il Ducato » Lorenza Fernanda Pellegrini http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Lorenza Fernanda Pellegrini http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Urbino, Piero Dorfles presenta il suo libro: “La lettura trasforma un elemento scritto in un universo di fantasia” http://ifg.uniurb.it/2014/04/24/ducato-online/urbino-piero-dorfles-presenta-il-suo-libro-la-lettura-trasforma-un-elemento-scritto-in-un-universo-di-fantasia/61840/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/24/ducato-online/urbino-piero-dorfles-presenta-il-suo-libro-la-lettura-trasforma-un-elemento-scritto-in-un-universo-di-fantasia/61840/#comments Thu, 24 Apr 2014 20:29:10 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=61840 I cento libri che rendono più ricca la nostra vita. Opere che sono entrate nell'immaginario collettivo "e che è bene leggere. Perché una nazione che legge poco è una nazione senza fantasia". L'evento ha aperto il festival del giornalismo culturale]]> URBINO – “La lettura è il più raffinato e formidabile esercizio di astrazione che gli uomini possono fare: trasformare un elemento scritto in un intero universo di fantasia”. Piero Dorfles, giornalista e critico letterario, non potrebbe farne a meno e lo ha spiegato durante la presentazione del suo ultimo lavoro, I cento libri che rendono più ricca la nostra vita, alla libreria Montefeltro. Evento che ha aperto il Festival di giornalismo culturale di Urbino, organizzato e diretto dalla professoressa Lella Mazzoli e dal giornalista Rai Giorgio Zanchini.

Dorfles ama la lettura e i romanzi, e ha scelto di selezionarne alcuni, quelli che definisce “un patrimonio comune ineludibile”, per farne un libro. Sono cento e uno, per la precisione. E quell’uno in coda è un racconto: La metamorfosi di Kafka. Sono opere “che è bene aver letto perché sono entrate a far parte dell’immaginario letterario collettivo – scrive Dorfles nella prefazione – quei libri che potete sentir citare in un discorso, in un saggio, in una chiacchiera da bar”.

Nel suo saggio l’autore fa riferimento a titoli e autori importanti come Márquez, Svevo, Dickens, Conrad, Roth, Tolstoj. Una lista di nomi prestigiosi e generalmente apprezzati. Il lettore abituale però, come ha sottolineato il professor Giovanni Bogliolo, ex rettore dell’università “Carlo Bo”, leggendo questo elenco “è portato a cercare più le assenze che le presenze. Si lamenta che certi libri che ama o che ha amato non ci siano”. Dorfles ha poi precisato: “Con estremo dolore ho dovuto ‘togliere’. Non ho citato libri che amo, come Senilità di Italo Svevo. Ho invece incluso alcuni romanzi che non amo perché li considero imperdibili, utili”.


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Sinibaldi al festival di Urbino: “Made in Italy marchio ipocrita, la bellezza non è una rendita” http://ifg.uniurb.it/2014/04/15/ducato-online/sinibaldi-al-festival-di-urbino-made-in-italy-marchio-ipocrita-la-bellezza-non-e-una-rendita/60920/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/15/ducato-online/sinibaldi-al-festival-di-urbino-made-in-italy-marchio-ipocrita-la-bellezza-non-e-una-rendita/60920/#comments Tue, 15 Apr 2014 14:05:08 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60920 Marino_Sinibaldi_-_Festivaletteratura_2008URBINO – “Maltrattando la cultura non perdiamo una merce, perdiamo un valore, perché la bellezza ha bisogno di manutenzione. Il Made in Italy è un concetto ipocrita, non possiamo vivere di rendita”. Ne è convinto Marino Sinibaldi, direttore di Radio3, critico letterario, presidente del Teatro di Roma, ospite del Festival di giornalismo di Urbino. Se la conoscenza non è propriamente una merce, ci si chiede se il mercante contemporaneo, oltre a essere un agente di commercio, sia ancora, come accadeva durante il Rinascimento, un mediatore culturale.

“I beni di scambio sono di diversa natura – sostiene Sinibaldi – e tra questi rientrano l’informazione, la cultura, la conoscenza. Ormai l’accesso a questi ‘prodotti’ è libero ed è per questo che oggi abbiamo bisogno di persone che sappiano scovare i luoghi inosservati, indicare le relazioni tra le cose e che si assumano la responsabilità di dare giudizi”.
Sta parlando dei giornalisti?
“Penso che giornalista sia un termine superato, se lo intendiamo come mediatore, filtro tra me e la notizia, tra me e i contenuti. È finita l’era del giornalista come custode di un bene riservato. I giornalisti dovrebbero facilitare l’accesso all’informazione, renderlo più libero e gratuito. Bisogna nutrire l’informazione di contenuti e connessioni, indicare la diversità e la qualità delle notizie. Questo dovrebbero  fare i giornalisti se hanno a cuore la libertà dell’informazione”.

Crolli a Pompei, musei spesso vuoti, turisti in calo, botteghe artigiane con le saracinesche abbassate, grandi firme della moda e del settore automobilistico italiane fuori dai confini nazionali. È giusto continuare a parlare di Made in Italy?
“Questo è un marchio ipocrita e quantomeno equivoco. Inoltre, trasformare in un marchio quella che è una grande tradizione, dell’arte, della qualità italiana, non mi sembra sia servito a molto. Aver inventato il Made in Italy non ha salvato Pompei o altri aspetti della nostra cultura. Li ha resi solo appetibili a livello commerciale, senza curarli. Le mura di Urbino non sono un Made in Italy, sono i luoghi che definiscono il modo di stare al mondo degli urbinati. Se li abbattiamo non perdiamo una merce, perdiamo un valore”.

Insomma, l’”italianità” è una categoria priva di senso
“Made in Italy, italianità, sono termini che si possono usare, basta che non diventino delle coperture ipocrite. L’importante è che dietro al culto commerciale o retorico non si nascondano disattenzione e distruzione”.

L’Italia, economicamente parlando, non gode di buona salute. Succede anche perché non vengono adeguatamente promosse le nostre eccellenze?
“Basta guardare al declino del nostro turismo. Tutti sognano e immaginano l’Italia come un luogo in cui la bellezza naturale e storica si è depositata in modo peculiare, però, allo stesso tempo, lo conoscono come un Paese dove la bellezza e i turisti stessi vengono maltrattati. All’origine di questo disastro economico e culturale c’è la disattenzione e la rapacità”.

Ci si ciba delle eccellenze del passato senza immaginare nuovi mondi possibili. Campare di rendita suona male e difficilmente lo si ammette. È d’accordo?
“Siamo degli sfruttatori falliti. Vorremmo campare di rendita, ma di rendita non si campa. La bellezza ha bisogno di manutenzione continua, di investimenti, di essere reinventata. La bellezza va vissuta come un elemento della propria vita perché se invece la si vede solo come un bene da esporre per trarne profitto dopo un po’ decade, si degrada. Smette di essere un elemento di identità e diventa un elemento di corruzione”.

E se fosse questa passività la nostra grande bellezza?
“La passività non è mai bella perché per conservare non bisogna essere passivi. Dobbiamo essere attivi, costruire le condizioni non solo per la conservazione, ma anche per la comprensione. Noi abbiamo distrutto la nostra bellezza perché non ne abbiamo capito il valore”.

Quindi siamo degli “sfruttatori falliti”, disoccupati. E i giovani scappano dal Bel Paese perché qui con ricerca e cultura difficilmente si mangia.
“La fuga dei cervelli potrebbe rientrare nella normalità dei flussi di idee e di valori se ci fossero altrettanti giovani interessati a venire in Italia. Il problema vero è che noi non attiriamo più nessuno, nemmeno gli studiosi d’arte. In questo modo ci impoveriamo sempre più e i ragazzi sono costretti ad andar via. Se non si possono esaudire i propri desideri in un Paese bisogna andare in un altro. Abbandonare i sogni: quella è la sconfitta peggiore”.

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Speciale radio – Europopulismo http://ifg.uniurb.it/2014/04/11/radio-ducato/speciale-radio-europopulismo/61373/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/11/radio-ducato/speciale-radio-europopulismo/61373/#comments Fri, 11 Apr 2014 14:33:36 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=61373 [continua a leggere]]]> URBINO – Alle elezioni del 25 maggio per il rinnovo del Parlamento europeo, la disaffezione nei confronti della politica potrebbe essere cruciale. Antipolitica, populismo, euroscetticismo serpeggiano in Europa da qualche tempo e denunciano la fragilità di un modello politico nato e “morto” ad Atene: la democrazia. Piero Ignazi, docente di politica comparata all’Università di Bologna ed editorialista del gruppo L’Espresso, ci ha spiegato il significato di questi tre termini e il motivo per cui vengono spesso impiegati per descrivere il sentimento politico diffuso in Italia e nei Paesi dell’Unione.

Gli stati che definiamo democratici hanno dei problemi nel gestire il calo di fiducia nelle istituzioni nazionali e sovranazionali. Una popolarità in declino che interessa anche i 28 paesi membri dell’Unione europea, come ci spiega Giampiero Gramaglia, direttore della testata giornalistica Euractiv.it.

Questa crisi di fiducia nelle istituzioni è emersa anche dai sondaggi condotti da Demos, Istituto di ricerca politica e sociale fondato da Ilvo Diamanti, dove lavora Fabio Bordignon. Nella sua analisi il ricercatore si è anche concentrato su quelli che, secondo lui, sono i due attori politici principali in Italia: il premier Matteo Renzi e il leader del Movimento Cinque Stelle Beppe Grillo.

Ai nostri microfoni anche studenti e cittadini di Urbino, che tra poche settimane andranno alle urne per votare i membri del Parlamento europeo.

 

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I cavalli abbandonati nella Gola del Furlo potrebbero essere adottati dalla Provincia http://ifg.uniurb.it/2014/04/09/ducato-online/i-cavalli-abbandonati-nella-gola-del-furlo-potrebbero-essere-adottati-dalla-provincia/61222/ http://ifg.uniurb.it/2014/04/09/ducato-online/i-cavalli-abbandonati-nella-gola-del-furlo-potrebbero-essere-adottati-dalla-provincia/61222/#comments Wed, 09 Apr 2014 11:52:56 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=61222 14-290x290URBINO – Trenta cavalli abbandonati da anni sul monte Pietralata, un proprietario che li “disconosce” e la Provincia di Pesaro Urbino che potrebbe presto adottarli.

Continua il contenzioso tra la Comunità Montana Catria e Nerone e un allevatore della zona, che frequenta il monte Pietralata per far mangiare quelli che un tempo erano i suoi cavalli. Dice che non sono di sua proprietà per non pagare il risarcimento alla Comunità montana per aver utilizzato un capannone all’interno della riserva del Furlo, di proprietà del demanio, senza pagare l’affitto.

Intanto i cavalli sono ancora lì, sul monte che li ospita da anni. Stanno bene, non sono minacciati dai lupi, ma hanno bisogno di cure. In Provincia, fa sapere la Guardia forestale di Cagli, si discute della possibilità di adottare questi animali per farli vivere all’interno della riserva naturale della  Gola del Furlo allo stato brado. Si tratta di una proposta che se dovesse passare impiegherà comunque più di un anno per diventare realtà.

Armando Rocchetti, comandante della Guardia forestale di Cagli, si è interessato in prima persona alla vicenda e ci ha aiutato a ricostruire la storia dei trenta cavalli. “Sono sul monte dal 1997 – spiega Rocchetti – e sono stati sistemati lì perché il capannone dell’allevatore aveva subìto dei danni e non era più agibile. Secondo il proprietario dei cavalli, la colpa era della Provincia di Pesaro e Urbino che non aveva fatto manutenzione al canale di scorrimento dell’acqua piovana lungo la strada che costeggiava la sua proprietà”. Per questo motivo, l’allevatore ha fatto causa alla Provincia.

Dopo l’apertura del contenzioso con la Provincia, l’allevatore ha chiesto al Corpo forestale dello Stato, gestore del demanio regionale, di poter portare i cavalli sugli altipiani del monte Pietralata a pascolare. Doveva essere una soluzione provvisoria, di pochi mesi. Il pascolo di altura, infatti, è consentito solo nel periodo tra maggio a settembre. D’inverno i cavalli dovevano essere portati sotto gli 800 metri, ma così non è stato perché nel frattempo l’allevatore non era riuscito a sistemare la sua scuderia e aveva quindi chiesto di utilizzare un altro capannone di proprietà del demanio che si trova a circa 700 metri d’altezza sul monte Pietralata. Un ricovero per cavalli dai recinti fatiscenti. Gli è stato concesso, anche in questo caso, solo per un breve periodo. E anche in questo caso quella che doveva essere una soluzione temporanea si è trasformata in una soluzione permanente.

Intanto, nel 2000, il demanio regionale passa in gestione alla comunità montana di Cagli e Urbania. Per questo pascolo sul monte Pietralata l’allevatore avrebbe dovuto pagare un canone annuale che aveva subìto un leggero aumento. “L’allevatore, però, si è rifiutato di pagare i 150 euro in più di canone”, spiega Rocchetti.

Si apre così nel 2003 un nuovo contenzioso, questa volta tra l’allevatore, che intanto aveva smesso di pagare l’affitto del capannone, e la comunità montana, che, a fronte del mancato pagamento, gli aveva vietato di usare la struttura. Un divieto sempre ignorato.

Secondo la ricostruzione del comandante della forestale di Cagli, il tribunale aveva imposto al proprietario dei cavalli di pagare un risarcimento alla comunità montana. Ma l’allevatore, ormai caduto in disgrazia, non disponeva più di nulla. È per questo che, nonostante frequentasse il monte Pietralata a bordo del suo trattore carico di fieno per dar da mangiare agli animali, sosteneva e continua a sostenere che quei cavalli non sono suoi.

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Summer school, a Urbino vanno in scena le opere di Shakespeare http://ifg.uniurb.it/2014/03/24/ducato-online/summer-school-a-urbino-vanno-in-scena-le-opere-di-shakespeare/60126/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/24/ducato-online/summer-school-a-urbino-vanno-in-scena-le-opere-di-shakespeare/60126/#comments Mon, 24 Mar 2014 16:39:15 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60126 William_Shakespeare_Chandos_PortraitURBINO – Recitare viaggiando, un binomio per rilanciare il turismo mettendo in primo piano la cultura. Questa l’intuizione di Shakespeare in Italy, una nuova organizzazione no- profit, che insieme all’Università “Carlo Bo” ha organizzato nella città ducale un corso estivo dedicato al drammaturgo inglese.

“Tutto il mondo è un teatro, e tutti gli uomini e le donne non sono che attori”, scriveva il Bardo in Come vi piace. Dal ducato francese, in cui è ambientata, a quello di Urbino, la commedia di Shakespeare ha attraversato secoli e nazioni, continuando a  nutrire lo spirito e risvegliando le aspirazioni artistiche di chi, per ambizione o per diletto, vuole cimentarsi nell’interpretazione di opere e personaggi tanto complessi.

Turisti, avventori, studenti e urbinati che fossero interessati a calcare il palcoscenico recitando passi tratti da Il mercante di Venezia o a struggersi davanti a una Giulietta senza vita (copione alla mano), potranno farlo. Il costo della summer school, che si terrà a Urbino dal 12 al 26 luglio, è di quasi 2000 euro, cifra che comprende anche il soggiorno in un albergo del centro e qualche escursione.

Per essere della partita, oltre ad avere una discreta conoscenza della lingua inglese, bisogna presentare la propria richiesta entro il 30 aprile. Sul sito web dell’associazione tutte le informazioni su modalità d’iscrizione, corsi e docenti.

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Terremoto nel distretto del Metauro. Appennino umbro-marchigiano da sempre zona ad alto rischio sismico http://ifg.uniurb.it/2014/03/24/senza-categoria/terremoto-nel-distretto-del-metauro-appennino-umbro-marchigiano-da-sempre-zona-ad-alto-rischio-sismico/60083/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/24/senza-categoria/terremoto-nel-distretto-del-metauro-appennino-umbro-marchigiano-da-sempre-zona-ad-alto-rischio-sismico/60083/#comments Mon, 24 Mar 2014 11:09:00 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60083 scosse sismiche MarcheURBINO – I terremoti continuano a colpire Marche e Umbria. Nelle ultime 48 ore, stando ai dati dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, sono state registrate oltre 30 scosse sismiche, tre delle quali superiori ai 3 gradi della scala Richter. L’epicentro è stato localizzato nel distretto sismico del Metauro, tra Città di Castello, in provincia di Perugia, e Apecchio, in provincia di Pesaro e Urbino. Le forti vibrazioni non hanno causato danni al territorio e ai centri abitati.

Ma quello che si sta verificando in questi giorni è un fenomeno che si è già presentato in passato. “La sismicità di queste zone è ben nota – dice il geologo Filippo Piscaglia – soprattutto nelle aree al confine con l’Umbria”.  Rispetto alle scosse di ieri, l’esperto spiega: “Terremoti di questa entità si ripresentano ciclicamente. Vengono monitorati costantemente e se ne studia l’evoluzione”.

Che la terra tremi in questa zona del centro Italia quindi non sorprende, ma continua a suscitare preoccupazione tra la popolazione. L’area compresa tra Umbria e Marche è infatti una zona ad alto rischio sismico.  Molti i terremoti avvenuti nel corso della storia. Negli ultimi anni, l’episodio più grave risale al settembre del 1997. Un sisma, con picchi di magnitudo 6.1, colpì l’appennino umbro-marchigiano portandosi via le vite di uomini e donne sepolti sotto le macerie degli edifici crollati e alcune opere artistiche di inestimabile valore: gli affreschi di Giotto e Cimabue.

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Terremoto nelle Marche: oltre 30 scosse nel distretto del Metauro. Le più forti a 3.3 Richter http://ifg.uniurb.it/2014/03/24/ducato-notizie-informazione/terremoto-marche-scosse-magnitudo-3-3-distretto-metauro/60007/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/24/ducato-notizie-informazione/terremoto-marche-scosse-magnitudo-3-3-distretto-metauro/60007/#comments Mon, 24 Mar 2014 09:34:44 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=60007 [continua a leggere]]]> URBINO – La terra ha tremato ancora tra Umbria e Marche. Secondo i dati disponibili sul sito dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, tra ieri e oggi, 24 marzo, sono state registrate oltre 30 scosse sismiche, tre delle quali superiori ai 3 gradi sulla scala Richter. L’epicentro della maggior parte dei terremoti è stato individuato nel distretto sismico del Metauro, in corrispondenza diCittà di Castello tra tra Apecchio e Città di Castello, in provincia di Perugia. Sono state registrate due scosse di magnitudo 3.3 una alle 18.47 e un’altra alle 19.25 di ieri 23 marzo. I terremoti sono stati avvertiti dalla popolazione distintamente anche ad Apecchio, in provincia di Pesaro e Urbino, senza però causare danni. In serata, verso le 18, è stata rilevata un’altra scossa di magnitudo 2.7, questa volta in mare, a largo della costa fra Ancona e Civitanova Marche.

scosse sismiche Marche

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Comunali 2014, Urbino che vorrei: il sondaggio tra i cittadini http://ifg.uniurb.it/2014/03/14/ducato-online/comunali-2014-urbino-che-vorrei-il-sondaggio-tra-i-cittadini/59167/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/14/ducato-online/comunali-2014-urbino-che-vorrei-il-sondaggio-tra-i-cittadini/59167/#comments Fri, 14 Mar 2014 13:20:57 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=59167 Ducatoa 137 abitanti. I cittadini-elettori hanno detto la loro sulle questioni più importanti.Un 'vademecum' per il futuro primo cittadino Le interviste: Muci - Gambini - Crespini - Malerba - Sgarbi - De Santi - Demitri - Londei - Forti SFOGLIA E LEGGI Il nuovo numero de Il Ducato]]> città idealeURBINO – Piazza della Repubblica è affollata di giovani. Sono accorsi da tutta Europa, e oltre, per assistere alla Fiera internazionale dell’Arte contemporanea. L’evento è solo il primo di una lunga serie di iniziative promosse da Comune e università con la partecipazione attiva degli istituti d’arte urbinati. Ne parlano tutti e tutti vorrebbero essere qui, nella città ducale che per l’occasione ha implementato la rete di trasporti extraurbani. Per raggiungere piazza Raffaello,  trasformata in un grande museo all’aperto, si può lasciare l’automobile a porta Santa Lucia e da lì proseguire con le scale mobili o gli ascensori.

Questa è l’immagine utopica costruita interpretando i desideri di chi vive a Urbino, o almeno quelli di 67 donne e 70 uomini che hanno risposto alle domande del nostro questionario. I giovani.

Dalla “città ideale” alla città ducale, quella vera, dove i giovani sono più degli abitanti. Gli urbinati ne sono consapevoli tanto che il 92,7% di loro è convinto che senza gli universitari la città “morirebbe”. Paradossalmente quella che è la più grande risorsa di Urbino, diventa un problema quando gli stessi giovani, che pagano affitti e tasse universitarie, escono il giovedì sera per divertirsi. Gli abitanti del centro storico si lamentano per il chiasso e la sporcizia che il venerdì mattina trovano in piazza e nei vicoli. Come risolvere il problema? Per il 73% degli intervistati basterebbe creare nuovi luoghi di aggregazione, mentre il 26,5% pensa che la soluzione possa essere la chiusura dei locali a mezzanotte. «È un’assurdità – dice un settantenne – perché oggi i ragazzi non escono prima delle undici di sera. Mica come ai miei tempi quando i bar alle 21 erano già tutti pieni».

La città. Un borgo rinascimentale tanto bello quanto inaccessibile. Dentro le mura, salite che anche l’alpinista Reinhold Messner avrebbe qualche difficoltà a “scalare”. A complicare le cose si aggiunge la zona a traffico limitato (Ztl) che impedisce alle automobili di circolare nel centro storico, penalizzando, secondo il 66,4%, non solo i commercianti, ma anche cinema e teatro. Vero è che più della metà degli intervistati sostiene anche che la Ztl riesce a preservare la vivibilità della zona. Avere delle “buone gambe” a Urbino è fondamentale. Non solo perché non si può accedere al centro in automobile, ma anche perché non ci sono né scale mobili né ascensori gratuiti. Forse è per questo che l’86% desidererebbe avere questo tipo di facilitazioni.

Ma Urbino non è solo centro storico. Negli ultimi anni, i quartieri fuori le mura sono stati notevolmente ampliati. Come raggiungerli? Con i mezzi pubblici, che per il 50,4% degli intervistati sono efficienti e puntuali. Ma non per tutti: «Gli studenti – dichiara una giovane donna – sono costretti a vivere in centro, spendendo molto di più per l’affitto, perché i bus la sera non passano e non collegano tutte le zone della città». Situazione che non migliora quando si parla di collegamenti extraurbani: per il 68,6% è mal collegata con il resto d’Italia. Sarà anche per questo che i turisti non sono poi così tanti. Non è però tutta colpa dei trasporti. Il 76,6% del campione ritiene che le bellezze di Urbino siano poco pubblicizzate. La casa di Raffaello, le colline del Montefeltro, il Museo della città, i torricini di palazzo Ducale sono solo alcuni dei luoghi unici e magici della città. «Un castello così ce l’abbiamo solo noi e Walt Disney», dice Andrea, agente di commercio di giorno e dj di notte. È inoltre significativo che il 96,4% vorrebbe che Comune e università collaborassero di più per organizzare eventi culturali.

Una volta arrivato nella città ducale, il turista avrà delle difficoltà a trovare qualche souvenir: sono sempre di più i locali chiusi o sfitti. Problema che per il 54% degli intervistati non deriva dall’apertura dei due centri commerciali – che sono comunque troppi per il 64,2% – ma dagli affitti troppo alti. Il degrado. «La differenziata non funziona perché non ci sono abbastanza controlli. Bisognerebbe fare una raccolta porta a porta, così chi non divide i rifiuti correttamente verrebbe multato». L’opinione espressa da una barista del centro storico non è condivisa da tutti gli intervistati. Infatti, se il 46,7% non è soddisfatto del modo in cui viene gestita la raccolta differenziata, il 38,7% non si lamenta. «Per migliorare il servizio – dichiara un commerciante di via Raffaello – basterebbe aggiungere un turno di raccolta in più, soprattutto nelle vie del centro, in tarda serata per evitare che la spazzatura rimanga fuori ai portoni fino al mattino seguente». Una volta ritirati i rifiuti finiscono a Montesoffio, nella discarica di Ca’ Lucio, da sempre al centro di forti polemiche che dividono la popolazione. Posizioni contrastanti che si riflettono anche nei dati raccolti: il 48,2% vuole che la discarica sia chiusa, l’altra metà degli intervistati si divide tra contrari e indecisi. «E pensare che vicino a San Bernardino c’è una discarica a cielo aperto – racconta la proprietaria di una libreria in via Bramante – in una casa abbandonata c’è una montagna di vetro».

Altro tasto dolente è il degrado in cui versa Urbino2, zona periferica che per il 60,6% è paragonabile a un “ghetto”. C’è poi un 33,6% che addirittura non sa cosa sia e chi ci vive. In vista delle elezioni comunali, questo sondaggio potrebbe essere una sorta di vademecum per il nuovo sindaco. Certo, è un po’ difficile che Urbino possa diventare la città ideale sognata dagli urbinati, ma secondo gli intervistati sarebbe opportuno muovere i primi passi in questa direzione. Sognano il cambiamento, qualcosa di nuovo che permetta alla città ducale di non restare chiusa in se stessa ma di aprirsi al mondo. E al nuovo sindaco alcuni consigliano: «Non si occupi solo di quelli già tutelati ma di tutti i cittadini del Comune e soprattutto migliori le comunicazioni».

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Urbino che vorrei: i risultati del sondaggio http://ifg.uniurb.it/2014/03/14/ducato-online/urbino-che-vorrei-i-risultati-del-sondaggio/59080/ http://ifg.uniurb.it/2014/03/14/ducato-online/urbino-che-vorrei-i-risultati-del-sondaggio/59080/#comments Fri, 14 Mar 2014 09:35:43 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=59080 [continua a leggere]]]> URBINO – Ecco i risultati dell’indagine a cui hanno risposto 137 abitanti (67 donne e 70 uomini) tra i 18 e gli 80 anni. Le 17 domande, incentrate sulle principali problematiche della città, vogliono essere una sorta di vademecum per il futuro sindaco.

LEGGIUrbino che vorrei, il vademecum per il nuovo sindaco

ztl vivibilità

ztl commercianti

mezzi in città

Mezzi fuori

Scale mobili

differenziata

Ca' Lucio

Ospedale

Luoghi aggregazione

Chiusura H24

strutture sportive

Universitari

Eventi culturali

Due centri commerciali

Botteghe chiuse

Attrazioni turistiche

Urbino 2

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Cercasi metalmeccanico con esperienza. L’identikit dei neoassunti secondo Unioncamere Marche http://ifg.uniurb.it/2014/02/24/ducato-online/cercasi-metalmeccanico-con-esperienza-lidentikit-dei-neoassunti-secondo-unioncamere-marche/57588/ http://ifg.uniurb.it/2014/02/24/ducato-online/cercasi-metalmeccanico-con-esperienza-lidentikit-dei-neoassunti-secondo-unioncamere-marche/57588/#comments Mon, 24 Feb 2014 16:48:16 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=57588 metalmeccaniciURBINO – Se sei un metalmeccanico in cerca di lavoro ci sono buone notizie per te. Lo stesso vale per operai, segretari, commessi, magazzinieri e cuochi. Nel primo trimestre del 2014 sono stati i mestieri più richiesti dalle aziende marchigiane e questo trend dovrebbe rimanere inalterato fino alla fine di aprile. Requisiti indispensabili: diploma ed esperienza. Lo rivela un’indagine condotta dal Centro studi Unioncamere Marche in cui si evidenzia anche un aumento di contratti a tempo determinato e co.co.pro, una crescita che però non riesce ad arginare l’emorragia occupazionale che ha colpito il territorio e l’inarrestabile calo delle assunzioni a tempo indeterminato. Entro aprile sono previsti oltre 5.000 licenziamenti tra i lavoratori dipendenti, mentre i neoassunti saranno poco più di 2.900.

Sono invece in crescita altre forme di inserimento nel mondo del lavoro. Per quanto riguarda i contratti interinali, saranno 760 i marchigiani che troveranno un’occupazione entro la fine di marzo, contro i 330 contratti in scadenza. Nel caso dei lavoratori a progetto i numeri sono diversi anche se le proporzioni sono simili: 460 nuovi co.co.pro. contro 110 espulsioni.

Il presidente della sezione marchigiana di Unioncamere, Adriano Federici, parla di una modesta ripresa: “Questo trimestre le assunzioni di personale dipendente programmate dalle imprese sono l’1 per cento in più rispetto alle 2.880  del trimestre precedente”.

Tornando ai lavoratori dipendenti, le nuove assunzioni previste interessano prevalentemente il settore dei servizi (60%) dove il principale datore di lavoro sono le piccole imprese (58%), cioè quelle con meno di 50 dipendenti. Ad andare per la maggiore saranno i contratti a tempo determinato (67,8%) mentre le assunzioni a tempo indeterminato riguarderanno il 22,8 per cento dei lavoratori e l’apprendistato appena l’8,3 per cento.

Attraverso i dati forniti dal Centro studi di Unioncamere si può tracciare una sorta di identikit dei futuri neoassunti. Avranno alle spalle una certa esperienza professionale, requisito indispensabile per il 59,5% delle imprese marchigiane. Come lo è il diploma, che è il titolo di studio più richiesto (46,7%). Saranno prevalentemente italiani e non particolarmente giovani. Infatti, solo il 9,8% degli imprenditori si rivolgerà ai lavoratori migranti e l’assunzione di under 30 riguarderà il 29,3 per cento delle aziende presenti sul territorio. Saranno più uomini o donne a beneficiare di questi nuovi contratti? Chi lo sa: per le imprese il genere non è un fattore determinante per decidere l’assunzione. O almeno non lo è nel 48,7 per cento dei casi.

In cima alla lista delle figure professionali più richieste si trovano i commessi e il personale di vendita, con 380 assunzioni programmate (quasi tutte a termine). Nel manifatturiero spicca la domanda di 340 operai metalmeccanici ed elettromeccanici mentre nel settore dell’alloggio e ristorazione si cercano 230 cuochi e camerieri. Buona anche la domanda di personale di segreteria e servizi generali (190).

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