Ex operai della Montedison: “Siamo rimasti in 5 o 6 su 102″


Pubblicato il 28/04/2014                          
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MONTEMARCIANO – Molti abitanti della zona sono stati operai della Montedison. Passeggiando nei dintorni della fabbrica abbandonata ne abbiamo incontrati due, Luigi di 70 anni e Alberto di 80, il primo affacciato alla porta di casa, l’altro intento a verniciare nel garage. Sono stati operai specializzati e hanno lasciato il loro posto quando la Montedison (che era già diventata Enichem) ha cessato di produrre. Sanno bene quanto inquinamento è stato riversato su quei terreni.

“Bruciavamo la pirite per fare l’acido solforico – spiega Alberto, il più anziano dei due – e i camini buttavano fuori un fumo giallo, nitroso che era nocivo…e poi c’era ethernit dappertutto”. Ora l’amianto non c’è più, ma in tutti quegli anni Alberto, così come gli altri 102 addetti della fabbrica, l’ha respirato.

Luigi oggi ha 70 anni ed è stato addetto alla fusione della pirite. Racconta: “Siamo rimasti in 5 o 6 dei 102 che eravamo. Io mi porto dietro un po’ di sordità perché lavoravo ai forni dove bruciavamo la pirite, dentro quelle stanze facevano quasi mille gradi…tra i miei colleghi ci sono stati casi di tumore ma non si è mai capito se dipendesse dall’inquinamento della Montedison o da altro”.

Oggi dalle loro case a pochi metri dalla Montedison guardano la struttura abbandonata come un pezzo del loro passato e sperano, per il loro futuro, che al più presto venga bonificata “perché sotto quei terreni c’è di tutto”, conclude Luigi.

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