Ore
2.33 della notte fra giovedì 25 e venerdì
26 settembre 1997. La terra trema, per la prima volta così
forte. Una scossa dell’VIII grado della scala Mercalli
(5,5 della scala Richter).
Non è il solito terremoto a cui la gente è
abituata da anni. Non ballano solo i lampadari e non si
svegliano solo le persone dal sonno leggero. Questa volta
la paura spinge tutti fuori casa. Alle 3.00 intere famiglie
girano per le strade delle Marche e dell’Umbria. L’epicentro
(nella foto) è a confine fra le due Regioni, tra
Cesi, frazione di Serravalle di Chienti, nelle Marche, e
Colfiorito, frazione di Foligno, nell’Umbria.
Di mattina la gente torna a casa, pensando che ormai il
peggio sia passato. Le scuole rimangono aperte e i genitori
vanno a lavorare come sempre. In televisione non si parla
d’altro. E proprio mentre il piccolo schermo trasmette
l’immagine di Franco Barberi, il sottosegretario alla
Protezione civile, che tranquillizza tutti dicendo che si
tratta solo di scosse di assestamento, ecco arrivare la
scossa, quella vera, quella più forte. Sono le 11.40
e i sismografi di Marche e Umbria registrano uno spostamento
della terra pari al IX grado della scala Mercalli (5,8 gradi
Richter). Nei muri si aprono crepe gigantesche, le colonne
portanti girano su se stesse, i mobili cadono a terra, le
credenze di aprono e i bicchieri di cristallo si frantumano
in mille pezzi. I quadri si spaccano, le mensole finiscono
sul pavimento...
scarica
il Pdf