La rivolta blocca l’economia così l’export dall’Italia crolla
Pubblicato il 22/02/2012
I nove mesi di guerra hanno paralizzato l’interscambio commerciale tra Italia e Libia. L’export dall’Italia nel paese nordafricano è crollato, quello dalla regione Marche si è dimezzato e anche la provincia di Pesaro Urbino ha perso diversi milioni
PESARO – Nel 2011 la guerra in Libia ha fatto precipitare le esportazioni nello stato nordafricano: in calo le merci provenienti dall’Italia così come quelle dalla regione Marche e dalla provincia di Pesaro Urbino.
L’export italiano in Libia è sceso del 78,3% dal 2010 al 2011: i 2.119 milioni di euro esportati tra gennaio e ottobre 2010 sono diventati 460 milioni di euro tra gennaio e ottobre 2011. L’export dalla regione Marche in Libia è invece quasi dimezzato, passando dai 45.106.340 euro nel 2010 a 26.326.802 euro nel 2011. Anche la provincia di Pesaro Urbino ha registrato il calo passando dai 24.736.529 euro di merce esportati nel 2010 a 18.499.491 nel 2011.
Petrolio, infrastrutture, meccanica, beni strumentali e costruzioni: questi i settori in cui operano le circa 100 imprese italiane presenti (in modo stabile e diretto) nel mercato libico secondo i dati della Camera di commercio italo-libica. Leggendo le stime dell’associazione (elaborate sui dati dell’Economist intelligence unit e del Fondo monetario internazionale), il Pil della Libia è sceso da 71,3 milioni di dollari nel 2010 a 59,3 milioni di dollari nel 2011, per poi risalire a 81,9 nel 2010. Il tasso di crescita del Pil quindi se nel 2011 era del -27,6%, nel 2012 è arrivato a 21,9%, con un indebitamento netto del 10,4% del Pil.