Contraffazione 2.0 » Numeri http://ifgnetwork.uniurb.it/della-sala Vendere falsi nell'era social per due milioni di euro Thu, 01 May 2014 12:24:22 +0000 it-IT hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.8.1 Vendere falsi nell'era social per due milioni di euro Contraffazione 2.0 no Vendere falsi nell'era social per due milioni di euro Contraffazione 2.0 » Numeri http://ifgnetwork.uniurb.it/della-sala/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifgnetwork.uniurb.it/della-sala/category/numeri/ Pagamento e spedizione: il meccanismo http://ifgnetwork.uniurb.it/della-sala/2014/04/10/319/ http://ifgnetwork.uniurb.it/della-sala/2014/04/10/319/#comments Thu, 10 Apr 2014 16:00:21 +0000 http://ifgnetwork.uniurb.it/della-sala/?p=319 Guardare le foto su facebook, scegliere l’articolo e comprarlo. Dopo questi passaggi, per chi compra dai social seller dei fake inizia la fase della contrattazione. Il prezzo dichiarato dal venditore spesso include il costo della spedizione, che va dai 5 ai 15 euro a seconda delle dimensioni. La maggior parte delle venditrici ricorre alle spedizioni con Poste Italiane, molte usano i corrieri privati perché “vengono a prendere i pacchi a casa – racconta Moda Armadio in un gruppo – e costano di meno”.

Chi compra paga con versamenti su Postepay o su Paypal e il “social seller”, dopo aver controllato la lista movimenti, va a rifornirsi del prodotto che deve spedire. Un sistema pulito e senza perdite: questi venditori non hanno bisogno di un “capitale” da investire perché comprano la merce solo nel momento in cui ricevono l’ordine e il pagamento.

posta

In questo modo sono tutelati da eventuali falsi ordini e possono rifornirsi quando già hanno soldi e guadagno in tasca. Spediscono con raccomandate e pacchi tracciabili su internet, così il cliente può seguire il viaggio. Le truffe però esistono anche con questo metodo.

Merce che arriva difettosa o che non corrisponde alle foto. O che non arriva. I “Social-seller” riversano la colpa sulle poste nel migliore dei casi, spariscono nel peggiore.
Chi però ha davvero intenzione di vivere di questa attività sa che non può fare passi falsi perché si tratta di un mondo auto-protetto in cui, al primo “errore”, la carriera potrebbe essere bruciata. E’ il bello di internet e di facebook, dove tutte le informazioni circolano alla velocità della luce

Esiste anche un sistema gerarchico di vendita: alcuni venditori “appaltano” la loro fornitura ad altri venditori. Ne usano le foto nella propria vetrina virtuale, vendono al doppio del prezzo e fanno spedire la merce al proprio cliente direttamente dal loro “grossista” (che è un normale venditoreI). In questo modo, nelle loro mani passano solo i soldi e gli ordini mentre per il “grossista” si raddoppia il lavoro. E’ la differenza tra chi guadagna sulla “qualita” e chi sulla quantità.

C’è chi impone la privacy sugli amici per evitare che altri venditori “li rubino” offrendo prezzi più vantaggiosi e chi non accetta le amicizie da altri venditori perchè non ne trarrebbe alcun vantaggio economico.

meccanismo

Nella corsa commerciale delle “social-seller”, non manca la controffensiva. Molte utenti si sono unite in gruppi di vendita che tentano a modo loro di contrastare la contraffazione. Anche se per motivi frivoli basati su motti del tipo “l’alta moda è solo per chi può permettersela”.

Sono i “Pink”, i puristi del marchio, gli utenti che vendono e scambiano solo merce d’alta moda originale e che in tutti i modi cercano di non essere associati ai falsari. Per vendere hanno un rito di passaggio: l’iscrizione ai gruppi “Pink Corner” in cui gli amministratori “autenticano” gli oggetti in vendita analizzando le foto e dichiarandone l’originalità attraverso la loro auto- proclamata esperienza.

In questo contrasto, non c’è spazio per la “netiquette: volano offese, improperi, spam e minacce di denuncia. Denunce che nessuno fa mai perché in fondo tutti vendono. E nessuno dichiara.

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Contraffazione, un tesoretto di 30 miliardi di euro / INFOGRAFICA http://ifgnetwork.uniurb.it/della-sala/2014/04/10/325/ http://ifgnetwork.uniurb.it/della-sala/2014/04/10/325/#comments Thu, 10 Apr 2014 15:56:51 +0000 http://ifgnetwork.uniurb.it/della-sala/?p=325 numeri
Nel 2013 la Guardia di Finanza ha sequestrato 130 milioni di prodotti contraffati, intesi nell’accezione più ampia della definizione ovvero: riproduzione non autorizzata del marchio (59.367.381 pezzi), falsificazione del “made in Italy” (15.150.643) e mancata sicurezza dei prodotti (55.539.517). Un aumento del 25% rispetto al 2012. Di questi, 22 milioni di pezzi di abbigliamento, 13 milioni di giocattoli, 42 milioni di elettronica, 53 milioni di beni di consumo tra cui cosmetici, pezzi di ricambio di auto e prodotti per l’igiene.

Sono stati effettuati 11.409 interventi, una media di 30 al giorno, 9.445 denunce all’autorità giudiziaria, 252 denunce di affiliati alla criminalità organizzata, 84 sequestri di piattaforme web per la vendita di prodotti contraffatti

E’ difficile calcolare le dimensioni economiche della contraffazione a causa del carattere sommerso del fenomeno. Secondo i dati di “SOS Impresa – Le mani della criminalità sulle imprese”, edito nel gennaio 2012, la voce “contraffazione” nel bilancio della criminalità organizzata vale in termini di fatturato circa 6.5 miliardi di euro all’anno. Lo stesso risultato è emerso anche dalla ricerca realizzata nell’ambito del PON Sicurezza 2007-2013 dal centro Transcrime dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.

 

L’ultimo studio pubblicato dal Ministero dello Sviluppo Economico, in collaborazione con il CENSIS nel 2012, calcola un gettito per lo stato di 1 miliardo e 700 milioni di euro se la produzione dei beni contraffatti fosse riportata sul mercato legale. Si arriverebbe a 4 miliardi e 620 milioni di euro se a ciò si aggiungesse la produzione indotta (1,74% del totale del gettito relativo alle imposte).

Inoltre, la produzione complessiva degli stessi prodotti in canali ufficiali avrebbe assorbito circa 110.000 unità di lavoro a tempo pieno, pari allo 0,41% dell’occupazione complessiva nazionale. Mentre il valore della produzione aggiuntiva sarebbe stato di 13,7 miliardi di euro.

Secondo Confesercenti,  le aree maggiormente interessate dalla produzione di merci contraffatte sono concentrate nel napoletano, nell’hinterland milanese e nella provincia di Prato. Nelle zone del Sud Italia c’è in totale il 69% della produzione. La contraffazione, tra l’altro, sarebbe strettamente collegata al fenomeno dell’abusivismo commerciale, il cui giro d’affari si attesterebbe intorno ai 13 miliardi di euro.

 

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Gli oggetti più venduti su facebook /FOTO http://ifgnetwork.uniurb.it/della-sala/2014/04/10/322/ http://ifgnetwork.uniurb.it/della-sala/2014/04/10/322/#comments Thu, 10 Apr 2014 15:55:57 +0000 http://ifgnetwork.uniurb.it/della-sala/?p=322 Una carrellata degli articoli di abbigliamento e dei marchi più venduti su internet e sui social network. Le foto sono state scaricate dai vari siti e soprattutto dai profili facebook dei social seller dei fake. Mostrano i dettagli dei singoli pezzi, il corredo di false certificazioni e le copie di modelli in edizione limitata. Distinguere il falso dall’originale, soprattutto ad alti livelli di prezzo (200-300 euro) è diventato difficile anche per le forze dell’ordine.

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