Bicipolitana, cambia il volto alla città e fa girare l’economia
Pubblicato il 28/04/2014
Alle 8 di mattina, quando le strade di Pesaro cominciano ad affollarsi, un’elegante donna dai capelli biondi e ricci, esce di casa tutti i giorni con la sua bicicletta e pedala verso l’ufficio. Passa il lungo viale alberato, costeggia una chiesa, infine percorre l’ ultimo tratto di strada che la porta fino in centro. Tutti i giorni, anche d’inverno, usa la bicicletta per i suoi spostamenti: è una pendolare su due ruote, una dei trentamila abitanti di Pesaro che preferiscono spostarsi in bicicletta piuttosto che usare la macchina.
“Ho cambiato le mie abitudini da qualche anno, prima mi muovevo sempre in macchina. Poi ho trovato lavoro a pochi chilometri da casa e ho riscoperto l’utilità della bicicletta”, dice Patrizia Barulli, 53 anni: “È comoda, salutare e soprattutto si risparmiano soldi e tempo”.
Patrizia e le altre trentamila persone che usano la bicicletta sfruttano la cosiddetta “Bicipolitana”, una fitta rete di 11 piste ciclabili che il Comune ha costruito imitando lo schema della metropolitana di Londra: ognuna identificata con un colore diverso, un capolinea e fermate che scandiscono il percorso quotidiano dei pendolari, il 32 per cento di tutti quelli che usano la bici in città, secondo uno studio del Comune. Il 13 per cento la usa per fare commissioni e il 43 per cento per svago.
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Il piano per la costruzione degli itinerari ciclabili travestiti da metropolitana, approvato nel 2005, prevede la realizzazione di 120 chilometri di piste collegate tra loro, per un costo complessivo di 34 milioni di euro, in un arco di tempo non stimato. A distanza di nove anni i chilometri realizzati sono 73, poco più della metà. I rimanenti non si sa ancora se e quando verranno realizzati, tutto dipende dai finanziamenti che il Comune riesce ad ottenere. Il progetto infatti è per metà finanziato dalle amministrazioni e per l’altra da soggetti privati.
“Quando si realizzano nuovi percorsi ciclabili bisogna tener conto anche dell’ambiente circostante”, dice l’assessore alla Mobilità Andrea Biancani: “E’ necessario bonificare le zone limitrofe ai passaggi ciclabili, rivalorizzando alcune zone della città che prima erano cadute nel dimenticatoio”.
Questo progetto non è l’unico in Italia: anche Bolzano, Bologna, Ferrara e Padova hanno un sistema simile, ma uno degli aspetti che distingue le piste ciclabili pesaresi dalle altre è il modo in cui la sua costruzione ha inciso sull’economia della città, specialmente su quella balneare.
Federica Pucci è la rappresentante dei bagnini di Sottomonte, un tratto di spiaggia che, fino a prima della costruzione della “Bicipolitana” era raggiungibile solo in macchina o in scooter. “ Da un paio d’anni è stata costruita una pista che costeggia la spiaggia e grazie ad essa ora ci raggiungono persone che prima non sapevano nemmeno della nostra esistenza oppure che avevano difficoltà ad arrivarci perché non avevano una macchina. Da quando è stata realizzata, la parte Sottomonte è rinata. Alcuni stabilimenti balneari hanno avuto un incremento addirittura del 50 per cento”.
Tutto questo ha spinto anche il commercio. “Il mercato delle due ruote funziona molto bene – dice Thomas Gaudenzi, proprietario di uno dei dieci negozi di biciclette di Pesaro – molte persone si rivolgono a noi non solo per comprare ma anche per ristrutturare cicli che per anni sono rimasti chiusi in cantina”. Una tendenza che rispecchia il dato nazionale: l’Italia oltre ad essere insieme alla Germania il maggior produttore di biciclette, è anche uno dei pochi paesi dove le vendite dei cicli battono quelle delle automobili. Gli ultimi dati messi a disposizione dalla Federazioe italiana amici della bicicletta (Fiab) dicono che nel 2012 le bici hanno superato le macchine con uno scarto di 12.000 a unità.
Il successo delle biciclette si vede indirettamente anche dai furti. Sempre secondo Fiab, ogni anno in Italia vengono rubati circa 320.000 biciclette. A Pesaro dal 2005 ad oggi c’è stato un incremento dei furti del 20% ma per far fronte a questo “imprevisto” il Comune nel 2012 ha deciso di adottare un kit antifurto per targare le biciclette. Questo metodo è già presente in altre 25 città italiane ottenendo ottimi risultati: il 18 per cento dei furti in meno e il 35 per cento delle biciclette ritrovate rispetto al 2011.
Pedalare oltre a fare bene all’economia fa bene anche alla salute dei cittadini e alla qualità dell’ambiente. Nel XX rapporto annuale sulla qualità ambientale dei comuni di provincia del 2013, Legambiente ha stilato una classifica dei comuni italiani in base a diversi indicatori ambientali: consumi idrici, trasporto pubblico, politiche energetiche, indice di ciclabilità etc. Complessivamente Pesaro si è classificata al decimo posto tra le città di medie dimensioni, un risultato che potrebbe sicuramente migliorare se il Comune decidesse di terminare il progetto della Bicipolitana entro breve tempo, in modo tale da incrementare notevolmente l’indice di ciclabilità.