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"Sergio? Xe dura starghe drio!"

Continuare a cavalcare l’onda della vita. E’ il senso che Sergio Cechet dà alla propria esistenza. E in questo ha trovato un appoggio, un amico sincero col quale condividere non solo le esperienze sportive e di divertimento ma soprattutto gli ostacoli che ti propone una vita che deve continuare dopo un grave incidente. Questo amico è Massimo Valle, 25 anni, un ragazzo di Monfalcone che ha perso braccio e gamba sinistra in un incidente motociclistico, quattro anni fa, centrando frontalmente una macchina.

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Sergio e Massimo sono compagni d’avventure sui fondali del golfo di Trieste e su quelli della costa istriana della Croazia. Si accompagnano e si aiutano a vicenda: Massimo fa strada, vede le rocce e i pesci che vi si nascondono, Sergio li tocca provando le stesse sensazioni. "Xe dura starghe drio a Sergio (E’ dura star dietro a Sergio) - afferma con un sorriso Massimo Valle - è una persona di una vitalità incredibile. Lo ammiro tanto per questo, e lo stimo perché si dà tanto da fare, anche per gli altri. Mentre io faccio tutto per le persone che mi vogliono bene". La cosa sorprendente è che si conoscono da una vita, anche prima che il destino avverso li accomunasse. "Sergio mi ha conosciuto che avevo tre anni - racconta Valle - mi ha visto crescere. Poi nel corso degli anni abbiamo un po’ perso i contatti, anche se in giro ci siamo incontrati spesso. Poi, quando ha saputo dell’incidente, Sergio si è fatto vivo. Ci ha operati lo stesso dottore, all’ospedale di Pordenone. Quando mi sono ripreso, la prima cosa che mi ha detto è stata: “Adesso è giunta l’ora che tu faccia il brevetto da sub”. Ed io ho accettato con entusiasmo, avevo sempre avuto voglia di farlo. Mi ha dato una grossa soddisfazione, anche per me è stato un modo per tornare a sentirmi normale".
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Massimo condivide con Sergio tante idee, soprattutto quelle sulla disabilità. "Io credo che la barriera psicologica dei disabili venga creata principalmente da due fattori. Il primo è la disinformazione: in televisione si parla di cose poco serie e non di quelle importanti, cui bisognerebbe far pubblicità oltre che approfondirne la conoscenza. Il secondo sono le persone che li circondano e che li trattano troppo da invalidi. Invece un disabile deve sapersi arrangiare, farsi forza. I miei amici e la mia famiglia mi hanno sempre appoggiato in tutte le decisioni. Anche in quella di tornare in moto, dopo l’incidente".
Con Sergio Cechet, Valle ha partecipato ai corsi per disabili, come cavia. "Pochi disabili vi hanno aderito, per i motivi che ho detto prima. Invece l’essere portatore di handicap deve essere uno stimolo in più per affrontare questo splendido mondo che è quello subacqueo, un mondo diverso, di silenzio, di pace, un ambiente dove tutto è in armonia, e dove ti puoi muovere in totale libertà. Un ambiente che si sente sulla pelle e che sulla pelle ti rimane". Massimo Valle ama il mare come solo uno che vi è nato in riva può fare. Ha una sorella aiuto istruttore, e anche il fratello ha ottenuto il brevetto. E ha una casa sulla costa croata, vicino a Pola, dove va spesso per godersi la limpidezza di quel mare e da dove è partito per alcune delle sue più belle escursioni sottomarine. "Una in particolare, quella sul Baron Gauss, una nave da guerra che giace sul fondo davanti alla città di Rovigno. E’ stupendo perché si entra dentro il relitto, cosa che fra poco non si potrà più fare perché sarà nominato bene culturale dal governo croato. Ed è un’immersione molto impegnativa, si scende fino a 40 metri e per vederlo bene, ci si ferma fino al limite della riserva d’aria". Una grande esperienza, Valle l’ha fatta al centro amputati di Budrio, presso Bologna, dove gli hanno innestato le protesi che gli consentono ora di svolgere una vita normale, non solo sott’acqua. "Ho una protesi mioelettrica al braccio. Ciò significa che contiene dei sensori che sono sensibili alle contrazioni muscolari. Sulla gamba ho invece un ginocchio elettronico, che è il top in commercio. I movimenti sono fisiologici, in pratica è come se avessi una gamba in carne e ossa. Posso fare le scale, andare in bici, camminare veloce". E a Budrio ha conosciuto Alex Zanardi, l’ex pilota di Formula 1 che ha perso entrambe le gambe in un incidente in una gara in Germania. "Tra le tante persone di grande umanità che ho conosciuto, lui mi ha colpito in maniera particolare, perché è un personaggio che da famoso, vuole tornare uno sconosciuto per riprendere la vita normale in tranquillità. Me lo diceva lui quando vedeva i giornalisti venuti per intervistarlo".