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“Piove in aula e io manifesto”. Studenti delle superiori in piazza contro i tagli

di e    -    Pubblicato il 14/12/2011                 
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URBINO – Gli occhi bendati con una fascia rossa e un grido: “Noi il futuro così non lo vediamo”. Gli studenti delle scuole superiori di Urbino mercoledì hanno manifestato in piazza contro i tagli alle scuole e la manovra del Governo Monti.

Il leit motiv è uno: “Berlusconi si è dimesso, la Gelmini non c’è più, ma la sua riforma resta”. I ragazzi conoscono politici, leggi e manovre e vogliono che anche la loro voce sia ascoltata.

“Noi vogliamo studiare, costruirci un avvenire. Ma non abbiamo le armi. Vogliamo un piano per il futuro”. A parlare è Filippo Tamburini, tra i fondatori del Collettivo studentesco Carlo Giuliani, che ha sensibilizzato i ragazzi delle scuole e ha organizzato questa manifestazione in collaborazione con la Rete degli studenti medi e il Circolo Allende di Fano.

I ragazzi – classi dal ’93 al ’97 – si sono radunati di fronte all’Itis Mattei alle 8 di mattina. Quando il corteo ha cominciato a muoversi erano in 400, ma non tutti sono arrivati in piazza della Repubblica. Qualcuno, meno motivato, si è perso nei vicoli della città mentre il corteo aspettava la compilazione del Cid per aver toccato con il furgone lo specchietto di una corriera. Piccolo incidente di percorso senza gravi danni che ha tenuto uniti solo i più convinti. Lungo il percorso si sono fermati di fronte alle scuole per convincere i dubbiosi a raggiungerli e unirsi alla protesta. Poi di corsa giù per via Raffaello per raggiungere il luogo del sit-in.

Quelli, circa un centinaio, che con le bandiere e le bende si sono riuniti alla fine in piazza non erano scesi in strada per avere un giorno di vacanza in più, insomma per marinare la scuola. Hanno protestato per le vie della loro città perché sanno che questa riforma li tocca da vicino. Un problema che si ripercuote nel loro apprendimento quotidiano. “Abbiamo i secchi in classe – dice Andrea dell’Itis – perché se inizia a piovere l’acqua entra dal soffitto”. Giulia invece frequenta il Classico e parla di “strutture inadeguate allo studio: classi sovraffollate e laboratori non al passo con la tecnologia“. All’Artistico, come racconta Chiara, le cose non cambiano: “La mia scuola è stata risistemanta alla meglio, ma è vecchia e fatiscente“.

Non tutti gli studenti però hanno abbandonato le aule. “Qualcuno ha preferito – spiega il professor Massimo Zandri, insegnante di sistemi automatici all’Itis – partecipare alle attività didattiche. La manifestazione ha un senso, ma servirebbe che i ragazzi, prima di protestare, fossero seriamente informati“. Eppure i ragazzi sono informatissimi. Tra loro parlano di Monti e Profumo, leggi e riforme, con cognizione. E sperano, con una punta di amarezza, non solo di riuscire a studiare, ma di arrivare un giorno alla pensione.

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