il Ducato » pagina99 http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » pagina99 http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Pagina99 di nuovo in edicola da settembre. Il direttore Bevilacqua: “Stiamo lavorando, sono fiducioso” http://ifg.uniurb.it/2015/04/24/ducato-online/pagina99-di-nuovo-in-edicola-da-settembre-il-direttore-bevilacqua-stiamo-lavorando-sono-fiducioso/71922/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/24/ducato-online/pagina99-di-nuovo-in-edicola-da-settembre-il-direttore-bevilacqua-stiamo-lavorando-sono-fiducioso/71922/#comments Fri, 24 Apr 2015 15:45:29 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=71922 Ducato, il direttore della testata Emanuele Bevilacqua: "Stiamo lavorando e siamo determinati a far ripartire il giornale al più presto"]]> Emanuele Bevilacqua

Emanuele Bevilacqua

URBINO – Il primo settembre 2015 è la data del probabile ritorno i edicola di Pagina99, dopo lo stop alle pubblicazioni del 3 febbraio scorso. Ad anticiparlo al Ducato è stato Emanuele Bevilacqua, direttore della testata, ospite del Festival del Giornalismo Culturale venerdì 24 aprile. Pagina99 è stato un esperimento nel mondo della stampa su carta: ogni mattina un giornale totalmente dedicato all’approfondimento. Anche l’avvio è stato singolare, con un lancio sul social network Tumblr, la creazione di un sito e, solo alla fine, l’uscita in edicola. Dopo circa un anno di vita, l’annuncio della chiusura delle attività per motivi economici. Ma il giornalismo d’approfondimento non muore facilmente e la redazione è già pronta per un rilancio, dopo l’interessamento della società News 3.0 a investire nell’iniziativa editoriale.

Nei giorni di chiusura del giornale parlò dell’Italia come di un Paese “difficile e spento”. Qui si può fare giornalismo di approfondimento?
“Sì, in tanti lo fanno. Con Pagina99 abbiamo cercato di proporre approfondimento, ad esempio analisi e inchieste sulla realtà che ci circonda, non solo quella del nostro Paese. Lo abbiamo fatto provando a raccontare delle storie e cercando di coinvolgere il lettore direttamente, attraverso quella seduzione che si vuole avere quando si narra qualcosa”

Se un giornale come Pagina99 chiude, la colpa, se così la possiamo chiamare, è dei lettori?
“Se un giornale chiude, la colpa è di chi lo fa. Gli investitori devono dare tempo e fiducia a un giornale, perché si affermi e si possa consolidare. Il direttore deve capire se ci siano cose che non funzionano. I giornalisti devono migliorare la loro scrittura e le loro capacità di stare sul mercato. Chi fa marketing deve saperlo diffondere meglio”

L’interazione con i vostri lettori avveniva tramite i social network?
“Naturalmente. Credo che il nostro sia stato il primo giornale, almeno in Italia, a essere lanciato via social. Prima abbiamo costruito la comunità, poi il prodotto. Come simbolo abbiamo usato una vecchia bicicletta, che dà l’idea di essenzialità, ma anche della possibilità di muoversi in maniera libera. Abbiamo cominciato a raccontare cosa volevamo fare, trovando utenti incuriositi dalla nostra proposta”

Si riuscirà a riportare Pagina99 in edicola?
“Sono fiducioso. Abbiamo un forte interesse da parte di un editore (la società News 3.0) e una determinazione nel far ripartire il giornale rispettando la libertà avuta fino ad ora. Ci sono ancora dei passaggi da compiere, ma siamo ben oltre la speranza”

C’è già una data? Lei sarà ancora direttore?
“Al massimo per il primo settembre dovremmo essere in edicola. Forse usciremo anche prima. Ho sempre interpretato il mio ruolo più come editore (publisher) che come direttore, pur firmando (la testata, ndr). L’importante è che il concept del giornale venga rispettato e, allo stesso tempo, migliorato. Stiamo già lavorando”

I lettori parteciperanno in qualche modo, magari con un azionariato o altri modelli?
“Abbiamo avuto molte richieste del genere. Ci stiamo pensando; magari una piccolissima parte potrà essere dedicata a questo. Ci piacerebbe chiamare i nostri lettori più affezionati e chiedere loro di farci da ambasciatori sul territorio, per organizzare presentazioni e per fornire suggerimenti provenienti dalle singole zone del nostro Paese”

Che spazio darete ai giornalisti esordienti?
“Abbiamo già lanciato delle firme e pensiamo di farlo ancora. Quindi, prendere dei giovani e farli scrivere, dargli spazio e coraggio e carpire da loro l’entusiasmo”

Foto di Anna Saccoccio

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L’edicola e lo “slow journalism”: la doppia sfida di pagina99 http://ifg.uniurb.it/2014/01/29/ducato-online/ledicola-e-lo-slow-journalism-la-doppia-sfida-di-pagina99/55963/ http://ifg.uniurb.it/2014/01/29/ducato-online/ledicola-e-lo-slow-journalism-la-doppia-sfida-di-pagina99/55963/#comments Wed, 29 Jan 2014 12:29:11 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=55963 Come Jack Kerouak, iniziare a raccontare la propria avventura o giudicare la qualità di un libro dalla novantanovesima pagina. In questo caso, arrivare al novantanovesimo giorno di vita di una nuova impresa editoriale per sapere se ha avuto successo.

Ma non bisognerà aspettare maggio per capire cosa rende la nuova testata pagina99 diversa dagli altri esperimenti editoriali lanciati finora. Avrà un’uscita cartacea quotidiana dal martedì al venerdì. Promuoverà un giornalismo lento, di qualità e di approfondimento e punterà, almeno in partenza, su un pubblico di nicchia. In edicola così come in rete. 

Per il momento si tratta di una sfida editoriale su più fronti, ma soprattutto su un terreno scivoloso come quello del giornalismo cartaceo in un periodo di generale crisi dei giornali: pagina99 sbarcherà in edicola l’11 febbraio. Il laboratorio virtuale è online, seppure ancora in versione beta, già da un paio di giorni.

“Siamo consapevoli di essere parte di una grande prova  – spiega Roberta Carlini, direttore della testata assieme a Emanuele Bevilacqua e Jacopo Barigazzi – ma partiamo dal presupposto che i lettori stiano abbandonando i giornali soprattutto perché vogliono un giornalismo diverso. Vogliamo cambiare l’informazione, riflettere su cosa chiedono le persone,  cosa ha stancato e cosa è addirittura inutile e costoso trattare”.

L’edizione cartacea, in 16 pagine,  sarà in edicola al costo di 1,50 euro non avrà una grande tiratura: l’intenzione, infatti, non è quella di competere con i grandi colossi dell’editoria ma di dare un’alternativa valida a chi chiede e desidera un cambiamento. Nel fine settimana ci sarà poi l’edizione di approfondimento di 56  pagine al costo di 3 euro. Il piano industriale si baserà sull’equilibrio tra pubblicità e vendita.

Roberta sottolinea che non tutta la stampa italiana è in crisi, basti pensare a Il Fatto Quotidiano e a Internazionale: “Bisogna iniziare da un pubblico di nicchia, quello che chiede un  giornalismo di qualità e approfondimento. Abbiamo aperto un blog su Tumblr per chiedere ai lettori cosa volessero da un nuovo giornale. Un’interazione che continueremo a nutrire attraverso i social network e una vasta community collegata al sito”.

Due le risposte: affidabilità e correttezza. Che si traducono in verifica puntuale delle notizie, nel controllo incrociato e nel largo spazio dedicato al data journalism.

Per avere un’idea dell’impostazione editoriale basta affacciarsi in rete e dare uno sguardo alla versione beta del sito. Il punto di osservazione è legato all’economia e al lavoro “non intesi come scienze precise e spesso indecifrabili ma come modi di guardare e interpretare la realtà”, spiega Roberta Carlini. “Mentre in passato i lettori acquistavano i giornali per decidere da che parte stare, oggi vogliono crearsi un personale punto di vista. Per farlo, hanno bisogno di chi gli fornisca con chiarezza e affidabilità dati e informazioni sulla realtà. Uscendo dal vittimismo e dal sensazionalismo per lasciare spazio ai fatti”.

Tutto in una redazione di 20 giornalisti – tra i quali alcuni transfughi de Linkiesta e del gruppo Espresso – e numerosi collaboratori impegnati nella realizzazione “multicanale” di pagina99 “per creare un ecosistema in cui carta e web non si sovrappongano e non siano in competizione. Una stessa redazione per diversi media”.

La formula online di pagina99 ha un sapore internazionale. Si ispira al Financial Times per i contenuti e al meglio dell’editoria digitale per quanto riguarda la grafica, a partire dal modello di Newsweek: contributi  multimediali, grafica dinamica  e approfondimento.

Perché internet non vuol dire solo velocità e brevità: “Vogliamo che ci sia molto spazio per l’ampliamento delle tematiche – sottolinea Roberta – con inchieste, reportage, editoriali. Ma soprattutto cercheremo la qualità, a costo di non pubblicare anche i grandi scoop senza averli prima verificati a fondo. Perché i mezzi tecnologici permettono di fare un giornalismo migliore, ma anche di dare tanto spazio a quello peggiore”.

Tra le novità, la possibilità di scegliere il livello di approfondimento degli articoli attraverso una struttura a fisarmonica (i direttori del sito li chiamano “a contesto variabile”  e l’introduzione della forma del “Dibattito”.

“Gli articoli avranno una sorta di divisione modulare in paragrafi: il lettore può scegliere di aprirli o meno a seconda dei propri interessi e delle proprie competenze senza però perdere l’essenzialità della notizia. Contemporaneamente, però, questo ci permette di aprirci al long-form journalism”. Insomma, una soluzione che va incontro a chi ha poco tempo per leggere e a chi, invece ne ha anche troppo.

E poi, uno stop alla polemica urlata dei talk show e ai commenti molesti degli utenti di internet: sarà introdotta la forma del “Dibattito” in cui, scelto un tema, si darà la parola a esperti che sosterranno tesi  contrapposte a patto di portare sul tavolo della discussione dati e argomentazioni valide, verificate e verificabili. Ovviamente, saranno moderati anche i commenti dall’esterno.

“Vogliamo cercare di uscire fuori dal rumore di fondo che permea la rete – conclude Roberta – e siamo consapevoli che ci stiamo lanciando in un’impresa titanica. Ma non abbiamo fretta, procederemo a piccoli passi creando e migliorando il giornale di giorno in giorno e soprattutto accogliendo i consigli dei lettori. Dove arriverà questo giornale? Lo scopriremo solo facendolo”.

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