San Giuseppe Jato riapre la biblioteca con i soldi della “sìnnaca antimafia”


Pubblicato il 18/04/2014                          
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I lavori nella nuova sede della biblioteca

I lavori nella nuova sede della biblioteca

SAN GIUSEPPE JATO – “I libri sono labbra”. Lo diceva a Baucina, in provincia di Palermo, Nicolò Azoti, un sindacalista siciliano ucciso dalla mafia nel 1946. Lo ricorda Pierluigi Basile, assessore alla cultura e alla legalità di San Giuseppe Jato, che oggi, a quasi settanta anni di distanza, dice: “Le biblioteche sono persone, luoghi vivi. Non cimiteri, come siamo abituati a pensare”.

Basile è l’unico a ricordarselo nella cittadina in provincia di Palermo? Forse. Ma è intenzionato a fare proseliti. A San Giuseppe Jato una biblioteca c’è. O meglio ci sarebbe. Dopo vari spostamenti la biblioteca municipale è approdata nel 2009 a una riva che si pensava fosse stabile: un locale confiscato alla mafia. Tre, quattro stanze al primo piano di uno stabile, appartenuto alla famiglia mafiosa dei Genovese. Stanze chiuse pochissimo tempo dopo l’apertura perché dichiarate inagibili per infiltrazioni d’acqua.

Da allora il patrimonio librario della biblioteca municipale è rimasto ostaggio dell’edificio – i cui muri si sgretolano giorno dopo giorno – e della disattenzione endemica dell’amministrazione comunale. Ma oggi finalmente tornerà ad accogliere giovani e meno giovani del luogo.

“La cultura non fa voti – continua Basile – per ottenere consenso in previsione delle prossime elezioni, i politici locali fanno promesse d’impatto, pensando sempre all’immediato e mai in prospettiva. Sì, della riapertura della biblioteca si è parlato anche prima di oggi. Ma alle parole, agli slogan, non sono mai seguiti i fatti. Con i bilanci dei comuni sempre più ridotti, le amministrazioni locali considerano la cultura come l’ultimo dei loro problemi”.

I libri donati alla biblioteca

I libri donati alla biblioteca

E invece è proprio dalla cultura che Basile vuole ripartire nella città di San Giuseppe Jato, “seconda solo a Corleone per cronaca mafiosa”. Come? Innanzi tutto trovando i locali. L’assessore ha deciso di salvaguardare i libri della biblioteca, portandoli via dalla palazzina che fu dei Genovese, e ha cercato per loro una sistemazione quanto più adatta possibile. Ovvero alcune aule in un locale del Comune, una ex scuola: in tutto tre stanze, una sala studio, una di consultazione e un’altra dedicata ai bambini.

Per far fronte alle spese di restyling delle aule e a quelle di riapertura della biblioteca, poi, è arrivato anche un modesto gruzzoletto inaspettato. A fornirlo, l’ex “sindaca sbirra e comunista”, Maria Maniscalco, alla guida della città negli anni 1993-2002.

“Mentre cercavo di portare avanti il mio progetto di riallestimento della biblioteca – racconta Basile – l’ex sindaco progressista è venuto da me e mi ha donato un libretto postale contenente cinquemila euro. Era il frutto di una sottoscrizione popolare, risalente al 1994, anno in cui l’automobile della Maniscalco venne colpita, appena fuori casa, da un attentato incendiario. La ragione dell’atto? Le sue posizioni nei confronti di Cosa Nostra. Il nostro ex sindaco voleva che quei fondi fossero utilizzati per qualcosa di valido, in favore della cittadinanza”.

Ad appoggiare la crociata di Basile non solo l’ex sindaco di San Giuseppe Jato, ma sostenitori da tutta Italia. A rinnovare le vecchie aule del Comune che ospiteranno la biblioteca municipale, due artiste locali, Donatella Taormina e Nadia Campanotta, che si stanno occupando quasi in via volontaria di ridipingere le stanze e di abbellirle con installazioni artistiche. Le scaffalature che accoglieranno i libri, invece, sono state offerte da alcune cooperative emiliane. “Libera”, l’associazione anti-mafia che si occupa di promuovere la legalità, ha regalato i computer, mentre i volumi di narrativa e saggistica che costituiranno il fondo librario della biblioteca sono il risultato della donazione della casa editrice palermitana “Navarra Editore” e di quella dell’Università di Roma Tre, nella quale Basile ha svolto il suo dottorato di ricerca in Storia. Con la campagna “Un libro contro la mafia”, l’università romana ha raccolto ben 4.700 volumi, molti dei quali già impacchettati e recapitati in Sicilia.

“Dici che sono pazzo – chiede Basile – perché penso che una rivoluzione possa essere scatenata da una biblioteca? Forse lo sono ma voglio che qui a San Giuseppe Jato, i ragazzini diventino mafiosi per scelta non perché non conoscono alternative”.

Interni della biblitoeca

Interni della biblioteca

I preparativi fervono e i lavori sono in corso d’opera. Con tutta probabilità, la biblioteca municipale di San Giuseppe Jato sarà pronta ad accogliere i nuovi utenti tra fine aprile e i primi di maggio. Di personale professionista, però, neanche l’ombra. All’interno dell’istituzione verranno impiegati dipendenti comunali . “Abbiamo dovuto accontentarci – continua l’assessore – di quello che c’era. Al Sud si pensa che le piccole biblioteche siano inutili. Spesso i dipendenti comunali vengono messi a lavorare in biblioteca perché ostracizzati da altri ambienti. Chiaramente se butti lì persone che non hanno idea di cosa sia un libro non puoi lamentarti del fatto che l’opinione pubblica non senta il bisogno di queste istituzioni. Sono rammaricato del fatto che i giovani non vedano la riapertura come una loro battaglia. Non hanno mostrato alcun interesse. Ma c’è comunque curiosità”.

I nuovi libri in arrivo

I nuovi libri in arrivo

E chissà se i quasi cinquemila libri che si affacceranno sugli scaffali della nuova biblioteca municipale non riusciranno ad aprire le loro “labbra” e a entrare in contatto con gli utenti che prendendoli in mano, sfogliandoli, respirando l’odore della carta, scopriranno mondi nuovi. Mondi che vanno oltre quell’ex scuola, arredata ad hoc per loro.

“La cultura non è qualcosa di elitario – conclude Basile – È qualcosa che ci rende liberi e lo sanno tutti i capi di regimi totalitari. L’hanno capito pure i mafiosi, per questo ci vogliono ignoranti. Evitare che questo avvenga è responsabilità di tutti. E noi, con questa biblioteca, ci stiamo muovendo in questa direzione”.

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