Evangelizzazione di Strada http://ifg.uniurb.it/network/misiti Evangelizzazione Thu, 27 Mar 2014 17:54:24 +0000 en-US hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.5.1 Evangelizzazione Evangelizzazione di Strada no Evangelizzazione Evangelizzazione di Strada http://ifg.uniurb.it/network/misiti/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it/network/misiti Una famiglia porta il Vangelo nel ‘deserto’ della strada http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/23/una-famiglia-porta-il-vangelo-nel-deserto-della-strada/ http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/23/una-famiglia-porta-il-vangelo-nel-deserto-della-strada/#comments Mon, 23 Apr 2012 13:03:20 +0000 misiti http://ifg.uniurb.it/network/misiti/?p=7 Ascoltano il grido del popolo della notte, entrano in punta di piedi nelle storie delle persone che abitano le zone più ‘calde’ della città e portano la gioia dell’incontro con Cristo Risorto e la loro testimonianza di vita. Giovanna e Denis, con i loro figli Nancy, Noemi e Davide, fanno ‘evangelizzazione di strada’,  portando il vangelo là dov’è nato, nella strada appunto, come faceva Gesù duemila anni fa. Le vie e le piazze delle città diventano così una terra di missione, luoghi di incontri inattesi, sorprendenti, che diventano momenti di svolta nella vita delle persone. Per questa coppia che abita a Jesi, vicino ad Ancona, la più grande povertà oggi è la morte dell’anima: in terre lontane si muore di fame, qui si muore di indifferenza, superficialità, mancanza di amore.

“Incontrando tanti giovani – dice Giovanna – ho scoperto che nel loro cuore c’è una grande sete di verità, di ascolto, di amore che per me è uguale a sete di Dio. Ho la certezza che il vero problema non è tanto la tossicodipendenza, l’alcolismo, la criminalità, anche queste cose certamente, ma credo che queste sono solo delle conseguenze. I ragazzi cercano l’amore e la felicità in strade sbagliate, inseguono le proposte seducenti del mondo e vengono sedotti da paradisi artificiali che portano solo al non senso e alla morte. Quindi noi abbiamo il dovere di dire che c’è Qualcuno che li ama, che Gesù è la via per raggiungere la pienezza di gioia e di pace”.

“Anche noi abbiamo fatto parte del mondo della strada, delle discoteche, dello sballo - dice Denis – quindi sappiamo cosa vuol dire andare oltre il limite del divertimento, anche con le sostanze stupefacenti”. Giovanna a 21 anni scopre di essere incinta, entrambi sono felici, ma in realtà schiavi delle loro ferite. Denis poi dalle droghe si butta nell’alcool, diventa violento, ci sono delle liti e questo porta Giovanna a chiedere aiuto a Dio. “Mi sono trovata in una solitudine mortale – racconta Giovanna – cosi ho iniziato pian piano a rientrare in chiesa, quella stessa chiesa che nell’adolescenza avevo ripudiato incominciando una vita di preghiera. A un certo punto ho scoperto anche un tradimento, ho preso le bambine e sono andata via di casa. Ho mandato la lettera di separazione, ma non ho mai smesso di pregare”.

“Ho capito subito l’errore che avevo fatto – continua Denis – mi sono messo a nudo di tutti i miei sbagli e ho detto davanti a un quadro di Gesù: <<L’ho combinata davvero grossa, ma se mi ridai mia moglie, le mie bambine, ti prometto che cambierò vita e ti donerò la mia famiglia>>”. Dopo una settimana Giovanna torna a casa per prendere delle cose e Denis gli chiede una seconda possibilità. Lei lo perdona e questo gesto gli tocca profondamente il cuore. “Il perdono è nato proprio attraverso la preghiera – continua Giovanna – è stato sofferente, ma attraverso di esso, abbiamo cominciato un cammino insieme e abbiamo sentito una seconda chiamata, testimoniare le meraviglie che Dio aveva compiuto nella nostra famiglia. Quando hai fatto un’esperienza di morte, di dolore e grazie all’amore di Dio sperimenti la gioia della resurrezione non puoi fare a meno di andare e dire quello che hai trovato, soprattutto a quei giovani che stanno percorrendo vie per raggiungere la felicità che a noi hanno portato alla morte”.

Da tre anni Giovanna e Denis appartengono alla realtà di Nuovi Orizzonti, un’associazione nata a Roma negli anni ’90, quando Chiara Amirante, una ragazza romana, incomincia ad andare alla stazione Termini a incontrare quell’umanità di disperati, emarginati e bisognosi che abitano per la strada.

Luis, Diletta, Mirco, Elena, Serena, Lorenza, Fabio, sono questi i nomi di alcuni ragazzi che oggi si sono uniti a questa famiglia e insieme vanno per le vie e le piazze di Jesi, Ancona, Urbino e di altre città delle Marche. Vengono da esperienze di vita differenti, chi da una vita apparentemente normale, chi dal mondo della droga, della sesso-dipendenza, della solitudine, ma sono tutti accomunati dallo stesso desiderio: portare l’amore e la gioia in un mondo dominato dal consumismo e dalla logica dell’usa e getta, dove spesso si dà solo per avere. Ai giovani che incontrano non impongono la fede, semplicemente li ascoltano, chiedono ‘come stai?’, raccontano e condividono la loro storia e molti rimangono incuriositi, colpiti dalla loro vita, ma soprattutto dalla gioia dei loro volti.

Luis è un ragazzo argentino. Arrivato in Italia tre anni fa, ha incontrato questa giovane famiglia: “Evangelizzo per strada perché anche io prima facevo parte di quel mondo, indossavo tante maschere per diventare qualcuno che non ero, per essere accettato e riempivo la mia vita di tante cose superficiali, ma sentivo un grande vuoto dentro e non ero felice. Ho incontrato Gesù quando ho conosciuto il Suo Amore e per la prima volta mi sono sentito veramente amato per quello che ero. Quanti sguardi spenti, tristi. Quanta sofferenza è nascosta nelle storie delle persone che incontro, dietro i volti di tanti che all’apparenza sembrano avere tutto ed essere felici”.

Ci sono poi dei ragazzi che da anni non entrano più in chiesa, ma dopo un incontro con una persona che li ha fermati, rimangono colpiti, si fanno delle domande, si mettono in gioco, incominciano un cammino di fede e a loro volta vanno in strada ad ascoltare e a raccontare la loro testimonianza. E’ la storia di Stefano, un ragazzo trentino che studia a Urbino.

Da ottobre è nato a Jesi anche un centro di evangelizzazione dove organizzano concerti, spettacoli, flashmob, per usare linguaggi nuovi che possano arrivare meglio ai giovani. Un’iniziativa semplice è la luce nella notte: i ragazzi fermati in strada vengono invitati in una chiesa a fare un piccolo percorso di preghiera.

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‘Talitakum’: centro di evangelizzazione http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/22/centro-di-evangelizzazione/ http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/22/centro-di-evangelizzazione/#comments Sun, 22 Apr 2012 09:43:32 +0000 misiti http://ifg.uniurb.it/network/misiti/?p=112 [continua a leggere]]]> Il vescovo di Jesi Gerardo Rocconi ha chiesto a Giovanna e Denis di andare a vivere a Jesi per aprire un centro di evangelizzazione di Nuovi Orizzonti, con sede nella sua diocesi . “Il 29 settembre scorso ci siamo trasferiti qui– spiega Denis – dopo aver ristrutturato il centro in tempi brevissimi. Quest’estate tutti i ragazzi hanno lavorato, c’era chi sverniciava porte, chi imbiancava, chi faceva l’impianto elettrico”. Questa struttura è diventata così un punto di formazione, condivisione e un punto di riferimento per coordinare le attività e i cenacoli di preghiera delle Marche.

‘Talitakum’ è il nome del centro- dice Diletta, una ragazza di Ancona che fa parte di Nuovi Orizzonti - ed è la parola che Gesù rivolge a una bambina che era morta restituendole una nuova vita e la speranza dove non c’era più nulla da sperare. Quando incontri Gesù tutto può rinascere, tutto può ripartire. Abbiamo scelto questo nome perché come Lui ci ha donato una vita nuova dopo le nostre esperienze di morte, così vogliamo fare altrettanto con le persone che incontriamo, portando l’Amore e la Gioia dove ci sono dolore e vuoto”.

Al centro si segue il programma di formazione di Nuovi Orizzonti, che si chiama: ‘L’Arte di amare’.  Il bisogno fondamentale dell’uomo non è il piacere, o il successo,  ma il bisogno di amare e di essere amati.  Però l’ ostacolo più grande sono le ferite del cuore non curate, che hanno generato la paura di amare e  di essere amati. ”Quindi facciamo dei gruppi  di conoscenza di sé e di guarigione del cuore per individuare quegli atteggiamenti  non sani  – spiega Giovanna –  causati dalle ferite.  L’altro diventa un prezioso strumento di scoperta di sé.  Con l’aiuto del gruppo, presentiamo le nostre ferite a Gesù, l’unico capace di guarirle col Suo Amore”.

 

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Dall’Argentina all’ Italia. In strada ascolto i giovani http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/22/luis/ http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/22/luis/#comments Sun, 22 Apr 2012 01:05:29 +0000 misiti http://ifg.uniurb.it/network/misiti/?p=88 Tre anni fa Luis lascia l’Argentina, si trasferisce in Italia e incontra Giovanna e Denis: “Ho conosciuto questa famiglia meravigliosa, che per me è  un esempio. Da due anni faccio anch’io evangelizzazione di strada con loro. Quando fermo i ragazzi racconto la mia testimonianza, ma soprattutto cerco di ascoltare, perchè dopo tanti incontri mi sono accorto che hanno un grande bisogno di ascolto”.

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Giovanna e Denis: droga, solitudine, morte dell’anima e un grido verso Dio http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/21/testim-giovanna-e-denis-prima-parte/ http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/21/testim-giovanna-e-denis-prima-parte/#comments Sat, 21 Apr 2012 13:16:39 +0000 misiti http://ifg.uniurb.it/network/misiti/?p=11 Giovanna e Denis provengono dal mondo della notte. Il vuoto e la sete di amore che sentivano nel cuore, la riempivano con lo sballo e con la droga. A un certo punto sentono sempre più una ‘morte’ dentro.  Così un giorno Giovanna grida verso Dio chiedendogli aiuto e ricomincia a entrare in chiesa, quella stessa chiesa che aveva ripudiato fin dall’ adolescenza.

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” Torniamo nelle stesse strade, ma da ‘risorti’ “ http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/21/testimonianza-giovanna-e-denis-seconda-parte/ http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/21/testimonianza-giovanna-e-denis-seconda-parte/#comments Sat, 21 Apr 2012 12:05:00 +0000 misiti http://ifg.uniurb.it/network/misiti/?p=20 Ora tornano nelle strade,  ma cambiati. Incontrano i ragazzi che hanno le stesse problematiche, gli stessi disagi che avevano loro.  Dopo aver fatto un’esperienza di dolore, grazie all’ amore di Dio hanno sperimentato  la gioia della resurrezione nella loro vita. Adesso non possono fare a meno di portare questa gioia là dove ce n’è più bisogno.

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“Allora ho raccontato la storia della mia famiglia” http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/21/nancy-e-noemi-dei-punk-buoni/ http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/21/nancy-e-noemi-dei-punk-buoni/#comments Sat, 21 Apr 2012 11:03:25 +0000 misiti http://ifg.uniurb.it/network/misiti/?p=34 Nancy racconta:

“Ero in strada ad Ancona con Diletta e  Luis. Abbiamo visto dei punk, allora Luis ha detto di andare da loro. Io mi sono avvicinata con un sorriso….Cosa avranno pensato? Una bambina per la strada? All’ inizio sono stata in silenzio, poi mentre ascoltavo il grido del loro cuore, i loro occhi ci guardavano e dicevano <<Tirateci fuori da qui>>. Allora ho raccontato la storia della mia famiglia, come Dio l’ha cambiata in meglio. Ho capito che le persone che si credono superiori agli altri sono quelle a essere meno coraggiose e ad avere più bisogno d’amore. Ora non ho più paura dei punk, perché mettono solo delle maschere, ma in fondo sono buoni. Alla fine non sono venuti in chiesa ma abbiamo lasciato in loro un seme e spero che crescerà!”

 

Noemi racconta:

“Eravamo in mezzo alla strada, c’era buio nei cuori delle persone disperate e sole. Io ero con Valentina e Francesco. Insieme abbiamo fermato un ragazzo di nome Giovanni. Beveva, allora abbiamo capito che era quello giusto. Mi sono messa vicino a lui, e come tutti i ragazzi che avevo fermato prima, mi ha chiesto cosa faceva una bambina così piccola di notte per le strade. Io gli ho detto che avevo incontrato una persona che mi ha dato il vero amore, una persona molto importante che si chiama Gesù. Lui mi ha detto che Gesù non esisteva. Allora ho capito che dovevo raccontare la storia dei miei genitori e come io ho incontrato Dio. Gliel’ ho detta e lui si è messo a piangere. Poi ha buttato la bottiglia che stava bevendo nel secchio. Mi ha abbracciato e ringraziato ed è andato via perché doveva prendere il treno. Anche Valentina mi ha abbracciato e io ho sentito amore e gioa nel cuore. Francesco mi ha detto che ero stata brava, io gli ho risposto <<Grazie, però non devi ringraziare me, ma il Signore!>>”

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“Sono stato fermato, adesso anch’io voglio andare in strada” http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/20/stefano/ http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/20/stefano/#comments Fri, 20 Apr 2012 00:35:59 +0000 misiti http://ifg.uniurb.it/network/misiti/?p=78 Stefano è un ragazzo trentino che studia da tre anni a Urbino. Come tanti giovani, dopo aver fatto la cresima, si è allontanato dalla chiesa fino a non andarci più  in modo definitivo per molti anni. Un giorno incontra Janel, una ragazza che gli racconta la propria esperienza di fede

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“Quella frase era la risposta che cercavo” http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/19/luce-nella-notte/ http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/19/luce-nella-notte/#comments Thu, 19 Apr 2012 16:23:21 +0000 misiti http://ifg.uniurb.it/network/misiti/?p=24 [continua a leggere]]]> In una chiesa che rimane aperta la notte si organizza un momento di preghiera e di adorazione eucaristica. I giovani vanno a due a due per le strade, fermano i ragazzi e li invitano a un incontro personale con Gesù, a scrivere su un biglietto una preghiera e a metterla in un cestino ai piedi dell’ostensorio insieme a una candela. Poi come risposta alla loro richiesta pescano da un altro cestino un biglietto dove c’è scritta una frase tratta dalla Bibbia. Alla fine del percorso i missionari propongono la confessione.

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Nuovi Orizzonti: la nostra avventura nel mondo della strada http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/19/nuovi-orizzonti-chiara-amirante/ http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/19/nuovi-orizzonti-chiara-amirante/#comments Thu, 19 Apr 2012 14:19:34 +0000 misiti http://ifg.uniurb.it/network/misiti/?p=14 Nel 1991 inizia l’avventura di Nuovi Orizzonti quando Chiara Amirante sente il desiderio di andare a incontrare il ‘popolo della notte’ alla Stazione Termini di Roma:

“A 21 anni ho avuto una terribile malattia che mi causava dolori atroci in tutto il corpo che nessun antidolorifico riusciva a calmare. Anche gli occhi erano stati duramente colpiti, avevo già perso otto decimi di vista e, trattandosi di una malattia cronica incurabile con interessamento della retina, i medici mi avevano detto che nel tempo sarei certamente diventata cieca. E’ stata una prova dolorosissima durata un lungo periodo, ma anche in una situazione così drammatica ho sperimentato la pienezza della gioia che Cristo ci dona tanto da sentire il prepotente desiderio di vivere il resto dei miei giorni per portare, testimoniare questa gioia proprio ai più disperati, andare di notte alla Stazione Termini e nelle zone più ‘calde’ della città ad incontrare giovani nella devianza con problemi di droga, alcool, aids, prostituzione, carcere, emarginazione.

Mi rendevo conto che per una ragazza giovane era particolarmente pericoloso andare di notte in strada e le mie condizioni fisiche non me lo avrebbero permesso. Così ho fatto una semplice preghiera:  <<Signore, se questo desiderio così folle di andare di notte in strada sei tu a mettermelo nel cuore, mettimi tu nelle condizioni di poterlo realizzare! A te niente è impossibile! Io desidero solo la tua volontà!>>

La risposta è stata immediata e al di là di ogni mia immaginazione. La mattina dopo, quando sono andata in ospedale per le iniezioni dentro gli occhi che dovevo fare di frequente, mi arriva l’incredibile notizia dal primario (chiamato appunto per accertare quanto di inspiegabile mi era successo):

<<Chiara noi siamo senza parole, sei completamente guarita! Per chi non crede è un mistero, per chi crede è una grazia straordinaria: la tua malattia è completamente ed inspiegabilmente sparita!>>

Io, la spiegazione ce l’avevo, eccome! Era la risposta del Signore alla mia semplice preghiera della sera prima e lui aveva risposto come solo Dio può fare.

Ho così iniziato a recarmi di notte in strada spinta da un semplice desiderio: condividere la gioia dell’incontro con Cristo Risorto proprio con quei fratelli che erano più disperati. Non immaginavo davvero di incontrare un popolo così sterminato di giovani soli, emarginati, sfregiati nella profondità del cuore e della dignità, vittime dei terribili tentacoli di piovre infernali e della più infame delle schiavitù. Quante ragazze vendute come schiave e costrette a svendere il loro corpo a gente senza scrupoli. Quanti giovani distrutti, imprigionati dall’illusione di un paradiso artificiale che ha ucciso loro l’anima. Quante grida silenziose e lancinanti mai ascoltate da nessuno; quanta disperazione, rabbia, violenza, devianza, criminalità… ma quanta incredibile sete di amore, di Dio proprio là, nella profondità delle tenebre degli inferi della strada.

Ho provato con un certo timore e tremore ad entrare in punta di piedi nelle storie delle persone che abitavano le zone più ‘calde’ della città e subito sono rimasta impressionata dalla sete di ascolto, di verità, di pace, di amore di Dio, proprio in mezzo a quell’inferno. Tanti dei cosiddetti ‘criminali’, alcuni con fedine penali davvero impressionanti, non erano di fatto persone cattive, ma persone non amate; ragazzi con una grande sensibilità ma con il cuore impietrito dalle troppe violenze subite. Altri erano giovani arrivati da paesi più poveri pieni di buoni propositi e aspirazioni, ma ben presto catturati dalle reti della criminalità organizzata che non perdona.

Altri ancora, bravi ragazzi di buona famiglia (alcuni li avevo conosciuti in precedenza) ammaliati dalle seducenti proposte del mondo (piacere, denaro, successo, apparire) e scivolati poi in una profonda insoddisfazione, solitudine, nausea sottile senza più riuscire a trovare risposte… ragazzi con un grande vuoto nel cuore che avevano tentato di colmarlo con lo sballo, la trasgressione, le sostanze stupefacenti.

Molti di loro, sorpresi dalla presenza di una ragazza di notte in zone così pericolose, dopo aver condiviso con me qualcosa della loro storia piena di sofferenza e spesso di disperazione, mi dicevano:

<<Ora però raccontaci qualcosa di te. Che ci fa una ragazza come te qui in mezzo a noi? Non ti rendi conto di quanto è pericoloso? Possibile che metti a rischio la tua vita per persone che neanche conosci? Ma chi te lo fa fare?>>

Con tanta semplicità condividevo anch’io qualcosa della mia storia e di come l’incontro con Cristo Risorto avesse sconvolto la mia esistenza: in Gesù avevo finalmente trovato la Verità che ci rende liberi, la Vita in abbondanza, la Via per raggiungere quella pienezza di gioia e di pace a cui il mio cuore anelava. La reazione era quasi sempre di sorpresa, curiosità e di incredibile apertura:

<<Se la gioia che vediamo nel tuo sguardo viene davvero da Gesù e se è Lui che ti spinge a rischiare la tua vita per noi, parlaci un po’ di ‘sto Gesù!>>

e iniziavano a bombardarmi di domande. Il più delle volte questi incontri si concludevano con una richiesta accorata:

Portaci via da questo inferno della strada. Vogliamo conoscere anche noi questo Gesù che ha cambiato la tua vita!

Tanti dei primi incontri hanno ferito e marchiato a fuoco in profondità il mio cuore.

L’incontro con Vyria, venduta dal fratello al crudele giro della prostituzione, rinchiusa in celle frigorifere, stuprata più volte e terrorizzata con sfregi e bruciature di sigarette perchè non scappasse.

L’incontro con Mauro, un bellissimo ragazzo moro alto circa due metri ma ridotto ad uno scheletro perché consumato dalla droga e dall’AIDS, che mi ha detto: <<Sai, sono venti anni che vivo in strada e sei la prima persona che si ferma a chiedermi come sto senza un secondo fine>>.

Più mi recavo in strada di notte e più si scolpiva con forza nel mio cuore una certezza: solo l’incontro con Colui che è venuto a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare ai prigionieri la liberazione (Lc. 4,18), a donarci la gioia della Resurrezione, avrebbe potuto ridonare la vita a questi fratelli nella morte.

Mi è venuta cosi l’idea di una comunità di accoglienza dove proporre come regola di vita il Vangelo. Naturalmente avevo mille timori, mi rendevo ben conto che per una ragazza di ventisette anni, senza né risorse economiche né professionali (sono laureata in Scienze Politiche), pensare di trovare una casa per andare a vivere con ragazzi di strada considerati da tutti molto pericolosi era un po’ da matti. Ma sapevo che a Dio tutto è possibile (Mc. 9,23).

Nel marzo del ’94, nel più completo abbandono alla Provvidenza, è nata la prima Comunità Nuovi Orizzonti dove ho iniziato a vivere con i miei nuovi fratelli incontrati in strada e ho proposto loro di provare a vivere il vangelo. Davvero in questi anni ho visto migliaia di giovani provenienti da esperienze estreme, ricostruire se stessi alla luce dell’amore di Cristo e passare dalla morte alla vita.

La risposta di questi ragazzi alla proposta di provare a vivere il vangelo alla lettera è stata davvero sorprendente ed entusiasmante. Da quella prima casetta, (con materassi sparsi per terra dappertutto per accogliere un numero sempre crescente di giovani che bussavano alla porta della comunità) si sono moltiplicati, in Italia e all’estero i Centri.

Gli stessi ragazzi accolti hanno subito sentito l’urgenza di impegnarsi in una pastorale di strada che veda come protagonisti non tanto dei bravi predicatori, ma dei testimoni che sappiano annunciare con forza ciò che l’incontro con Cristo Risorto ha operato nella loro vita”.

L’8 dicembre 2010 il Pontificio Consiglio per i laici, presieduto dal Cardinale Stanislaw Rilko, ha riconosciuto ‘Nuovi Orizzonti’ come Associazione privata internazionale di fedeli di diritto pontificio.

(dal libro: “L’Avventura di Nuovi Orizzonti”)

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Una via crucis ‘moderna’ nelle strade di Jesi http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/19/jesus-on-the-road/ http://ifg.uniurb.it/network/misiti/2012/04/19/jesus-on-the-road/#comments Thu, 19 Apr 2012 14:08:41 +0000 misiti http://ifg.uniurb.it/network/misiti/?p=9 [continua a leggere]]]> “Una donna grida. Si apre la scena ed esce un uomo vestito con un saio, coperto di sangue. Sopra le spalle ha una croce. Vicino a lui ci sono due uomini vestiti da soldati che urlano:  <<Devi morire!,  Non crediamo in te!>> e lo percuotono con il manganello.

Siamo nella via principale di Jesi e la gente si chiede che cosa sta succedendo. Non è la solita Via Crucis…Gesù passa per le strade e incontra la realtà di oggi

Gesù cammina e incontra due ragazze tossicodipendenti e una bambina sedute per terra. Lui si ferma, le guarda, allunga il braccio….cade la prima volta.

Più avanti un uomo di affari: ha fatto di se stesso il proprio Dio, dei soldi e del successo il centro della sua vita. Getta i soldi addosso a Gesù e grida: <<Che ce ne facciamo di te, del Tuo Vangelo, delle Tue parole!>>….cade la seconda volta.

 

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Una rappresentazione teatrale? Una rievocazione? Sarà stata esagerata? La gente per strada si chiede se è troppo forte…

Ho seguito ogni scena, in mezzo al ‘popolo’, facevo parte della rappresentazione e anch’io mi sono chiesta se era troppo…

Ma poi ripenso ai tanti incontri fatti, ai volti spenti, agli occhi tristi, alle confidenze ascoltate e mi rendo conto che sono spaccati di vita reale che vedo tutti i giorni.

Quando la gioia è ‘spacciata’ per il divertimento e lo sballo, l’amore per i rapporti ‘usa e getta’, la felicità per il successo, allora capisci che non c’è tanta differenza tra la finzione di una scena e la realtà…”

Elena

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