Madri a L'Aquila » Centro http://ifg.uniurb.it/network/bernardini Crescere un figlio nella città che non c'è Mon, 31 Mar 2014 10:17:01 +0000 en-US hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.5.1 Crescere un figlio nella città che non c'è Madri a L'Aquila no Crescere un figlio nella città che non c'è Madri a L'Aquila » Centro http://ifg.uniurb.it/network/bernardini/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it/network/bernardini/category/centro/ Diventare madre mentre la terra trema http://ifg.uniurb.it/network/bernardini/2012/04/17/diventare-madre-mentre-la-terra-trema/ http://ifg.uniurb.it/network/bernardini/2012/04/17/diventare-madre-mentre-la-terra-trema/#comments Tue, 17 Apr 2012 15:06:56 +0000 bernardini http://ifg.uniurb.it/network/bernardini/?p=47 L’AQUILAOre 3.30, Milena Castellano è in sala travaglio. Con lei il marito, Enrico Corrado, alcune infermiere e l’ostetrica che stava scrivendo i braccialetti per lei e la bambina che stava per nascere.

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Ore 3.32, le pareti iniziano a muoversi, si staccano parti di intonaco dal soffitto, Enrico si getta sulla moglie per ripararla.

È l’inizio del terremoto, ma per la bambina che sta per nascere comincia la vita. Portata all’esterno Milena partorisce la sua prima figlia in un’ambulanza alle 3.45. Una splendida bimba, Gabriella, resterà alcune ore tra le braccia della madre mentre intorno a loro un’intera città sta crollando. Anche casa di Milena ed Enrico è distrutta e la famiglia è costretta a spostarsi prima a Rieti, poi a Pescara, poi in una roulotte davanti casa, infine in un Map, una delle casette di legno costruite per ospitare provvisoriamente gli sfollati aquilani. Qualche mese fa, a fine 2011, è nato anche Valerio, il secondo figlio dei Corrado. La madre è tornata all’Ospedale civile “San Salvatore” perchè “è giusto che i miei bambini siano aquilani”.

Entro il 2012 l’abitazione della giovane mamma dovrebbe essere pronta e la coppia con Gabriella e Valerio potranno tornare nella loro casa.  Ma le difficoltà non sono finite. Il nucleo familiare è cambiato, ci sono nuove abitudini e necessità ma anche il problema di dover crescere delle piccole vite tra le rovine del capoluogo abruzzese.

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“Bisogna ricostruire le scuole Basta Moduli provvisori” http://ifg.uniurb.it/network/bernardini/2012/04/17/basta-musp-necessario-ricostruire-le-scuole/ http://ifg.uniurb.it/network/bernardini/2012/04/17/basta-musp-necessario-ricostruire-le-scuole/#comments Tue, 17 Apr 2012 15:06:28 +0000 bernardini http://ifg.uniurb.it/network/bernardini/?p=44 L’AQUILA – Una tenda, una ragazza incinta, sua madre, sua sorella con il marito e la loro figlia. Rita di Marzio ha circa 30 anni, è aquilana e la sua casa è stata catalogata “inagibile”. La notte del 6 aprile 2009 Rita era a Roma e alle 3.32 si è svegliata perchè anche lì la “grande scossa” si è sentita.

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Tornata nel capoluogo abruzzese ha passato tutto il periodo della gravidanza nella tendopoli di Coppito. Il 18 agosto 2009 è nata, Carola, la sua bimba. Rita è rimasta nel campo tenda per sei mesi fino a ottobre coccolata da tutti.  Il cuoco le portava l’acqua calda in un pentolone per fare il bagnetto alla bimba, la Protezione Civile le ha costruito una casetta di legno per farle avere un po’ di privacy e tanti altri concittadini le davano una mano per le piccole esigenze quotidiane. Tra le tende è stata bene ma quando ha iniziato a fare freddo è dovuta andare via e allora si è spostata da alcuni parenti a Roma fino a che, a febbraio 2010, le è stato consegnato un appartamento delProgetto C.A.S.E: i nuovi quartieri con edifici antisismici voluti dal Governo e dalla Protezione Civile per ospitare temporaneamente gli sfollati.

Qui Rita sta vivendo insieme alla madre e alla piccola Carola. In una casa provvisoria composta da una sola stanza, un bagno e una sala con cucina. “Casa mia non sarà pronta per almeno altri 5 anni“, racconta la ragazza. Secondo il progetto per la ricostruzione dell’abitazione  i lavori non inizieranno prima del 2017 perciò probabilmente Rita dovrà rimanere nel complesso antisismico ancora per molto tempo.

La neomamma però non si lamenta di questa sistemazione e neanche del periodo passato nella tendopoli. La sua preoccupazione sono le scuole. A tre anni dal terremoto gli istituti educativi ricostruiti sono pochissimi e la maggior parte degli studenti frequenta i Musp, moduli a uso scolastico provvisorio.

“Spero che mia figlia possa frequentare una scuola normale come quelle che ho fatto io”. Questo è il desiderio di Rita.

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Due bambini, pochi luoghi dove farli giocare http://ifg.uniurb.it/network/bernardini/2012/04/17/ricominciare-con-due-bambini/ http://ifg.uniurb.it/network/bernardini/2012/04/17/ricominciare-con-due-bambini/#comments Tue, 17 Apr 2012 15:06:03 +0000 bernardini http://ifg.uniurb.it/network/bernardini/?p=38 L’AQUILA – Due bambini e l’università da finire. Raffaella Lauretani ha 28 anni e la notte del terremoto era incinta al quarto mese di gravidanza del suo secondo figlio, Emanuele. Svegliata all’improvviso dalla scossa è caduta appena ha provato ad alzarsi dal letto. Poi insieme al marito e ad Alessandro, il figlio maggiore, è fuggita via e ha passato la notte in macchina.

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Raffaella ora vive in una casa in affitto in attesa che inizino i lavori di ricostruzione della sua abitazione, anche se il progetto non è ancora neanche stato approvato.

Lei e i suoi figli stanno cercando di superare i traumi del post-terremoto. Raffaella si è reiscritta all’università, ha ricominciato a guidare, ma risente ancora della paura di quella notte. Quando resta sola preferisce non rimanere dentro casa perchè non si sente sicura. Alessandro poi dal giorno dopo la forte scossa ha iniziato ad avere problemi di linguaggio e ora segue una terapia da un logopedista.

Ma un altro problema è l’assenza di spazi. Oltre a un piccolo parco con alcuni giochi nel Castello dove si possono portare i bambini durante le belle giornate a L’Aquila non c’è più nulla. O si va a casa di amici o al centro commerciale. Nient’altro.

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Il sogno di tornare a casa http://ifg.uniurb.it/network/bernardini/2012/04/17/il-sogno-di-tornare-a-casa/ http://ifg.uniurb.it/network/bernardini/2012/04/17/il-sogno-di-tornare-a-casa/#comments Tue, 17 Apr 2012 15:05:40 +0000 bernardini http://ifg.uniurb.it/network/bernardini/?p=40 L’AQUILA – Arrivati dalla Romania cinque anni fa speravano di trovare delle condizioni di vita migliori. Dimitri Marian Jugravu e Andream Imaela vivevano a Capitignano in una casa in affitto. Lui lavorava come fabbro, lei faceva la badante e insieme stavano costruendo una nuova famiglia. Ad aprile 2009 Imaela era al quinto mese di gravidanza.  Quando la terra ha cominciato a tremare sono usciti fuori di casa e hanno passato la notte sulla strada, al freddo, su due materassi tirati fuori dall’abitazione.

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Nei mesi successivi hanno vissuto dentro due tende che il prete del paese gli aveva procurato. Ad agosto, una settimana dopo la nascita della loro bimba, Micaela, si sono spostati per 6 mesi in un appartamento del Comune, poi si sono trasferiti a Marana, un paese vicino, e infine sono tornati a Capitignano in un piccolo bilocale in affitto.

In questa casa ora vivono in quattro, la coppia, la bimba e la sorella di Dimitri. Quando piove l’acqua penetra dal soffitto, lo spazio è molto limitato. “Vorremmo trovare un’altra sistemazione ma non si trova nulla. Non ci sono abitazioni in affitto”.

Dopo il terremoto Dimitri voleva comprare una casetta per la sua nuova famiglia. Ha un contratto a tempo indeterminato, il permesso di soggiorno, ma nessuna banca ha voluto fargli un finanziamento. In una città che ormai non c’è più, senza la possibilità di costruirsi un futuro e con la paura di rivivere nuovamente una notte come quella del 6 aprile 2009, la coppia spera di poter tornare un giorno nella propria terra.

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