La pena di morte: crimine di Stato?

dossier a cura di Laura Cuppini
Istituto per la Formazione al Giornalismo di Urbino

   
   
   
 

Le parole dei condannati

   
  Rocco Derek Barnabei è un giovane italo americano condannato a morte dallo stato americano della Virginia. E' accusato di aver ucciso la fidanzata nel 1993. A quei tempi Barnabei studiava nel campus universitario di Norfolk. Le prove a sua discolpa sono tante e portano dritte al suo compagno di appartamento, nella cui automobile sono state trovate macchie di sangue che potrebbe appartenere alla ragazza. Ma negli Usa esiste una legge secondo la quale bisogna dimostrare la propria innocenza entro 21 giorni; poichè il termine non è stato rispettato, queste prove non sono state prese in considerazione dal giudice Rutherford, che lo ha condannato a morte. Ecco alcuni stralci della trascrizione di una registrazione che Barnabei ha inviato, tramite sua madre, ai parlamentari italiani ed europei.
"In America, la giustizia ha un prezzo che io non posso permettermi. Il braccio della morte, in America, non ospita i criminali più violenti, ma solo i più poveri. Il braccio della morte è composto da infermi di mente, da persone di colore e minoranze etniche e, inevitabilmente, da poveri".
"L'applicazione arbitraria della pena di morte è una testimonianza del fatto che non esistono regole chiare e precise per stabilire a chi deve essere applicata e a chi no. Nella prigione dove sono detenuto, ci sono uomini responsabili di omicidi di massa, eppure non hanno avuto la condanna a morte. Come si può giustificare questa disparità nelle sentenze?"

"Durante i sette anni di prigionia, sono stato colpito, torturato, disumanizzato senza fine. Ho visto e sperimentato orrori, entro queste mura, che nessun uomo dovrebbe subire. Il mio corpo è pieno di cicatrici, sia fisiche che psichiche. Uno dei ricordi più terrificanti, per me, è quando fui incarcerato. [...] Fui messo in una cella sporca di feci umane e di topo; le mura erano coperte di scarafaggi ed escrementi. Quando chiesi di pulire la cella, fui avvicinato da quattro robuste guardia che tirarono fuori dalla mia cella, mi denudarono e mi gettarono sul pavimento. Mentre stavo lì per terra, una guardia cominciò a slacciarsi i pantaloni, bestemmiando e dicendo di volermi sodomizzare. Naturalmente mi ribellai e benché, fortunatamente, non sia stato violentato, fui picchiato quasi fino alla morte ed obbligato a mangiare gli escrementi che erano nella cella. La mia cella fu messa sottosopra e pisciarono sulle foto della mia famiglia. Mi lasciarono nella cella insanguinato e pesto, in una pozza di urina, senza alcuna cura medica. Fu solo la gentilezza di un altro carcerato che mi ha assistito a salvarmi la vita. Da quel giorno ho cercato di sopravvivere e, grazie a Dio, ci sono riuscito. A tutt'oggi le persone sono picchiate e brutalizzate, dentro queste mura, ma ciò viene tenuto nascosto dall'amministrazione. Siamo trattati come animali selvaggi e viviamo in condizioni orribili. Al mondo esterno non è permesso entrare dentro queste mura, con poche eccezioni, e ci viene detto di rimanere in silenzio mentre le persone vengono scortate attraverso il braccio della morte. Una sola parola di un prigioniero può comportare, per quel prigioniero, di essere spinto con dei bastoni elettrici, come quelli usati per il bestiame, e di essere picchiato con i manganelli così severamente che egli non oserà parlare ancora. In più, le persone possono essere legate al loro letto, nude sul freddo acciaio, obbligate a stare nei loro stessi escrementi. Più tardi vengono legate ad una doccia e colpite con spazzole che portano via la pelle".
"Io grido a voi, ora, nobili membri del Parlamento Europeo, di mettere fine alle nostre sofferenze. E' nel vostro potere farlo. L'America, nella sua arroganza, si proclama campione dei diritti umani, eppure noi siamo forse i peggiori violentatori dei diritti umani. Voi potete fermare queste sofferenze, imponendo sanzioni economiche all'America. In particolare, attraverso un embargo imposto da tutti i paesi rappresentati nel Parlamento Europeo, contro gli Stati Uniti, fino a quando la pena di morte non sarà fermata. L'America risponderà, ve lo assicuro, e potrà esserci una moratoria della pena di morte. La chiave, comunque, è l'embargo a tutti gli Stati Uniti e non solo a singoli stati. Questo è il solo modo perché i vostri sforzi abbiano successo. Ciò che la gente spesso fa fatica a capire è che in America le prigioni e la pena di morte sono un grosso affare. Al contrario di molti paesi, l'America ha molte prigioni private. Il sistema carcerario è un'industria da miliardi di dollari. Come è noto, è più remunerativo giustiziare una persona che tenerla in prigione per tutta la vita. Rendere la pena di morte finanziariamente insostenibile potrebbe effettivamente portare alla sua abolizione. L'embargo, signori, è la sola soluzione".

Dominique Green è un ragazzo afro-americano di 24 anni. E’ stato condannato a morte quando aveva da poco compiuto 18 anni, accusato per un omicidio avvenuto durante una rapina. Catturato con la violenza e sottoposto ad un interrogatorio senza che gli fosse concesso di vedere un avvocato, ha subìto un processo ingiusto. Ora si trova nella prigione della contea Harris, a Hudson.
Questa è una poesia che ha scritto nel 1996, quando era già in prigione.
Ho trovato una mano che mi aiuta
Una spalla forte a cui appoggiarmi
Un sorriso gentile che mi rallegra
Un'amicizia buona da cui dipendere

A volte temo che possa dissolversi
Anche se è sempre nei miei pensieri
Mentre passo i miei giorni
Intrappolato nel buio

Ne hanno portato via un altro
Un amico che non rivedrò più.
Sono debole, sto impazzendo
Che cosa posso fare?

Troppe cose, a catena, non vanno
Troppe per poterle contare
Non riesco più a sopportarle
... e tu?


Billy Hughes, dal carcere di Huntsville, in Texas, ha scritto una lettera a "La Repubblica" il 19 gennaio scorso, pochi giorni prima dell'esecuzione della condanna a morte. Hughes aveva anche scritto una lettera al presidente Clinton per chiedergli la grazia e una moratoria delle condanne capitali. Ecco il testo della lettera pubblicata da "La Repubblica".
"Nuove regole per i prigionieri nel braccio della morte che hanno una data di esecuzione imminente.
Ai prigionieri del Braccio della Morte che hanno una data di esecuzione imminente è stato detto che verranno trasferiti nell'Ala F (segregazione cellulare) una decina di giorni prima (ma alcuni sono stati trasferiti 30 giorni prima della data). Ci sono uomini trasferiti nell' Ala F prima del dovuto.
Gli uomini che hanno una data vengono messi in ricreazione individuale. Non possono più parlare con altri o giocare a domino. Questa è sempre stata una punizione per chi non andava d'accordo con gli altri, ma ora sei messo in isolamento solo perché hai una data di esecuzione.
Questi uomini saranno messi in "death watch" [ovvero controllati a vista fino all'esecuzione, ndt] tra i 7 e i 10 giorni prima della data e messi al Livello 3. Per il solo fatto di avere una data di esecuzione ricevono una punizione supplementare, solo per questo.
Al Livello 3, che è la peggiore delle punizioni, tutti gli oggetti personali vengono confiscati. Non si può più tenere nessun oggetto personale, niente radio, niente macchina da scrivere, niente materiale legale, niente da leggere, niente spaccio (quindi niente caffè o altro da mangiare o da bere), niente tv, nessun contatto con altri. È impossibile avere notizie su quello che accade. È consentita solo una visita al mese. Gli uomini saranno perquisiti ogni 30 minuti, durante gli ultimi 10 giorni in "death watch". Questo significa che gli agenti di custodia che perquisiscono il detenuto devono avere delle risposte verbali. Il detenuto non potrà dunque dormire che pochi minuti per volta. Gli agenti devono assicurarsi che il detenuto sia vivo e sveglio perché possa subire l'esecuzione.
Questo nuovo regolamento è stato imposto dall'amministrazione penitenziaria del Texas e dai direttori di Ellis Unit (il Braccio della Morte di Huntsville), Wayne Scott, Gary Johnson, il direttore Morgan e il direttore Dawson. Bisognerebbe chiedere all'amministrazione penitenziaria e alla Ellis Unit perché gli uomini in attesa dell'esecuzione vengono tormentati in questo modo.
So che gli uomini e le donne nel Braccio della Morte apprezzeranno qualsiasi cosa possiate fare. Sappiamo che non vi dimenticate di noi. Grazie a tutti.
Sinceramente, Billy G. Hughes
".
(traduzione di Luis E. Moriones).


Edward Green, condannato a morte, si trova nel braccio della morte di Huntsville, in Texas. Ha lanciato questo appello:
"Il mio nome è Edward Green, sono afro-americano, ho 23 anni e ho trascorso gli ultimi cinque anni della mia vita nel Braccio della Morte ad Huntsville nel Texas. A diciotto anni sono stato accusato di omicidio a scopo di rapina, sono stato processato e condannato a morte per un crimine orribile che non ho commesso. Sono stato condannato a morte perché povero, di colore e ignorante: la mia famiglia non poteva permettersi di pagare un avvocato di fiducia, così mi è stato assegnato un difensore d’ufficio che non ha voluto neanche sapere da me come si sono svolti i fatti. In America è convinzione comune che tutti i "negri" nascano criminali, confermato dal fatto che qui dentro - nel Braccio della Morte - siamo quasi tutti afro-americani o ispanici. Ma torniamo ai fatti. Del reato siamo stati accusati io e J.L. Daniels, l’arma del delitto non è stata ritrovata, né sono state rilevate le mie impronte digitali sul luogo del delitto. Non è stato riscontrato nulla che mi potesse ricollegare all’omicidio, perché non sono colpevole. Le prove a mio carico sono state la testimonianza di Daniels - che mi ha accusato di aver eseguito il delitto, ottenendo in questo modo una sentenza più mite - e una confessione estortami con violenze e minacce. Al dipartimento di polizia di Houston, durante l’estenuante interrogatorio non era presente nessun avvocato che potesse consigliarmi; per ore mi è stato detto cosa dovevo dire e che confessando me la sarei cavata con poco. Collaborare era l’unica via d’uscita. Così, sfinito, ho detto loro quello che volevano sentirsi dire. Chiedo solo di ottenere un processo giusto. Sappiate che la giustizia americana non assicura pari diritti ai cittadini: solo chi ha soldi può permettersi di comprare la propria innocenza. E’ necessario essere assistiti da un avvocato motivato, che attivi le indagini tralasciate dalla polizia, acquisire gli atti, disporre dei mezzi per effettuare il test del DNA e chiedere perizie tecniche. Tutta la procedura costa da un minimo di 25.000 ad una media di 50.000 dollari, una cifra che nessuna persona povera ed emarginata può permettersi di pagare. Adesso sono qui nel Braccio della Morte, in attesa della data dell’esecuzione. Io non ho mai ucciso nessuno nella mia vita, eppure lo Stato è determinato ad uccidere me. Il mio processo è in una fase fondamentale per dimostrare la mia innocenza e il tempo è così poco. Vi prego: aiutatemi a non morire ! Ad ogni modo, se anche questo non riuscisse a salvare la mia vita, io ho intenzione di dedicare tutto il tempo che mi rimane a combattere la Pena di Morte, affinché a nessun uomo, in nessun luogo succeda quello che è successo a me. Per qualsiasi chiarimento o informazione in merito al mio caso vi prego di scrivermi. Il mio indirizzo è:
Edward Green III # 999073
Ellis I Unit H 17/2-5
Huntsville, Tx 77343 U.S.A.
Confido nel vostro aiuto, in Italia potete prendere contatti con il Comitato Edward Green :
Stefania 041/997781 - Tania 041/5801050
Valeria 081/7517810 e-mail
ria@connect.it
Paola 081/5269145
Per chi volesse contribuire i versamenti possono essere effettuati sul:
C/C N.11821808 Valeria Ponticiello
Prol. Carlo De Marco 26, Napoli
-causale Pro Edward Green-
oppure ad:
Edward Green III Account # 1539000
c/o First Educators Credit Union P.O. Box 920719
Houston, Tx 77292-0719
Vorrei poter ringraziare ciascuno di voi, anche solo per aver letto questo mio appello, apprezzo infinitamente il vostro interessamento.
Sinceramente vostro
Edward Green".


Napoleon Beazley, condannato a morte, si trova nel carcere di massima sicurezza di Terrel Unit, in Texas. Questa è la traduzione in italiano di un suo scritto, dal titolo "Animali in gabbia".
"Siete mai stati allo zoo? Gli studiosi affermano che ciascun animale ha bisogno di una certa area o territorio per vivere in salute. Gli stessi studiosi affermano anche che se l'animale non può usufruire della quantità di spazio di cui necessita, ben presto impazzisce.
Lo zoo è un fenomeno artificiale creato dall'uomo perché è una situazione innaturale nella quale gli animali sono forzati a vivere in spazi chiusi ed aberranti per essere inumanamente esibiti. Gli animali selvaggi hanno bisogno di aree vaste chilometri per vivere sanamente e questo non può essere certo possibile dentro una gabbia. Chiusi dietro serrature e chiavi impazziscono. Combattono tra di loro, diventano distruttivi ed a volte si suicidano, impazzire per loro è inevitabile. A causa di una specifica domanda di mercato, questi animali sono drammaticamente trasferiti dal loro mondo selvaggio in una gabbia circondata da turisti, visitatori e persone indifferenti al loro dramma.
Quando avevo 13 anni andai con la mia classe a fare una visita allo zoo ed essendo da sempre amante degli animali ero veramente entusiasta di sapere che avrei potuto vedere gli animali selvaggi che ammiravo. A differenza di quanto mostrato nei documentari del National Geographic, durante la mia prima visita allo zoo, mi accorsi che la vita selvaggia sembrava priva di vita. C'erano leoni che non ruggivano e tigri insolitamente quiete, scimmie che giacevano nella loro stessa urina ed elefanti depressi ed inerti che si adagiavano sui propri escrementi. Ovunque mi girassi sembrava che ci fosse un turista, un mio compagno di classe od un altro qualsiasi sciocco visitatore che per gioco ridicolizzasse gli animali in gabbia. Dopo quel giorno non sono mai più tornato allo zoo, almeno non come visitatore. Dentro di me nel cuore del mio profondo essere mi doleva tanto vedere quegli animali sofferenti ed umiliati ma invece di combattermi e soffire per questo decisi di avere un altro punto di vista ed ignorarli. Solo adesso capisco, come quegli animali fecero quel giorno, che l'altro punto di vista non è una scelta se sei tu ad essere dentro una gabbia.
Io vivo in un un’area speciale di Huntsville (Texas) in un posto in quarantena dalla luce del giorno, dove gli uomini vivono per morire. E' un posto dove non esiste giustizia ma solo tradimento. Questo è anche un posto dove, a volte, la morte è il minore dei mali. Alcuni di voi conoscono questo posto come Ellis One Unit. Alcuni lo conoscono come Braccio della Morte. Comunque sia chiamato dai turisti per alcuni di noi è l'inferno, per altri è la casa loro e per altri ancora è l'ultimo posto che vedranno prima di morire. Ho vissuto in questo zoo, in questa prigione, tra le atrocità di esseri intrappolati e terrorizzati per mezza decade. Fortunatamente non potete sentire quello che io sento né vedere quello che io vedo e se avessi il potere di descrivervelo, dubito che lo capireste. Le parole che posso usare e le situazioni che posso descrivervi non renderebbero mai l'idea né vi faranno capire lo stato d'animo di cosa vuole dire vivere come sub umani dentro delle gabbie.
Aspettare sino a che l'ultimo documento è stato stilato, sino all'ultimo inutile appello, sino a che l'ultimo saluto è stato dato e tutto ciò che ti viene concesso in cambio è una quantità di pietà che passa per la cruna di un'ago. Gli uomini qui muoiono molto prima di accorgersene. Il tempo e il logorio possono distruggere un animale in gabbia come il veleno iniettato nelle vene dei loro corpi. Dopo anni che un uomo passa attraverso le paludi delle corti d'appello e vive con promesse che mai diventano realtà alla fine non ne può più. Gli uomini qui sono stanchi. Non solo fisicamente ma anche moralmente. Arrivano ad un punto che non desiderano altro che la fine perché questo è l'ultimo desiderio che rimane. Senza rabbia, né dolore, senza amore né odio. Semplicemente vogliono che tutto questo finisca. La morte è qualcosa che arrivano a desiderare. Credo che una visita nel Braccio della Morte sia non molto diversa da una visita allo zoo dove gli animali sono ingabbiati. La demenzialità/pazzia dietro le sbarre è la stessa. Le tigri vanno su e giù nella loro gabbia, gli uomini misurano con i passi la loro cella e quando si fermano guardano fissamente la parete. Ogni uomo sente di essere stato denudato di tutto ciò che gli era caro. Ogni uomo si deteriora lentamente, diventa alienato e vive nella disperazione del momento e spera che dopo le cose andranno meglio. Spesso arrivano dei visitatori che ci vogliono guardare, vedere la cosiddetta feccia dell'umanità, com’è che vivono gli assassini degenerati. Un giorno una visitatrice stava a circa mezzo metro dalla mia cella e chiese al secondino "Sono io che non lo vedo o il materasso proprio non c'è? Sembra che ci sia solo una lastra d'acciaio sul letto". Il secondino confermò debitamente l'osservazione: non c'era un materasso a vista, ma prima che potesse dare una spiegazione io intervenni. "Per favore non parlare con lui come se io non fossi qui, se hai una domanda da fare su di me chiedi a me. Il materasso è sotto il letto e non lo uso per dormirci. Io dormo sul pavimento di cemento, sull'asse d'acciaio o su qualsiasi altra cosa scomoda. Non voglio stare comodo in un posto come questo, mi impigrirebbe e mi farebbe dimenticare la realtà di questo posto e del perché sono qui". La visitatrice sbiancò in viso mentre mi guardava ed il secondino mi rimproverò perché secondo lui non avrei avuto il diritto di parlare. La donna non era in collera per come l'avevo apostrofata ma sembrava avesse un’espressione scioccata in viso e ciò è una reazione che sia io che voi possiamo capire bene, giusto? Voglio dire, non è cosa di tutti i giorni andare allo zoo e sentire gli animali che ti parlano. Il Braccio della Morte è esistito prima che io nascessi e probabilmente esisterà anche dopo che io non ci sarò più a dispetto di queste mura che soffocano le grida e contengono le lacrime e che a malapena conoscono la differenza. Ciò non risiede in uno stato, un paese ma piuttosto nei cuori degli uomini e delle donne che soffrono di una malattia chiamata ignoranza.
L'unico rimedio, cura e vaccino che abbiamo per questo è la capacità del capire che proviene dalla tolleranza sociale, dalla compassione e dall’accettazione. La follia media dell'individuo medio porta inavvertitamente dolore al mondo intero. Non possiamo ignorare che esista l'ignoranza ed aspettarci che la nostra vita esca indenne dalla nostra negligenza. Il giorno che andai allo zoo e indifferentemente assistetti al tormento di quegli animali, disonorai me stesso. Quando la mia memoria va a quei momenti e vedo i loro occhi, capisco. Sino a che gli esseri umani e gli animali sopporteranno sofferenza ed umiliazione e non un gesto di aiuto né una voce di dissenso sarà data significherà tradire loro e me stesso. Il nostro silenzio, da sempre, aiuta il tormentatore, non il tormentato. Proprio come la neutralità incoraggia l'oppressore e mai l'oppresso. Le nostre vite non appartengono solo a noi stessi ma appartengono anche a coloro che hanno disperatamente bisogno di noi. Questo è il motivo per il quale vi incoraggio a credere e supportare quello che in cuor vostro credete sia giusto. Non siate come quel ragazzo di 13 anni che io ero e voltiate le spalle ad animali o persone che soffrono a causa dell'ignoranza di una nazione. Agendo in questo modo voltate le spalle al futuro della natura umana. Tra mille anni da adesso non avrà importanza come era il vostro conto in banca, che tipo di automobile guidavate o che tipo di casa abitavate, ma avrà più importanza il fatto che il mondo sia un mondo migliore perché voi ci avete vissuto. E così dopo aver letto questo, la prossima volta che andate allo zoo e guardate gli animali negli occhi...ricordate queste parole, chiudete gli occhi e ascoltate. Fidatevi, sarete sorpresi di scoprire quanto spesso gli animali in gabbia parlano davvero".

TERRELL UNIT Napoleon Beazley 999141 12002 FM 350 South Livingston,Texas 77351 - USA


Richard Wayne Jones, detenuto nel carcere di Terrel Unit (Texas), ha diffuso il regolamento del penitenziario dove vive.
"TDCJ -TERRELL UNIT- REGOLE e LOCKDOWN (chiusura totale)
AVVISO AI DETENUTI:

(Questa è la comunicazione che viene consegnata ai detenuti con il regolamento del Lockdown)
"LE E’ STATO IMPOSTO LO STATO DI LOCKDOWN A CAUSA DI ATTI DI DISTURBO. QUESTA CONDIZIONE DURERA’ FINO A QUANDO TALI COMPORTAMENTI NON SARANNO STATI ELIMINATI. PER ESSERE CERTI CHE LE SIANO CHIARE LE CONDIZIONI E IL PROCESSO CHE LA RIPORTERA’ ALLE NORMALI ATTIVITA’, DI SEGUITO VENGONO RIPORTATE LE REGOLE IN USO":
PRIMA SETTIMANA TRE VOLTE ALLA SETTIMANA LE SARA’ CONSENTITO DI FARE LA DOCCIA E TRE VOLTE ALLA SETTIMANA LE VERRANNO CONSEGNATI I GENERI DI NECESSITA'. NON LE SARA’ PERMESSO L’ACCESSO ALLA SALA DI RICREAZIONE. NON LE SARA’ PERMESSO FARE ACQUISTI ALLO SPACCIO. RICEVERA’ UNICAMENTE CIBI AL SACCO E NON LE SARA’ PERMESSO RICEVERE VISITE. SE IL SUO COMPORTAMENTO SARA’ ACCETTABILE, VERRANNO SUCCESSIVAMENTE APPLICATE LE REGOLE DELLA SECONDA SETTIMANA.
SECONDA SETTIMANA TRE VOLTE ALLA SETTIMANA LE SARA’ CONSENTITO DI FARE LA DOCCIA E TRE VOLTE ALLA SETTIMANA LE VERRANNO CONSEGNATI I GENERI DI NECESSITA’. NON LE SARA’ PERMESSO L’ACCESSO ALLA SALA DI RICREAZIONE. IN UNA GIORNATA LE VERRA’ CONSENTITO DI FARE ACQUISTI PER UNA SOMMA MASSIMA DI $10.-- E LIMITATAMENTE A MATERIALE PER USO IGIENICO E LEGALE. UNA VOLTA ALLA SETTIMANA RICEVERA’ UN PASTO CALDO. NON LE SARA’ PERMESSO RICEVERE VISITE. SE IL SUO COMPORTAMENTO MIGLIORERA’ ULTERIORMENTE, POTRA’ PASSARE ALLE REGOLE DELLA TERZA SETTIMANA.
TERZA SETTIMANA TRE VOLTE ALLA SETTIMANA LE SARA’ CONSENTITO DI FARE LA DOCCIA E TRE VOLTE ALLA SETTIMANA LE VERRANNO CONSEGNATI I GENERI DI NECESSITA’. L’ACCESSO ALLA SALA DI RICREAZIONE SARA’ LIMITATO. IN UNA GIORNATA LE VERRA’ CONSENTITO DI FARE ACQUISTI PER UNA SOMMA MASSIMA DI $10,-- E LIMITATAMENTE A MATERIALE PER USO IGIENICO E LEGALE. TRE GIORNI RICEVERA’ PRANZO E CENA CALDI. LE SARA’ NUOVAMENTE PERMESSO RICEVERE VISITE. SE IL SUO COMPORTAMENTO CONTINUERA’ AD ESSERE BUONO, PASSERA’ ALLE REGOLE DELLA QUARTA SETTIMANA.
QUARTA SETTIMANA TRE VOLTE ALLA SETTIMANA LE SARA’ CONSENTITO DI FARE LA DOCCIA E TRE VOLTE ALLA SETTIMANA LE VERRANNO CONSEGNATI I GENERI DI NECESSITA’. L’ACCESSO ALLA SALA DI RICREAZIONE SARA’ LIMITATO. IN UNA GIORNATA LE VERRA’ CONSENTITO DI FARE ACQUISTI. RICEVERA’ TUTTI I GIORNI PASTI CALDI E CONTINUERA’ AD ESSERLE PERMESSO RICEVERE VISITE. A DISCREZIONE DEL WARDEN / AMMINISTRAZIONE POTRA’ RIPRENDERE IL LAVORO. SUCCESSIVAMENTE LO STATO DI LOCKDOWN VERRA’ SOSPESO.
NOTA TUTTI I PASTI VERRANNO CONSEGNATI ATTRAVERSO L’APPOSITA FESSURA. SE LA SUA CELLA E’ SPROVVISTA DI DETTA FESSURA, PER RICEVERE IL SUO PASTO NEL CORSO DEL LOCKDOWN DOVRA’ ANDARE IN FONDO ALLA CELLA, INGINOCCHIARSI E METTERE ENTRAMBE LE MANI DIETRO LA SCHIENA. DOPO CHE AVRA’ ESEGUITO ALLA LETTERA QUESTA PROCEDURA, IL PASTO VERRA’ POSTO ALL’INTERNO DELLA CELLA.

SE IN QUALSIASI MOMENTO NEL CORSO DI QUESTE QUATTRO SETTIMANE IL COMPORTAMENTO TORNERA’ AD ESSERE INADEGUATO, POTRANNO ESSERE REINTRODOTTE LE REGOLE A PARTIRE DALLA PRIMA SETTIMANA.

LE MIE NUOVE ATTIVITA’ GIORNALIERE

03:00 VIENE SERVITA LA COLAZIONE
05:00 VENGONO RITIRATI I VASSOI DELLA COLAZIONE E LA POSTA IN USCITA
06:00 CAMBIO DEL TURNO – LE GUARDIE ACCENDONO TUTTE LE LUCI, CI SVEGLIANO E CHIEDONO A TUTTI NOME E NUMERO
07:00 RICREAZIONE , IN QUALSIASI MOMENTO DALL 7 ALLE 9
10:00 PRANZO
11:00 VENGONO RITIRATI I VASSOI DEL PRANZO
12:00 DOCCIA – PUOI VENIR LASCIATO LA’ DENTRO DAI 20 MINUTI FINO AD UN’ORA
13:30 LE GUARDIE TORNANO, ACCENDONO TUTTE LE LUCI E CHIEDONO A TUTTI NOME E NUMERO AL FINE DI ACCERTARSI CHE NEL CORSO DEL LORO TURNO NON SIA VENUTO A MANCARE NESSUNO
14:00 CAMBIO DEL TURNO – LE GUARDIE CONTROLLANO NOME E NUMERO
16:00 VIENE SERVITA LA CENA
17:30 VENGONO RITIRATI I VASSOI DELLA CENA
19:00 LE GUARDIE ARRIVANO CON I DETENUTI ADDETTI ALLA PULIZIA DEI CORRIDOI
20:30 VIENE DISTRIBUITA LA POSTA IN ARRIVO
21:30 LE GUARDIE CONTROLLANO NOME E NUMERO PER ACCERTARSI CHE NESSUNO SIA VENUTO A MANCARE NEL CORSO DEL LORO TURNO
22:00 CAMBIO DEL TURNO – LE GUARDIE ACCENDONO TUTTE LE LUCI E CONTROLLANO NOME E NUMERO
23:30 LE GUARDIE ARRIVANO CON I DETENUTI ADDETTI ALLA PULIZIA E CI CHIEDONO SE ABBIAMO NECESSITA’ DI INOLTRARE UNA RICHIESTA DI VISITA MEDICA, SE DOBBIAMO CAMBIARE LA LISTA DEI VISITATORI, O ALTRO
24:00 FRA LA MEZZANOTTE E L’UNA E MEZZA LE GUARDIE VENGONO PER CAMBIARE LA NOSTRA BIANCHERIA INTIMA E I CALZINI
03:00 COLAZIONE ...

ORARI DI VISITA

LUNEDI’ DALLE 08:00 ALLE 17:00
MARTEDI’ DALLE 08:00 ALLE 17:00
MERCOLEDI’ DALLE 08:00 ALLE 12:00 (GIORNATA DELLA STAMPA)
GIOVEDI’ DALLE 08:00 ALLE 17:00
VENERDI’ DALLE 08:00 ALLE 17.00
SABATO DALLA 17:30 ALLE 21:30

ALCUNE CONSIDERAZIONI:

  1. SE FAI LA RICREAZIONE DI GIORNO, SEI COSTRETTO A RIMETTERTI LA STESSA BIANCHERIA INTIMA BAGNATA E SPORCA DOPO LA DOCCIA, A MENO CHE TU NON ABBIA LA POSSIBILITA’ DI COMPRARTI LA TUA BIANCHERIA PERSONALE ALLO SPACCIO DEL CARCERE
  2. SE TI AMMALI IMPROVVISAMENTE O SE TI VIENE UN ATTACCO DI CUORE, NON PUOI FARE ALTRO CHE STARE DISTESO E SPERARE DI NON TIRARE LE CUOIA, NELL’ATTESA CHE LE GUARDIE VENGANO A FARSI UN GIRO DALLE TUE PARTI, PERCHE’ INDIPENDENTEMENTE DA QUANTO FORTE RIUSCIRAI AD URLARE, NON TI RISPONDERANNO, FARANNO FINTA DI NON SENTIRE UNA PAROLA DI QUELLO CHE STAI DICENDO
  3. GLI ABITI VENGONO CAMBIATI OGNI TRE GIORNI
  4. IL VENERDI’, IN QUALSIASI MOMENTO DALLA MEZZANOTTE ALLE DUE DEL MATTINO, CI VIENE CONSEGNATA LA BIANCHERIA PULITA PER IL LETTO, UNITAMENTE AD UN PICCOLO ASCIUGAMANO PER IL VISO, UN ROTOLO DI CARTA IGIENICA, TRE MINUSCOLE BARRETTE DI SAPONE E IL TUTTO DEVE BASTARE PER UNA SETTIMANA, ALTRIMENTI … SI STA SENZA!
  5. IL CIBO E’ SCHIFOSO. QUANDO VENGONO SERVITI I PASTI SONO ASCIUTTI E QUASI SEMPRE FREDDI E LE PORZIONI BASTANO A MALAPENA PER UN BAMBINO DI CINQUE ANNI
  6. QUANDO I PASTI VENGONO CONSEGNATI NEL VASSOIO, DEVI ATTENDERE CHE LA GUARDIA RIPASSI E RITIRI IL VASSOIO, PERCHE’ NON C’E’ MODO DI FARLO SCIVOLARE FUORI DALLA CELLA
  7. IL CONTATTO UMANO E’ INESISTENTE. NON C’E’ TV. LA RICREAZIONE E’ UNO PER VOLTA. PER OGNI CASO CONSIDERATO GRAVE, TI TOLGONO DAL LIVELLO 1 E TI METTONO AL LIVELLO 2 O 3
  8. OGNI VOLTA CHE LASCI LA CELLA DEVI SOTTOPORTI AD UNA PERQUISIZIONE CORPORALE, PIEGARTI IN AVANTI, METTERE LE BRACCIA ALL’INDIETRO ED INFILARLE NELLA FESSURA DALLA QUALE VIENE INTRODOTTO IL CIBO CON I PALMI DELLE MANI RIVOLTI ALL’INSU’ AFFINCHE’ TI VENGANO MESSE LE MANETTE. QUANDO ESCI DALLA CELLA CI SONO SEMPRE DUE GUARDIE, UNA AD OGNI LATO, CHE TI TENGONO PER LE BRACCIA E CAMMINANO CON TE OGNI MOMENTO, DOVUNQUE VAI
  9. SI’, SO CHE TUTTO QUESTO PUO’ SEMBRARE DANNATAMENTE FRUSTRANTE, STRESSANTE E INSOPPORTABILE. E LO E’, INFATTI. PER LORO E’ ALL’ORDINE DEL GIORNO. SONO MISURE FATTE APPOSTA PER VEDERE FINO A CHE PUNTO POSSONO SPINGERTI, FINO A QUANDO PUOI RESISTERE. FA TUTTO PARTE DEL GIOCO!!

IL TRASFERIMENTO DA ELLIS A TERRELL E’ STATO TERRIBILE.
E' STATO COME SALTARE FUORI DALLA PADELLA BOLLENTE
PER FINIRE DIRETTAMENTE NEL FUOCO".

SCRITTO IL 10 MARZO 2000 DA
RICHARD WAYNE JONES SR
D/R # 000882 TERRELL UNIT 12EB27
12002 FM 350 SOUTH
LIVINGSTON, TEXAS 77351
USA


In appendice alle parole dei condannati riportiamo alcuni stralci della lettera che sister Helen Prejean ha inviato alla Comunità di Sant'Egidio subito dopo l’esecuzione di Dobie Williams, avvenuta nel gennaio 1999.
"E’ stato il suo terzo incontro ravvicinato con la morte. Due volte in precedenza, a giugno e a novembre, era arrivato a un’ora dalla morte, per poi essere risparmiato. Ma stavolta ha incontrato la morte, con i suoi occhi spalancati, e grazie a Dio con il suo cuore aperto, sapendo che era amato e curato su questa terra, che la sua vita importava a qualcuno. Come lui mi ha chiesto, voglio ringraziare tutti coloro che hanno mostrato amore e tenerezza verso di lui, attraverso la preghiera, le lettere, le telefonate. Per la prima volta credo di essere stata amica di un uomo veramente innocente nel braccio della morte. L’innocenza o la colpevolezza non sono importanti per me nella lotta contro la pena di morte. Io credo che lo stato non debba torturare e uccidere le persone, neanche se sono colpevoli. Ma Dobie, 38 anni, nero, di famiglia assai povera, è stato condannato a morte e giustiziato con l’accusa di aver ucciso una donna bianca in una cittadina del Sud razzista. Dobie aveva tutte le caratteristiche di chi va a finire nel braccio della morte, soprattutto negli Stati del Sud: un uomo povero, nero, accusato di aver ucciso una donna bianca, condannato da una giuria tutta di bianchi, quella che la Costituzione garantirebbe come una "giuria di pari". Ha avuto una terribile difesa, o meglio non l’ha avuta. L’accusa ha ottenuto tutto quello che aeva chiesto, compresa la morte di Dobie. Ma Dobie in questi 14 anni è cresciuto nella fede, nell’amore, nella sua capacità di comunicare e provare tenerezza, di conoscere e amare Cristo, che è divenuto la sua roccia e il suo protettore, persino quando è saito sul lettino ed è stato capace di perdonare coloro che lo hanno giudicato male. " Prima di salutare e ringraziare per l’ultima volta Sr. Helen, Dobie ha detto: Di’ a tutti di ricordarmi felice" Ricordatelo con il suo timido sorriso, con il suo berretto con la scritta "Non aver paura", mentree cammina verso il lettino e si sdraia su di esso, guardatelo adesso con gli occhi della fede nel cuore dell’universo, nel cuore di Dio. E guardate tutti noi, non paralizzati e sconfitti dalla sua morte, ma rafforzati e rincuorati nella nostra ricerca di abolire la pena di morte dalla faccia della terra".

Per chi volesse intraprendere una corrispondenza con dei condannati a morte in Usa, indirizzi e consigli nei siti:
http://utenti.tripod.it/coalit_icadp/penpal.html
http://www.internazionale.it/carcere/carcere.html

 
   
 



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