Pochi aiuti ai celiaci nel mondo, ma l’Italia è seconda


Pubblicato il 14/04/2014                          
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Sei milioni di persone, l’uno per cento della popolazione mondiale, sono celiache e per andare incontro ai costi degli alimenti senza glutine, molti Stati hanno istituito un sistema di rimborso. Pochi però soddisfano il fabbisogno dei cittadini. È questo l’esito della raccolta dati dell’Association of European Coeliac Societies, l’associazioni europea che raccoglie tutte le organizzazioni dei celiaci. Attraverso la raccolta di dati ottenuti da studi e sondaggi degli enti nazionali, il quadro delineato è di generica insoddisfazione. A parte stati che da tempo hanno adottato delle politiche per il sostegno economico degli intolleranti al glutine, sono molti i Paesi che, secondo i loro cittadini, non fanno e soprattutto non danno, abbastanza.

In rosso gli Stati che non prevedono copertura finanziaria per i celiaci; in giallo quelli
che erogano somme molto limitate; in verde i Paesi che, in modi differenti, danno un aiuto economico
costante e sufficiente (Fonte: Association of European Coeliac Societies)

La prima nazione a varare leggi per i celiaci è stata la Norvegia che nel 1970 ha istituito dei buoni. Ad oggi è il Paese che contribuisce maggiormente alla tutela degli intolleranti che rappresentano il 2,5 per cento della popolazione e i suoi cittadini si dicono fortemente soddisfatti sia dell’accessibilità alle erogazioni, sia del quantitativo fissato a 243 euro. Più del doppio rispetto all’Italia che comunque si piazza in seconda posizione con un tetto di spesa che va dai 99 euro per le donne ai 140 per gli uomini e che varò il programma già nel 1982. Si sentono soddisfatti per il sostegno economico erogato dallo stato anche i cittadini di Belgio, Lussemburgo, Croazia e Danimarca.

L’inadeguatezza di alcuni sistemi di sostegno economico è determinata soprattutto dall’ammontare, a volte molto marginale, del buono mensile. In Francia, Finlandia, Svezia e Ungheria, per esempio, non si arriva a 25 euro al mese. Altri sistemi, come quelli americano e canadese peccano di complessità e accessibilità. In entrambi i Paesi nordamericani l’accesso all’aiuto economico è vincolato dal reddito. Nel primo il celiaco può detrarre dalle tasse i costi extra dei prodotti senza glutine se sono pari o superiori al 7,5 per cento del reddito, mentre nel secondo hanno diritto a un buono che varia da 11 a 70 euro al mese solo le persone che hanno salari molto bassi o hanno la previdenza sociale. In Canada inoltre, stando allo studio di L.Stevens e M. Rashid , il costo degli alimenti senza glutine è pari al 243 per cento degli alimenti “normali”.

 

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