Evangelizzazione di Strada » Colonna destra http://ifg.uniurb.it/network/misiti Evangelizzazione Thu, 27 Mar 2014 17:54:24 +0000 en-US hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.5.1 Evangelizzazione Evangelizzazione di Strada no Evangelizzazione Evangelizzazione di Strada » Colonna destra http://ifg.uniurb.it/network/misiti/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it/network/misiti/category/colonna-destra/ Dall’Argentina all’ Italia. In strada ascolto i giovani http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/22/luis/ http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/22/luis/#comments Sun, 22 Apr 2012 01:05:29 +0000 misiti http://ifg.uniurb.it/network/misiti/?p=88 Tre anni fa Luis lascia l’Argentina, si trasferisce in Italia e incontra Giovanna e Denis: “Ho conosciuto questa famiglia meravigliosa, che per me è  un esempio. Da due anni faccio anch’io evangelizzazione di strada con loro. Quando fermo i ragazzi racconto la mia testimonianza, ma soprattutto cerco di ascoltare, perchè dopo tanti incontri mi sono accorto che hanno un grande bisogno di ascolto”.

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“Sono stato fermato, adesso anch’io voglio andare in strada” http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/20/stefano/ http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/20/stefano/#comments Fri, 20 Apr 2012 00:35:59 +0000 misiti http://ifg.uniurb.it/network/misiti/?p=78 Stefano è un ragazzo trentino che studia da tre anni a Urbino. Come tanti giovani, dopo aver fatto la cresima, si è allontanato dalla chiesa fino a non andarci più  in modo definitivo per molti anni. Un giorno incontra Janel, una ragazza che gli racconta la propria esperienza di fede

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Nuovi Orizzonti: la nostra avventura nel mondo della strada http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/19/nuovi-orizzonti-chiara-amirante/ http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/19/nuovi-orizzonti-chiara-amirante/#comments Thu, 19 Apr 2012 14:19:34 +0000 misiti http://ifg.uniurb.it/network/misiti/?p=14 Nel 1991 inizia l’avventura di Nuovi Orizzonti quando Chiara Amirante sente il desiderio di andare a incontrare il ‘popolo della notte’ alla Stazione Termini di Roma:

“A 21 anni ho avuto una terribile malattia che mi causava dolori atroci in tutto il corpo che nessun antidolorifico riusciva a calmare. Anche gli occhi erano stati duramente colpiti, avevo già perso otto decimi di vista e, trattandosi di una malattia cronica incurabile con interessamento della retina, i medici mi avevano detto che nel tempo sarei certamente diventata cieca. E’ stata una prova dolorosissima durata un lungo periodo, ma anche in una situazione così drammatica ho sperimentato la pienezza della gioia che Cristo ci dona tanto da sentire il prepotente desiderio di vivere il resto dei miei giorni per portare, testimoniare questa gioia proprio ai più disperati, andare di notte alla Stazione Termini e nelle zone più ‘calde’ della città ad incontrare giovani nella devianza con problemi di droga, alcool, aids, prostituzione, carcere, emarginazione.

Mi rendevo conto che per una ragazza giovane era particolarmente pericoloso andare di notte in strada e le mie condizioni fisiche non me lo avrebbero permesso. Così ho fatto una semplice preghiera:  <<Signore, se questo desiderio così folle di andare di notte in strada sei tu a mettermelo nel cuore, mettimi tu nelle condizioni di poterlo realizzare! A te niente è impossibile! Io desidero solo la tua volontà!>>

La risposta è stata immediata e al di là di ogni mia immaginazione. La mattina dopo, quando sono andata in ospedale per le iniezioni dentro gli occhi che dovevo fare di frequente, mi arriva l’incredibile notizia dal primario (chiamato appunto per accertare quanto di inspiegabile mi era successo):

<<Chiara noi siamo senza parole, sei completamente guarita! Per chi non crede è un mistero, per chi crede è una grazia straordinaria: la tua malattia è completamente ed inspiegabilmente sparita!>>

Io, la spiegazione ce l’avevo, eccome! Era la risposta del Signore alla mia semplice preghiera della sera prima e lui aveva risposto come solo Dio può fare.

Ho così iniziato a recarmi di notte in strada spinta da un semplice desiderio: condividere la gioia dell’incontro con Cristo Risorto proprio con quei fratelli che erano più disperati. Non immaginavo davvero di incontrare un popolo così sterminato di giovani soli, emarginati, sfregiati nella profondità del cuore e della dignità, vittime dei terribili tentacoli di piovre infernali e della più infame delle schiavitù. Quante ragazze vendute come schiave e costrette a svendere il loro corpo a gente senza scrupoli. Quanti giovani distrutti, imprigionati dall’illusione di un paradiso artificiale che ha ucciso loro l’anima. Quante grida silenziose e lancinanti mai ascoltate da nessuno; quanta disperazione, rabbia, violenza, devianza, criminalità… ma quanta incredibile sete di amore, di Dio proprio là, nella profondità delle tenebre degli inferi della strada.

Ho provato con un certo timore e tremore ad entrare in punta di piedi nelle storie delle persone che abitavano le zone più ‘calde’ della città e subito sono rimasta impressionata dalla sete di ascolto, di verità, di pace, di amore di Dio, proprio in mezzo a quell’inferno. Tanti dei cosiddetti ‘criminali’, alcuni con fedine penali davvero impressionanti, non erano di fatto persone cattive, ma persone non amate; ragazzi con una grande sensibilità ma con il cuore impietrito dalle troppe violenze subite. Altri erano giovani arrivati da paesi più poveri pieni di buoni propositi e aspirazioni, ma ben presto catturati dalle reti della criminalità organizzata che non perdona.

Altri ancora, bravi ragazzi di buona famiglia (alcuni li avevo conosciuti in precedenza) ammaliati dalle seducenti proposte del mondo (piacere, denaro, successo, apparire) e scivolati poi in una profonda insoddisfazione, solitudine, nausea sottile senza più riuscire a trovare risposte… ragazzi con un grande vuoto nel cuore che avevano tentato di colmarlo con lo sballo, la trasgressione, le sostanze stupefacenti.

Molti di loro, sorpresi dalla presenza di una ragazza di notte in zone così pericolose, dopo aver condiviso con me qualcosa della loro storia piena di sofferenza e spesso di disperazione, mi dicevano:

<<Ora però raccontaci qualcosa di te. Che ci fa una ragazza come te qui in mezzo a noi? Non ti rendi conto di quanto è pericoloso? Possibile che metti a rischio la tua vita per persone che neanche conosci? Ma chi te lo fa fare?>>

Con tanta semplicità condividevo anch’io qualcosa della mia storia e di come l’incontro con Cristo Risorto avesse sconvolto la mia esistenza: in Gesù avevo finalmente trovato la Verità che ci rende liberi, la Vita in abbondanza, la Via per raggiungere quella pienezza di gioia e di pace a cui il mio cuore anelava. La reazione era quasi sempre di sorpresa, curiosità e di incredibile apertura:

<<Se la gioia che vediamo nel tuo sguardo viene davvero da Gesù e se è Lui che ti spinge a rischiare la tua vita per noi, parlaci un po’ di ‘sto Gesù!>>

e iniziavano a bombardarmi di domande. Il più delle volte questi incontri si concludevano con una richiesta accorata:

Portaci via da questo inferno della strada. Vogliamo conoscere anche noi questo Gesù che ha cambiato la tua vita!

Tanti dei primi incontri hanno ferito e marchiato a fuoco in profondità il mio cuore.

L’incontro con Vyria, venduta dal fratello al crudele giro della prostituzione, rinchiusa in celle frigorifere, stuprata più volte e terrorizzata con sfregi e bruciature di sigarette perchè non scappasse.

L’incontro con Mauro, un bellissimo ragazzo moro alto circa due metri ma ridotto ad uno scheletro perché consumato dalla droga e dall’AIDS, che mi ha detto: <<Sai, sono venti anni che vivo in strada e sei la prima persona che si ferma a chiedermi come sto senza un secondo fine>>.

Più mi recavo in strada di notte e più si scolpiva con forza nel mio cuore una certezza: solo l’incontro con Colui che è venuto a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare ai prigionieri la liberazione (Lc. 4,18), a donarci la gioia della Resurrezione, avrebbe potuto ridonare la vita a questi fratelli nella morte.

Mi è venuta cosi l’idea di una comunità di accoglienza dove proporre come regola di vita il Vangelo. Naturalmente avevo mille timori, mi rendevo ben conto che per una ragazza di ventisette anni, senza né risorse economiche né professionali (sono laureata in Scienze Politiche), pensare di trovare una casa per andare a vivere con ragazzi di strada considerati da tutti molto pericolosi era un po’ da matti. Ma sapevo che a Dio tutto è possibile (Mc. 9,23).

Nel marzo del ’94, nel più completo abbandono alla Provvidenza, è nata la prima Comunità Nuovi Orizzonti dove ho iniziato a vivere con i miei nuovi fratelli incontrati in strada e ho proposto loro di provare a vivere il vangelo. Davvero in questi anni ho visto migliaia di giovani provenienti da esperienze estreme, ricostruire se stessi alla luce dell’amore di Cristo e passare dalla morte alla vita.

La risposta di questi ragazzi alla proposta di provare a vivere il vangelo alla lettera è stata davvero sorprendente ed entusiasmante. Da quella prima casetta, (con materassi sparsi per terra dappertutto per accogliere un numero sempre crescente di giovani che bussavano alla porta della comunità) si sono moltiplicati, in Italia e all’estero i Centri.

Gli stessi ragazzi accolti hanno subito sentito l’urgenza di impegnarsi in una pastorale di strada che veda come protagonisti non tanto dei bravi predicatori, ma dei testimoni che sappiano annunciare con forza ciò che l’incontro con Cristo Risorto ha operato nella loro vita”.

L’8 dicembre 2010 il Pontificio Consiglio per i laici, presieduto dal Cardinale Stanislaw Rilko, ha riconosciuto ‘Nuovi Orizzonti’ come Associazione privata internazionale di fedeli di diritto pontificio.

(dal libro: “L’Avventura di Nuovi Orizzonti”)

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La ‘nuova evangelizzazione’ http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/18/evangelizzazione-di-strada-nuova-evangelizzazione/ http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/18/evangelizzazione-di-strada-nuova-evangelizzazione/#comments Wed, 18 Apr 2012 13:20:58 +0000 misiti http://ifg.uniurb.it/network/misiti/?p=17 “La nuova evangelizzazione non consiste in un nuovo Vangelo, non deve riguardare i contenuti, ma gli atteggiamenti, lo stile, lo sforzo, la programmazione, il metodo di apostolato, il linguaggio, che devono essere tali da rendere accessibile, penetrante, valida e profonda la risposta all’uomo di oggi, senza per nulla alterare o modificare il contenuto del messaggio evangelico”. 

Giovanni Paolo II

“Evangelizzare vuol dire: (…) mostrare l’arte di vivere. (…) La povertà più profonda è l’incapacità di Gioia, il tedio della vita considerata assurda e contraddittoria. Questa povertà è oggi molto diffusa, in forme ben diverse sia nelle società materialmente ricche sia anche nei paesi poveri. L’incapacità di Gioia suppone e produce l’incapacità di amare, produce l’invidia, l’avarizia – tutti i vizi che devastano la vita dei singoli e del mondo. Perciò abbiamo bisogno di una nuova evangelizzazione: se l’arte di vivere rimane sconosciuta, tutto il resto non funziona più. Ma questa arte non è oggetto della scienza; questa arte la può comunicare solo chi ha la vita, colui che è il Vangelo in persona”.

Benedetto XVI (allora Cardinale Joseph Ratzinger, Convegno dei catechisti e dei docenti di religione nel Giubileo dei catechisti e dei docenti di religione, 10/12/2000)

Giovanni Paolo II creò l’espressione “nuova evangelizzazione” (Omelia a Mogila, 9 giugno 1979), e molte volte  la indicò come missione della Chiesa per il terzo millennio della sua storia. Il 12 ottobre 2010.  Benedetto XVI ha istituito il Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione e lo ha affidato a S.E. Mons. Rino Fisichella.

Per  ‘evangelizzazione di strada’ si intende l’insieme delle iniziative che portano gruppi di cristiani ad annunciare il Vangelo per la strada, sulle piazze, sulle spiagge, nelle discoteche, nei pub , in tutti i luoghi informali di ritrovo e  in tutte le occasioni che si trovano al di fuori delle istituzioni ecclesiastiche tradizionali (chiese, omelie, catechismo).

In questi anni il Magistero della Chiesa Cattolica ha insistito molto sulla “nuova evangelizzazione” e ha affermando che, oltre al bisogno di tanti sacerdoti, maestri ed educatori nella fede, c’è bisogno di giovani animati dallo spirito missionario, poiché sono i giovani “che debbono diventare primi e immediati apostoli dei giovani, esercitando da loro stessi l’apostolato tra di loro” . In Christifideles laici si afferma che “le terre di missione sono nei nostri ambienti quotidiani: nei paesi di più antica tradizione cristiana c’è oggi un urgente bisogno di rimettere in luce l’annuncio di Gesù tramite una nuova evangelizzazione”.

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