linea, per chiedere maggior coinvolgimento della popolazione nelle decisioni in tema di sanità pubblica. Il Coordinamento la Salute si riunirà mercoledì 17 aprile a Cagli, alle 21, nella sala Mencherini del Teatro per proporre una maggiore partecipazione. Il giorno dopo, il Coordinamento sarà presente anche all’incontro organizzato dal sindaco di Saltara Fabio Cicoli alle 21 al palazzetto dello sport.

Il Coordinamento vuole proporre agli abitanti di Cagli i punti essenziali del documento di cui ha già discusso a Fossombrone e Calcinelli. Si chiede una discussione delle possibili alternative per un progetto sanitario diverso da quello attuale. Coinvolgere di più i cittadini, ampliare la rete di servizi, razionalizzare i costi riducendo gli sprechi, aumentare i posti letto dell’Area Vasta 1 e riorganizzare gli ospedali: questi sono i punti chiave che il Coordinamento propone per una nuova politica sanitaria nella zona di Cagli, Fossombrone e Sassocorvaro.

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Urbino, tamponamento a catena in viale Giuseppe di Vittorio http://ifg.uniurb.it/2013/04/11/ducato-notizie-informazione/urbino-tamponamento-a-catena-in-viale-giuseppe-di-vittorio/42414/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/11/ducato-notizie-informazione/urbino-tamponamento-a-catena-in-viale-giuseppe-di-vittorio/42414/#comments Thu, 11 Apr 2013 08:42:06 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=42414 [continua a leggere]]]> URBINO – Tamponamento a catena questa mattina lungo viale Giuseppe di Vittorio, la strada che porta dalla rotatoria del Consorzio all’Ospedale di Urbino. Sono tre le vetture coinvolte: una Fiat Panda, una Mazda e una Fiat Idea.  Nessun ferito ma si è creata una lunga coda. La Polizia locale è giunta sul luogo per ripristinare la viabilità.

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Sanità: cancellati 1000 psicologi dal decreto di riordino. A Urbino uno solo è di ruolo http://ifg.uniurb.it/2013/04/10/ducato-online/sanita-cancellati-1000-psicologi-dal-decreto-di-riordino-e-allospedale-di-urbino-uno-solo-e-di-ruolo/41916/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/10/ducato-online/sanita-cancellati-1000-psicologi-dal-decreto-di-riordino-e-allospedale-di-urbino-uno-solo-e-di-ruolo/41916/#comments Wed, 10 Apr 2013 11:57:42 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=41916 URBINO – Il mistero degli psicologi ospedalieri scomparsi diventa polemica: la categoria è stata ‘cancellata’ definitivamente oppure no? Una cosa è certa: di ruolo, nella città ducale, ce n’è solo uno. Insieme agli altri 999 a livello nazionale è piombato, suo malgrado, in un vuoto normativo generato da un decreto sul riordino del sistema sanitario, redatto dal ministero della Sanità in concerto con quello delle Finanze.

Nello specifico parliamo dell’inspiegabile assenza dei ‘conoscitori dell’anima’ nell’elenco dei servizi offerti dagli ospedali, così come risulta dalla lettura della bozza del provvedimento sulla “Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”, attualmente all’esame della Conferenza Stato-Regioni. E questa omissione, spiega Giuseppe Luigi Palmapresidente dell’Ordine nazionale psicologi, potrebbe costare molto alla categoria perché “se manca la citazione di questa figura professionale all’interno dell’elenco,  i direttori generali potrebbero essere indotti a sopprimere questo tipo di servizio”.

Obiettivo del controverso regolamento, nato sulla spinta della spending review, è la riduzione delle unità operative e “la riorganizzazione dei posti letto e della pianta base dei servizi ospedalieri” che, stando a quanto emerge dal comunicato ufficiale che il ministero della Salute ha pubblicato in risposta alle osservazioni dell’Ordine degli psicologi, non entra “nel merito delle specifiche professioni sanitarie coinvolte e necessarie” e non prevede “alcuna soppressione della figura dello psicologo”. Ma qualcosa ancora non torna: la finalità del decreto sugli standard operativi è chiara, mentre l’assenza degli psicologi meno.

Svista o no, “all’appello manchiamo solo noi perché tutte le altre categorie di professionisti sono citate”, afferma Palma. “Non è in discussione il fatto che gli psicologi possano lavorare all’interno dell’ospedale – continua il presidente – ma è necessario che vengano citati esplicitamente dal decreto, altrimenti come potrebbero essere collocati in una struttura ospedaliera? A che titolo?”.

Dell’omissione l’Ordine se ne era accorto fin dall’inizio e l’aveva segnalata al dicastero di Renato Balduzzi prima che si rimettesse mano al regolamento.“La bozza era poi stata rivista e modificata rispetto alla sua formulazione originaria – spiega Palma – ma la revisione non ha posto rimedio alla lacuna che avevamo fatto presente al Ministro. Così sono partite delle iniziative come, ad esempio, ‘non cancelliamo la psicologia negli ospedali’, una petizione che fino a oggi ha raccolto oltre 7000 firme”.

Al di là della cavillosa questione normativa, la riflessione sulle attività di supporto e assistenza psicologica negli ospedali solleva altri interrogativi sulla situazione degli psicologi in Italia e sulla salute in generale. “Attualmente, all’interno del servizio sanitario nazionale – dice Palma – operano circa 6000 psicologi ordinari (cioè con contratto a tempo indeterminato), 1000 dei quali lavorano negli ospedali. Un numero insufficiente per fornire le prestazioni che obbligatoriamente dovrebbero essere garantite ai cittadini. A nostro avviso servirebbe un incremento del 50%”.

Per il presidente dell’Ordine psicologi Marche, il dottor Bernardo Gili, “i tagli stanno decurtando i servizi, anche quelli di sostegno psicologico. Una risposta negata a un profondo disagio sociale emergente e in aumento. Ed è sotto gli occhi di tutti”. Anche la Provincia si è dimostrata sensibile all’argomento, soprattutto al tema della depressione da disoccupazione. Infatti, nel centro per l’impiego di Pesaro, sono stati istituiti i cosiddetti gruppi di parola: team di psicologi pronti ad aiutare le persone in difficoltà.

Lo psicologo è una figura importante per l’assistenza che fornisce ai pazienti ma spesso viene sottovalutata. La salute, secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, è uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale ma, per Palma, “l’attenzione rivolta alla dimensione psichica è molto limitata e questo è testimoniato anche dai dati: negli ultimi 10 anni il numero degli psicologi è rimasto pressoché invariato, non c’è stata alcuna evoluzione”.

“La psiche non deve essere discriminata” afferma Alessandro Bedini, dirigente psicologo e psicoterapeuta impiegato all’ospedale di Urbino. “Come diceva Ippocrate, l’umore influisce sulla salute. Le persone depresse infatti hanno una minore capacità di reagire agli eventi negativi rispetto a chi ha un rapporto positivo con se stesso. E ci sono casi in cui il sostegno psicologico è fondamentale: davanti a una diagnosi infausta come quella di un tumore, il paziente è scosso da un terremoto emotivo e ha bisogno d’aiuto”.

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