Storie di ordinario sadomasochismo. Il Bdsm a Milano

RopeTalesKirigami-10-2

Foto: Guido Cantone

di OLGA BIBUS

Serena ama giocare con le corde e la frusta. Prova piacere a dominare il suo schiavo, a umiliarlo, a comandarlo, ad abbassarlo allo stato di un oggetto, ad annientarlo. Ha solo 20 anni, ma sa quello che fa. Lei stessa, per anni, ha vestito i panni della sottomessa. Cercava nel suo padrone la sofferenza fisica, ora la infligge ad altri. Per Serena il piacere passa inevitabilmente attraverso il dolore. Anche Silvia prova appagamento nel supplizio. Le piace essere frustata, sentire il nylon della sferza lacerare la pelle. È capace di sopportare centinaia di colpi. I solchi sulle natiche e sulle cosce li considera quasi dei cimeli. Dopo una sessione, per giorni si accarezza con soddisfazione le ferite.

Mark, invece, più che ricevere dolore, ama provocarlo. Il mondo del sadomaso l’ha affascinato sin dall’adolescenza, ma per metterci piede ha aspettato i 30 anni. Paura dei pregiudizi, di perdere il lavoro, dell’emarginazione. Come lui, pure Sam prova eccitazione dal dominio sul corpo della sua schiava. Durante i giochi la lega, la benda, la immobilizza, ci fa l’amore. Il tutto di nascosto dalla fidanzata che nel frattempo lo crede al lavoro. Anche Ross è un dominatore, ma in una veste atipica: si fa camminare addosso dalle donne. Le ritiene sue sottomesse. Benché siano loro a calpestarlo, è lui a mantenere il controllo della situazione. Con un piccolo movimento potrebbe far cadere giù la partner come un birillo. Nei suoi 39 anni dice di aver “sostenuto” con il suo corpo 1500 donne di cui 23 contemporaneamente. La prima esperienza risale all’infanzia: aveva nove anni e ha indotto per gioco la sua baby sitter a mettergli i piedi addosso. Infine c’è Mike di 43 anni. È uno schiavo adulto e ha sperimentato alcune pratiche di subordinazione di livello avanzato insolite persino nel mondo Bdsm (l’acronimo che racchiude in sé diverse pratiche: bondage, dominazione, sadismo, masochismo).