Cinquecento auto di meno in un anno: identikit del pendolare pesarese


Pubblicato il 28/04/2014                          
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Un pesarese su tre ha fatto della bicicletta il suo principale mezzo di trasporto. Una realtà in linea con la tendenza che si sta diffondendo in tutt’Italia dove i ciclisti sono più di cinque milioni.

Pesaro è uno dei comuni italiani con il maggior numero di persone che giornalmente utilizzano la bicicletta per svago, per andare al lavoro o per fare commissioni. Il Comune di Pesaro ha recentemente pubblicato sul suo sito i risultati di una indagine sull’uso della bicicletta da parte dei pesaresi: nove radar in punti strategici della città hanno contato tutti i ciclisti passati per una settimana a maggio 20013 e luglio 2013. A un campione di ciclisti è stato poi chiesto di compilare un questionario per delineare un identikit del ciclista pesarese.

I risultati. In una sola giornata di luglio si sono contati quasi 17.000 ciclisti lungo la ciclabile di Viale Trieste, la più utilizzata soprattutto nei mesi estivi. Le fasce orarie nelle quali si è registrato un flusso maggiore sono quelle subito prima e subito dopo gli orari di lavoro, dalle 7 alle 9 e dalle 18 alle 20. La distanza media che un ciclista percorre è di due chilometri e mezzo. Dai sondaggi a campione emerge che il 32,8 per cento degli intervistati utilizza la bicicletta per andare in ufficio, 13 per cento per fare commissioni e il 43 per cento nel tempo libero. Chi utilizza di più la bicicletta ha tra il 26 e i 55 anni e lo fa tutto l’anno, non lo fa solo d’estate. Infatti il 75 per cento dei ciclisti ha dichiarato di usare la bicicletta anche d’inverno.

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La maggior parte degli intervistati ha dichiarato che usa la bicicletta perché in tempi di crisi preferiscono risparmiare sui costi della benzina e dei parcheggi, il 40 per cento aggiunge anche che è più pratica e comoda rispetto all’auto.
La bicicletta ha cambiato il volto di Pesaro. Oltre ai benefici fisici ed ecologici, la bicicletta ha portato un cambiamento estetico alla città. Grazie al progetto della Bicipolitana iniziato nel 2005, l’urbanistica di Pesaro ha subito profondi cambiamenti.

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Molte zone della città si sono adattate alle piste, ad esempio in via Kolbe sono stati eliminati i marciapiedi per far spazio alla pista ciclabile che ora passa davanti ai cancelli delle abitazioni senza che ci sia un passaggio pedonale e i residenti per entrare ed uscire dentro casa devono assicurarsi che non ci siano ciclisti sulla traiettoria.

Altre zone, la maggior parte, hanno subito miglioramenti e bonifiche che non sarebbero mai state effettuate, se non fosse stato per la costruzione della Bicipolitana. Per esempio, la pista che costeggia il lungo Foglia e che collega la zona commerciale al centro, era fino a qualche anno fa un’impraticabile distesa di terreni incolti mentre ora è uno dei percorsi ciclabili più usati.

È difficile trovare aspetti negativi per un progetto che ha portato introiti positivi alla città anche dal punto di vita economico: i rivenditori delle biciclette sono abbastanza soddisfatti delle vendite nonostante la crisi e un riflesso positivo si è avuto anche sull’economia balneare dove alcuni stabilimenti affermano di aver avuto un aumento di clientela fino al 50 per cento.

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Un calo nelle vendite, si parla del 35 per cento, lo hanno avuto i rivenditori di automobili. Impossibile da definire quanto questo sia dipeso dalla “conversione” dei pesaresi alla bicicletta e quanto dalla crisi economica.  Sta di fatto che i dati dell’Automobil Club Italia evidenziano nel 2012 una diminuzione di 500 automobili rispetto all’anno prima.

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