Ex Montedison di Falconara, il progetto ‘senza padri’ da 140 milioni


Pubblicato il 28/04/2014                          
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La trasformazione della Montedison secondo il nuovo progetto

FALCONARA MARITTIMA – Da brutto anatroccolo, sporco ed emarginato, a cigno bianchissimo e pure ricco. Questo il destino prossimo della vecchia Montedison, qualora il progetto presentato nei comuni di Falconara Marittima e Montemarciano dovesse essere approvato dalle istituzioni. Una vera e propria favola che porterebbe alla rinascita del sito,  oggi altamente inquinato, e di tutta la zona circostante: eppure dei 140 milioni di investimento previsti  solo 5 andranno per la bonifica. Una cifra che rischia di essere insufficiente: nel 2002 la perizia richiesta dalla procura di Ancona stimava in  70-80 milioni di euro il costo della bonifica del sito. Ma andiamo per gradi.

Qualche mese fa la Genera Consulting, società a responsabilità limitata di Numana impegnata nel settore immobiliare e che agisce per conto di investitori stranieri che non vogliono essere al momento resi noti, ha presentato un progetto redatto dallo studio Sardellini-Marasca (guarda il documento completo) per il recupero della Montedison, abbandonata da anni e meta di senzatetto.

Il progetto nello specifico prevede:

- un centro commerciale (che sarà il fulcro economico)

- un centro espositivo

- un auditorium-centro congressi

- una mostra mercato permanente

- il recupero della la spiaggia di fronte alla Montedison

-  il recupero del vecchio Mandracchio (un’altra struttura abbandonata nei pressi della Montedison)

- la razionalizzazione e il potenziamento della viabilità territoriale e interurbana

-  la costruzione di una strada di collegamento tra Rocca Mare e Marina di Montemarciano

- la costruzione di un agriasilo nella zona di fronte alla Montedison (dove ora ci sono i campi di grano dell’Azienda Del Poggio)

-  una struttura alberghiera

-  una fattoria didattica

Tutto questo, naturalmente, dopo la bonifica del sito e delle strutture vincolate. Costo totale dell’operazione? Circa 140 milioni di euro. “In una cittadina come la nostra sono inusuali investimenti di uno o due milioni di euro – spiega Clemente Rossi, vicesindaco di Falconara Marittima – figuriamoci da 140 milioni…”. E in effetti viene da chiedersi: chi può decidere in un momento come questo di investire 140 milioni di euro per assicurarsi un sito inquinato, inserito in un’area a elevato rischio crisi ambientale, con un vincolo architettonico e non esattamente al centro del mondo?

La risposta non c’è perché gli investitori stranieri che mettono i soldi tramite la Genera consulting per ora preferiscono restare ignoti. “Ci mancherebbe altro – spiega Bernardo Marinelli, amministratore delegato della Genera consulting – se poi l’investimento non dovesse andare a buon fine ci perderebbero molti soldi. Sicuramente il nome degli investitori verrà reso noto a progetto approvato”.

L’unica cosa certa è che questo o questi Mister X non hanno deciso di investire solo a Falconara Marittima. Sempre tramite la Genera consulting, sono diventati proprietari di un sito a Foggia in cui porteranno a termine un progetto simile a questo (ma molto più in grande visto che l’investimento è di 264 milioni di euro e si dovrebbe chiamare “Parco integrato turistico commerciale e ricreativo”), uno a Gaeta (“Centro commerciale della nautica e dello sport”) e uno a Latina (“Parco dei pini”).

“La cosa di cui siamo molto fieri è che il progetto presentato da noi per il recupero della Montedison è perfettamente in regola col Piano Regolatore – continua Marinelli – e siamo convinti che porterà molto lavoro alle ditte marchigiane”. In effetti, non è proprio così. Una piccola variante al piano regolatore sarà necessaria perché le strutture sono leggermente sottodimensionate e le magagne burocratiche in questo genere di cose potrebbero portare via molto tempo.

Intanto le associazioni di categoria come Cna e Confartigianato, convocate dal Comune di Falconara Marittima per discutere del progetto, esprimono le loro perplessità sulla costruzione di una struttura così imponente in un luogo così ristretto. “C’è preoccupazione perché le piccole attività con la costruzione di un centro commerciale verrebbero penalizzate – spiega Andrea Riccardi della Cna – noi spingeremo affinché venga destinata una parte dell’investimento anche per i commercianti. E poi, per riqualificare davvero l’area, i lavori devono essere destinati alle imprese del territorio. Ci teniamo molto perché le pubbliche amministrazioni hanno il dovere di tutelare i più piccoli”.

Anche i cittadini che abitano la zona, dopo la presentazione ufficiale del progetto al comune di Montemarciano hanno storto un po’ il naso. Per esempio, una docente di biologia di un ateneo marchigiano, dopo aver assistito alla presentazione, si è detta perplessa sulle risposte date in materia di bonifica. “Dalla loro hanno la legge – mi spiega – ed essendo zona destinata ad uso commerciale e non abitativo, il processo di bonifica non sarà totale, ma adeguato alle destinazioni d’uso”. La preoccupazione dei cittadini però è forte dato che “al solo toccare quel suolo c’è un grandissimo rischio di contaminazione ambientale“.

Nonostante le perplessità, l’iter per l’approvazione va avanti e per adesso, le previsioni più rosee, dicono che entro il 2014 verranno portate a termine le “carte” e a metà 2015 si inizierà con la bonifica del sito. Dopodiché “spero che entro la fine del mandato di questa giunta, nel 2018, sia completata tutta l’opera”, conclude Rossi. Per ora si attende la convocazione del consiglio comunale che dovrà parlarne.

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