Federico l'Olandese Volante solo è una voce storica della radio in Italia ma è stata anche una delle voci di Radio Veronica, un vero e proprio mito per chi segue le vicende delle radio pirata.
Si effettivamente è così, nel senso che io ho iniziato nel 1969, alla tenera età di 19 anni, a lavorare per quest'emittente facendo una hit parade alla settimana che andava in onda il giovedì pomeriggio. I disc jockey erano tantissimi, c'era il monopolio di stato della radio come in Italia e solo pochi potevano lavorare. E allora si era creata questa radio che trasmetteva fuori dalle acque territoriali da un vecchio battello peschereccio adibito e trasformato in una stazione radio.

Quando tu sei entrato la radio aveva già nove anni o sbaglio?
Si, era nata intorno al 1960 per un'esigenza anche pubblicitaria, dal momento che la radio nazionale olandese non passava molta pubblicità. C'è sempre stato un publilimit, come lo chiamava il mio amico Claudio Cecchetto, cioè un limite alla pubblicità di massimo 2 minuti per ora. Se uno trasmette dal mare del nord ha un bacino di utenza enorme e quindi un mercato enorme perché nel giro di 150 chilometri ci sono città come Amsterdam, Rotterdam, Bruxelles, Londra. Più di 40-50 milioni di persone.

Come eri entrato nella radio?
Conoscevo un amico che faceva il disc jockey che mi ha presentato, io facevo architettura ad Amsterdam, all'università. Lui è andato in ferie e mi ha chiesto di sostituirlo. Poi quello che ho fatto è piaciuto e mi hanno assunto per un periodo a termine perché non facevano dei contratti molto lunghi. La radio si registrava completamente a terra, e si trasmetteva dalla nave. Era impossibile trasmettere direttamente dalla nave perché era troppo piccola. Ogni sera partiva un battello che faceva 3 miglia - perché in Olanda le acque territoriali sono solo di 3 miglia non di 12 come da noi -e portava i nastri alla nave. Sulla nave a turno per una settimana c'era un dj insieme a un paio di marinai e il capitano. Era comunque ancorata perché mancavano i motori, sostituiti dal generatore per fare andare il trasmettitore. Le bobine erano 24 per 24 ore di trasmissione, di 58 ore ciascuna. Il dj che era di turno sulla nave aveva il compito di fare il segnale orario e un breve notiziario di un minuto e mezzo. Poi partiva il nastro successivo. Si faceva praticamente finta di essere in tempo reale invece era tutto registrato il giorno prima.

Subivate controlli della polizia?
Nelle acque internazionali gli olandesi non hanno mai fatto nulla, gli inglesi invece si. A radio come radio Londra e Nocsi International ci sono state aggressioni dei marines inglesi. Veronica era sotto bandiera panamense e acque internazionali e dagli olandesi non abbiamo mai avuto problemi. Solo una volta una tempesta ruppe le catene delle ancore e la nave praticamente andò alla deriva entrando nelle acque territoriali olandesi. Questi non aspettavano altro e arrestarono tutto l'equipaggio.

Mentre voi che registravate a terra non subivate alcun tipo di controllo?
Non eravamo punibili perché non stavamo trasmettendo. Questo era l'aggancio legale, però coloro che erano sulla nave erano perseguibili a norma di legge e infatti furono arrestati. Ma la radio era talmente popolare che il giorno dopo ci fu una dimostrazione con più 100 mila persone davanti al parlamento. La folla era incitata dai dj che nel frattempo erano riusciti a trovare un trasmettitore su un'altra nave tanto per occupare la frequenza. Li liberarono entro 24 ore, poi tutto quanto ricomincio da capo. Alla fine Veronica divenne legale nel 1979, abbandonarono la nave che è tuttora nel porto di Rotterdam arrugginita, al molo numero 9. Divenne una radio ufficiale con tanto di frequenza assegnata come ci sono qui in Italia.

La tua avventura a radio veronica quanto è durata?
La mia avventura è durata un anno e mezzo e nel frattempo ho continuato a studiare. Poi mi ero un po' rotto perché era il periodo del 68-69 e in università non si era molto tranquilli. Ho continuato a fare per un anno e mezzo il programma dopodiché ho incontrato il direttore di Radio Monte Carlo, che nel frattempo aveva fondato Monte Carlo italiana aveva bisogno di dj che parlassero italiano. Io ho passato la mia gioventù in Italia perciò parlavo l'italiano già da piccolo. Mi sembrava un ottima offerta: Principato di Monaco, un sacco di soldi, una bella trasmissione in radio e un po' di caldo, perché il mare del nord è piuttosto freddo. A quel punto presi le mie cose e nel 1971 andai nel Principato e cominciai a trasmettere nel 1° gennaio del 72.

Prima di Radio Veronica hai avuto altre esperienze?
No, prima di Radio Veronica non ho avuto altre esperienze.

A proposito di pubblicità, Radio Veronica raccoglieva pubblicità quindi pagava i propri dj?
Si, non li pagava molto, però pagava. Certo c'erano dj più famosi di me che logicamente prendevano un grosso stipendio. Tra l'altro Alex Ardin, che era il più famoso di tutti, attualmente è il direttore di Radio Veronica. Al contrario di quanto accadeva in Italia dove le prime radio pirata non pagavano all'inizio. Non pagavano o pagavano pochissimo. Io poi ho messo su uno studio di produzione quando ero ancora a Radio Monte Carlo, che faceva programmi per le radio libere in Italia e i primi programmi li vendevamo a One o One a 25 mila lire a bobina. Un'ora di musica annunciata da dj con tanto di sigle ecc.

E a proposito di musica cosa mandavate a Radio Veronica?
Il classico era il top 40 format. 40 grossi successi con qualche vecchio in mezzo, anche dischi olandesi, perché in Olanda c'è un grande mercato musicale interno nonostante il paese sia piccolo.

Tu hai scritto anche un libro sulle tue avventure radiofoniche.
Si ho scritto un libro che si chiama Radio Files, come X Files e parla di tutto questo periodo per poi andare anche nel futuro fino al 2020 con un po' di fantasia. Nell'ultimo capitolo scrivo o predico quello che secondo me sarà della radio fra 20 anni.

Ritornando a radio veronica c'è un qualcosa di particolare che ti è rimasto di questo periodo?
Di Radio Veronica ricordo che c'era la lotta con un altra radio olandese, Radio Nortse. A un certo punto ci fu una specie di battaglia, prima a parole, attraverso l'etere, poi vennero alle mani. A un certo punto Radio Nordsee saltò in aria durante il notiziario, fu una cosa da panico. Dei sommozzatori piazzarono una bomba sotto la chiglia che fece saltare in aria la nave e un marinaio affogò. La direzione di Veronica fu accusata di questo attentato. Effettivamente nessuno l'ha mai dimostrato, ci sono stati dei processi ecc. Fui una pagina abbastanza nera della radiofonia olandese, vennero proprio alle mani, alle armi per farsi concorrenza. Era veramente un mondo di pirati, letteralmente insomma.