“All’Ifg di Urbino abbiamo imparato a fare giornalismo sul campo, moderno e pronto per il mondo del lavoro”

La redazione al lavoro in una foto d'archivioLa redazione al lavoro in una foto d'archivio

Cosa offre l’Istituto per la formazione al giornalismo di Urbino per formare i giornalisti di domani? A chi pensa di iscriversi a una scuola di giornalismo non basta solo leggere un programma, conoscere i corsi, i seminari, chi sono i docenti e il successo professionale di chi dalla scuola di Urbino è uscito.

L’esperienza degli allievi è fondamentale. Abbiamo chiesto quindi a qualcuno di loro cosa hanno imparato alla scuola di giornalismo di Urbino e cosa è stato utile, durante gli stage e nel mondo del lavoro, nel confronto con gli studenti delle altre scuole. Ecco quindi la loro risposta. E se dovesse convincervi, qui trovate il bando per il nuovo biennio.

ELEONORA SERAFINO
A Urbino abbiamo imparato a scovare notizie. Urbino è un piccolo centro, tranquillo, non scosso quotidianamente da grandi fatti di cronaca. Trovare sempre qualcosa di ‘notiziabile’, scavare, indagare è l’insegnamento più prezioso ricevuto nei due anni di scuola. Oltre alle risorse da mettere in campo per verificare una notizia e intessere e coltivare rapporti con le fonti. Insomma vivere il giornalismo non solo dietro una tastiera, ma in un modo per molti anacronistico, in realtà il migliore ed eternamente valido: sul campo. Andando in tribunale, dai carabinieri, in ospedale, parlando, telefonando, a volte trasformandosi in piccoli detective. Non da meno è la velocità. Le notizie corrono veloci, oggi con l’online ancora di più. Scrivere velocemente, battere sul tempo gli altri nella prontezza con cui si trovano informazioni e le si elaborano ti pone sempre e comunque in una posizione di vantaggio, rispetto ai colleghi/competitor e rispetto ad altre testate.

FEDERICA OLIVO
La competenza più importante che ho acquisito all’Ifg di Urbino e che è stata fondamentale per entrambi i miei stage è la conoscenza degli strumenti per fare del buon giornalismo sul web. Mi riferisco sia a quelli più strettamente giornalistici che a quelli considerati in qualche modo più tecnici.
In secondo luogo credo di aver approfondito durante i mesi di scuola alcuni ambiti dell’attualità (in particolare per quanto riguarda gli esteri e a tutte le tematiche inerenti all’Unione Europea) che mi hanno consentito di fare la differenza, anche rispetto a stagisti provenienti da altre scuole.

LORENZO PASTUGLIA
A Urbino ho imparato che se non dai il massimo e non ti sforzi di ascoltare, rimani indietro e vieni penalizzato in poco tempo. E che i legami in una relazione sono pochi e ci saranno persone (poche) a cui ti leghi e persone (molte) con cui avrai una relazione scarsa o nulla. È comunque importare rispettare le persone che non ami almeno dal punto di vista lavorativo per non aggravare le relazioni, perché anche nelle grandi redazioni è così.

DANIELE ERLER
A Urbino ho imparato a essere versatile e il più possibile affidabile – insomma professionale – in diversi settori. In un periodo difficile dal punto di vista occupazionale, grazie alla scuola so di avere un ventaglio maggiore di competenze (e anche interessi legati al giornalismo) che posso potenzialmente offrire sul mercato del lavoro.

MATTEO MUNNO
All’Ifg di Urbino ho imparato che anche in un lavoro che spesso viene visto come solitario, l’unione fa la forza. Impegnarsi per un progetto, metterci del proprio in ogni storia e fare sempre in modo che ogni parola sia soppesata, pensata e incastonata nel posto giusto. Le parole sono un diamante grezzo, a Urbino si cominciano a prendere in mano gli strumenti per raffinarle.

GIOVANNI BRUSCIA
A Urbino e all’Ifg ho imparato molto. In primis che per fare il giornalista serve un’ottima e continua preparazione, quello che sai non basta mai. Ma soprattutto ho potuto vivere la vita di redazione, fatta di continui appuntamenti, riunioni, stress, arrabbiature, gioie, delusioni, fatiche e sacrifici. Molti ci dicevano, e dicono tuttora:  “Ma ancora andate a scuola?”. La risposta? “Sì, ma noi a scuola lavoriamo”, perché l’Ifg va affrontato così, come un vero lavoro: chi pensa che per fare la scuola di giornalismo basti rispettare orari standard di ingresso e uscita si sbaglia, o cambia idea e si prepara a lavorare a qualsiasi ora e per tante ore di fila, oppure questa scuola e questo mestiere credo non faccia al suo caso.
Ho imparato che essere un giornalista oggi non significa solo saper scrivere bene, ma è necessario avere una formazione completa sia da un punto di vista dei contenuti che degli strumenti, a partire dai social network. Ho imparato anche che il vero giornalista è colui che sa costruire e mantenere un bel rapporto con le sue fonti, e, soprattutto, che una notizia spesso ce l’hai sotto agli occhi ma non riesci a coglierla.
A chi arriverà dopo di noi dico che ci saranno momenti molto duri da affrontare, ma la passione che ogni giorno ti fa entrare in redazione ti fa sopportare tutto il resto. In questi due anni ho imparato anche che non è facile andare d’accordo con tutti i colleghi, ma la vera forza sta nel saper rispettare anche chi non ti va troppo a genio. In due anni si impara molto e Urbino è la città ideale per iniziare a fare pratica in questo che è uno dei mestieri più belli che ci siano.

MARTINA MILONE
All’Ifg di Urbino ho imparato ad essere “giornalista giornalista”, che non vuol dire solo saper scrivere (se bastasse quello molti sarebbero a cavallo), ma che vuol dire saper racchiudere un mix di qualità diverse, spesso apparentemente in contraddizione. Devi essere umile, ma credere in te stesso. Devi saper pesare le parole, ma quando serve usarle in maniera tagliente. Devi fare lavoro di squadra, ma anche saper costruire un servizio in solitaria (dallo scritto, alle foto, al video, come se fossi un polipo con mille tentacoli). Ma la cosa più importante che la scuola mi ha insegnato è l’autonomia. Mi ha preparato ad affrontare il mondo dei professionisti, dandomi le “gambe”, la tecnica, i consigli giusti per “pedalare” da sola, affrontando la tortuosa salita verso il lavoro.