Mani di 'fatica' nel rione Sanità » Finestre sul rione http://ifg.uniurb.it/network/siragusa Solidarietà, miseria e ingegno. Il lavoro nel ghetto di Napoli - di Antonio Siragusa Thu, 27 Mar 2014 20:32:41 +0000 en-US hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.5.1 Solidarietà, miseria e ingegno. Il lavoro nel ghetto di Napoli - di Antonio Siragusa Mani di 'fatica' nel rione Sanità no Solidarietà, miseria e ingegno. Il lavoro nel ghetto di Napoli - di Antonio Siragusa Mani di 'fatica' nel rione Sanità » Finestre sul rione http://ifg.uniurb.it/network/siragusa/wp-content/plugins/powerpress/rss_default.jpg http://ifg.uniurb.it/network/siragusa/category/fsr/ Il cimitero delle Fontanelle raccontato dalla guida Susy http://ifg.uniurb.it/network/siragusa/2012/04/21/il-cimitero-delle-fontanelle-nel-racconto-di-susy-guida-delle-catacombe-di-napoli/ http://ifg.uniurb.it/network/siragusa/2012/04/21/il-cimitero-delle-fontanelle-nel-racconto-di-susy-guida-delle-catacombe-di-napoli/#comments Sat, 21 Apr 2012 09:54:37 +0000 siragusa http://ifg.uniurb.it/network/siragusa/?p=741 [continua a leggere]]]> NAPOLI – “Ci sono persone anziane che ancora pregano sui teschi del cimitero delle Fontanelle. E non è stata abbandonata del tutto la tradizione di prendere una ‘capuzzella’ in adozione”. Susy Galeone è una guida delle catacombe di Napoli e fa parte della cooperativa “La paranza“, nata dalla parrocchia di santa Maria della Sanità. Qui racconta una delle leggende sul teschio del capitano spagnolo, emblematica del rapporto profondo e millenario del rione con la morte.

La cava del cimitero delle Fontanelle fu usata per trasferire i resti dei morti dal 1656, anno della peste che provocò circa trecentomila morti a Napoli, fino all’epidemia di colera del 1836. Poi, a questi resti, si aggiunsero  anche le ossa provenienti dalle chiese bonificate e da altri scavi fino alla seconda guerra mondiale. Oltre a quelli dei morti per le epidemie, molti teschi sono dei poveri che non potevano permettersi una degna sepoltura.

 

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Padre Antonio: “Le fondazioni ci aiutano a realizzare i sogni” http://ifg.uniurb.it/network/siragusa/2012/04/12/padre-antonio-le-fondazioni-ci-aiutano-a-realizzare-i-sogni/ http://ifg.uniurb.it/network/siragusa/2012/04/12/padre-antonio-le-fondazioni-ci-aiutano-a-realizzare-i-sogni/#comments Thu, 12 Apr 2012 08:51:37 +0000 siragusa http://ifg.uniurb.it/network/siragusa/?p=368 [continua a leggere]]]> NAPOLI – I ragazzi che frequentano la parrocchia di Santa Maria della Sanità,  col sostegno di padre Antonio Loffredo, si sono organizzati in associazioni e cooperative per valorizzare le loro capacità e le  risorse storiche e artistiche del quartiere. “Qui i politici vengono solo per i loro interessi elettorali, quindi non ci potevamo aspettare di avere un aiuto dal pubblico – dice padre Antonio – Allora dei privati, spesso persone che nella società hanno raggiunto livelli molto elevati, ci hanno aiutato a realizzare i nostri sogni e a reperire i bandi delle fondazioni“.

Così è nata la cooperativa “La paranza“, formata da giovani guide delle catacombe di san Gennaro e san Gaudioso, “L’officina dei talenti”, che si occupa dei lavori di restauro del patrimonio ecclesiastico, i doposcuola e altre iniziative in ambito artistico e culturale: un’orchestra per bambini, un gruppo di danza e uno teatrale.  ”Ma prima di tutto li abbiamo fatti viaggiare – continua padre Antonio – per farli uscire dal ‘ghetto’ e aiutarli ad aprire la mente”.  Napoli è stata sempre abituata ad accogliere altri popoli, sin dai tempi antichi, per cui “non c’è nessun rischio che il quartiere perda la sua identità con l’arrivo di persone da altri Paesi, come i cinesi, gli srilankesi e gli arabi”. La mescolanza e la contaminazione sono degli elementi di forza della città.

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Padre Zanotelli: le due Napoli che non si vogliono incontrare http://ifg.uniurb.it/network/siragusa/2012/04/12/padre-zanotelli-il-rischio-di-futuri-conflitti-tra-le-due-napoli/ http://ifg.uniurb.it/network/siragusa/2012/04/12/padre-zanotelli-il-rischio-di-futuri-conflitti-tra-le-due-napoli/#comments Thu, 12 Apr 2012 07:30:58 +0000 siragusa http://ifg.uniurb.it/network/siragusa/?p=360 [continua a leggere]]]> NAPOLI – “Ormai in pochi pagano il pizzo nel rione e la camorra ha perso in gran parte il controllo, limitato al traffico di droga”. Per Alex Zanotelli il vero problema è la mentalità mafiosa e il muro che si è creato tra il quartiere e il resto della città.

Padre Zanotelli fa parte della comunità missionaria dei comboniani. Dopo aver vissuto in Sudan e poi in Kenia per dodici anni, ha deciso di tornare in Italia e ha scelto la Sanità per proseguire la sua attività di missionario: “ho scelto il Sud perché è quello che ha pagato il prezzo dello sviluppo del Nord, e ho scelto Napoli perché mi sembrava la città con i problemi più seri. Non sarei riuscito a vivere in un contesto come Scampia, dove si è totalmente isolati, così son venuto in questo quartiere per lavorare in una realtà difficile, ma stando in mezzo alla gente”.

Ascolta l’audio di Alex Zanotelli

 


 

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B&b di lusso nel vicolo povero: “Questo è un rione-specchio” http://ifg.uniurb.it/network/siragusa/2012/04/02/bed-and-breakfast-di-lusso/ http://ifg.uniurb.it/network/siragusa/2012/04/02/bed-and-breakfast-di-lusso/#comments Mon, 02 Apr 2012 18:10:16 +0000 siragusa http://ifg.uniurb.it/network/siragusa/?p=181

Davide nel suo bed and breakfast "Casa D'Anna"

NAPOLI – Davide è un architetto napoletano. Emigrato per 17 anni a Parigi, è tornato al rione Sanità una decina di anni fa per aprire un bed and breakfast di lusso, “Casa D’Anna“, in un palazzo storico di via dei Cristallini, uno dei vicoli più poveri di Napoli.

Qui si ha la sensazione di trovarsi nel vicolo delle commedie di Eduardo De Filippo: se chiedi un’informazione a una persona, dopo pochi secondi  in tanti si affacciano dalle finestre o escono dai negozi per dire la loro. 

Lo scozzese Ken ci mostra le stanze di "Casa D'anna"

La Sanità è un quartiere specchio. Quando arrivano qui, molti italiani e anche i napoletani dei quartieri alti hanno paura perché hanno fatto la fame fino a poco tempo fa. Qui, a contatto col popolo, è come se si guardassero allo specchio e rivedessero il loro passato. La paura nasce dalla loro povertà d’animo”.

“Io ci vivo qui e ti posso assicurare che ci sono molte persone oneste, gentili, molti lavoratori. Ed è un quartiere originale, come il Bronx a New York, dove le persone vanno per cercare le vibrazioni. Soltanto che la gente del popolo ha la sua maniera di mostrarsi e di relazionarsi e questo fa paura. Sono un po’ come gli africani”.

Davide gestisce l’attività con due amici: il francese Pierre e lo scozzese Ken. L’appartamento, con quattro stanze per gli ospiti, è stipato di opere d’arte. Qui arrivano soprattutto turisti francesi e artisti. “Mi ero stancato di vivere in una zona ricca di Parigi. Sono tornato perché questo è un quartiere attraente. Avevo voglia di cose semplici, di un piccolo paradiso dove poter gestire un’attività mia.

Davide col francese Pierre

Pierre, che è venuto qui per trascorrere la pensione, dice che la Sanità è un un gioiello, ma che non è valorizzato. “Vorremmo che venisse più gente da fuori. Il rione potrebbe diventare come Trastevere a Roma“.

Per loro, comunque, questo non è un business. “E’ più una cosa fatta per passione – continua Davide – Ogni tanto ci piace comprare l’oggetto bello ma si vivicchia, non navighiamo nell’oro”.

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I moti spontanei della gente Caiafa e l’urlo del rione http://ifg.uniurb.it/network/siragusa/2012/02/13/antonio-caiafa-vi-racconto-i-moti-spontanei-del-rione/ http://ifg.uniurb.it/network/siragusa/2012/02/13/antonio-caiafa-vi-racconto-i-moti-spontanei-del-rione/#comments Mon, 13 Feb 2012 11:03:23 +0000 siragusa http://ifg.uniurb.it/network/siragusa/?p=373  NAPOLI – “Rimarrei qua per tutta la vita, anche se è difficile trovare un lavoro stabile. Ora  sto pensando di aprire un negozio di prodotti biologici, ma ci sono diverse cose del quartiere che cambierei”.
Antonio Caiafa è un lavoratore precario. Ama il suo quartiere e lo racconta da anni. Ogni giorno  scende in strada in cerca di uno spunto per scrivere un articolo sul suo blog, che è una vera e propria voce del quartiere  Sanità.

In passato ha dato vita a una radio del quartiere e ha realizzato due bellissimi documentari, presentati anche in alcuni festival internazionali. Uno sull’arte dei guantai, dopo aver scritto una tesi in Sociologia su questo tema; l’altro sulle iniziative spontanee (da cui il titolo “I moti spontanei“) dei cittadini per riappropriarsi degli spazi pubblici: le proteste contro l’apertura di un supermercato al posto del vecchio cinema, l’occupazione del parco pubblico San Gennaro e del cimitero delle Fontanelle, chiusi fino a quel momento.

“Nel quartiere metterei un servizio di ordine pacifico: se c’è anarchia per le strade, è soltanto perché non ci sono controlli. E poi il problema è che la regola non la conosce neanche chi dovrebbe insegnarla”.

 

 

 

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