Ma
non furono sempre rose e fiori...
Nel libro "Gli
ebrei a Santa Maria al Bagno 1944 1947" a cura di Paolo
Pisacane e Mario Mennonna è ricostruito l'unico grave episodio
di tensione che il Desplaced person camp n°34 conobbe durante
la permanza dei profughi ebrei. Ve lo riproponiamo integralmente.
"...Nel campo
tutto sembrava scorrere tranquillo, poi, il 14 dicembre del 1944
scoppiò la tragedia. Qualche notte prima, dei ladri, sicuramente
di qualche paese vicino, avevano rubato, da un deposito dell’UNRRA,
un centinaio di coperte.
Il responsabile del magazzino, un australiano molto autoritario,
dette la colpa agli abitanti di Santa Maria al Bagno e per questo,
venne ordinato a tutti gli italiani, compresi i residenti, di abbandonare
subito il campo. Fu una cosa inaspettata e tragica.
Nei volti della gente si vedeva lo sconforto e in qualche casa,
le donne riunite per commentare l'accaduto, piangevano per la paura
e la disperazione, mentre i bambini guardavano con sgomento senza
immaginare quello che stava loro per accadere.
I residenti del luogo erano in subbuglio.
Nel pomeriggio arrivò il sindaco di Nardò, Roberto
Vallone, e cercò di portare la calma tra i dimostranti e
di convincere il comando alleato a revocare l’ordine di sgombero
o, quanto meno, per limitarne gli effetti, ma non ottenne alcun
risultato. Avvisò quindi, nello stesso giorno, il prefetto
di Lecce dell’accaduto, non trascurando di fargli notare le
enormi difficoltà in cui si sarebbe andati incontro considerando
che le persone da sgomberare, circa ottocento, non avevano dove
alloggiare ed i mezzi e la possibilità di trasferirsi altrove.
Il Comune, peraltro, era nell'impossibilità di provvedere
a tanta gente. Comunicava anche l'insuccesso del suo interventi
presso il Comando Alleato.
Pregava quindi caldamente S.E. il Prefetto di intervenire per evitare
lo sgombero, anche perché le abitazioni disponibili erano
più che sufficienti per ospitare gli altri profughi, che
erano in arrivo e chiudeva la lettera facendo anche presente “che
la popolazione delle due spiagge è in fermento e manifesta
intenzioni ostili”.
Intervenne anche il vescovo di Nardò, Gennaro Fenizia, per
cercare di convincere il comandante a recedere dalla sua decisione,
che avrebbe procurato dei grossissimi problemi alle famiglie dei
residenti per la maggior parte pescatori. La sua missione non ebbe
successo e, sconfortato e deluso, anche per come era stato trattato
dal comando del campo, se ne tornò a Nardò.
Intanto i carabinieri della Stazione di Santa Maria al Bagno ed
alcuni militari alleati, avevano preparato l’elenco delle
famiglie che dovevano sloggiare dalla frazione e Monte Croce: erano
146 famiglie per un totale di 733 persone.
Era un brutto Natale quello che stava per arrivare. Non c’era
la solita gioia. La notte di Natale fu per tutti una notte da incubi.
Nessuno riuscì a dormire.
I capi famiglia si incontrarono di nascosto e decisero di non accettare
l’ordine di abbandonare le case ed allontanarsi da Santa Maria
al Bagno. La mattina successiva scesero in piazza, davanti alla
sede del comando alleato, per protestare.
Il comandante, anche dopo aver sentito le ragioni dei dimostranti,
non mutò la sua decisione, anzi, fece schierare i soldati
con le armi puntate contro i dimostranti. Il momento era tragico.
Si sentirono degli spari, ma i carabinieri ed i soldati, in buona
parte italo-americani, amici della gente di Santa Maria al Bagno
non volevano far del male, sparavano in aria, e incitavano i dimostranti
ad insistere nella protesta.
Così passò il Natale e nei giorni successivi la protesta
aumentò tanto che qualcuno dei dimostranti lanciò
anche delle piccole bombe carta, mentre altri si scontravano con
i soldati.
Finalmente il 29 dicembre, quando ormai si disperava di trovare
una soluzione, dopo un incontro tenutosi in Santa Maria al Bagno
tra il comandante la Sub-Section N° 1 dell'A.C. Lt. Col. Oldfield,
il capitano Fox ed il prefetto, sentito anche il vescovo che intanto
aveva informato della situazione il Vaticano, si comunicò
al sindaco di Nardò che le famiglie stabilmente residenti
potevano restare, mentre altre che occupavano le case solo per non
farle requisire, dovevano andar via..."
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