il Ducato » Alessandra Vittori http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Alessandra Vittori http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Michelangelo mangiava casciotta mentre dipingeva la Cappella Sistina. E i suoi terreni erano a Urbania http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/michelangelo-mangiava-casciotta-mentre-dipingeva-la-cappella-sistina-i-suoi-terreni-erano-a-urbania/73530/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/michelangelo-mangiava-casciotta-mentre-dipingeva-la-cappella-sistina-i-suoi-terreni-erano-a-urbania/73530/#comments Wed, 06 May 2015 04:07:20 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73530 Urbania

Casteldurante ai tempi di Michelangelo (da Cipriano Piccolpasso)

URBINO – Lo avreste mai detto che il grande Michelangelo oltre ad essere appassionato di casciotta era anche proprietario di terreni da formaggio a Casteldurante (oggi Urbania)? Non è una ‘bufala’ che corre su internet, ma ad affermarlo è il geologo e paleontologo Rodolfo Coccioni, professore ordinario del dipartimento di Scienze della Terra, della Vita e dell’Ambiente dell’Università di Urbino “Carlo Bo”.

“Che Michelangelo fosse un appassionato di casciotta è storia nota – annuncia la sua scoperta Coccioni – ma che avesse i suoi terreni da formaggio a Casteldurante è assolutamente una novità”.

“Negli ultimi tempi mi diverto a studiare e analizzare il paesaggio, soprattuto quello rinascimentale. Far parte del corso post laurea ‘Geologia e gusto’, attivo da tre anni all’Università di Urbino, inoltre, mi ha spinto a cercare collegamenti tra notizie storiche curiose e personaggi famosi” dice Coccioni al Ducato.

gioconda-193x300Il geologo non è l’unico ad aver scelto il territorio della provincia urbinate per i sui studi rinascimentali; anche Olivia Nesci e Rosetta Borchia si sono divertite a esaminare questa zona dimostrando che il paesaggio che si nasconde dietro la Gioconda rappresenta proprio il Montefeltro.  Nel celebre dipinto infatti comparirebbero anche i due massi calcarei Sasso Simone e Simoncello.

È stata proprio la presenza di così tanti artisti famosi in un questi luoghi che lo ha spinto a continuare gli studi iniziati da don Corrado Leonardi, studioso di Urbania, appassionato di storia della sua città. “Michelangelo amava la casciotta urbinate ma mancava il link che collegasse l’artista a Urbania – ha detto Coccioni – così ho analizzato di nuovo i documenti ritrovati da Leonardi: una corrispondenza tra Michelangelo e la moglie di Francesco Amatori, il più affezionato domestico e aiutante dell’artista, che lo aveva seguito anche a Roma”. Cecconi ha spiegato che in queste lettere Madonna Cornelia, una volta morto il marito era tornata a Urbania e da qui si preoccupava di inviare sempre l’amato formaggio all’amico del marito, rimasto a completare la Cappella Sistina.

Essendo ghiotto di formaggio, inoltre, aveva chiesto all’Amatori di comprare dei terreni dove potessero pascolare pecore e mucche. Tra i documenti analizzati dal geologo c’è un atto notarile del 12 febbraio 1554, che testimonia questo acquisto. “L’atto è stato fondamentale – ha detto Cecconi- perché indica i terreni con nomi particolari. Questo era stato sottolineato anche da Leonardi ma gli mancava un passaggio fondamentale, il link tra carta e luogo fisico. Io ho riletto tutto, mi sono fatto un giro per Urbania e ho confrontato i terreni fisici con i vecchi toponimi indicati dal documento e tutto è risultato chiaro. Infatti i nomi non sono cambiati poi tanto perché Campi Resi e Colonnelli rimangono ancora oggi invariati, mentre La Ricciola si è trasformato in Ca’ la Ricciola. Dopo più di 500 anni quindi la toponimia è rimasta la stessa.”

I terreni di Michelangelo

I poderi di Michelangelo a Casteldurante

FOTO 3

Pecore al pascolo sui terreni di Michelangelo

Una volta trovati i terreni Cecconi li ha analizzati dal punto di vista geologico e ha scoperto che sono dei terreni perfetti per fare la casciotta. Infatti, ha spiegato: “Per fare un buon formaggio servono territori pendenti e sabbiosi perché l’acqua deve scendere. Qui nasce l’erba migliore, il guaime, quella nata dopo la prima falciatura e quindi quella che fa meglio allo stomaco delle pecore e delle mucche e che fa produrre loro il latte migliore”.

 

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Sciopero scuole: chiuse anche le elementari di Gadana http://ifg.uniurb.it/2015/05/05/ducato-notizie-informazione/scuola-primaria-di-gadana-chiusa-per-lo-sciopero-nazionale/73472/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/05/ducato-notizie-informazione/scuola-primaria-di-gadana-chiusa-per-lo-sciopero-nazionale/73472/#comments Tue, 05 May 2015 10:54:34 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73472 [continua a leggere]]]> URBINO, 5 MAG - Anche la scuola primaria di Gadana, a Urbino, è rimasta chiusa per lo sciopero nazionale contro il disegno di legge presentato dal premier Matteo Renzi, chiamato la Buona scuola. Chiuse anche le elementari di Mazzaferro, Piansevero e Trasanni.

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Sciopero contro ‘la buona scuola’, la Cgil: “Anche a Urbino molti istituti chiusi” http://ifg.uniurb.it/2015/05/04/ducato-online/sciopero-contro-la-buona-scuola-la-cgil-anche-a-urbino-molti-istituti-chiusi/73191/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/04/ducato-online/sciopero-contro-la-buona-scuola-la-cgil-anche-a-urbino-molti-istituti-chiusi/73191/#comments Mon, 04 May 2015 14:55:27 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73191 Manifesto studentesco per adesione allo sciopero del 5 maggio

Manifesto studentesco per adesione allo sciopero del 5 maggio

URBINO – Anche a Urbino, e in tutta la provincia, lo sciopero nazionale della scuola rischia di creare disagi a studenti e famiglie, nonostante Adriabus garantisca il servizio scuolabus. Il 5 maggio il personale scolastico, gli studenti e i sindacati protesteranno uniti contro il disegno di legge presentato dal premier Matteo Renzi, chiamato Buona scuola.

La mobilitazione riguarderà non solo il Montefeltro: da Pesaro partiranno dei pullman per Roma e si svolgerà un flash mob in piazza del Popolo.

“Da Pesaro partiranno due pullman da 55 persone – ha detto Lilli Gargamelli, rappresentante della Cgil di Pesaro – i posti sono quasi tutti occupati. Speriamo che ci sia una grande affluenza al flash mob; le probabilità di avere un numero elevato di adesioni sono molte se consideriamo che, oltre al tema, molto sentito da tutti, la maggior parte delle scuole di Pesaro rimarrà chiusa. Anche a Urbino le scuole chiuse saranno molte, anche se probabilmente il numero sarà minore rispetto a quelle chiuse a Pesaro”.

Istituto P. Volponi

Istituto P. Volponi

“C’è stata un’adesione in massa tra i docenti della prima area e molto alta è stata anche per quelli della seconda, anche se fino a domani non sapremo i numeri precisi – ha dichiarato Antonio Serafini, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo P. Volponi di Urbino – la contestazione è legittima perché in società in continuo cambiamento è giusto che la scuola cambi, però non tutto in questo disegno di legge è giusto, c’è qualcosa da rivedere.  Tra gli obiettivi del governo c’è quello di prevedere misure per la valorizzazione e la sicurezza degli edifici scolastici; secondo me questo è un punto fondamentale e il governo si dovrebbe quindi preoccupare di dare più fondi per valorizzare la scuola pubblica perché spesso non si riescono a gestire nemmeno le attività ordinarie, come le pulizie. Per non parlare poi della ristrutturazione degli edifici: ci sono scuole in cui piove dal soffitto e i soffitti cadono a pezzi; è una questione di sicurezza, ma anche l’estetica non va sottovalutata perché un ambiente più gradevole è vissuto meglio da tutti”.

Lo sciopero generale della scuola è stato indetto da cinque sigle sindacali: Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda. Il primo sciopero unitario dopo 7 anni. Si sono unite anche le associazioni studentesche e l’Agenquadri (Associazione generale quadri, professionisti e alte professionalità). Il malcontento infatti è di chi vive la scuola tutti i giorni, dal personale scolastico alle famiglie. Gli studenti dell’Uds (Unione degli studenti) hanno scritto anche una lettera pregando i docenti di aderire alla contestazione “per difendere la scuola pubblica” e il loro futuro e “di stimolare discussioni sulla riforma nelle classi, invitando tutti gli studenti inconsapevoli di scendere in piazza a Roma”.

I punti della riforma per i quali si è indetto lo sciopero sono sei:

  1. organico triennale secondo la volontà del dirigente scolastico;
  2. contratti devono essere confermati dal dirigente anche per i docenti di ruolo che perderanno posizioni di graduatoria e posto per continuità;
  3. scomparsa di tutte le graduatorie;
  4. creazione di albi regionali e nazionali anche per i docenti di ruolo;
  5. mobilità coatta per i perdenti posto inseriti nell’albo regionale come precari per chiamata diretta del dirigente;
  6. aumento indiretto dell’orario di lavoro con 50 ore obbligatorie di formazione e supplenze.

 

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Urbino, approvato il bilancio consuntivo 2014. Avanzo di 1,7 milioni http://ifg.uniurb.it/2015/04/29/ducato-notizie-informazione/urbino-approvato-il-bilancio-consuntivo-2014-avanzo-di-17-milioni/73046/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/29/ducato-notizie-informazione/urbino-approvato-il-bilancio-consuntivo-2014-avanzo-di-17-milioni/73046/#comments Wed, 29 Apr 2015 21:58:13 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73046 [continua a leggere]]]> URBINO – Il Consiglio comunale di Urbino ha approvato il bilancio consuntivo 2014. Con un avanzo di quasi due milioni di euro il bilancio si è chiuso in positivo, rispettando la legge di stabilità. “Entro il 30 aprile i Comuni devono approvare il rendiconto dell’esercizio finanziario 2014 che serve a verificare gli equilibri finanziari, comprensivi di entrate e uscite, che i Comuni sono chiamati a rispettare. Abbiamo un avanzo di amministrazione di un milione e 700 mila euro. Sappiamo che l’anno scorso il Comune ha riversato nelle sue casse gli introiti della vendita delle quote di Marche multiservizi. Per cui l’ammontare che è stato riversato a fine anno ha inciso in modo sostanziale nel complessivo dell’avanzo”, spiega Christian Cangiotti, assessore al Bilancio e alla programmazione.

“Se le cifre sono tutte positive è anche merito dell’amministrazione precedente – ha puntualizzato Maria Clara Muci, Pd ed ex assessore al bilancio.  “L’avanzo non dipende solo dalla vendita delle quote di Marche multiservizi ma anche da quello he abbiamo fatto noi negli anni scorsi; evidentemente abbiamo fatto un buon lavoro. Tuttavia non condivido alcuni tagli che si sono fatti nel sociale”.

Al consigliere dell’opposizione ha risposto Lucia Ciampi, assessore ai Servizi sociali e all’istruzione. “Al sociale non è stato tolto un euro. Alle cifre del bilancio sono sempre connesse le relazioni redatte dal responsabile del servizio. In queste si spiega l’aumento e/o la diminuzione di ogni spesa”.

 

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Quindici piante di marijuana in casa, due studenti arrestati http://ifg.uniurb.it/2015/04/28/centro-2/coltivavano-marijuana-in-casa-due-studenti-arrestati-per-spaccio/72798/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/28/centro-2/coltivavano-marijuana-in-casa-due-studenti-arrestati-per-spaccio/72798/#comments Tue, 28 Apr 2015 11:25:28 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72798 La conferenza stampa di questa mattina alla questura di Pesaro

La conferenza stampa di questa mattina alla questura di Pesaro

URBINO – Nel loro appartamento in via Oddi, appena fuori le mura di Urbino, avevano tutto l’occorrente per il loro ‘piccolo orto’. Peccato che non coltivassero verdure ma marijuana. E che la polizia in casa loro abbia trovato quasi un chilo di droga e 850 euro in contanti. Per questo Francesco Baldacci, 29 anni, studente di biologia, e C.M., altra studentessa di 21 anni di cui sono state rese note solo le iniziali, sono stati arrestati per spaccio e coltivazione di marijuana.

” Quando siamo entrati siamo rimasti senza parole. La casa era completamente adibita a coltivazione. Erano produttori professionisti”, ha spiegato il dirigente del commissariato di Urbino, Simone Pineschi. Le piante, circa quindici, sono infatti state trovate in tutta la casa, eccetto che in bagno e in cucina. Inoltre sono stati trovati fertilizzanti, apparecchi per l’osmosi dell’acqua e termostati. Per permettere una perfetta crescita delle piante la casa aveva pareti coibentate e un impianto di deumidificazione.

Il ragazzo, originario di Chieti, era già pregiudicato per spaccio e ha cercato di discolparsi attribuendo tutta la colpa alla ragazza, che in passato aveva ricevuto una sanzione amministrativa per droga.

I due giovani sono stati arrestati il 24. Il gip ha convalidato l’arresto e l’ha rimessi in libertà in attesa del processo.

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Giornalismo culturale: carta stampata uno status, “ma la cultura è ancora un’eccellenza” http://ifg.uniurb.it/2015/04/24/ducato-online/giornalismo-culturale-carta-stampata-uno-status-ma-la-cultura-e-ancora-uneccellenza/71887/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/24/ducato-online/giornalismo-culturale-carta-stampata-uno-status-ma-la-cultura-e-ancora-uneccellenza/71887/#comments Fri, 24 Apr 2015 17:02:11 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=71887 IL PROGRAMMA DEL FESTIVAL - MAGAZINE Il numero speciale del Ducato - STORIFY Il secondo giorno]]> I relatori del Panel "Dov'è la cultura oggi? La carta stampata"

I relatori del Panel “Dov’è la cultura oggi? La carta stampata”

URBINO – La carta stampata sta morendo, ma la cultura è in ottima salute. Almeno quella divulgata da quotidiani e approfondimenti settimanali. Le pagine culturali dei giornali italiani rimangono un’eccellenza quindi, anche se i giornali stanno perdendo numeri.

Per la maggioranza degli intervenuti alla tavola rotonda Dov’è la cultura oggi? La carta stampata, che si è tenuto al teatro Sanzio, tra gli eventi del Festival culturale del giornalismo culturale di Urbino la pagina analogica rappresenta ancora lo scrigno di “contenuti preziosi”, il punto di partenza per arrivare dove un giorno (forse) ci porterà il digitale.

A cominciare da Giulia Cecchelin, ricercatrice dell’Università di Urbino, che ha definito la cultura un argomento adatto al cartaceo perché tratta temi che hanno durata temporale più lunga rispetto, ad esempio, a una proposta di legge che invece interessa per un tempo limitato. Tuttavia ha subito aggiunto che la parola cultura è un termine polisemico, quindi non è così facile definire cosa sia materia culturale e cosa no. Ma non è importante decidere cosa lo sia o meno, ciò che è importante è creare una ‘pagina opera’ che contenga temi che abbiano diritto a esservi trattati, che abbiano dei legami narrativi organici e che siano valorizzati da una firma che dà sempre una certa autorevolezza. Questo perché “i lettori hanno bisogno di argomenti per capire e non di brandelli da interpretare”.

Sull’affollato palco del Sanzio, attorno a Lella Mazzoli, che ha moderato il dibattito, sedevano Annalena Benini (Il Foglio), Emanuele Bevilacqua (Pagina99), Simonetta Fiori (La Repubblica), Luigi Mascheroni (Il Giornale), Armando Massarenti (Il Sole 24 ore), Luca Mastrantonio (Corriere della Sera), Massimiliano Panarari (La Stampa), Leonardo Romei (Isia Urbino), Farian Sabahi (scrittrice e giornalista free lance, specialista Medio Oriente) e  Federico Sarica (Rivista Studio).

Massimiliano Panarari, giornalista della Stampa, ha spiegato come la crisi dei giornali sia in realtà una crisi di status. “C’è stata una fase in cui andare in giro con il giornale sotto braccio – ha detto – era cool, era il simbolo di uno status. Bisogna tornare a quella fase”. Per fare questo è necessaria la ‘spinta gentile’, cioè un intervento pubblico che promuova la lettura per creare un nuovo gruppo di lettori. Ha comunque sottolineato come ci siano ancora giornali che ‘vengono portati sotto braccio’ perché sono giornali ben fatti, che continuano a rappresentare uno status e perché raccolgono intorno a loro delle ‘tribù’ di lettori.

Federico Sarica, direttore di Rivista Studio, ha raccontato la sua esperienza mettendo in evidenza come per lui non  esista più il problema carta stampata/formato digitale, ma “la carta deve essere poca e preziosa. Avrei potuto non fare la versione iPad del mio giornale – ha detto –  perché la carta rappresenta uno status; la carta è cool se hai il giusto giornale sotto braccio”. Per avvalorare la sua tesi ha fatto l’esempio del nuovo giornale Pineapple Magazine, la rivista distribuita da Airbnb. “Quando la gente faceva questa esperienza – ha raccontato –  non portava nessun gadget a casa. Diceva: sai sono stato a casa di tizio ma tolto questo non aveva altro. Allora hanno pensato di distribuire questa rivista; la soluzione l’hanno trovata nella carta; un prodotto cartaceo e di qualità è stata la soluzione”.

Ha continuato dicendo che ciò di cui c’è veramente bisogno è l’integrazione tra carta e digitale perché nella fase attuale “l’integrazione è posticcia; se ne parla ma in realtà non c’è”. Il problema che si è posto però è stato cosa mettere nella sezione culturale di un giornale. “Più che diffondere la cultura – ha detto – dobbiamo raccontare il mondo. Le pagine culturali devono intrattenere, esattamente come le serie tv che adesso piacciono tanto. Non devono diffondere nulla, alla gente non piacciono le serie tv per il messaggio che portano, ma perché intrattengono. Un tema adatto sarebbe quello dei transgender perché da un fenomeno pop si svilupperebbe dibattito culturale vastissimo”.

Anche Annalena Benini, del Foglio, ha sostenuto la tesi di Sarica per cui fondamentale è raccontare il mondo. “La gente ha fame di cultura. Le persone vogliono affezionarsi allo sguardo sul mondo di un autore”. Inoltre ha spiegato come sia indispensabile non cedere alla superficialità della lingua perché il giornale dove intrattenere e divertire ma deve anche avere una forte struttura alle spalle. Anche lo stile diventa sostanza”. Ha ripreso poi il problema dell’integrazione tra web e carta sostenendo la necessità di un formato digitale perché le persone hanno bisogno di leggere articoli che le intrattengono quando sono sulla metro, negli autobus… perciò ha detto: “Non conta il supporto; dobbiamo avvicinare la gente ad argomenti preziosi, a temi culturali”.

Mentre Luca Mastrantonio sente l’esigenza per i giornalisti di “inserirsi nella vita sociale” e per se stesso di “non rimanere orfano del web” nel dibattito è intervenuto anche Luigi Mascheroni, del Giornale, che ha detto che a essere morto non è il giornalismo culturale, ma sono i suoi lettori a essere spariti. “Per ora il giornalismo culturale sulla carta sta benissimo e se morirà lo farà in ottima salute perché la qualità del giornale italiano è altissima. È una grande eccellenza perché queste pagine raccontano il mondo”.  Ha anche lui sostenuto la necessità dell’ online: “Il giornalismo culturale deve sparire per poi rinascere più bello  più forte  di prima ma non sulla carta, ma sul web e in modo totalmente diverso perché per la cultura non c’è integrazione tra carta e online; È inutile tentare questa strada se si cambia solo contenitore”.

Foto di Anna Saccoccio

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Triangolare di calcio a 5 contro Perugia e Milano, lo storify della nostra vittoria http://ifg.uniurb.it/2015/04/21/ducato-online/triangolare-di-calcio-a-5-contro-perugia-e-milano-lo-storify-della-nostra-vittoria/71229/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/21/ducato-online/triangolare-di-calcio-a-5-contro-perugia-e-milano-lo-storify-della-nostra-vittoria/71229/#comments Tue, 21 Apr 2015 09:37:47 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=71229 [continua a leggere]]]>

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Quando lo scienziato fa il giornalista. Divulgazione e disintermediazione http://ifg.uniurb.it/2015/04/18/ducato-online/quando-lo-scienziato-fa-il-giornalista-divulgazione-e-disintermediazione/70886/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/18/ducato-online/quando-lo-scienziato-fa-il-giornalista-divulgazione-e-disintermediazione/70886/#comments Sat, 18 Apr 2015 06:33:57 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70886 Massimo Russo, direttore di Wired Italia

Massimo Russo, direttore di Wired Italia

PERUGIA –  Acqua su Marte, l’ultimo pianeta extrasolare che potrebbe ospitare qualche forma di vita oppure il primo atterraggio di un robot su una cometa a milioni di chilometri di distanza dalla Terra. Breaking news da “prima pagina”, anticipate dai titoli sui siti della Nasa o dell’Esa e dai tweet degli stessi ‘protagonisti’ sui social network, come il robottino Philae, la sonda Rosetta o il rover Curiosity. Oggi la scrittura di chi fa scienza si è appropriata di un taglio giornalistico. Sono gli scienziati in prima persona a scrivere su siti internet articoli divulgativi spesso molto chiari e di grande efficacia comunicativa. Inoltre questi siti spesso sono delle vere e proprie testate registrate. Ma la figura del giornalista così rischia davvero di diventare sempre meno incisiva su questi temi?

“Anche le grandi aziende ormai sono in grado di cortocircuitare i meccanismi tradizionali delle testate attraverso i contenuti dei loro siti internet” ha detto Massimo Russo, direttore della rivista Wired Italia, che ieri al teatro Morlacchi ha partecipato a uno dei panel più attesi del festival del giornalismo internazionale , Le vie dell’innovazione tra scienza cultura e impresa. Insieme al giornalista: Alessandro Baricco, romanziere e fondatore della scuola di scrittura Holden, Diego Piacentini di Amazon, e Andrea Accomazzo, responsabile delle operazioni della missione Rosetta dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea.

“Penso che sia indispensabile che questi due canali divulgativi lavorino in parallelo – ha detto Accomazzo – l’uno non esclude l’altro”. Secondo lo scienziato non è indispensabile che a scrivere temi scientifici siano giornalisti specializzati. “Mi è capitato di rilasciare un’intervista con un giornalista che non era molto ferrato nel campo scientifico, eppure ha pubblicato un articolo bellissimo che aveva in sé sia aspetti tecnici che aspetti emozionali”. Il coinvolgimento emotivo è uno dei punti fondamentali di questo nuovo modo di divulgare informazioni scientifiche e per questo sono indispensabili i social network. Questi nuovi mezzi di comunicazione creano un contatto diretto con il lettore; proprio per questo sono stati creati account Facebook per la sonda spaziale Rosetta e per Philae che comunicano anche tra di loro, creando situazioni spesso ironiche che coinvolgono i lettori.

Secondo Russo “gli organismi scientifici come l’ INAF e l’ ESA hanno siti fatti molto bene. Inoltre hanno anche una forte presenza sui social network”. Anche Russo ha tenuto a sottolineare l’importanza dell’effetto che si crea attraverso questi mezzi. Grazie a questi canali si crea “un’informazione emozionante che crea una storia vera e propria, cosa che non si riesce a fare con l’informazione fredda e secca con cui si trattano i temi scientifici”. Aggiunge: “Secondo me tutto questo è molto positivo, soprattutto in Italia”. Sostiene infatti che nel nostro Paese ci sono difficoltà a raccontare fatti scientifici soprattutto da parte dei media tradizionali. “La scienza arriva ai media tradizionali solo in momenti particolari e soprattutto in casi drammatici, come quello di Stamina. Ci sono però dei giacimenti di sapere scientifico che hanno poca eco; basti pensare a Samantha Cristoforetti che ormai è diventata quasi una ‘pop-star’, eppure noi di tutte le ricerche che fa l’Esa non sappiamo molto”.

Inoltre, secondo Russo, bisogna considerare che quando questi contenuti gravitano nei media tradizionali vengono a volte realizzati servizi caricaturali, come nel caso del Tg4 in occasione dell’accometaggio di Rosetta. “Questo – sottolinea – spesso è un lavoro di vera e propria disinformazione, basti pensare a trasmissioni come le Iene che rispetto a temi come Stamina fanno la glorificazione di personaggi come Vannoni senza andare a vedere se effettivamente ci siano riscontri da parte della comunità scientifica sulla efficacia del metodo. Questo non fa altro che allontanare dalla scienza da una parte, e dall’altra parte non dà modo alle notizie vere di emergere”.

Quindi se gli istituti scientifici cominciano a comunicare e lo fanno in maniera efficace e diretta va bene così. “È bene mantenere entrambe le strade perché è finita l’epoca del racconto giornalistico in senso stretto; ci sono nuovi metodi e tutto ciò fa bene. Quel tempo è finito, la realtà contemporanea è totalmente diversa, è tempo di muoversi. Il giornalismo deve essere contemporaneo”.


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Graffiti e disegni per i vicoli di Urbino. Arte o sfregio? – Fotogalleria http://ifg.uniurb.it/2015/04/08/ducato-online/graffiti-e-disegni-per-i-vicoli-di-urbino-arte-o-sfregio-fotogalleria/70118/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/08/ducato-online/graffiti-e-disegni-per-i-vicoli-di-urbino-arte-o-sfregio-fotogalleria/70118/#comments Wed, 08 Apr 2015 15:44:36 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70118 [continua a leggere]]]> URBINO – In giro per la città sono spuntati nuovi adesivi di un artista che si fa chiamare Snem. Ci si può chiedere se sia una forma d’arte o vandalismo, ma la Polizia municipale non ha dubbi e ha dichiarato guerra al writer, chiedendo la collaborazione di tutti per identificarlo. Altre scritte e disegni di mani anonime sono ovunque per le strade di Urbino, su muri, cestini dell’immondizia e cassonetti. Ne abbiamo raccolte alcune in questa galleria.

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Graffiti a Urbino, appello della municipale: “Aiutateci, vogliamo fermare i writer” http://ifg.uniurb.it/2015/04/08/ducato-online/graffiti-a-urbino-appello-della-municipale-aiutateci-a-trovare-snem/70004/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/08/ducato-online/graffiti-a-urbino-appello-della-municipale-aiutateci-a-trovare-snem/70004/#comments Wed, 08 Apr 2015 09:54:11 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70004 FOTOGALLERIA Graffiti e disegni per i vicoli di Urbino. Arte o sfregio? ]]> I disegni di Snem a Urbino

I disegni di Snem a Urbino

URBINO – La polizia municipale del comando di Urbino lancia un appello alla cittadinanza: “Dichiariamo guerra ai writer, se vedete uno di loro in azione denunciatelo subito alla polizia municipale. Chiediamo la collaborazione di tutti”, dice al Ducato il capitano Bruno Felici.

Ultimo caso è quello dei disegni di Snem, autore di alcune opere apparse sui muri della città nei giorni scorsi. Le immagini attaccate ai muri – che non sono propriamente graffiti, ma adesivi – sono sei e sono tutti nel centro storico. Per la precisione in via dei Maceri, via Viti, via dei Veterani, via delle Stallacce, via Stretta e corso Garibaldi.

FOTOGALLERIA – Graffiti e disegni per i vicoli di Urbino. Arte o sfregio?

“Siamo stanchi di scritte sui muri, sui cassonetti, persino sui cartelli stradali”, continua Felici.

Snem ha anche una pagina Facebook in cui è possibile vedere le foto degli sticker attaccati nella città ducale ma anche nelle altre città in cui ha lasciato la ‘sua firma’.

Rielaborazione di Snem del logo dell'Expo

Rielaborazione di Snem del logo dell’Expo

L’artista usa questo tipo di street art per veicolare un messaggio ideologico. Tra le foto, infatti, c’è anche una rielaborazione in chiave ironica del logo dell’Expo 2015 che presenta l’evento come  un genocidio alimentare.

Non è il primo caso in cui a Urbino si discute sul ‘lavoro’ dei writer. Già nel 2013 questi artisti chiedevano spazio al Comune per esprimere la loro creatività ma la giunta non aveva nessun progetto per valorizzare la street art. Questo ha sempre fatto discutere perché da un lato c’è chi vede i graffiti come una moda americana, estranea alla nostra cultura, mentre dall’altra c’è chi pensa che siano simbolo di vita e quindi che siano indispensabili per Urbino.

Inoltre negli ultimi anni molte città hanno deciso di usare i graffiti per riqualificare le zone degradate. Questo è il caso del quartiere San Basilio a Roma. Qui stanno lavorando alcuni importanti artisti della street art nazionale e internazionale per decorare le grandi facciate dei palazzi.

 

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