Come funziona il diritto d’asilo in Germania


Pubblicato il 20/04/2014                          


La Germania è lo Stato europeo che nel 2012 ha accolto più richiedenti asilo: sono state presentate 77.650 domande. L’articolo 16 della Costituzione tedesca riconosce il diritto di protezione ai perseguitati politici. E’ il ministero dell’Immigrazione tedesco, attraverso le sedi distaccate in tutto il Paese, a decidere o meno il riconoscimento dello status di rifugiato.

Come dovrebbe funzionare il sistema dell’accoglienza. Una volta presentata la domanda di asilo alla polizia, i richiedenti sono accolti in uno dei 20 centri di prima accoglienza presenti in Germania. Possono rimanere lì fino a un massimo di tre mesi, dopo vengono trasferiti in uno dei centri di seconda accoglienza sparsi per il Paese secondo un sistema di quote nazionali.

Vicino a ognuna di queste strutture si trova un ufficio del ministero dell’Immigrazione, dove viene effettuata la richiesta di asilo politico. Quella è anche la sede dell’audizione nel corso della quale un funzionario del Ministero, con l’aiuto di un traduttore, ascolta la storia del richiedente asilo e decide del suo futuro. Esattamente come avviene in Italia con le Commissioni territoriali.

Se ottiene il riconoscimento, il richiedente ha diritto a un permesso di soggiorno che può durare fino a un massimo di tre anni.  Dopo, i rifugiati politici possono ottenerne uno a tempo indeterminato. In Italia invece il permesso dura cinque anni, al termine dei quali si può richiedere la cittadinanza italiana.

Come funziona nella realtà il sistema dell’accoglienza. Alla fine del 2012, nella piazza di Oranienplatz, nel quartiere alla moda di Kreuzberg a Berlino, alcuni richiedenti asilo hanno allestito una trentina di tende. In alto hanno appeso dei cartelli: “Noi siamo qui” e “Nessuno è illegale”. Da due anni ormai quella è la casa di centinaia di rifugiati provenienti da diverse parti del mondo. La loro è una protesta silenziosa: chiedono di avere il permesso di lavorare in attesa di ottenere la protezione.

Durante questo periodo, che può durare anche più di due anni perché la legge non stabilisce un limite temporale, hanno l’obbligo di residenza nei centri d’accoglienza e non hanno diritto a frequentare corsi di lingua tedesca. “Le regole sono fatte in modo da trasmettere ogni giorno il messaggio: qui non siete graditi. La loro è una prigione invisibile”,  ha affermato padre Frido Pflüger, responsabile per la Germania del Jesuits Refugee Service.

I richiedenti asilo che continuano a protestare a Berlino vivono in centri d’accoglienza sovraffollati che sorgono nelle periferie delle grandi città o nei paesini più remoti, hanno il divieto assoluto di spostarsi in altre località. Ma la paura più grossa per loro è quella di essere espulsi. Secondo la Convenzione di Dublino, il migrante deve chiedere asilo nel primo Stato che in cui arriva. Pochi riescono a superare le frontiere del Mediterraneo senza essere identificati prima in Italia, in Grecia, in Spagna o a Malta. Nel 2013, secondo l’Agenzia Federale per l’immigrazione e i rifugiati (BAMF), più di 127.000 persone hanno chiesto asilo politico in Germania. 

COME FUNZIONA L’ACCOGLIENZA IN EUROPA
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