il Ducato » Michele Mastrangelo http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Michele Mastrangelo http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it Solo inchieste e niente pubblicità: il Pulitzer a ProPublica http://ifg.uniurb.it/2010/04/13/ducato-online/solo-inchieste-e-niente-pubblicita-il-pulitzer-a-propublica/2374/ http://ifg.uniurb.it/2010/04/13/ducato-online/solo-inchieste-e-niente-pubblicita-il-pulitzer-a-propublica/2374/#comments Tue, 13 Apr 2010 15:13:47 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=2374 Il premio Pulitzer andò a finire in internet: Pro Publica, rivoluzionario sito d’informazione online, quest’anno ha vinto la medaglia d’oro per il giornalismo investigativo, con un suo reportage su un ospedale di New Orleans durante l’uragano Katrina. E’ la prima volta che a una testata web senza un giornale di riferimento viene assegnato il più celebre premio giornalistico del mondo.

Pro Publica entra nel giornalismo americano rivoluzionando la produzione delle inchieste, vive grazie al finanziamento di alcuni filantropi e di fondazioni e alla generosità dei suoi lettori.  Tra i finanziatori, per esempio, c’è il miliardario americano Herb Sandler, che ha donato 30 milioni di dollari per il progetto.

Pro Publica si definisce come testata “a servizio del pubblico interesse”, una società indipendente non-profit con sede a New York. “Investigative journalism in the public interest” è il  motto di Pro Publica. Alla guida c’è Paul Steiger, 16 anni vicedirettore del Wall Street Journal e altri 32 reporter. Molti di loro sono stati licenziati dalle loro testate per la crisi che ha colpito il settore.

Per le sue inchieste Pro Publica collabora inoltre con i principali media americani, cedendo loro gratuitamente i  contenuti prodotti (il servizio vincitore del premio è nato da una cooperazione con il New York Times). Dalla Cnn al Los Angeles Times, da Usa Today allo Huffington Post.

Un modo di fare informazione che in Italia ancora non c’è: “In questa forma il giornalismo investigativo non esiste da noi – commenta Sergio Maistrello, giornalista ed esperto in giornalismo online – non so se qualche miliardario italiano sarà mai cosi illuminato da pensare di donare i suoi soldi nell’interesse della società. Non c’è questa sensibilità, chi ha i soldi per farlo ha un’altra concezione dei media”.

Mike Webb è direttore delle comunicazioni per Pro Publica. Anche per Webb il modus operandi di Pro Publica difficilmente potrà essere trasferito in Europa: “Non sono sicuro che questo tipo di giornalismo funzionerebbe in altre parti del mondo – dice – e in America abbiamo una grande tradizione di finanziamento tramite fondazioni.  Non credo che in Europa si possano trovare benefattori indipendenti che lascino lavorare da soli e in modo indipendente le testate giornalistiche”.

Anche Vittorio Zambardino, analista delle tecnologie e dei media, non pensa siano possibili molti paragoni con l’Italia. “C’è il rischio di enfatizzare – dice – è un risultato molto ‘americano’. Questo Pulitzer è merito dell’apertura dei media e della società statunitensi. Lì, a questo tipo di giornalismo è stata data una chance, come viene data a una persona che vuole aprire un’azienda o entrare in un mercato”.

Quello che sta arrivano anche da noi – spiega Maistrello – è la donazione diffusa, cioè cittadini che decidono di sostenere il giornalismo e la raccolta d’informazioni:  “La colletta per finanziare l’articolo che negli Stati Uniti è sperimentato da Spot Us, in Italia è arrivato con You Capital e dovrebbe arrivare con To Report”.

In You Capital, gli iscritti al sito possono presentare un progetto che verrà proposto nel sito: gli editori del progetto diventeranno così non più le compagnie “tradizionali”, ma i lettori internet che sono disposti a contribuire economicamente alla sua realizzazione. Discorso analogo per To Report, una piattaforma per la compravendita di servizi giornalistici, dove i lettori possono sia chiedere e proporre inchieste.

Per Maistrello il problema non è l’online o la stampa, il futuro del giornalismo investigativo non dipenderà dal mezzo “bisognerà solo fare buone investigazioni, fare buon giornalismo. Il futuro in rete sarà quello di recuperare il giornalismo com’è stato, scrostarlo dalle calcificazioni dei media di massa e da tutti gli inquinamenti che non appartengono alla professione ma agli interessi dell’editori.  Per far questo bisogna trovare un modo onesto per riuscire a ripagare le spese, anche con la collaborazione dei lettori e della società, benefica per prima di un buon giornalismo”.

Guida alla Rete

ProPublica

Premio Pulitzer

“The Deadly Choice” l’articolo premiato

YouCapital

ToReport

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La Cnn punta sull’iperlocale http://ifg.uniurb.it/2009/12/11/ducato-online/la-cnn-punta-sulliperlocale/328/ http://ifg.uniurb.it/2009/12/11/ducato-online/la-cnn-punta-sulliperlocale/328/#comments Fri, 11 Dec 2009 17:55:26 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=328 di Lorenzo Allegrini e Michele Mastrangelo

Nella notte un graffitaro ha disegnato un enorme murale nella via di casa tua, a San Francisco, in zona Golden Gate Park. Un uomo sulla cinquantina ha stuprato una ventenne, a solo due isolati dal tuo palazzo, nell’Upper East Side di New York. E ad Atlanta, proprio all’incrocio dove si è appena trasferita tua figlia, c’è stato un incidente: un guidatore, forse ubriaco, ha imboccato la statale in senso contrario. Cnn, la celebre tv all news di proprietà della Time Warner, internazionale per vocazione, punta anche sull’informazione “iperlocale” e lo fa affidandosi a un aggregatore di notizie online.

Si chiama Outside.in, ha solo 15 dipendenti. Con un investimento di sette milioni di dollari (circa quattro milioni e settecentomila euro), la televisione americana si è assicurata in esclusiva i feed rss dell’aggregatore a partire dal prossimo anno. Un flusso molto simile a quello di una capillare agenzia giornalistica che copre, per ora, oltre di 50.000 quartieri di 258 città americane con le loro notizie, dagli annunci degli spettacoli, allo sport, fino alla cronaca nera.

Outside.in era nato nel 2007 per permettere ai lettori di trovare le notizie dai luoghi e dintorni che più interessano: basta infatti selezionare un quartiere o semplicemente inserire un indirizzo e, se qualche blogger o sito d’informazione ha parlato di un evento accaduto in quella zona, l’aggregatore lo trova e lo elenca insieme alle altre notizie che rispondono allo stesso criterio. Così l’8 dicembre 2009 nella pagina del quartiere che ospita il palazzo dello sport di Phoenix (Arizona), si trovava la cronaca della partita Nba degli idoli locali dei Suns, che hanno perso di un punto contro i Mavericks di Dallas. Ma, appena sotto, c’era anche la programmazione del cinema dietro casa.

La Cnn non è l’unico colosso che cerca di sfruttare il mondo dell’informazione “iperlocale”. La società Msnbc (canale televisivo via cavo fondato nel 1996 dalla Microsoft insieme alla Nbc) ha acquistato nell’agosto 2009, tramite il sito d’informazione msnbc.com, un altro aggregatore di notizie iperlocali: EveryBlock. Nato nel 2007, questo aggregatore è arrivato a coprire in estate 15 città americane. Come per Outside.in, in EveryBlock basta semplicemente inserire un indirizzo e si potrà sapere immediatamente cos’è successo nel vicinato sulla base delle notizie dei media locali e dei blog. EveryBlock, definito dal New York Times “uno dei siti iperlocali più ambiziosi”, parte infatti dall’idea che le notizie si trovino davvero nei singoli isolati (i “Block”), dove cioè vive la gente.

Ma la cosa più innovativa di EveryBlock è il suo essere uno strumento al servizio del cittadino, che aggrega dati provenienti da fonti le più diverse, pubbliche e private: le statistiche sui reati, i controlli sui ristoranti e la situazione dei lavori pubblici, ecc. A Chicago, ad esempio, è possibile consultare le statistiche isolato per isolato, come il numero di reati negli ultimi 30 giorni (21.868 al momento di scrivere questo articolo) o le strade chiuse per lavori (88). EveryBlock si spinge oltre nell’informazione per il cittadino: sempre nella pagina riservata a Chicago pubblica le segnalazioni sulle persone disperse, come la piccola Christine, 14 anni, scomparsa lo scorso 6 dicembre.

Alessandro Gatto di Informazione.it, un sito che aggrega notizie in lingua italiana su segnalazione degli utenti, non crede alla possibilità dello sviluppo di un simile servizio nel nostro paese perché “in Italia non ci sarà mai una quantità prodotta di notizie tanto grande da permettere di attivare un aggregatore così capillare”. Informazione.it offre però un servizio di ricerca per Regione, Provincia, Comune. Oltre ad una sezione di “social news”, quella che garantisce più accessi al sito, ovvero d’informazione generata direttamente dagli utenti.

Nato nel 2006, l’aggregatore si mantiene attraverso la pubblicità ed è gestito solo da tre “tecnici” e da nessun “giornalista”. Per questo non produce contenuti editoriali: “Ci occupiamo soltanto di verificare l’attendibilità delle fonti, meglio se l’utente ci segnala la notizia di una testata registrata in tribunale – continua Gatto – ma va bene anche se si tratta di blog che consideriamo attendibile; il resto lo lasciamo fare in automatico al nostro sitema, che si va a pescare attraverso un algoritmo, altre tre notizie collegate a quella di partenza”.

Guida alla rete:

Outside.in
EveryBlock
Informazione.it
Cnn
Msnbc

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Su internet si scatena il giornalismo locale http://ifg.uniurb.it/2009/03/13/ducato-online/su-internet-si-scatena-il-giornalismo-locale/684/ http://ifg.uniurb.it/2009/03/13/ducato-online/su-internet-si-scatena-il-giornalismo-locale/684/#comments Fri, 13 Mar 2009 13:30:30 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=684 Si moltiplicano in Italia i siti d’informazione locale, spesso veri e propri giornali online senza un riferimento ad altre testate tradizionali. Sono decine in ogni parte d’Italia e una quarantina si sono raccolti nell’Associazione nazionale stampa online (Anso), il primo organismo associativo nato in Italia.

Il fenomeno è molto ampio: solo nella regione Marche ce ne sono almeno 24, solo sette dei quali risultano iscritti all’associazione.

Marco Di Maio, membro del consiglio direttivo dell’Anso, immagina che il numero di iscrizioni aumenterà, via via che si procede con il rinnovo delle quote: “probabilmente – dice – ci saranno delle integrazioni”. Per il momento Di Maio fornisce i dati relativi alle testate aderenti all’Anso: sei milioni di utenti unici e 25 milioni di pagine visualizzate ogni mese. Sui siti Anso vengono pubblicate più di 500 notizie al giorno. L’associazione annuncia Benedetto Liberati, editore marchigiano e anch’egli membro del consiglio direttivo, avvierà nei prossimi mesi una sua indagine, per capire un settore in forte sviluppo negli ultimi due anni.

“Se sull’informazione globale la competizione è infinita, perché resa disponibile da più fonti concorrenziali, l’informazione locale è esprimibile in poche fonti”, spiega Vittorio Pasteris , giornalista de lastampa.it e coordinatore di un censimento delle redazioni online per il sito LSDI.
L’offerta locale è molto modesta rispetto a quella generalista e globale, che è smisurata. “E’ quindi più facile – per Pasteris – costruire delle nicchie per quelle redazioni che stanno cercando di collocarsi o riposizionarsi in una zona diversa d’informazione”.

“Non è facilissimo fare uno studio dettagliato su questo tema – avverte Pasteris – “perché chi fa questo mestiere è poco abituato a raccontarsi. Anche molti intervistati poi non sono entusiasti nel sentirsi chiamare giornalisti, poiché hanno una visione poco positiva del giornalismo ortodosso”.

Per Di Maio l’avvento delle testate locali nel web rappresenta una “grossa rivoluzione”: “Fino ad oggi si era portati a pensare che il tempo reale fosse qualcosa riservato all’informazione nazionale. Con la comparsa dei nostri giornali molto spesso la dimensione si è trasferita anche al locale”. Altra caratteristica è la multimedialità: “ Con internet si possono collegare all’informazione scritta foto e video. In alcuni casi abbiamo associati che elaborano telegiornali e podcast radio scaricabili dagli utenti”.

Per il suo censimento, svoltosi nel 2008, Pasteris ha spedito alle redazioni online alcuni questionari. E molte risposte sono giunte dalle testate aderenti all’Anso. Nonostante le difficoltà abbiamo così una visione parziale, ma abbastanza eterogenea del fenomeno.

Il giornalista online del 2009 ha un’età media di 37 anni. Da sei lavora per testate internet. Nelle redazioni che hanno alle spalle testate “tradizionali” (cioè non nate direttamente in rete) è spesso professionista. Nelle testate sorte per il web è per la stragrande maggioranza pubblicista o non iscritto all’ordine (circa l’86%). Il suo lavoro è principalmente svolto al desk (ricerca cioè le notizie in redazione e ha contatti con le fonti sempre in ufficio).

L’organico di queste redazioni è composto quasi sempre da uno o due professionisti o pubblicisti (in genere direttore o caporedattore), integrati con un ampio spettro di collaboratori. E’ il caso di VivereMarche, un portale d’informazione sul territorio marchigiano, che ha rapporti stretti con i laureati delle università della zona. A giudizio di Benedetto Liberati “la stragrande maggioranza dei nuovi giornalisti iniziano la loro carriera sul web: E’ difficilissimo intraprendere la carriera partendo dalla carta stampata, sia per una questione di disponibilità di posti, sia per la facilità d’accesso al mezzo internet”.

Le redazioni online sono organismi più snelli ma ciò non significa che nel locale non si siano affermate realtà importanti nel locale. Varesenews , per esempio, un giornale web di notevole visibilità – ricorda Di Maio – al pari dei portali d’informazione nazionale.

Guida alla rete:

Anso
Il servizio di Vittorio Pasteris su LSDI
Varesenews

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