il Ducato » Libero Dolce http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Libero Dolce http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it “M – Una metronovela”, il viaggio di Bartezzaghi sotto Milano e dentro la memoria http://ifg.uniurb.it/2015/04/30/ducato-online/m-una-metronovela-il-viaggio-di-bartezzaghi-sotto-milano-e-dentro-la-memoria/72583/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/30/ducato-online/m-una-metronovela-il-viaggio-di-bartezzaghi-sotto-milano-e-dentro-la-memoria/72583/#comments Thu, 30 Apr 2015 10:06:14 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72583 bartezzaghiURBINO – Stefano Bartezzaghi ha scritto un libro sulla metropolitana di Milano, finendo col ribaltare il luogo comune – col gusto del capovolgimento tipico degli enigmisti – sulla metro come luogo di alienazione e isolamento. Diviso per 27 capitoli titolati coi nomi di altrettante stazioni della metro milanese (con sorpresa per i due capitoli conclusivi), il libro, presentato a Urbino durante il festival del giornalismo culturale, non ha una trama nel senso tradizionale del termine, ma procede per ricordi, accostamenti imprevedibili ed escursioni linguistiche.

Ha una cadenza che si afferra soltanto a lettura inoltrata e che è impressa dall’autore e dal suo amore per le deviazioni dal sentiero principale, in apparente contraddizione con la fissità dei percorsi metropolitani. L’angolo visuale è quello dell’autore-narratore, che sale sulle carrozze e si sposta in giro per Milano, spesso attivando la macchina dei ricordi personali. La divagazione è la cifra dello stile di Bartezzaghi, il paziente ricamo che unisce i fili di argomenti distanti . Enigmista per vocazione e retaggio, Bartezzaghi ama i giochi, soprattutto quelli linguistici. Per il sociologo Roger Caillois nei giochi si combinano quattro impulsi che tutti gli esseri umani provano: la sfida al caso, l’agonismo, la simulazione e la vertigine o disorientamento. Così il narratore si muove per perdersi e poi ritornare in superficie e trovarsi a guardare le cose con uno sguardo differente.

E’ un libro che pur procedendo sulle rotte immutabili della metro riesce a essere continuamente spiazzante. Ne è un esempio il quartetto di pagine che va dalla 105 alla 109, intervallate da tre paragrafi. Siamo saliti sulla linea verde M2 a pagina 102, tra le fermate Udine e Crescenzago e ci si para davanti i narratore trasfigurato, ringiovanito di trent’anni.

Lo seguiamo, sul finire degli anni Ottanta, mentre va alla Rizzoli per consegnare un testo su commissione su un libro di Francis Ponge che ha apprezzato e teme di non sapere recensire. Procedendo sulla M2 e nel racconto Bartezzaghi isola e analizza un parola, occasione per avviare un’altra divagazione nata per gemmazione dalla precedente. Il capolinea del capitolo è un riferimento a La linea e il circolo del filosofo Enzo Melandri, ciclopico studio sull’analogia e sulla sua centralità nel pensiero umano.

Questo meccanismo narrativo, il procedere per analogie o per accostamenti dotti e inusuali, è in qualche modo la costante del viaggio. Ci si sposta al di sopra e al di sotto la linea di terra che divide i cunicoli della metro e la città di sopra, avanti e indietro nel tempo e nei ricordi dell’autore, o in circolo e a zig zag per passeggiate filosofiche e linguistiche sui terreni più disparati. Seguendo il procedere ondivago di queste divagazioni s’incontreranno personaggi d’ogni tipo, dall’ammirato scrittore Gianni Celati, alle persone della vita di Bartezzaghi, che hanno viaggiato davvero con lui o sono state ‘convocate’ per l’occasione sulle pagine del libro. Qua e là, da buon enigmista, lo scrittore piazza degli indovinelli per impegnare i lettori curiosi. Dopo qualche pagina darà anche le soluzioni. L’indovinello d’altronde esiste solo per essere svelato, altrimenti si trasformerebbe in mistero finendo per perdere l’aura di sfida che lo rende attraente.

In parallelo scorre la sottotrama della metronovela “Chuck & Dem”, espediente letterario usato per avviare la narrazione. Bartezzaghi, assiduo frequentatore del sottosuolo metropolitano, è esasperato dalla presenza dei teleschermi nelle stazioni, col loro cicaleccio di news e pubblicità senza interruzione. Avveduto, sa che “una volta trovato un modo nuovo per far soldi neppure Voltaire in persona, divenuto sindaco, potrebbe far molto per smontarlo”. Bisogna ricorrere allora a un dio più potente: lo storytelling. Una fiction pensata apposta per il palinsesto della metropolitana, da seguire per brevissimi minuti, e che si ripete con cadenza regolare alle fermate.

Calvino, Eco, il gruppo dell’OuLiPo i numi tutelari più evidenti. Bartezzaghi non si limita però alla scrittura derivativa e scrive un libro che può piacere a chiunque ami la letteratura di viaggio, le autobiografie sui generis, le opere di non immediata catalogazione. Einaudi, non a caso, lo inserisce nella sua collana “Frontiere” che pubblica testi al confine tra saggistica e narrativa. M, a modo suo, quel confine lo attraversa più volte. Dal sottosuolo.

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Quindici piante di marijuana in casa, due studenti arrestati http://ifg.uniurb.it/2015/04/28/centro-2/coltivavano-marijuana-in-casa-due-studenti-arrestati-per-spaccio/72798/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/28/centro-2/coltivavano-marijuana-in-casa-due-studenti-arrestati-per-spaccio/72798/#comments Tue, 28 Apr 2015 11:25:28 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72798 La conferenza stampa di questa mattina alla questura di Pesaro

La conferenza stampa di questa mattina alla questura di Pesaro

URBINO – Nel loro appartamento in via Oddi, appena fuori le mura di Urbino, avevano tutto l’occorrente per il loro ‘piccolo orto’. Peccato che non coltivassero verdure ma marijuana. E che la polizia in casa loro abbia trovato quasi un chilo di droga e 850 euro in contanti. Per questo Francesco Baldacci, 29 anni, studente di biologia, e C.M., altra studentessa di 21 anni di cui sono state rese note solo le iniziali, sono stati arrestati per spaccio e coltivazione di marijuana.

” Quando siamo entrati siamo rimasti senza parole. La casa era completamente adibita a coltivazione. Erano produttori professionisti”, ha spiegato il dirigente del commissariato di Urbino, Simone Pineschi. Le piante, circa quindici, sono infatti state trovate in tutta la casa, eccetto che in bagno e in cucina. Inoltre sono stati trovati fertilizzanti, apparecchi per l’osmosi dell’acqua e termostati. Per permettere una perfetta crescita delle piante la casa aveva pareti coibentate e un impianto di deumidificazione.

Il ragazzo, originario di Chieti, era già pregiudicato per spaccio e ha cercato di discolparsi attribuendo tutta la colpa alla ragazza, che in passato aveva ricevuto una sanzione amministrativa per droga.

I due giovani sono stati arrestati il 24. Il gip ha convalidato l’arresto e l’ha rimessi in libertà in attesa del processo.

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Furto negli uffici dell’ospedale, fermati in Abruzzo http://ifg.uniurb.it/2015/04/27/centro-2/furto-negli-uffici-dellospedale-fermati-in-abruzzo/72703/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/27/centro-2/furto-negli-uffici-dellospedale-fermati-in-abruzzo/72703/#comments Mon, 27 Apr 2015 15:58:57 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72703 20130504-fossombrone-ospedale-gURBINO – Hanno rubato un portafogli dalla borsa di un’impiegata all’ospedale e hanno fatto acquisti e prelievi per oltre mille euro. Ma sono stati fermati due giorni dopo in Abruzzo. Il furto risale a mercoledì mattina, quando un uomo è salito al quarto piano dell’ospedale di Urbino, si è infilato nella stanza di un’impiegata dell’amministrazione e le ha rubato portafogli e cellulare. La donna non si è accorta immediatamente della sparizione e prima di capire che qualcosa mancava è passata qualche ora. Al momento di andare via per la pausa pranzo l’impiegata sollevando la borsa l’ha trovata stranamente leggera. A quel punto si è accorta della sparizione del portafogli e ha cominciato a cercarlo, credendo di averlo dimenticato da qualche parte. Solo quando si è resa conto che oltre a quello era sparito anche lo smartphone ha realizzato che qualcuno doveva averli presi direttamente dalla borsa.

Parlando con i colleghi è venuto fuori che in mattinata più di uno aveva visto un ragazzo che, fingendo di parlare al telefono, girava per i corridoi che ospitano gli uffici amministrativi. L’atteggiamento, però, aveva destato qualche sospetto: con la scusa della telefonata, infatti, il ragazzo si era fermato più volte di fronte alle stanze dando un’occhiata all’interno. Il corridoio dove si trovano gli uffici, tra l’altro, è piuttosto stretto e le stanze sono tutte molto vicine. In pochi passi quindi è possibile percorrerlo tutto e farsi un’idea di quali sono occupate e quali no. Secondo la signora è probabile che l’uomo sia entrato nel suo ufficio mentre lei si trovava nella stanza di una collega qualche metro più in là.

Nel pomeriggio dal bancomat della signora sono state effettuate diverse operazioni. I ladri hanno fatto prelievi sul circuito nazionale e su quello internazionale, in modo da aggirare il limite di contante erogabile in un giorno. Ma non si sono fermati ai soldi, hanno anche fatto una spesa al supermercato e comprato vestiti e persino un’Iphone 6 del valore di 750 euro. A compiere le operazioni con la carta pare sia stata una donna, complice del ladro, filmata da alcune telecamere di sicurezza al momento di pagare la merce e durante il prelievo dallo sportello.

Due giorni dopo l’uomo e la donna, insieme a un terzo uomo, sono incappati in un controllo sulle strade nella zona di Giulianova, sulla costa teramana. “I carabinieri si sono insospettiti per la quantità di buste dentro la macchina – ha raccontato la vittima del furto – e hanno deciso di controllarli”. Durante la perquisizione i militari hanno trovato il cellulare della donna e parecchi contanti. Dall’utenza della sim sono risaliti al marito dell’impiegata, titolare della scheda, e l’hanno avvisato del ritrovamento. “Adesso bisogna capire cosa succederà con i soldi che mi hanno rubato – ha raccontato la signora – perché ancora non so se oltre alle cose acquistate con la mia carta ci fosse anche il bottino di altri furti”.

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Rai e la cultura nel servizio pubblico: l’opinione degli spettatori del Festival a Fano http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/rai-e-la-cultura-nel-servizio-pubblico-lopinione-degli-spettatori-del-festival-a-fano/72370/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/26/ducato-online/rai-e-la-cultura-nel-servizio-pubblico-lopinione-degli-spettatori-del-festival-a-fano/72370/#comments Sun, 26 Apr 2015 09:05:07 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=72370 FANO – Produttori e conduttori di programmi televisivi e radiofonici sono alla ricerca di nuove strade per fondere i piani e creare nuove forme di comunicazione dei contenuti, che non si limitino a incontrare il gusto di audience limitate. Abbiamo chiesto l’opinione del pubblico fuori dal Teatro della Fortuna per  sulla qualità del servizio pubblico e se le piattaforme private sono in grado di proporre dei palinsesti più adeguati alle esigenze degli spettatori.


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“Io&Lei”, il rapporto tra madre e figlia in una mostra fotografica a Fermignano http://ifg.uniurb.it/2015/04/22/ducato-notizie-informazione/iolei-il-rapporto-tra-madre-e-figlia-in-una-mostra-fotografica-a-fermignano/71413/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/22/ducato-notizie-informazione/iolei-il-rapporto-tra-madre-e-figlia-in-una-mostra-fotografica-a-fermignano/71413/#comments Wed, 22 Apr 2015 09:52:35 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=71413 [continua a leggere]]]> amore

Un’immagine della mostra “Io&Lei”

URBINO – L’associazione di psicologia e sessuologia ‘de.Sidera’ inaugurerà venerdì 24 aprile una mostra fotografica intitolata “Io & Lei” al Museo dall’architettura di Fermignano. Saranno esposti i lavori delle due fotografe non professioniste Guendalina Quattrocchi e Isotta Pretelli, all’interno di un progetto più ampio, che nelle intenzioni degli organizzatori dovrebbe portare i visitatori a riflettere sul rapporto madre-figlia e il suo simbolismo.

Per questo martedì 28 sarà presente la storica dell’arte Giulia Livi per ragionare sulla rappresentazione iconica di questo legame nella storia dell’arte. Le coppie ritratte sono fermate in “atteggiamenti che ricalcano momenti, sentimenti, pensieri e situazioni del quotidiano”, per cercare di cogliere con la forza dell’immagine il legame di emotività che le unisce. La mostra sarà aperta tutti i giorni dalle 18,00 alle 20,00 mentre il sabato e la domenica la mostra sarà aperta anche dalle 10,00 alle 12,00. Il comune di Fermignano patrocinerà l’evento.

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Frana sulla strada delle Cesane, il Comune: “Interverremo a breve” http://ifg.uniurb.it/2015/04/21/ducato-notizie-informazione/frana-sulla-strada-delle-cesane-il-comune-interverremo-a-breve/71345/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/21/ducato-notizie-informazione/frana-sulla-strada-delle-cesane-il-comune-interverremo-a-breve/71345/#comments Tue, 21 Apr 2015 15:00:06 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=71345 [continua a leggere]]]> frana_cesane2URBINO – Lo smottamento che dai primi di aprile occupa una parte della carreggiata nella strada provinciale delle Cesane sarà rimosso a breve. Dal Comune confermano l’intenzione di intervenire, nei prossimi giorni, per sgombrare la corsia dalla terra franata a causa delle forti piogge cadute prima di pasqua. Se finora i mezzi comunali non sono intervenuti, spiegano, è perché sono stati impegnati su altri fronti, ritenuti prioritari.

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Università, il polo distaccato di Pesaro attivo fino al 2017, poi gli studenti andranno a Urbino http://ifg.uniurb.it/2015/04/21/ducato-notizie-informazione/il-polo-distaccato-universitario-di-pesaro-rimarra-attivo-fino-al-2017-poi-gli-studenti-andranno-a-urbino/71291/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/21/ducato-notizie-informazione/il-polo-distaccato-universitario-di-pesaro-rimarra-attivo-fino-al-2017-poi-gli-studenti-andranno-a-urbino/71291/#comments Tue, 21 Apr 2015 12:57:35 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=71291 [continua a leggere]]]> URBINO – Il Senato accademico ha deciso: gli studenti che hanno cominciato i loro studi a Pesaro a partire dall’anno accademico 2014/15, concluderanno il loro percorso a Pesaro. Il polo universitario distaccato dell’università di Urbino proseguirà la sua vita accademica fino al 2017, quando i suoi corsi di laurea saranno definitivamente accorpati nella sede centrale.

“Dal prossimo anno l’università specificherà che il corso di studio non terminerà in un’unica sede”, ha spiegato Anna Guerra, rappresentante degli studenti al Senato. Per chi inizierà una laurea triennale il prossimo anno accademico, cioè nel 2015-16, significherà finire il terzo anno alla sede centrale di Urbino. Per l’anno successivo arriveranno maggiori specifiche dal prossimo Cda dell’Università previsto il 30 Aprile. Intesa sull’accordo tra l’associazione Agorà e il rettore Vilberto Stocchi. Su un solo aspetto le due posizioni divergevano: il rettore avrebbe voluto, sin dal prossimo anno accademico, far confluire i nuovi iscritti (dall’ottobre 2015) direttamente a Urbino. Lella Mazzoli, direttrice del dipartimento di Scienze della comunicazione, e Piero Toffano, direttore del dipartimento di Studi internazionali, hanno però appoggiato la posizione degli studenti, che alla fine è risultata quella votata dall’assemblea. Stocchi ha poi precisato che la decisione è stata presa all’unanimità: “L’aggiunta di questo elemento funzionale mi è stato proposto dalla Mazzoli e Toffano prima dell’assemblea, ed è stato giusto accoglierlo”.

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Network di giornalisti di inchiesta svela gli affari della mafia che investe in Africa http://ifg.uniurb.it/2015/04/19/ducato-online/network-di-giornalisti-di-inchiesta-svela-gli-affari-della-mafia-che-investe-in-africa/71097/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/19/ducato-online/network-di-giornalisti-di-inchiesta-svela-gli-affari-della-mafia-che-investe-in-africa/71097/#comments Sun, 19 Apr 2015 11:04:22 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=71097 Screenshot-2015-04-19-11.58PERUGIA – La linea della palma, la penetrazione della mafia nel territorio italiano – diceva Sciascia – si va spostando poco a poco ma di continuo verso il nord Italia. Ma quella linea si è spostata anche verso sud, ha attraversato il deserto del Sahara ed è arrivata fino in Sudafrica. Lo ha messo in luce un’inchiesta internazionale, condotta da un network di giornalisti investigativi, seguendo le tracce di diamanti e soldi che lascia muovendo i suoi affari verso l’Africa, e che ha portato a scoprire un giro di denaro, terre e uomini nascosto ma non per questo trascurabile.

L’idea non nasce a Palermo o a Tunisi, ma in un pomeriggio a Londra. Un gruppo di freelance italiani, membri dell’International reporting project Italy e specialisti del giornalismo investigativo, partendo da due righe di un rapporto della Direzione nazionale antimafia sulla criminalità in Tunisia cominciano a cercare casi d’infiltrazione mafiosa nel continente. Le autorità italiane stimano un giro d’affari per 26 miliardi di dollari ma per il gruppo di giornalisti quella cifra non è che la “superficie del potere economico della mafia in Africa”.

Insieme a Stefano Gurciullo, direttore di quattrogatti.info, provano a capire quanto la mafia incassi dai mercati illeciti. Si concentrano su due piste, una in Kenya e l’altra in Sudafrica ma l’indagine interessa 13 paesi. L’inchiesta si chiama “Mafia in Africa”. La pista sudafricana li porta sulle tracce di Vito Palazzolo, il cassiere della mafia originario di Terrasini, implicato in una varietà di affari notevole, e del meccanismo con cui ricicla capitali.

I dati da elaborare sono molti e l’inchiesta finirà con l’impegnare dieci giornalisti investigativi da sei diversi Paesi, un data journalist e un data scientist, tre editori e altre figure per controllare qualità e precisione del lavoro svolto. Ad affiancare l’Irpi c’è l’African network of centers for investigative reporting. Il network africano fornirà le prime fonti sul posto da cui partire per il lavoro d’inchiesta. “Per noi il fatto che ci siano una serie di partner transnazionali con cui potersi scambiare informazioni e notizie è fondamentale. Senza non potremmo fare il lavoro che facciamo”, spiega Cecilia Anesi di Irpi.

Il team si divide in due squadre, una segue la pista delle infiltrazioni in Kenya ma i contatti trovati in prima persona sul posto, senza una mediazione locale, li hanno portati su un binario morto. In Sud Africa l’accesso ai documenti si è rivelato più semplice che in Kenya.

Accedere a documenti di indagine e avere a che fare con la burocrazia per esempio in Sudafrica non è facile per un giornalista straniero. Lo stesso si può dire per l’Italia. La collaborazione tra le varie realtà del network permette di superare questo tipo di ostacoli: “Quando un giornalista straniero ha bisogno di alcuni documenti da una procura italiana – spiega Cecilia – noi gli facciamo da intermediari. Immaginate quanto possa essere difficile per chi non parla la lingua ottenere qualcosa qui”.

Per questo ad Irpi sono particolarmente fieri di essere i primi in Italia a proporre un modello di giornalismo investigativo che prende a esempio quello anglosassone. Collaborazione con altre testate, verifica scrupolosa delle fonti, lasciare a chiunque sia coinvolto nell’inchiesta la possibilità di esprimere il suo punto di vista.

Accumulati i dati bisogna però passarli al setaccio, lasciare indietro le scorie e verificare l’attendibilità di quel che s’intende pubblicare. Editor e direttori fanno un lavoro di controllo per evitare i rischi di denuncia che sempre accompagnano questo tipo di lavoro. Lavorare in un network dà un vantaggio: i controlli sono maggiori e le informazioni sono valutate da esperti di più settori. Avvocati, informatici e altre figure.

Una volta svolto un fact-cheking completo bisogna fare un passaggio ulteriore prima di pubblicare. Calcolare i rischi che un lavoro può portare a sé e alla propria redazione. “Per ogni storia che si sta seguendo va fatta una valutazione a priori del rischio e dei soggetti a cui potresti pestare i piedi”. A partire da questa valutazione si stabiliscono anche le misure a cui attenersi per rendere il proprio lavoro sicuro per sé e per le proprie fonti. E le precauzioni da adottare per rendere i propri dati e informazioni impenetrabili attraverso la crittografia. “Chi tratta di mafia – continua Cecilia Anesi – sa bene che per quanto sia un’organizzazione potente non si correrà il rischio di venire intercettati per mano sua. Invece in Sudafrica è molto più facile. Chiunque infatti può noleggiare una security farm con la quale può intercettarti”.

Inchieste di questo tipo richiedono impegno e mesi di lavoro. Per questo Irpi sul suo sito dichiara di finanziarsi in modo alternativo “proponendo progetti a charities, cioè a enti benefici, e a primarie fondazioni internazionali, europee o americane, che hanno a cuore il futuro del giornalismo investigativo e nei loro statuti prevedano di sostenerlo”.

Per ogni inchiesta si parte da zero. Non c’è una regola fissa e ogni lavoro richiede una chiave da proporre al pubblico. Scrivendo per un network internazionale bisogna far sì che le storie siano interessanti per il pubblico americano come per quello tedesco, che hanno sensibilità diverse. “Noi siamo giornalisti come gli altri, dobbiamo vendere le nostre storie –dice Lorenzo Bagnoli, altro membro di Irpi- e renderle interessanti e comprensibili per tutti è la nostra sfida. Sulla mafia in Africa siamo appena all’inizio”.

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Codice etico per i giornali, una app per scegliere i propri paletti, sviluppata dall’Ona http://ifg.uniurb.it/2015/04/17/ducato-online/codice-etico-per-i-giornali-una-app-per-scegliere-i-propri-paletti-sviluppata-dallona/70898/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/17/ducato-online/codice-etico-per-i-giornali-una-app-per-scegliere-i-propri-paletti-sviluppata-dallona/70898/#comments Fri, 17 Apr 2015 18:43:08 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70898 11139685_10205918501189155_1886121479_n

PERUGIA – Immaginate. Scoppia una bomba nel mercato della vostra città. Voi scattate una foto di una donna disperata, coperta di sangue e col vestito a brandelli che le lascia scoperto il seno. Siete disposti a pubblicarla sul vostro sito, o credete che anche in un caso limite come questo quella donna abbia diritto alla sua privacy? Ecco, per sciogliere i vostri dubbi dovreste rifarvi a un codice etico.

L’Ona, Online News Association, sta lavorando a un codice etico ‘fai-da-te’, da pubblicare sul proprio sito d’informazione, testata o blog, che dichiari al pubblico le linee guida editoriali seguite e applicate su quelle pagine.

Mario Tedeschini Lalli, vice responsabile dell’innovazione e dello sviluppo del Gruppo Editoriale L’Espresso, nonché membro italiano dell’Ona, ha lanciato al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia “Do-it-yourself ethical code”, un insieme di materiali per guidare organi d’informazione, testate giornalistiche, singoli giornalisti e cittadini a creare il proprio codice di comportamento per poi pubblicarlo online. “È un progetto che nasce per fare sì che chiunque voglia fare informazione di qualità possa munirsi di regole etiche proprie”, ha spiegato Tedeschini Lalli. Alcune testate straniere, come ad esempio il Guardian, hanno già una pagina in cui espongono i propri valori. In Italia nessun media ha adottato questo modello.

Il percorso da seguire per costruirsi il proprio codice si divise in varie fasi. Bisogna per prima cosa stabilire alcuni postulati non discutibili. Dire la verità, non plagiare il lavoro altrui, non accettare soldi per cambiare le informazioni, correggere i propri errori. Accettarli significa muoversi in un perimetro etico-deontologico ampio ma comunque dai confini precisi. Tracciati questi si passa ad altre due fasi.

  • Stabilire quale tipo di giornalismo offrire al pubblico. Objective o point of view? Uno imparziale che racconta i fatti in modo oggettivo o uno che dispone di un punto di vista preciso. Indipendent or involved? Una testata indipendente o ‘di parte’?
  • Esaminare varie domande etiche e deontologiche, analizzando i pro e i contro di ogni questione al fine di potersi costruire un codice personale. Sono 40 i temi affrontati e spaziano dalla gestione della censura, la protezione dei minori fino alla cura dei virgolettati

Quest’ultima è la fase di personalizzazione vera e propria del codice. Le possibili questioni sono analizzate nello specifico, punto per punto, e attraverso delle domande si cerca di far emergere la posizione specifica della testata sui singoli temi. Nella sezione che riguarda i suicidi, ad esempio, si pone preliminarmente la questione – è giusto pubblicare la notizia di un suicida? –  e si prosegue nel particolare: rilevanza pubblica della persona morta, dinamica della morte (privata o in un luogo pubblico), età del suicida. Immaginando che si tratti di una testata favorevole alla pubblicazione di queste notizie bisogna stabilire la metodologia. La meccanica va raccontata? Oppure è meglio usare la forma asciutta del necrologio, rituale e distaccato?

Sono 40 in tutto i temi affrontati con questo dettaglio, si può capire quanto specifico sarà il codice così stilato.

Per i promotori del progetto Thomas Kent, deputy managing editor della Associated Press, e Jane McDonnell, direttrice Online News Association, il punto è creare un meccanismo generale che possa funzionare per le redazioni di ogni latitudine. Per farlo bisogna immaginare una serie di situazioni ‘limite’ che verrebbero trattate diversamente a seconda della sensibilità culturale del giornalista e del paese in cui vive. È giusto pubblicare una vignetta razzista al centro di una polemica per mostrarne il contenuto ai propri lettori o sarebbe più corretto non farlo? In un’intervista è giusto virgolettare il pensiero condensato dell’intervistato o è meglio riportarlo parola per parola?

Domande a cui non è possibile dare una risposta univoca, ma che possono essere risolte soltanto dopo una mediazione tra la volontà di riportare le notizie, il contesto culturale in cui si lavora e le scelte etiche fatte a monte. Grazie alla nuova App in uscita a settembre, ogni editore e freelance sarà libero di costruirsi il proprio decalogo sulla base delle risposte che lui ritiene corrette e rendere i suoi lettori partecipi.

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Festival del giornalismo 2015: il racconto social della prima giornata http://ifg.uniurb.it/2015/04/16/ducato-online/festival-del-giornalismo-2015-il-racconto-social-della-prima-giornata/70773/ http://ifg.uniurb.it/2015/04/16/ducato-online/festival-del-giornalismo-2015-il-racconto-social-della-prima-giornata/70773/#comments Thu, 16 Apr 2015 10:30:50 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=70773 [continua a leggere]]]>

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