il Ducato » premio Pulitzer http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » premio Pulitzer http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it L’America sbarca a Urbino: 40 futuri reporter raccontano la città ducale http://ifg.uniurb.it/2013/06/13/ducato-online/lamerica-sbarca-a-urbino-40-futuri-reporter-raccontano-la-citta-ducale/51305/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/13/ducato-online/lamerica-sbarca-a-urbino-40-futuri-reporter-raccontano-la-citta-ducale/51305/#comments Thu, 13 Jun 2013 16:10:57 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=51305 Urbino Now arriverà a fine giugno scritto e pensato da ragazzi statunitensi in visita. A supervisionare il lavoro dei ragazzi, anche due premi Pulitzer ]]>

Bob Marshall e Dennis Chamberline in un bar di Urbino

URBINO – Quaranta studenti americani sono arrivati sabato scorso a Urbino: per un mese sezioneranno la città vicolo per vicolo e la racconteranno, rigorosamente in inglese, nel loro sito internet e nel magazine cartaceo Urbino now. Il progetto, che va avanti da 4 anni in collaborazione con l’università e il comune di Urbino, è curato da insegnanti d’eccezione: il fotoreporter Dennis Chamberlin e il giornalista Bob Marshall –  vincitori del premio Pulitzer – e i reporter Susan West e Michael Gold.

I ragazzi hanno già cominciato a girare per le vie della città con la macchina fotografica al collo e la penna in mano, alla ricerca di “feature news”, notizie di approfondimento: “Noi non facciamo un giornale con notizie di cronaca – spiega Michael Gold, vicecaporedattore del magazine – vogliamo imparare la cultura del posto e approfondirla. C’è una sezione apposita nel giornale che si chiama ‘Go Native’ (vivi come gli abitanti del posto) in cui i ragazzi raccontano le tradizioni culturali di Urbino. Il nostro giornale è pensato anche per i turisti che vengono qui in vacanza”.

I ragazzi provengono da università americane di ‘comunicazione’ e durante questo mese di corso si allenano a diventare reporter completi: “C’è chi è più bravo a scrivere e chi a fotografare – racconta Susan West, caporedattore di Urbino now – qui invece devono imparare a fare tutto contemporaneamente”. Il master, cui si accede pagando la cifra di 5000 dollari, comprende anche un corso d’italiano, un corso di scrittura giornalistica e lezioni di fotografia e fornisce ai ragazzi tre crediti formativi validi nelle loro università.

Ogni studente alla fine del mese dovrà produrre per il magazine 4 articoli: una storia più ‘consistente’, due articoli brevi e uno da inserire nella sezione ‘go native’. Una studentessa dello scorso anno, in quest’ultima sezione, ha indagato il tema dei vari tipi di caffè in Italia: un argomento difficile da districare anche per noi autoctoni.

Oltre al giornale, i ragazzi pubblicano notizie sul sito internet del corso, gestito da Bob Marshall e Dennis Chamberlin. Dall’inizio i due giornalisti seguono questo progetto italiano e confidano una piccola debolezza: adorano il caffè espresso. “Mi piace moltissimo – dice Chamberlin – è molto meglio di quello americano”.

 

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A lezione di giornalismo dai premi Pulitzer: a Urbino il corso per futuri reporter http://ifg.uniurb.it/2013/06/11/ducato-notizie-informazione/40-studenti-americani-e-2-premi-pulizer-urbino-ospita-un-corso-per-futuri-reporter/50533/ http://ifg.uniurb.it/2013/06/11/ducato-notizie-informazione/40-studenti-americani-e-2-premi-pulizer-urbino-ospita-un-corso-per-futuri-reporter/50533/#comments Tue, 11 Jun 2013 11:06:27 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=50533 [continua a leggere]]]> URBINO – 40 studenti provenienti da varie università americane a lezione di giornalismo da due premi Pulitzer. I ragazzi sono arrivati sabato a Urbino e resteranno un mese per seguire il corso tenuto da Bob Marshall (New Orleans Tymes Picayune), dal fotografo Dennis Chamberlain e dalla reporter Susan West. Durante il periodo di formazione i ragazzi produrranno un magazine e scriveranno le notizie sul sito internet del corso.

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Pulitzer, ecco i 21 servizi vincitori http://ifg.uniurb.it/2013/04/16/ducato-online/pulitzer-ecco-i-21-servizi-vincitori/43084/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/16/ducato-online/pulitzer-ecco-i-21-servizi-vincitori/43084/#comments Tue, 16 Apr 2013 17:23:51 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=43084 [continua a leggere]]]> Dai poliziotti a cui non piace rispettare i limiti di velocità (e uccidono 19 persone) alla guerra civile in Siria, da l’inquinamento degli oleodotti in Michigan ai conti segreti dell’ex premier cinese Wen Jiabao: sono questi alcuni degli argomenti trattati dai servizi, dalle inchieste e dai reportage vincitori dei prestigiosi premio Pulitzer, assegnati ieri a New York. Ecco, in dettaglio, i 14 vincitori.

SERVIZIO PUBBLICO
Sun Sentinel, Fort Lauderdale, FL

A tutta velocità, per andare a lavoro o semplicemente per gioco, fino a superare i 200 chilometri all’ora. Oltre 800 poliziotti della Florida, secondo l’inchiesta del Sun Sentinel di Fort Lauderdale, quotidianamente superano i limiti di velocità (circa 90 chilometri orari) “violando in modo evidente la fiducia dei cittadini”. Dal 2004 l’eccesso di velocità ha provocato 320 incidenti e 19 morti. Solo un poliziotto è stato condannato: 60 giorni di carcere.

BREAKING NEWS
La redazione del The Denver Post

Denverpost.com del 20 luglio 2012

 La notte del 20 luglio 2012 centinaia di persone affollavano il multisala “Century 16 Movie Theater” di Aurora per vedere la prima mondiale del film “Il Cavaliere Oscuro – Il Ritorno“. Dodici fra gli spettatori, tra i quali diversi bambini, furono uccisi. Per aver raccontato il “massacro di Aurora” in modo puntuale e preciso, attraverso l’uso di Twitter, Facebook, video e foto, lo staff del The Denver Post vince il Pulitzer sezione Breaking News.  Il giornale ha anche pubblicato l’audio della prima telefonata ricevuta dalla polizia che segnalava gli spari e una timeline interattiva che descrive ogni momento della vicenda.

 
GIORNALISMO INVESTIGATIVO
David Barstow e Alejandra Xanic von Bertrab del New York Times

L’inchiesta dei giornalisti David Barstow e Alejandra Xanic von Bertrab sul fenomeno della corruzione nel Wal-Mart, nel settore della grande distribuzione

Come fa una multinazionale nel settore della vendita al dettaglio a sbaragliare la concorrenza e dominare con successo anche il difficile mercato messicano? La domanda se la sono posta due giornalisti del NYT e la risposta è stata tutt’altro che incoraggiante. Dal 2005 infatti i dirigenti di Wal – Mal, multinazionale con oltre 200 dipendenti in Messico, sono riusciti ad ottenere il controllo di Città del Messico corrompendo la pubblica amministrazione per avere permessi e licenze: quasi 20 milioni di euro (24 milioni di dollari) in totale di mazzette.

EXPLANATORY REPORTING (Giornalismo esplicativo)
La redazione del New York Times

I lati oscuri di una delle più potenti società del mondo, dalla paga dei lavoratori alla produzione dei componenti fuori dal continente americano

La “i” revolution, quella degli iPhone, iPad e  iTunes, ha cambiano radicalmente molti aspetti della vita sociale, dall’economia mondiale al modo in cui le persone interagiscono fra di loro. Ma il mondo Apple non è tutto rose e fiori, anzi forse, a guardar bene, quella ‘mela’ è piena di bruchi. Così lo staff del NYT ha voluto scavare a fondo nella “i-produzione”, scoprendo ad esempio che la maggior parte dei componenti elettronici viene prodotta all’estero, in Russia, Cina, Turchia o Repubblica Ceca provocando molte perdite nelle casse americane. In molte fabbriche inoltre i lavoratori fanno turni da più di 60 ore a settimana, 7 giorni su 7, spesso senza avere gli straordinari pagati. Nel 2009 circa 140 persone accusarono ferite provocate dall’uso dell’esano, un elemento tossico usato per pulire gli schermi degli iPhone.

GIORNALISMO LOCALE
Brad Schrade, Jeremy Olson e Glenn Howatt dello Star Tribune, Minneapolis

Poche cure e scarsa igene negli asili di Minneapolis causando la morte di 8 bambini

Asili con un numero di bambini superiore a quello consentito e condizioni che violavano le regole di sicurezza. Secondo l’inchiesta dello Star Tribune di Minneapolis, che ha preso in esame centinaia di atti della polizia contro gli asili non a norma, il numero di bambini morti negli asili si è raddoppiato negli ultimi 5 anni fino ad arrivare a uno al mese. Tra questi c’era anche Blake Fletcher, 3 mesi, lasciato senza controlli per più di due ore in un box per bambini e morto asfissiato.

GIORNALISMO SU QUESTIONI NAZIONALI
Lisa Song, Elizabeth McGowan e David Hasemyer dell’InsideClimate News, Brooklyn, NY

Il lavoro di Lisa Song, Elizabeth McGowan e David Hasemyer sulla scarsità dei controlli sugli oleodotti negli States

Il Pulitzer premia anche la salvaguardia dell’ambiente. E’ il caso dell sito no-profit InsideClimate News di Brooklyn che ha ricevuto il prestigioso premio grazie all’indagine condotta nel 2010 sugli oleodotti della società canadese Enbridge. Sotto accusa alcune delle tubature in Michigan: a causa della scarsa manutenzione e della mancanza di controlli, una perdita di oltre tre milioni di litri di petrolio si è riversata direttamente nei fiumi Talamadge e Kalamazoo. I fiumi confluiscono nel lago Michigan che fornisce acqua potabile a oltre 10 milioni di persone.

GIORNALISMO SU QUESTIONI INTERNAZIONALI
David Barboza del New York Times

Il servizio del NYT sugli affari della famiglia di Wen Jiabao

Almeno 2,7 miliardi di dollari (quasi 2,1 miliardi di euro) è la fortuna della famiglia dell’ex premier cinese Wen Jiabao secondo l’inchiesta di David Barboza. La madre di Wen, Yang Zhiyun, che era un’insegnante del nord della Cina, oggi, a 90 anni, “non solo è uscita dalla povertà, ma è divenuta incontestabilmente ricca”. L’inchiesta la vede soggetto, assieme con figli e cognati, in investimenti che spaziano dalla finanza all’acquisto di gioielli e aziende di telecomunicazione, nonché progetti di infrastrutture. Dall’uscita della notizia i legali della famiglia cinese hanno fatto causa al NYT il quale sito poco dopo è stato anche attaccato da hacker cinesi.

FEATURE (giornalismo d’approfondimento)
John Branch del New York Times

L’infografica interattiva che spiega le dinamiche della valanga che travolse e uccise 16 tra sciatori e snowboarders

“La neve arrivò dirompente senza preavviso tra gli alberi, solo un sibilo all’ultimo secondo, seguito da un muro a due piani di colore bianco e il grido lacerante di Chris Rudolph: ‘Valanga! Elyse!‘. La cosa che più avevano cercato – la fresca e morbida neve – d’improvviso divenne il loro nemico. Da qualche parte sopra, sul prato bianco e intatto della montagna, si era formata una crepa a forma di fulmine che ha ‘affettato’ una lastra di ghiaccio di quasi 200 metri di larghezza e tre metri di profondità. La gravità ha fatto il resto”. E’ la storia dei sopravvissuti alla valanga di Tunnel Creek, sulle Cascade Mountains nello Stato di Washington, che nel febbraio 2012 ha ucciso quattro persone e che il Times ha raccontato con una imponente infografica interattiva.

OPINIONI
Bret Stephens del Wall Street Journal

Uno degli editoriali che hanno valso al giornalista il premio Pulitzer

Bret Louis Stephens, classe 1973, è un giornalista americano nato a New York e vissuto a Città del Messico. La sua carriera al Wall Street Journal inizia nel 1998, prima come editorialista a New York poi a Bruxelles per il Wall Street Journal Europe. Dal 2006 cura l’editoriale del giornale dal titolo “Global View” nel quale si occupa di politica estera e interna americana. Secondo la giuria del premio, i suoi articoli sono “incisivi e spesso animati da colpi di scena “.

CRITICA
Philip Kennicott del Washington Post

Premio sezione “Criticism” a Kennicott per i suoi articoli sull’arte e la società

Philil Kennicott, 47 anni, è il critico d’arte della sezione Style del Washington Post dal 1999. A valergli i premio sono stati, tra gli altri, i suoi articoli sull’esibizione fotografica “A Living Man Declared Dead and Other Chapters I-XVIII” di Taryn Simon alla Corcoran Gallery, la mostra di architettura di Kevin Roche alla National Building Museum e un saggio sulla violenza delle immagini fotografiche online. La giuria ha premiato Kennicott per “i suoi saggi eloquenti e appassionati sull’arte e sulle forze sociali che vi sono alla base, un critico che da sempre si impegna per rendere i suoi argomenti interessanti al pubblico”. Nel 2000 il giornalista era stato finalista per il premio Pulitzer nella sezione “Editoriali”.

EDITORIALI
Tim Nickens e Daniel Ruth del Tampa Bay Times, St. Petersburg, FL

Uno degli articoli che ha permesso di continuare con la fluorizzazione dell’acqua a Pinellas County

La fluorizzazione è una pratica chimica che permette di aggiungere composti di fluoro nell’acqua con lo scopo di prevenire la carie. Il metodo è sicuro e dal 2000 aiuta i cittadini americani a prevenire le visite dal dentista. Nel 2011 a Pinellas Country la commissione della città aveva intenzione di terminare la fluorizzazione affermando che troppo fluoro poteva fare male alla salute.  Tim Nickens e Daniel Ruth, attraverso i loro 10 editoriali sul tema, hanno dimostrato che il fluoro non fa male, battendosi per continuare la fluorizzazione e preservare la salute dentale dei 700.000 abitanti di Pinellas County.

VIGNETTE
Steve Sack dello Star Tribune, Minneapolis

Una vignetta raffigura il leader nord coreano Kim Jong-un

“Una collezione di vignette dallo stile originale e create con l’intelligente intenzione di far capire bene al pubblico il suo inconfondibile punto di vista”. Con questa frase i giudici del Pulitzer hanno premiato Steve Sacks, vignettista dello Star Tribune dal 1981. Sack ha disegnato oltre 7.800 vignette per il giornale, tutte a tema politico-economico,  e nel 2004 è stato finalista per lo stesso premio.

FOTOGRAFIA DI ATTUALITA’
Rodrigo Abd, Manu Brabo, Narciso Contreras, Khalil Hamra e Muhammed Muheisen dell’Associated Press

Un siriano piange stringendo il figlio ucciso dalle truppe militari del regime vicino a Dar El Shifa hospital, Aleppo. Foto di Manu Brabo

Il premio Pulitzer per la fotografia ‘breaking news‘ va a cinque fotografi dell’agenzia internazionale Associated Press per i reportage fatti negli ultimi due anni sulla guerra in Siria. Per la giuria sono “memorabili” e scattati “sotto estremo pericolo”. La guerra civile in Siria tra i ribelli dell’Esercito Siriano Libero e il governo di Bashar al-Assad è una delle più sanguinose di tutto il Medio Oriente: 90.000 morti in due anni secondo l’ultimo bilancio delle Nazioni Unite.

FOTOGRAFIA
Javier Manzano, fotografo free-lance, Agence France-Presse

La foto, distribuita da Agence France-Presse, è stata scattata il 18 ottobre 2012 ad Aleppo

Due soldati ribelli siriani fanno la guardia al loro covo nel quartiere Jabl Karmel di Aleppo. La luce entra timida dietro di loro, trovando spazio da alcuni fori lasciati da colpi di proiettile e schegge vaganti. Nel suo passaggio illumina la polvere di più di cento giorni di bombardamenti, bombe e scontri a fuoco. Il quartiere di Karmel Jabl è un punto strategico per la sua vicinanza alla strada principale che separa alcuni dei principali campi di battaglia della città. Entrambe le parti, l‘Esercito Libero Siriano e il regime, puntano molto sui cecchini in un gioco al gatto e al topo lungo le linee del fronte di Aleppo.

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Pulitzer: 4 premi al New York Times. Al Sun Sentinel il ‘servizio pubblico’ http://ifg.uniurb.it/2013/04/16/ducato-online/pulitzer-quattro-premi-al-new-york-times-per-il-servizio-pubblico-vince-il-sun-sentinel/43060/ http://ifg.uniurb.it/2013/04/16/ducato-online/pulitzer-quattro-premi-al-new-york-times-per-il-servizio-pubblico-vince-il-sun-sentinel/43060/#comments Tue, 16 Apr 2013 08:05:58 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=43060

L’inchiesta del Sun Sentinel sugli eccessi di velocità dei poliziotti fuori servizio

Trionfo per il New York Times alla premiazione dei premi Pulitzer 2013 . Il giornale ha vinto in quattro delle 21 categorie: giornalismo investigativo, ‘explanatory reporting’ (giornalismo ‘esplicativo’), temi internazionali e feature (che potremmo tradurre ‘di approfondimento’). I premi sono stati annunciati ieri alle 15 ora americana (alle 21 in Italia), alla Columbia University.

Il quotidiano newyorkese si è segnalato per il servizio dedicato all’attività di Wal-Mart, la più grande catena americana di distribuzione al dettaglio, e il suo uso di corruzione e tangenti per dominare il mercato messicano; per quello sulla Apple, al centro di un’inchiesta sulle pratiche di business del colosso americano e sul lato più oscuro dell’economia globale. John Branch ha vinto nella categoria ‘feature’ per la sua narrazione evocativa della morte di alcuni sciatori travolti da una valanga. Il giornalista ha approfondito inoltre la sua analisi spiegando le cause scientifiche di questi disastri naturali.

Infine, il miglior servizio internazionale è stato assegnato a David Barboza per l’indagine sulla corruzione ad alti livelli del governo cinese e tra i parenti dell’ex primo ministro Wen Jiabao. Un riconoscimento che la Cina non ha apprezzato: il portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying, all’indomani della premiazione, ha dichiarato che secondo Pechino dietro il reportage ci sarebbe una campagna di diffamazione da parte di “voci” contrarie allo sviluppo del Paese asiatico.

foto di Javier Manzano

Come nella passata edizione in cui erano stati premiati anche siti solo online, come l’Huffington Post e Politico.com, anche quest’anno le testate solo online hanno ricevuto riconoscimenti. Inoltre quasi tutte le inchieste vincitrici hanno fatto largo uso di elementi multimediali pubblicati solo online, a conferma che il mondo dell’informazione non può ormai prescindere dal web.

Il premio per le notizie di carattere nazionale è andato all’associazione non profit InsideClimate News, che ha seguito i danni ambientali causati dagli oleodotti, concentrandosi sulla pericolosità del bitume diluito. Lo staff del sito di news ha festeggiato la vittoria con una videoconferenza perché -come ha dichiarato il fondatore ed editore David Sasoon- “lavoriamo tutti dalle nostre case”. Per le breaking news è stata premiata la redazione del Denver Post che ha raccontato la strage di Aurora, in Colorado, dove sono state uccise 12 persone.

Una delle foto del reportage dell’Associated press

Per la fotografia sono state premiate nella categoria ‘attualità’ le immagini di Rodrigo Abd, Manu Brabo, Narciso Contreras, Khalil Hamra e Muhammed Muheisen dell’ Associated Press che hanno raccontato la guerra civile in Siria; mentre nella categoria ‘feature photography’ è stato premiato il fotografo free-lance, Javier Manzano, per l’immagine di due soldati ribelli siriani che sorvegliano una sentinella dentro una stanza illuminata dalla luce che filtra dai fori prodotti da proiettili sulla serranda alle loro spalle.

Ecco l’elenco completo dei vincitori:

  • Giornalismo localeBrad Schrade, Jeremy Olson e Glenn Howatt dello Star Tribune, Minneapolis
  • Feature John Branch del New York Times
  • Opinioni Bret Stephens del Wall Street Journal
  • CriticaPhilip Kennicott del Washington Post
  • EditorialiTim Nickens e Daniel Ruth del Tampa Bay Times, St. Petersburg, FL
  • VignetteSteve Sack dello Star Tribune, Minneapolis
  • Fotografia di attualitàRodrigo Abd, Manu Brabo, Narciso Contreras, Khalil Hamra e Muhammed Muheisen dell’Associated Press
  • FotografiaJavier Manzano, fotografo free-lance, Agence France-Presse

Vincitori 2013 nella sezione letteratura, teatro, musica

  • Romanzi “The Orphan Master’s Son” di Adam Johnson
  • Teatro“Disgraced” di Ayad Akhtar
  • Scrittura di saggi storici“Embers of War: The Fall of an Empire and the Making of America’s Vietnam” di Fredrik Logevall (Random House),
  • Biografie“The Black Count: Glory, Revolution, Betrayal, and the Real Count of Monte Cristo” di Tom Reiss (Crown)
  • Poesia“Stag’s Leap” di Sharon Olds
  • Saggistica“Devil in the Grove: Thurgood Marshall, the Groveland Boys, and the Dawn of a New America” di Gilbert King (Harper)
  • Musica“Partita for 8 Voices” di Caroline Shaw (New Amsterdam Records)

Il Pulitzer è il riconoscimento giornalistico più antico e prestigioso del mondo. Istituito nel 1917 dall’editore Joseph Pulitzer, è gestito dalla Columbia University di New York a cui il magnate lasciò tutti i suoi averi. Il premio, diviso in 21 categorie, assegna ai vincitori una ricompensa di diecimila dollari. Al vincitore della categoria ‘servizio pubblico’, al posto dei soldi, viene, invece, conferita una medaglia d’oro. Oltre ai premi per il giornalismo la giuria –composta da 19 personalità del mondo dell’informazione – assegna anche sette premi per le arti, la musica e la letteratura.

Nella categoria narrativa -in cui l’anno scorso nessun romanzo era stato considerato all’altezza si ricevere il Pulitzer- è stato premiato lo scrittore Adam Johnson, autore di The Orphan Master’s Son, pubblicato in Italia da Marsilio con il titolo ‘Il signore degli orfani’.c’è stato anche un vincitore nella sezione narrativa.

 

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Pulitzer 2012: la rivincita della Rete http://ifg.uniurb.it/2012/04/17/ducato-online/pulitzer-2012-la-rivincita-del-web/31054/ http://ifg.uniurb.it/2012/04/17/ducato-online/pulitzer-2012-la-rivincita-del-web/31054/#comments Tue, 17 Apr 2012 08:13:51 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=31054 LEGGI i commenti sul web / STORIFY]]>

I festeggiamenti della redazione dell'Huffington Post

URBINO – È finita l’era del dominio della carta stampata sui media. Il giornalismo online trionfa alla consegna dei Pulitzer, il riconoscimento più importante nel campo dell’informazione.

Per la prima volta nella storia due premi sono infatti andati a media esclusivamente online: l’inviato di guerra David Wood dell’Huffington Post per le storie  dei reduci dei conflitti in Afghanistan e Iraq, e il vignettista Matt Wuerker di Politico.com.

LE REAZIONI – “Siamo felicissimi e onorati – ha commentato Arianna Huffington, presidente e direttore dell’Huffington Post Media Group – perché il premio riconosce sia il valore esemplare degli articoli di David, sia l’impegno dell’HuffPost verso un’informazione originale che riferisca sia del dibattito nazionale che della vita della gente reale”.

Anche Bill Nichols, il direttore di Politico.com – un sito incentrato sulla vita politica di Washington – ha accolto con grande soddisfazione il riconoscimento: “Il lavoro di Wuerker rappresenta una delle più grandi sfide, per afferrare l’essenza e l’immagine del panorama della capitale, inghiottito da polemiche, ostinazione e menzogna”.

Anche fuori dalle redazioni interessate, l’entusiasmo è alto. Rem Reider, direttore dell’American Journalism Review, parla di “assegnazione salutare dei premi di quest’anno” perché dimostra che “i Pulitzer si sono mossi, anche se lentamente, da un focus esclusivo sulla carta stampata. Il mondo è cambiato notevolmente e ci sono molti interessanti sviluppi con le notizie digitali”.

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GLI ALTRI PREMI – Non sono mancati poi i premi ai media tradizionali. Il New York Times ha vinto per il giornalismo

La foto vincitrice del premio per la miglior fotografia breaking news

internazionale con i reportage dall’Africa di Jeffrey Gettleman e per le inchieste con il lavoro sulla crisi di David Kocieniewski.

Tra gli altri vincitori, il quotidiano dell’Alabama Tuscaloosa News per la categoria breaking news e Sara Ganim del Patriot-News Staff per la copertura locale sullo scandalo degli abusi sessuali alla Penn State University. Per il giornalismo investigativo, invece, la giuria ha scelto quattro giornalisti dell’Associated Press e due del Seattle Times.

Il premio per la fotografia breaking news è andato a Massoud Hossaini, fotografo dell’agenzia France-Presse che opera in Afghanistan. Si tratta del primo premio per la fotografia per l’agenzia francese.

RICONOSCIMENTI ORFANI – Un’altra importante novità del Pulitzer 2012 è che ci sono diverse categorie senza vincitore. In particolare nessuna medaglia è stata consegnata per il miglior editoriale, mentre per le categorie non giornalistiche, è rimasta orfana la narrativa, per la prima volta dopo 35 anni. La giuria, che ha assegnato questo tipo di premio per la prima volta nel 1917, non ha ritenuto opportuno conferire l’onorificenza.

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Twitter non fa rima con Pulitzer http://ifg.uniurb.it/2012/01/23/ducato-online/twitter-non-fa-rima-con-pulitzer/16629/ http://ifg.uniurb.it/2012/01/23/ducato-online/twitter-non-fa-rima-con-pulitzer/16629/#comments Mon, 23 Jan 2012 09:37:14 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=16629 LEGGI - Sarubbi: "Strumento di trasparenza" ]]> URBINO – Niente Pulitzer per i tweet.  L’organizzazione del Premio è stata chiara: l’attività di live-twitting non può considerarsi una forma di giornalismo e non è candidabile al prestigioso riconoscimento.

Nel dicembre scorso, i membri del Comitato che assegna i Pulitzer avevano modificato la definizione di Breaking News Reporting, una delle categorie del Premio.

Secondo loro, infatti, nell’era dell’informazione a flusso continuo, delle reti all news e dei social network, non basta più arrivare per primi sulla notizia, ma occorre “catturare gli eventi in maniera accurata e, mentre il tempo passa, andare più a fondo, fornire un contesto, espandere la copertura iniziale”.

L’idea di rivedere la definizione, provando a includervi il moderno genere del real time-coverage, ovvero l’aggregazione in tempo reale dei contributi pubblicati online da testate o semplici utenti, era nata dopo il calo delle candidature per la sezione “Breaking News Reporting”.

Sezione che addirittura, nell’ultima edizione, non aveva visto assegnato alcun premio. “Sarebbe davvero deludente se un evento accaduto alle 8 di mattina fosse raccontato per la prima volta su un quotidiano del giorno dopo”, aveva scritto in un comunicato il Consiglio del Pulitzer Prize. Da qui l’ipotesi che anche il flusso informativo di Twitter potesse meritare l’assegnazione di un premio.

Il sito GigaOM ha proposto la candidatura di Andy Carvin, reporter della National Public Radio (Npr), la radio pubblica statunitense, che ha usato il suo account Twitter per aggregare e verificare in tempo reale gli eventi della Primavera araba. Grazie ai suoi tweet, Carvin diffondeva decine di notizie al giorno, riprese da utenti presenti sul luogo, separando le notizie vere dal “rumore di fondo”, ovvero le bufale che circolano in rete.

All’indomani della proposta, è arrivata la risposta di Sig Gissler, amministratore del Pulitzer, che ha escluso che Carvin potesse beneficiare di un  premio. Questa la motivazione: “L’intero materiale deve figurare su un sito di notizie idonee – ovvero un sito gestito da una testata giornalistica statunitense che pubblica almeno settimanalmente nel corso dell’anno civile e che aderisce ai più elevati principi giornalistici”.

Almeno per il momento, quindi, Twitter è fuori dai giochi. Ma è anche vero che nel 2010 il Pulitzer per il giornalismo investigativo è stato assegnato per la prima volta nella storia a ProPublica, una testata online e non profit. Cosa che appena qualche anno fa poteva sembrare impensabile.

Risale al 2008 la decisione da parte del Comitato selezionatore di includere nelle possibili candidature anche “giornali stampati e organi d’informazione che pubblicano solo sul web”, purché le notizie vengano aggiornate almeno una volta alla settimana, il materiale sia attendibile e di prima mano. La precedente apertura all’innovazione era avvenuta nel 1943, quando erano stati ammessi a concorrere anche i servizi fotografici.

Ma è davvero possibile che arrivino da Twitter notizie così importanti da meritare il premio giornalistico più prestigioso? Abbiamo provato a rispondere, selezionando alcuni racconti di cronaca fatti su Twitter che, a nostro avviso, avrebbero potuto meritare il Pulitzer per le categorie Breaking News Reporting (ultim’ora) e Public Service (servizio pubblico). Gli autori sono blogger, giornalisti, ma anche comuni cittadini.

IL SUICIDIO DI BOUZID – Il 18 dicembre 2010, sul social network, è comparso  un tweet che diceva che Mohamed Bouazizi, ambulante tunisino, si era dato fuoco per protesta dopo la confisca della sua merce da parte della polizia: “Per il pane un ragazzo ha cercato di suicidarsi #SidiBouzid”.

Era il primo cinguettìo a diffondere la notizia di quel gesto disperato, che diede inizio alle rivolte contro i regimi dittatoriali del Medio Oriente e del Nord Africa. In meno di 140 caratteri è contenuta la svolta virtuale nel racconto della realtà dei giorni nostri.

Dall’hashtag #SidiBouzid internet e i social network si sono fatti urlo della primavera araba. E non solo. Sono diventati testimoni diretti dei fatti, osservati da ogni angolo del mondo attraverso l’occhio di persone qualunque che, per caso, si sono trasformate in reporter.

BLOGGER LIBICI – Il 17 febbraio, sulla scia delle proteste del mondo arabo e delle rivolte tunisina ed egiziana, in Libia è stata convocata la “giornata della collera”. L’appello era partito da Internet, da una rete di giovani blogger. “I manifestanti cantano ‘Gheddafi sei un dittatore! Il tuo turno è arrivato! Il tuo turno è arrivato!’ #feb17” è uno dei tweet lanciati durante le proteste. Un altro dice: “Libici, noi abbiamo l’obbligo di proteggere qualsiasi singolo straniero pacifico, dovunque egli sia #lybia #17feb’. La rete ha rivestito un ruolo decisivo perchè ha consentito di organizzare in breve tempo il movimento di protesta e di raccontare in tempo reale le trasformazioni in atto nel Paese.

160 BLOGGER EGIZIANI –  Nel mese di maggio 160 blogger egiziani, usando l’hashtag #NoSCAF, hanno detto la loro contro l’esercito e le sue violenze. Fra questi, Hossam El-Mamalawi, che racconta sin dagli anni ’90 gli scioperi e l’ondata di repressione diffusasi in Egitto. Da diverse parti del mondo, come a Berlino, attivisti della rete hanno sostenuto le proteste e hanno cercato di garantire ai manifestanti collegamenti sicuri a Internet, anche quando i regimi autoritari li bloccavano. L’attività dei blogger egiziani è stata fondamentale nel diffondere una maggiore consapevolezza e spirito critico nella popolazione, divulgando informazioni spesso negate dai media tradizionali.

NOBUYUKI HAYASHI - L’11 marzo 2011 il giornalista freelance di Tokyo Nobuyuki Hayashi, @Nobi per Twitter, ha comunicato gli hotspot liberi, ovvero le aree in cui era possibile accedere a Internet in modalità senza fili.  In questo modo la gente ha potuto scambiarsi indicazioni sul terremoto e allo stesso tempo comunicare al mondo ciò che stava avvenenendo. I micromessaggi di Twitter hanno avuto un ruolo fondamentale, in un momento in cui le rete telefoniche erano in sovraccarico e Internet rappresentava l’unico mezzo di comunicazione disponibile. Nell’istante della scossa, dalla sola città di Tokyo, sono stati inviati circa 1500 tweet al minuto, che contenevano hashtag come #earthquake e #japan.

SOHAIB ATHAR –  Il 2 maggio Sohaib Athar, consulente informatico, ha scritto dal suo profilo Twitter @ReallyVirtual:  “Un elicottero libra sopra Abottabad all’1.00. E’ un evento raro”. Attar ha potuto seguire il blitz in diretta e sul posto, dando notizia del passaggio di elicotteri sopra Abottabad, nella valle di Orash, definendolo anomalo.

Si è trovato così testimone inconsapevole di un momento storico come l’uccisione di Osama Bin Laden. Altri tweet sull’evento sono arrivati da Mohcin Shah, informatico pakistano. Probabilmente troppo poco per un Pulitzer, ma sempre indicativo della potenza del mezzo.

KEITH URBAHN – La notizia della morte di Osama Bin Laden è stata data da Keith Urbahn, capo dello staff del segretario della Difesa Donald Rumsfled, prima ancora che la Casa Bianca ne desse l’annuncio ufficiale, fatto dal Presidente quaranta minuti dopo.

“Mi è stato detto da una persona rispettabile che hanno ucciso Osama Bin Laden”, ha twittato Urbahn.

Il post, secondo l’analisi di una società di New York, ha registrato un traffico di quattromila tweet al secondo. Anche l’ annuncio dell’apparizione di Obama è arrivato prima su Twitter che altrove, grazie a Steve Brusk della Cnn che ha riferito dal suo profilo come da Washington stesse per partire un annuncio collegato alla sicurezza nazionale (national security related).

BRIAN STELTER – A novembre il giornalista del New York Times, Brian Stelter, ha riportato su Twitter e Storify la cronaca di Occupy Wall Street a Zuccotti Park. Durante l’operazione di sgombero la stampa è stata tenuta lontana dalla zona e lo spazio aereo sopra Manhattan è stato chiuso agli elicotteri delle televisioni.

E’ solo grazie agli attivisti presenti che è stato documentato in tempo reale quanto stava avvenendo. Questo uno dei tanti tweet partiti da Zuccotti Park:  “Police helicopters have closed air space over #OccupyWallStreet preventing all news helicopters from filming what’s happening” (“Elicotteri della polizia hanno chiuso lo spazio aereo sopra #OccupyWallStreet impedendo a tutti gli elicotteri delle testate di filmare cosa sta succedendo”)

NOTIZIE FALSE – Ma Twitter ha diffuso anche delle0 bufale. Tra gli errori giornalistici dell’anno, raccolti da Craig Silverman, giornalista, scrittore e blogger, c’è il tweet “Giffords e altri sei uccisi da un uomo armato a Tucson”.  E’ stato Andy Carvin dell’emittente radiofonica pubblica Npr a dare la falsa notizia della morte della deputata Gabrielle Giffords. Notizia che è stata puntualmente ripresa dalla rete e dai media mainstream, una delle controindicazioni della velocità e fruibilità dell’informazione dei nostri tempi.

IN ITALIA – Anche nel nostro Paese i semplici cittadini così come i professionisti dell’informazione e della politica hanno cominciato a cogliere le potenzialità informative di Twitter.

Durante la Primavera araba una giornalista di Radio Popolare, Marina Petrillo, ha retwittato le informazioni relative alle proteste nel mondo arabo. Nonostante la giornalista non si trovasse sul posto, il suo gesto ha fatto da microfono nel grande flusso di Twitter. Il suo profilo è @alaskaRP, dal nome del suo programma radiofonico e del suo blog. La Petrillo è stata nominata dai lettori del quotidiano l’Unità la migliore giornalista-blogger attiva su Twitter, vincendo così l’Unità Best Twitter 2011.

C’è poi un personaggio pubblico che ha saputo usare Twitter in maniera del tutto innovativa. E’ Andrea Sarubbi, deputato del Partito democratico e giornalista, che ha creato l’hashtag #opencamera, portando su Twitter il racconto dei lavori della Camera. Sarubbi è stato così precursore in Italia di quello che in altri Stati esiste sotto il nome di Open government.  “Twittare dalla Camera ha due vantaggi: offre un pluralismo di interpretazioni di quello che sta accadendo e dà la possibilità di far conoscere cose della Camera che in giro non si sanno”, come ha spiegato Sarubbi al Ducato Online.

Ecco un esempio dei suoi tweet: ‘Al bagno della Camera ho incrociato Gaglione, quello col 99% di assenze. O forse era un fantasma, non so. #opencamera’. Al premio Unità Best Twitter 2011, Sarubbi è stato nominato dai lettori il politico che ha fatto il miglior uso di Twitter.

Dalla sua idea, in diversi Comuni d’Italia è partita l’abitudine di fare la cronaca in tempo reale dei consigli comunali. Ecco la mappa.

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Solo inchieste e niente pubblicità: il Pulitzer a ProPublica http://ifg.uniurb.it/2010/04/13/ducato-online/solo-inchieste-e-niente-pubblicita-il-pulitzer-a-propublica/2374/ http://ifg.uniurb.it/2010/04/13/ducato-online/solo-inchieste-e-niente-pubblicita-il-pulitzer-a-propublica/2374/#comments Tue, 13 Apr 2010 15:13:47 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=2374 Il premio Pulitzer andò a finire in internet: Pro Publica, rivoluzionario sito d’informazione online, quest’anno ha vinto la medaglia d’oro per il giornalismo investigativo, con un suo reportage su un ospedale di New Orleans durante l’uragano Katrina. E’ la prima volta che a una testata web senza un giornale di riferimento viene assegnato il più celebre premio giornalistico del mondo.

Pro Publica entra nel giornalismo americano rivoluzionando la produzione delle inchieste, vive grazie al finanziamento di alcuni filantropi e di fondazioni e alla generosità dei suoi lettori.  Tra i finanziatori, per esempio, c’è il miliardario americano Herb Sandler, che ha donato 30 milioni di dollari per il progetto.

Pro Publica si definisce come testata “a servizio del pubblico interesse”, una società indipendente non-profit con sede a New York. “Investigative journalism in the public interest” è il  motto di Pro Publica. Alla guida c’è Paul Steiger, 16 anni vicedirettore del Wall Street Journal e altri 32 reporter. Molti di loro sono stati licenziati dalle loro testate per la crisi che ha colpito il settore.

Per le sue inchieste Pro Publica collabora inoltre con i principali media americani, cedendo loro gratuitamente i  contenuti prodotti (il servizio vincitore del premio è nato da una cooperazione con il New York Times). Dalla Cnn al Los Angeles Times, da Usa Today allo Huffington Post.

Un modo di fare informazione che in Italia ancora non c’è: “In questa forma il giornalismo investigativo non esiste da noi – commenta Sergio Maistrello, giornalista ed esperto in giornalismo online – non so se qualche miliardario italiano sarà mai cosi illuminato da pensare di donare i suoi soldi nell’interesse della società. Non c’è questa sensibilità, chi ha i soldi per farlo ha un’altra concezione dei media”.

Mike Webb è direttore delle comunicazioni per Pro Publica. Anche per Webb il modus operandi di Pro Publica difficilmente potrà essere trasferito in Europa: “Non sono sicuro che questo tipo di giornalismo funzionerebbe in altre parti del mondo – dice – e in America abbiamo una grande tradizione di finanziamento tramite fondazioni.  Non credo che in Europa si possano trovare benefattori indipendenti che lascino lavorare da soli e in modo indipendente le testate giornalistiche”.

Anche Vittorio Zambardino, analista delle tecnologie e dei media, non pensa siano possibili molti paragoni con l’Italia. “C’è il rischio di enfatizzare – dice – è un risultato molto ‘americano’. Questo Pulitzer è merito dell’apertura dei media e della società statunitensi. Lì, a questo tipo di giornalismo è stata data una chance, come viene data a una persona che vuole aprire un’azienda o entrare in un mercato”.

Quello che sta arrivano anche da noi – spiega Maistrello – è la donazione diffusa, cioè cittadini che decidono di sostenere il giornalismo e la raccolta d’informazioni:  “La colletta per finanziare l’articolo che negli Stati Uniti è sperimentato da Spot Us, in Italia è arrivato con You Capital e dovrebbe arrivare con To Report”.

In You Capital, gli iscritti al sito possono presentare un progetto che verrà proposto nel sito: gli editori del progetto diventeranno così non più le compagnie “tradizionali”, ma i lettori internet che sono disposti a contribuire economicamente alla sua realizzazione. Discorso analogo per To Report, una piattaforma per la compravendita di servizi giornalistici, dove i lettori possono sia chiedere e proporre inchieste.

Per Maistrello il problema non è l’online o la stampa, il futuro del giornalismo investigativo non dipenderà dal mezzo “bisognerà solo fare buone investigazioni, fare buon giornalismo. Il futuro in rete sarà quello di recuperare il giornalismo com’è stato, scrostarlo dalle calcificazioni dei media di massa e da tutti gli inquinamenti che non appartengono alla professione ma agli interessi dell’editori.  Per far questo bisogna trovare un modo onesto per riuscire a ripagare le spese, anche con la collaborazione dei lettori e della società, benefica per prima di un buon giornalismo”.

Guida alla Rete

ProPublica

Premio Pulitzer

“The Deadly Choice” l’articolo premiato

YouCapital

ToReport

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Urbino Press Award: lunedì il vincitore. Lani: “Occasione per la nostra terra” http://ifg.uniurb.it/2010/04/13/ducato-notizie-informazione/urbino-press-award-lunedi-il-vincitore/2375/ http://ifg.uniurb.it/2010/04/13/ducato-notizie-informazione/urbino-press-award-lunedi-il-vincitore/2375/#comments Tue, 13 Apr 2010 14:49:20 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=2375 [continua a leggere]]]> URBINO – Urbino si prepara a consegnare il suo quinto premio giornalistico internazionale. Si tratta dell’ “Urbino Press Award 2010″ che mette a disposizione 10mila dollari e una scultura per il miglior giornalista  americano dell’anno. Il vincitore sarà proclamato il 19 aprila a Washington dall’ambasciatore italiano Giulio Terzi di Sant’Agata.

Giovanni Lani, presidente del premio, spiega a Ducato notizie che  l’obiettivo è quello di scoprire il personaggio “più rappresentativo per attività editoriale e capacità di  indagare oltre che nel mondo esterno, anche in quello interno. Il riconoscimento è dedicato a  chi non è solo osservatore, ma anche protagonista degli eventi e si spinge dentro alle cose fino a mutare il proprio punto di vista”. Secondo Lani la marcia in più che L’Urbino Press Award cerca di individuare è l’ esplorazione fatta non solo con gli occhi, ma con il cuore e l’anima. “Il giornalista che vincerà – spiega Lani – sarà stato in grado di lasciare una grande impronta nel proprio Paese, ma anche nel resto del mondo”.

“Il premio è ormai inserito a pieno titolo nelle relazioni bilaterali Italia-Usa -spiega Lani – ed è l’occasione per far sentire il sapore della nostra terra con concerti e prodotti enogastronomici. In America offriremo tra gli altri prodotti anche il tartufo di Acqualagna – continua Lani – e l’11 giugno il vincitore sarà a Urbino nel Palazzo Ducale. Qui, come gli intellettuali del Rinascimento che venivano a raccontare il mondo che cambiava, il giornalista presenterà la propria visione del mondo”

L’anno scorso il riconoscimento era stato assegnato a Thomas L.Friedman, il famoso editorialista del New York Times, vincitore di tre premi Pulitzer. (s.s.)

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