il Ducato » Cronaca http://ifg.uniurb.it testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino Mon, 01 Jun 2015 01:40:19 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=4.1.5 testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato no testata online dell'Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino il Ducato » Cronaca http://ifg.uniurb.it/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it/categorie/ducato-online/cronaca-ducato-online/ Presidio Expo, la Data apre il 20 maggio. Ma senza marciapiede http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/presidio-expo-la-data-apre-il-20-maggio-ma-senza-marciapiede/73798/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/presidio-expo-la-data-apre-il-20-maggio-ma-senza-marciapiede/73798/#comments Wed, 06 May 2015 16:51:30 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73798 I lavori per la rampa termineranno il 9 maggio.  Per il marciapiede se ne riparlerà dopo l'Expo

I lavori per la rampa termineranno il 9 maggio. Per il marciapiede se ne riparlerà dopo l’Expo

URBINO – Il presidio Expo a Urbino, in allestimento all’interno della Data, sarà aperto il 20 maggio. In ritardo rispetto alla tabella di marcia – doveva essere inaugurato il 1 maggio – ma in tempo per l’arrivo delle delegazioni straniere, previsto per i primi di giugno. Non ci sarà però il marciapiede che doveva essere realizzato davanti all’edificio: anche lì ci sono stati degli slittamenti, perciò se ne riparlerà una volta finito il presidio. “Non vogliamo che ci sia un cantiere davanti al presidio Expo” ha spiegato il sindaco di Urbino Maurizio Gambini.

“Non abbiamo ancora aperto il presidio perché ci sono stati ritardi a livello di amministrazione regionale – sostiene l’assessore all’urbanistica di Urbino Roberto Cioppi - L’allestimento dell’interno infatti era di loro competenza, noi dovevamo solo rifare la pavimentazione”. A rallentare le operazioni, il fatto di aver lanciato un solo bando per tutti i cinque presidi da allestire nelle Marche. “Non ci hanno ancora fornito monitor, sistemi audiovisivi e altri supporti tecnologici – continua Cioppi – ma questo non creerà disagi. In fondo è comprensibile, anche a Milano ci sono stati dei ritardi. Per quando arriveranno le delegazioni sarà tutto pronto”.

Per quel che riguarda il marciapiede, il discorso è più complesso. Doveva collegare l’infopoint degli uffici del turismo alla scala a chiocciola all’interno del bastione,  ma non era tutto a carico del Comune. “Per la costruzione della rampa finale – precisa Cioppi – abbiamo ricevuto dei finanziamenti dall’Unesco. Per questo abbiamo dato la priorità a quella parte del progetto. Il resto invece è a nostro carico. Non saprei dire quando sarà realizzato, ancora dobbiamo fare il bando”.

“La costruzione della rampa è durata qualche settimana in più del previsto – spiega Gambini – e visto che la situazione è decorosa e non crea disagi – dove dovrebbe sorgere il marciapiede c’è un prato – riteniamo sia opportuno aspettare la fine dell’Expo”.

Anche perché Soprintendenza e Comune dissentono su alcuni punti. “Noi preferiremmo farlo in mattone, lasciando un po’ di erba ai lati – continua Gambini – mentre loro vorrebbero spianare tutto il prato e utilizzare il cocciopesto. È solo una questione di opportunità architettonica, è il biglietto da visita della città e deve essere conforme all’architettura del luogo, dobbiamo trovare la soluzione più adatta. Valuteremo nei prossimi giorni”.

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Un anno di Gambini: il “non politico” promosso (in parte) dalle opposizioni http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/un-anno-di-gambini-il-non-politico-promosso-in-parte-dalle-opposizioni/73172/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/un-anno-di-gambini-il-non-politico-promosso-in-parte-dalle-opposizioni/73172/#comments Wed, 06 May 2015 15:51:01 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73172 PRESIDIO EXPO La Data apre il 20 maggio: ma senza marciapiede]]> Il sindaco Maurizio Gambini

Il sindaco Maurizio Gambini

URBINO – In campagna elettorale si è definito “uomo del fare prestato alla politica”. E in effetti Maurizio Gambini è orgoglioso delle sue origini, come ha ripetuto anche al Ducato durante un faccia a faccia con la redazione al completo. Viene da una famiglia di piccoli agricoltori: sei sorelle e un fratello.

Un “non politico” che però siede in Consiglio comunale dal 1999. Eletto con i Democratici di sinistra, dieci anni dopo ha detto addio al suo partito formando una sua lista civica “Liberi per cambiare”, appoggiata dalle forze che per anni sono state la sua opposizione: Forza Italia e Ncd, ma anche Verdi e Udc. Una rottura in favore dei cittadini, ha sempre detto, contro un Pd che “continua a governare per i suoi interessi”.

Un’indipendenza che lo ha portato l’estate scorsa a essere eletto primo cittadino, abbattendo una delle roccaforti della sinistra, inviolata per quasi settant’anni, dal secondo dopoguerra. Al Ducato aveva detto, ricordando Enrico Mattei, “se diventassi sindaco la mia priorità sarebbe quella di ridare dignità alle forze produttive: commercio, artigianato, agricoltura, giusto peso all’impresa privata”.

Il municipio di Urbino

Il municipio di Urbino

È passato quasi un anno dall’8 giugno, giorno in cui ha vinto il ballottaggio con Maria Clara Muci, candidata del centrosinistra, ed è diventato sindaco. Ora è tempo di primi bilanci.

alcolOrdinanza anti-alcol

Il divieto di bere in piazza è il provvedimento di questa Giunta che più sarà ricordato. È il 16 ottobre quando Gambini firma un’ordinanza, poi diventata regola a gennaio, con con cui si vieta il consumo di alcool in luoghi pubblici e al di fuori dei locali per tre metri. Un provvedimento contro le notti brave del giovedì, voluto per contenere la movida urbinate mal sopportata dagli abitanti del centro storico. Nello specifico: non è possibile far uso di sostanze alcoliche all’aperto e – dalle 20:30 alle 7 – è vietato anche detenerle e trasportarle, pena 100 euro di multa.

Una mossa che ha causato non poche polemiche soprattutto tra i giovani che si sono visti privare della loro libertà. Da subito gli studenti hanno chiesto un tavolo di confronto con la giunta, ma hanno aspettato fino al 4 maggio. La linea del sindaco però non è cambiata: l’ordinanza non si tocca.

Dall’altra parte abitanti e baristi, nonostante il calo delle vendite degli alcolici, si dicono soddisfatti: la città è pulita, anche i bagni pubblici, la notte non si rimane svegli fino all’alba e il venerdì mattina non tocca imbattersi in cocci di vetro e sporcizia.

Ma c’è chi, come M5S e Verdi, ai divieti vuole aggiungere educazione ambientale. Pur riconoscendo la validità dell’ordinanza credono che la sola proibizione non basti a riqualificare la piazza. Contro il degrado del giovedì sera propongono cassonetti per la differenziata che in cambio della bottiglia diano un contributo, ad esempio un buono da spendere nei negozi del centro. Un fare ripreso dai paesi del nord Europa che innesca meccanismi positivi: “Deve esserci un riconoscimento: bisogna capire che l’ecologia è economia”, dice Gianluca Carrabs dei Verdi.

Vittorio_SgarbiRilancio culturale

Vittorio Sgarbi è per molti la vera novità di questa giunta. Con il suo spirito travolgente e spesso irriverente, è riuscito a portare all’ombra dei Torricini mostre capaci di attrarre centinaia di visitatori. Leonardo, Tintoretto, Artemisia Gentileschi, Prospero Fontana sono solo alcuni dei nomi giunti nella città ducale in mostre ed esposizioni. Importante anche l’apertura di un nuovo spazio culturale: la Casa della poesia. Anche se molti urbinati ancora non la conoscono, l’ex museo della città non solo ospiterà iniziative culturali, ma anche un archivio sonoro per ascoltare le voci di 100 poeti.

Per molti cittadini l’assessore a Rivoluzione, cultura e agricoltura è riuscito a sdoganare l’immagine di città rinascimentale e rilanciare Urbino grazie alle attività culturali. “In un periodo morto come Natale, dove la città si svuota, quest’anno abbiamo registrato 26mila presenze: tutto merito della Bella Principessa a Palazzo Ducale”, ha detto Gianluca Carrabs, Verdi. E dopo il periodo natalizio il ciclo di mostre pasquali, con quattro mostre, tra cui i nudi di Mannelli, che hanno creato molte polemiche perché esposti a ridosso della festa cristiana, e quello di Cleopatra.

Anche per il Movimento 5 Stelle la giunta sta lavorando molto in questa direzione, positive le aperture domenicali e le tante mostre giunte in città, ma sono le modalità a essere criticate: “Sgarbi porta gente ma non ha un programma preciso. Cosa lascerà in eredità? Niente. Una scelta personalistica non paga per il futuro”. Una grave pecca, secondo qualcuno, sta nei mancati accordi con gli operatori turistici: brochure fantasma e poca pubblicità, così si erano lamentati al Ducato gli albergatori.

Turisti in piazza Duomo

Turisti in piazza Duomo

Arriva la tassa di soggiorno

Il primo giugno entrerà in vigore la tassa di soggiorno. Sono più di 500 i Comuni che in tutta Italia hanno adottato l’imposta di pernottamento (o la tassa di sbarco).

Un punto su cui Gambini si è contraddetto, visto che aveva dedicato uno dei punti del suo programma elettorale a questo tema: “No alla tassa di soggiorno, che penalizzerebbe ulteriormente il già asfittico turismo urbinate!”.

Per alcuni la tassa è un peso per i turisti che vengono in città, soprattutto per Urbino che non vanta flotte di visitatori. “Non deve essere vista come una rapina, ma come una necessità”, ha detto l’assessore Sgarbi.

Non sono dello stesso parere però gli albergatori: “Positiva solo se il ricavato è investito nel turismo, non per tappare i buchi del bilancio”.

La Data di Urbino

La Data di Urbino

Data e spazi per studenti

L’aveva detto a febbraio al Ducato e così sarà. La Data riaprirà per Expo. Gambini l’aveva promesso anche prima di diventare sindaco: riaprire lo spazio e farlo diventare un luogo di cultura e arte, con l’esposizione di prodotti enogastronomici. Venticinque aziende del territorio venderanno in un “Bistrot” le loro prelibatezze, su modello Eataly.

Alle ex scuderie del duca però potrebbe toccare anche un altro ruolo. Essere la risposta a un altro grande problema della città: spazi ricreativi per gli universitari. Gambini ha aperto uno spiraglio agli studenti che da anni chiedono alle giunte che si susseguono, luoghi adeguati per cultura, arte e divertimento.

Una grande mancanza per una città nota non solo per le sua bellezza rinascimentale, ma anche per essere città-campus. Entro l’estate sarà indetto un bando, Gambini lo ha definito un “concorso di idee”, indirizzato alle associazioni degli studenti.

Galleria della vecchia ferrovia

Galleria della vecchia ferrovia

Viabilità e isolamento

La superstrada Fano–Grosseto e la ferrovia Fano–Urbino, sono le due grandi opere incompiute che riguardano la città ducale e la isolano dal resto del territorio. La prima non è più prioritaria per il ministero delle Infrastrutture. La seconda, inattiva da quasi 30 anni, sarebbe completamente da rifare. Con costi enormi.

Il sindaco si è sempre detto favorevole al ripristino della ferrovia chiusa nel 1987: “E’ un’infrastruttura fondamentale per il territorio, il suo valore, al di là dei costi, non è calcolabile: servizi, lavoro e turismo sono solo alcuni dei vantaggi”. E anche in regione si preoccupano che la ferrovia non cada nel dimenticatoio. Il presidente Gian Mario Spacca ha chiesto al ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio la revoca del decreto di dismissione.

Sull’aspetto parcheggi: dal primo giugno entrerà in vigore la nuova ordinanza sulla viabilità del centro storico. Nella riorganizzazione le possibilità di parcheggiare dentro le mura diminuiscono: la sosta massima sarà di un’ora – contro i 40 minuti di attuali – e solo negli stalli, cioè dove i parcheggi sono disegnati (esclusi residenti, invalidi, commercianti che godono di agevolazioni). “Il centro storico deve ritrovare il suo decoro, bisogna limitare traffico e parcheggio e utilizzare le strutture predisposte, come Mercatale e Santa Lucia”.

Compravendita con Marche Multiservizi

L’operazione di compravendita di azioni con Marche Multiservizi

Marche Multiservizi

Il 12 dicembre si è conclusa l’asta pubblica che ha portato alla vendita di azioni per  1 milione e 300mila euro di Marche Multiservizi. Una mossa che ha permesso di chiudere il bilancio con un disavanzo di 1 milione e 700mila euro, rispettando così il patto di stabilità. Per alcuni soldi facili che hanno permesso di chiudere in attivo, ma a scapito della vendita di beni comuni. Una modalità che, come quella della vendita di immobili già fatta in passato, non porta investimenti e prospettive future. C’è chi propone come il M5S di prendere la strada degli acquisti collettivi: un crowdfounding di quote da parte dei cittadini, che diventano azionisti.

Rimane irrisolto il futuro dell’ex rudere Megas: restituito a Marche Multiservizi da Hera. Nei piani del sindaco Maurizio Gambini c’è l’intenzione di vendere l’immobile a un acquirente privato e riqualificare l’area in un centro di servizi. Un’operazione da 750mila euro (in azioni) con cui si prevede anche di risistemare il confinante magazzino comunale inagibile dal nevone del 2012.

Marche Multiservizi – aveva detto il sindaco al Ducatoprenderà in affitto circa 600 mq dei locali con un canone annuo di 140mila euro, per un minimo di 12 anni. Si parla di un investimento da 3 milioni di euro. Con questa operazione risparmieremmo 350mila euro di affitti, evitando così anche ai cittadini il problema di spostarsi in diverse zone della città per recarsi nei vari uffici”.

Intanto qualcosa è stato fatto. Il magazzino comunale adiacente al rudere, danneggiato dal nevone 2012, è stato ristrutturato e messo in sicurezza; a breve gli uffici per i lavori pubblici si trasferiranno lì, con un risparmio di 18mila euro di affitto annuo pagati a un privato.

Il quartiere di Ponte Armellina, Urbino 2

Il quartiere di Ponte Armellina, Urbino 2

Urbino due

Ponte Armellina (noto a tutti come Urbino due) è un quartiere a poco più di 15 chilometri dal centro storico, e che da numerose giunte aspetta di essere riqualificato. Una zona isolata famosa tra gli urbinate per essere centro di delinquenza e spaccio, spesso ignorata, ma che vive nel disagio: case degradate, nessun esercizio commerciale o attività, manca anche il pulmino per i bambini delle elementari, costretti a fare un chilometro a piedi.

Ora il via ai cantieri dovrebbe esserci quest’estate. Con l’ok del Ministero Infrastrutture e Trasporti, che ha assegnato quattro milioni di euro, l’amministrazione comunale si prepara a risolvere problemi urbanistici: illuminazione, fogne e marciapiedi. Il Comune con l’Erap ha anche deciso per l’acquisto di alcuni immobili, un prezzo tra 9mila e 10mila euro, considerato il loro valore sul mercato tra gli 8-15mila euro.

Il consiglio comunale di Urbino

Il consiglio comunale di Urbino

Le critiche dalle opposizioni

L’impegno di questa giunta è evidente per le altre forze politiche. A partire dalle piccole cose come l’arredo urbano, taglio dell’erba, strade, polizia. Manca però – secondo i consiglieri di opposizione in Consiglio – una strategia sul futuro della città, come il rilancio dell’occupazione, la ripopolamento del centro storico e l’incentivazione del commercio. Insomma: cose positive anche su turismo e cultura, ma manca “una visione integrata”, nelle parole di Federico Scaramucci, segretario del Pd di Urbino.

Una mancanza sottolineata  dal Movimento 5 Stelle è la gestione di Ca’ Lucio. Per il sindaco è importante mantenere la vigilanza e apprezza la conduzione della passata giunta. La discarica è strettamente collegata alla raccolta differenziata: “Il Comune ha interesse perché ci siano più rifiuti (perché in gestione a Marche Multi Servizi, ndr) e quindi non investe nella raccolta differenziata”.

Questo costa agli urbinati 14 euro in più per tonnellata in bolletta, denuncia Emilia Forti, capogruppo pentastellato, a causa del mancato raggiungimento del 65% di raccolta differenziata, come previsto da legge nazionale. E sulla chiusura, uno degli obiettivi di Gambini è di dismetterla entro fine legislatura, le opposizioni sono scettiche: prima di sette anni non si può chiudere secondo quanto dice il sindaco.

Urbino, piazza Duomo

Urbino, piazza Duomo

In tema di rivalutazione del centro storico, da segnala la vicenda delle “residenze di qualità“, un progetto presentato ma che ha cambiato volto per mancanza di fondi. Il piano “Kit Urbino” doveva mettere a disposizione degli universitari alloggi e stanze decorosi a un prezzo ragionevole: adesso invece sarà dedicato ai turisti. Il progetto prevede il recupero e la ristrutturazione di alcuni appartamenti e stanze che si trovano al massimo a 200 metri dal centro storico della città.

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Michelangelo mangiava casciotta mentre dipingeva la Cappella Sistina. E i suoi terreni erano a Urbania http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/michelangelo-mangiava-casciotta-mentre-dipingeva-la-cappella-sistina-i-suoi-terreni-erano-a-urbania/73530/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/06/ducato-online/michelangelo-mangiava-casciotta-mentre-dipingeva-la-cappella-sistina-i-suoi-terreni-erano-a-urbania/73530/#comments Wed, 06 May 2015 04:07:20 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73530 Urbania

Casteldurante ai tempi di Michelangelo (da Cipriano Piccolpasso)

URBINO – Lo avreste mai detto che il grande Michelangelo oltre ad essere appassionato di casciotta era anche proprietario di terreni da formaggio a Casteldurante (oggi Urbania)? Non è una ‘bufala’ che corre su internet, ma ad affermarlo è il geologo e paleontologo Rodolfo Coccioni, professore ordinario del dipartimento di Scienze della Terra, della Vita e dell’Ambiente dell’Università di Urbino “Carlo Bo”.

“Che Michelangelo fosse un appassionato di casciotta è storia nota – annuncia la sua scoperta Coccioni – ma che avesse i suoi terreni da formaggio a Casteldurante è assolutamente una novità”.

“Negli ultimi tempi mi diverto a studiare e analizzare il paesaggio, soprattuto quello rinascimentale. Far parte del corso post laurea ‘Geologia e gusto’, attivo da tre anni all’Università di Urbino, inoltre, mi ha spinto a cercare collegamenti tra notizie storiche curiose e personaggi famosi” dice Coccioni al Ducato.

gioconda-193x300Il geologo non è l’unico ad aver scelto il territorio della provincia urbinate per i sui studi rinascimentali; anche Olivia Nesci e Rosetta Borchia si sono divertite a esaminare questa zona dimostrando che il paesaggio che si nasconde dietro la Gioconda rappresenta proprio il Montefeltro.  Nel celebre dipinto infatti comparirebbero anche i due massi calcarei Sasso Simone e Simoncello.

È stata proprio la presenza di così tanti artisti famosi in un questi luoghi che lo ha spinto a continuare gli studi iniziati da don Corrado Leonardi, studioso di Urbania, appassionato di storia della sua città. “Michelangelo amava la casciotta urbinate ma mancava il link che collegasse l’artista a Urbania – ha detto Coccioni – così ho analizzato di nuovo i documenti ritrovati da Leonardi: una corrispondenza tra Michelangelo e la moglie di Francesco Amatori, il più affezionato domestico e aiutante dell’artista, che lo aveva seguito anche a Roma”. Cecconi ha spiegato che in queste lettere Madonna Cornelia, una volta morto il marito era tornata a Urbania e da qui si preoccupava di inviare sempre l’amato formaggio all’amico del marito, rimasto a completare la Cappella Sistina.

Essendo ghiotto di formaggio, inoltre, aveva chiesto all’Amatori di comprare dei terreni dove potessero pascolare pecore e mucche. Tra i documenti analizzati dal geologo c’è un atto notarile del 12 febbraio 1554, che testimonia questo acquisto. “L’atto è stato fondamentale – ha detto Cecconi- perché indica i terreni con nomi particolari. Questo era stato sottolineato anche da Leonardi ma gli mancava un passaggio fondamentale, il link tra carta e luogo fisico. Io ho riletto tutto, mi sono fatto un giro per Urbania e ho confrontato i terreni fisici con i vecchi toponimi indicati dal documento e tutto è risultato chiaro. Infatti i nomi non sono cambiati poi tanto perché Campi Resi e Colonnelli rimangono ancora oggi invariati, mentre La Ricciola si è trasformato in Ca’ la Ricciola. Dopo più di 500 anni quindi la toponimia è rimasta la stessa.”

I terreni di Michelangelo

I poderi di Michelangelo a Casteldurante

FOTO 3

Pecore al pascolo sui terreni di Michelangelo

Una volta trovati i terreni Cecconi li ha analizzati dal punto di vista geologico e ha scoperto che sono dei terreni perfetti per fare la casciotta. Infatti, ha spiegato: “Per fare un buon formaggio servono territori pendenti e sabbiosi perché l’acqua deve scendere. Qui nasce l’erba migliore, il guaime, quella nata dopo la prima falciatura e quindi quella che fa meglio allo stomaco delle pecore e delle mucche e che fa produrre loro il latte migliore”.

 

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Quattro aerei militari nel cielo sopra Urbino. La Difesa: “Un’operazione di rifornimento” http://ifg.uniurb.it/2015/05/05/ducato-online/quattro-aerei-militari-nel-cielo-sopra-urbino-la-difesa-unoperazione-di-rifornimento/73544/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/05/ducato-online/quattro-aerei-militari-nel-cielo-sopra-urbino-la-difesa-unoperazione-di-rifornimento/73544/#comments Tue, 05 May 2015 16:33:05 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73544 Un AMX Ghibli in dotazione all'aeronautica militare

Un AMX Ghibli in dotazione all’aeronautica militare (Foto di Jeff / CC: BY NC SA)

URBINO – Gli urbinati con gli occhi al cielo: un rumore assordante ha sorpreso all’ora di pranzo gli abitanti della città del Montefeltro. Quattro aerei militari partiti dalla base di Istrana (Treviso) hanno sorvolato il nord della città all’altezza di 2000 piedi, ovvero 609 metri.

È stata, spiega l’Aeronautica militare, una regolare operazione di rifornimento e i piloti volavano nei regolari corridoi aerei a loro permessi. I passaggi dei velivoli si sono registrati pochi minuti dopo le 13, in maniera ripetuta.

Si trattava di Amx Ghibli appartenenti al 51° stormo, di stanza proprio a Istrana. L’Amx Ghibli è un velivolo monomotore d’attacco e da ricognizione, che ha anche una versione biposto (l’Amx-T) da addestramento. Sono un centinaio i velivoli di questo modello in dotazione all’aeronautica. I Ghibli sono dotati di un impianto di rifornimento in volo, e oltre ai militari della base trevigiana, è utilizzato dai piloti della base di Amendola (provincia di Foggia) in cui ha sede il 32° stormo.

Un AMX Ghibli in dotazione all'aeronautica militare

Un AMX Ghibli in dotazione all’aeronautica militare (Foto di Martin Wippel / CC: BY NC SA)

L’Amx ha un’apertura alare da quasi 10 metri ed è lungo oltre 13 metri. Può raggiungere i 940 chilometri orari, ovvero meno della velocità del suono. “Il Ghibli – si legge sulla scheda tecnica del sito dell’Aeronautica – è in grado di svolgere missioni di supporto ravvicinato, ricognizione tattica ed aerocooperazione con le forze di superficie (terrestri e navali)”.

Il 51° stormo è stato fondato il 1 Maggio del 1939 presso l’aeroporto di Ciampino, dal 1954 il reparto è stato trasferito nella base di Istrana. Lo stormo è stato protagonista di missioni nell’ex Yugoslavia, Kosovo e in Afghanistan.

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Frana di Canavaccio: Bocca Trabaria riaprirà a inizio giugno http://ifg.uniurb.it/2015/05/05/ducato-online/frana-di-canavaccio-bocca-trabaria-riaprira-a-inizio-giugno/73532/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/05/ducato-online/frana-di-canavaccio-bocca-trabaria-riaprira-a-inizio-giugno/73532/#comments Tue, 05 May 2015 15:59:46 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73532 FRANA CANAVACCIO 1URBINO – Oggi ricorre l’anniversario della frana che nel maggio 2014 ha danneggiato parte della carreggiata della statale 73 bis che unisce Urbino a Fano.

La circolazione riprenderà regolarmente tra poche settimane: la riapertura della carreggiata è prevista il 10 giugno, dopo 90 giorni di lavori iniziati lo scorso marzo. Ne danno conferma l’Anas e la ditta appaltatrice, la Pretelli s.r.l. di Urbino. Il titolare della ditta Francesco Pretelli aveva precedentemente dichiarato al Ducato che i lavori sarebbero terminati entro la fine di aprile ma il semaforo è ancora lì.

“I lavori sono conclusi – spiega Pretelli – aspettiamo soltanto la maturazione dei materiali”. Sono stati costruiti 33 tiranti ovvero strutture in cemento che mantengono saldo il terreno ed evitano altre frane. La strada è stata ricostruita ma manca la barriera della carreggiata. Il tratto non è ancora agibile “perché il cantiere rimarrebbe semi-aperto e per motivi di sicurezza i lavori sono slittati di un mese” ha concluso Pretelli.

Da un anno la circolazione a senso unico alternato, tra Canavaccio e Bivio Borzaga, è regolata da un semaforo provvisorio che causa code giornaliere e disagi agli automobilisti che dal Montefeltro vogliono raggiungere l’autostrada Adriatica a Fano.

 

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Insegnanti e studenti contro la ‘Buona Scuola’, diario social della giornata – STORIFY http://ifg.uniurb.it/2015/05/05/ducato-online/insegnanti-e-studenti-contro-la-buona-scuola-diario-social-della-giornata-storify/73428/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/05/ducato-online/insegnanti-e-studenti-contro-la-buona-scuola-diario-social-della-giornata-storify/73428/#comments Tue, 05 May 2015 11:09:06 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73428 [continua a leggere]]]> buonascuola

Foto di ‏@EnricoMazzo da Twitter

Giorno di protesta per il mondo della scuola. Insegnanti e alunni questa volta sono dalla stessa parte, dietro gli striscioni, uniti per contestare il nemico comune: la riforma ‘Buona Scuola’ di Matteo Renzi. Da Milano a Catania, passando per Roma, tutte le principali piazze d’Italia sono state occupate dai manifestanti. Era dal 2007 che non si verificava una chiamata alle armi di tale misura. A monte dell’organizzazione i sindacati di settore Flc-Cgil, Cis e Uil Scuola, Snals, Gilda e Cobas.

A URBINO: Quattro scuole chiuse e partecipazione nei licei

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No Expo, il racconto di due studenti di Urbino: “Si parla solo delle violenze, ignorate le nostre ragioni” http://ifg.uniurb.it/2015/05/05/ducato-online/no-expo-il-racconto-di-due-studenti-di-urbino-si-parla-solo-delle-violenze-ignorate-le-nostre-ragioni/73314/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/05/ducato-online/no-expo-il-racconto-di-due-studenti-di-urbino-si-parla-solo-delle-violenze-ignorate-le-nostre-ragioni/73314/#comments Tue, 05 May 2015 09:19:12 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73314 URBINO – C’erano anche degli studenti di Urbino alla manifestazione No Expo del primo maggio a Milano. Erano 54 in tutto, compresi i ragazzi che sono saliti sul pullman a Bologna.

Uno studente di Urbino era in coda al corteo, la parte dove generalmente avvengono gli scontri, e ha vissuto i disordini di Milano da vicino. Lo studente – che ci ha chiesto l’anonimato – ci ha raccontato cosa succede negli attimi precedenti agli scontri. Questo, secondo lui, è il momento più delicato: “Ci si raggruppa, vengono accesi dei fumogeni per nascondersi e in quel momento ognuno copre viso, capelli, eventuali tatuaggi o lacci di scarpe colorati. Milano è piena di telecamere. Bisogna stare attenti ad ogni dettaglio”. Ma il rischio di essere fermati resta comunque. “Tutti, anche chi non danneggia nulla, rischia, ma si rischia per un ideale comune e questo crea molta solidarietà”.

A Milano, venerdì scorso, i poliziotti avevano l’ordine di non caricare, per evitare di ripetere dinamiche simili a quelle avvenute a Genova nel 2001. Così gli agenti hanno risposto ai disordini dei No Expo lanciando lacrimogeni e usando gli idranti. Hanno compiuto alcune cariche di alleggerimento, evitando però di coinvolgere il resto del corteo. In questo modo, si sono limitati molto gli scontri corpo a corpo tra poliziotti e manifestanti, che sono strati costretti a restare all’interno di un percorso stabilito e non hanno potuto disperdersi nelle vie del centro. “Del tragitto della manifestazione – racconta lo studente – noi, come gli organizzatori, conoscevamo solo la partenza e l’arrivo. Abbiamo percorso i grandi viali di Milano, le traverse laterali erano presidiate o recintate. I negozi erano tutti chiusi, come ovunque il primo maggio”.

Decine di auto incendiate, soprattutto di grossa cilindrata, vetrine di pasticcerie e parrucchieri rotte o imbrattate, Milano conta ancora i danni. Ma, racconta lo studente, non è stata una devastazione cieca: “Sono stati colpiti simboli ben precisi. Sono stati presi di mira Suv, non Cinquecento. È stata rotta la vetrina di una banca e non l’ortofrutticolo di quartiere. Con questo non cerco di giustificare, per me il dissenso in genere deve essere pacifico, ma a volte in questi contesti si può e si deve arrivare allo scontro”.

A Milano c’era un’altra studentessa di Urbino. All’interno del corteo era nello “spezzone di sostegno”, poco prima della coda. Non ha assistito agli scontri, ma quando la polizia ha cominciato a lanciare lacrimogeni, anche se era distante, il fumo le è arrivato negli occhi. “I disordini sono iniziati solo durante la seconda parte della manifestazione, nelle prime ore del corteo tutto si è svolto tranquillamente con cori, musica, striscioni”.

“Era una bella giornata, ed era pieno di persone di ogni tipo, da tutta Italia e dall’estero – racconta la studentessa – in testa al corteo c’erano le famiglie con i bambini, gli anziani, poi gli studenti, i militanti. Abbiamo parlato con persone che tutto l’anno seguono problemi legati all’occupazione o che lavorano nel campo dell’agricoltura, dell’artigianato, ma in modi alternativi, sostenibili e a basso consumo, forme che a Expo non trovano spazio”.

Per questa studentessa ‘No Expo’ è questo: oltre 20mila persone che si riuniscono, sfilano insieme in corteo per le vie di Milano e dicono ‘no’ a un sistema che contestano: lavoro sottopagato, sprechi, modelli di sviluppo basati sullo sfruttamento delle risorse.

E i disordini? “Quando qualcuno manifesta viene additato come violento. Si dimenticano le rivendicazioni e si guardano i danni, ma senza cercare di capire da dove viene questa violenza e come porgli rimedio” osserva la studentessa. Lo studente annuisce e aggiunge: “Al contrario, sembra che la gente la voglia vedere questa violenza, i video dei danni a Milano attraggono molto di più rispetto a un articolo che spieghi le ragioni dei ‘No Expo’. Cioè le ragioni per cui eravamo a Milano venerdì scorso”.

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“La #buonascuola è in piazza”, quattro scuole chiuse per sciopero e alta partecipazione nei licei http://ifg.uniurb.it/2015/05/05/ducato-online/insegnanti-in-sciopero-contro-la-riforma-tre-elementari-chiuse-a-urbino/73405/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/05/ducato-online/insegnanti-in-sciopero-contro-la-riforma-tre-elementari-chiuse-a-urbino/73405/#comments Tue, 05 May 2015 09:15:50 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73405 FOTO Chiuse le elementari di Gadana, Trasanni, Piansevero e Mazzaferro. Alla Scuola del Libro e all'Istituto Raffaello molti insegnanti incrociano le braccia. Scioperano anche 63 docenti dell'Istituto Bramante di Fermignano. Sono gli effetti della giornata di mobilitazione nazionale contro la riforma di Renzi
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La scuola elementare di Piansevero

La scuola elementare di Piansevero

URBINO – Lo sciopero contro la riforma della scuola del governo Renzi ha coinvolto anche le scuole di Urbino. Quattro gli istituti elementari chiusi oggi: Gadana, Piansevero, Trasanni e Mazzaferro. Le manifestazioni di oggi, che si sono svolte in tutta Italia con cortei in sette città, hanno unito per un giorno professori e studenti.

LO STORIFY: COME IL WEB RACCONTA LO SCIOPERO

Le altre scuole della città ducale sono rimaste aperte, seppur a ranghi ridotti. Alla superiori dell’Istituto comprensivo Raffaello alta partecipazione, con 42 docenti assenti su 54 (del personale Ata hanno scioperato in otto, su un totale di 18).

Più dei due terzi dei professori del liceo artistico Scuola del Libro di Urbino hanno aderito (53 su 75), seguiti da una forte assenza di studenti (331 assenti e 403 presenti). “Già da ieri sapevamo di avere molte adesioni – ha affermato la preside della Scuola del Libro Bianca Pia Marrè – abbiamo cercato di garantire il servizio al meglio, senza ledere il diritto allo sciopero”. Alle scuole medie Volponi la percentuale di scioperanti è stata più bassa, circa il 30%. “E’ Legittimo scioperare – ha dichiarato Antonio Serafini, dirigente della Volponi – servono investimenti per le assunzioni e le strutture delle scuole”.

Scuola Fermignano

L’Istituto comprensivo “Donato Bramante” di Fermignano

Anche a Fermignano alta adesione. All’Istituto comprensivo Donato Bramante assenti 63 docenti su 77. Si tratta di tutti i 17 insegnanti della scuola dell’infanzia e di 32 su 35 docenti nelle due scuole elementari. Nella secondaria dello stesso istituto sono mancati in 14 su 25 e, tra il personale Ata, ha scioperato una persona.

Dalle scuole della provincia verso Roma, i docenti si sono preparati per unirsi al corteo nella capitale, una delle sette città italiane che hanno ospitato i cortei. Da Pesaro sono stati organizzati due pullman da 55 posti ciascuno, come ha spiegato al Ducato Lilli Gargamelli, rappresentante della Cgil di Pesaro.

In piazza del Popolo, a Pesaro, si è svolto un flash mob per manifestare contro la riforma. Circa 400 persone, secondo la Cgil, hanno simbolicamente occupato la piazza della città con palloncini colorati e fischietti. Intorno a mezzogiorno è stato dato il via al flash mob e sono partiti tre grandi fischi collettivi. Il gesto è stata una risposta alle dichiarazioni del presidente del consiglio Matteo Renzi all’ultima festa dell’Unità di Bologna, durante la quale aveva dichiarato di non essere spaventato da “tre fischi” da parte di chi lo contestava sulla scuola. “A Pesaro c’erano insegnanti, studenti e persino bambini e famiglie – ha detto Gargamelli – i palloncini simboleggiavano le nostre idee che volano molto più in alto delle idee del governo Renzi sulla riforma della scuola”.

La mobilitazione si è svolta in tutto il Paese. La protesta – come detto – ha riguardato soprattutto sette grandi centri: Milano, Roma, Aosta, Bari, Catania, Palermo e Cagliari. Si parla di decine di migliaia di manifestanti, a livello nazionale. Roma e Milano sono le due città dove la partecipazione è più elevata. “Sarà il più grande sciopero della storia della scuola italiana – hanno annunciato i Cobas sotto alla sede del ministero dell’Istruzione – è la prima volta che i sei principali sindacati scioperano insieme”.

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Polemiche post 25 aprile, il Collettivo risponde ai baristi: “Pensate solo alle vostre tasche” http://ifg.uniurb.it/2015/05/04/ducato-online/polemiche-post-25-aprile-il-collettivo-contro-i-baristi-pensate-solo-alle-vostre-tasche/73221/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/04/ducato-online/polemiche-post-25-aprile-il-collettivo-contro-i-baristi-pensate-solo-alle-vostre-tasche/73221/#comments Mon, 04 May 2015 15:22:49 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73221 11022622_832940093458561_4265932667540433376_n

Alcuni ragazzi del Collettivo sul palco del 25 aprile

URBINO – Alla fine è sempre questione di birra. Il Collettivo per l’autogestione, organizzatore del festival (R)esistenze anomale, attacca i baristi del centro storico per le polemiche che sono seguite al concerto finale in occasione della Liberazione. Ma non è stata la musica a dividere, almeno così sostiene il Collettivo: “La polemica nasce da qualche birra in meno dentro la cassa di qualcuno”.

Dopo mesi di polemiche seguite all’ordinanza anti-alcol voluta dal sindaco Maurizio Gambini, contestata dagli studenti, nemmeno il 25 aprile – che pure dovrebbe significare unione cittadina – riesce a pacificare i rapporti tra commercianti e giovani.

I baristi del centro, infatti, si sono lamentati di aver lavorato meno la sera del 25 aprile a causa di (R)esistenze anomale, perché per il concerto, evento conclusivo in piazza della Repubblica, era stata concessa la vendita di birra agli organizzatori.

I ragazzi del Collettivo per l’autogestione, da sei anni dietro le quinte del festival, rispondono con un comunicato stampa in cui, prima di tutto, scrivono di essere soddisfatti della partecipazione degli urbinati a tutti gli eventi. Si è parlato solo del concerto in piazza perché  finito al centro delle polemiche, ma la”settimana resistente” si è aperta già lunedì 20, con una mostra fotografica. “È sconcertante la decontestualizzazione – commentano – nessuno ha citato le iniziative che hanno animato la settimana come presentazioni di libri, mostre fotografiche, dibattiti pubblici”.

“Siamo delusi e amareggiati – continua il Collettivo – dai commenti, letti e sentiti, è assurdo che alcuni commercianti attacchino proprio noi, da anni attivi per smuovere dal basso la comunità in nome di una solidarietà tra studenti e residenti. Non siamo e non vogliamo fare l’attività commerciale, siamo collettivi politici ed associazioni culturali e in quanto tali ci interessa fare politica e cultura ma abbiamo anche dei diritti e delle libertà come quella di finanziare le nostre iniziative”.

Sgomento anche per quelli che, ogni anno, mandano lettere aperte per contrastare l’evento, senza sapere bene per cosa, per poi “palesare la propria ignoranza sbagliando anche il nome del festival (frequenze disturbate?)”.

ordinanza, collettivoInfine gli studenti si ritengono sbigottiti da come i commercianti in questione trovino voce per lamentarsi con l’amministrazione comunale solo in quest’occasione, e mai per criticare l’ordinanza anti-alcol.”La verità è che al di là delle vostre botteghe – concludono – forse non ci vedete molto chiaro”.

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Sciopero contro ‘la buona scuola’, la Cgil: “Anche a Urbino molti istituti chiusi” http://ifg.uniurb.it/2015/05/04/ducato-online/sciopero-contro-la-buona-scuola-la-cgil-anche-a-urbino-molti-istituti-chiusi/73191/ http://ifg.uniurb.it/2015/05/04/ducato-online/sciopero-contro-la-buona-scuola-la-cgil-anche-a-urbino-molti-istituti-chiusi/73191/#comments Mon, 04 May 2015 14:55:27 +0000 http://ifg.uniurb.it/?p=73191 Manifesto studentesco per adesione allo sciopero del 5 maggio

Manifesto studentesco per adesione allo sciopero del 5 maggio

URBINO – Anche a Urbino, e in tutta la provincia, lo sciopero nazionale della scuola rischia di creare disagi a studenti e famiglie, nonostante Adriabus garantisca il servizio scuolabus. Il 5 maggio il personale scolastico, gli studenti e i sindacati protesteranno uniti contro il disegno di legge presentato dal premier Matteo Renzi, chiamato Buona scuola.

La mobilitazione riguarderà non solo il Montefeltro: da Pesaro partiranno dei pullman per Roma e si svolgerà un flash mob in piazza del Popolo.

“Da Pesaro partiranno due pullman da 55 persone – ha detto Lilli Gargamelli, rappresentante della Cgil di Pesaro – i posti sono quasi tutti occupati. Speriamo che ci sia una grande affluenza al flash mob; le probabilità di avere un numero elevato di adesioni sono molte se consideriamo che, oltre al tema, molto sentito da tutti, la maggior parte delle scuole di Pesaro rimarrà chiusa. Anche a Urbino le scuole chiuse saranno molte, anche se probabilmente il numero sarà minore rispetto a quelle chiuse a Pesaro”.

Istituto P. Volponi

Istituto P. Volponi

“C’è stata un’adesione in massa tra i docenti della prima area e molto alta è stata anche per quelli della seconda, anche se fino a domani non sapremo i numeri precisi – ha dichiarato Antonio Serafini, dirigente scolastico dell’Istituto comprensivo P. Volponi di Urbino – la contestazione è legittima perché in società in continuo cambiamento è giusto che la scuola cambi, però non tutto in questo disegno di legge è giusto, c’è qualcosa da rivedere.  Tra gli obiettivi del governo c’è quello di prevedere misure per la valorizzazione e la sicurezza degli edifici scolastici; secondo me questo è un punto fondamentale e il governo si dovrebbe quindi preoccupare di dare più fondi per valorizzare la scuola pubblica perché spesso non si riescono a gestire nemmeno le attività ordinarie, come le pulizie. Per non parlare poi della ristrutturazione degli edifici: ci sono scuole in cui piove dal soffitto e i soffitti cadono a pezzi; è una questione di sicurezza, ma anche l’estetica non va sottovalutata perché un ambiente più gradevole è vissuto meglio da tutti”.

Lo sciopero generale della scuola è stato indetto da cinque sigle sindacali: Flc Cgil, Cisl scuola, Uil scuola, Snals e Gilda. Il primo sciopero unitario dopo 7 anni. Si sono unite anche le associazioni studentesche e l’Agenquadri (Associazione generale quadri, professionisti e alte professionalità). Il malcontento infatti è di chi vive la scuola tutti i giorni, dal personale scolastico alle famiglie. Gli studenti dell’Uds (Unione degli studenti) hanno scritto anche una lettera pregando i docenti di aderire alla contestazione “per difendere la scuola pubblica” e il loro futuro e “di stimolare discussioni sulla riforma nelle classi, invitando tutti gli studenti inconsapevoli di scendere in piazza a Roma”.

I punti della riforma per i quali si è indetto lo sciopero sono sei:

  1. organico triennale secondo la volontà del dirigente scolastico;
  2. contratti devono essere confermati dal dirigente anche per i docenti di ruolo che perderanno posizioni di graduatoria e posto per continuità;
  3. scomparsa di tutte le graduatorie;
  4. creazione di albi regionali e nazionali anche per i docenti di ruolo;
  5. mobilità coatta per i perdenti posto inseriti nell’albo regionale come precari per chiamata diretta del dirigente;
  6. aumento indiretto dell’orario di lavoro con 50 ore obbligatorie di formazione e supplenze.

 

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