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Nuove accise e pochi fondi, tagliati i trasporti pubblici

di e    -    Pubblicato il 13/01/2012                 
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La fermata dell'autobus a Borgo Mercatale

URBINO – Agli urbinati non resteranno che i piedi, i cavalli e le biciclette. Non bastava l’aumento delle accise sui carburanti: per il 2012 nella Regione Marche ci sarà anche un taglio del 5 per cento delle risorse previste per il trasporto pubblico locale (Tpl) su gomma.

Di fronte ai costi elevati del servizio, le manovre di Berlusconi e Tremonti avevano ridotto il fondo Tpl a soli 400 milioni di euro (-80 per cento) rispetto ai due miliardi richiesti dalle Regioni. Per evitare il taglio sui servizi, il presidente del consiglio Mario Monti aveva in parte reintegrato la somma a disposizione: il “governo dei tecnici” aveva prima riportato il fondo a 1,2 miliardi e, in seguito alla conferenza Stato-Regioni, aumentato il contributo fino a 1 miliardo e 630 milioni di euro, sulla base del fabbisogno minimo certificato dalla Ragioneria dello Stato. Il nuovo governo sperava così di ammortizzare i costi attraverso l’aumento dell’imposta su benzina e gasolio. La misura, però, non si è rivelata sufficiente per salvaguardare parte delle corse, almeno nel territorio marchigiano. Tanto che saranno previsti nuovi tagli.

Oltre agli investimenti insufficienti, pesa la scelta della Regione Marche, che ha deciso di destinare la maggior parte delle risorse ripristinate al trasporto su rotaia, penalizzando invece quello su gomma. I dati sul Tpl regionale mostrano però come gli utenti privilegino l’uso degli autobus: rispetto ai 5 milioni di viaggiatori su treni regionali, sono 49 milioni le persone che si spostano con mezzi pubblici a quattro ruote. La decisione della Regione, che ha permesso alla giunta Spacca la cancellazione quasi integrale dei tagli previsti nel settore ferroviario (28 erano state le corse regionali soppresse da Trenitalia dall’11 dicembre), risulta però grave per Urbino, le numerose frazioni e i comuni dell’entroterra provinciale, dove il treno non arriva ormai dal lontano maggio 1985 e i vecchi binari potrebbero essere trasformati in un percorso ciclabile.


Visualizza Tagli al trasporto pubblico nella regione Marche in una mappa di dimensioni maggiori

Per il Tpl su gomma, a partire dal 2012, i tagli saranno del cinque per cento rispetto alle risorse precedenti. Tradotto in numeri, per la città ducale la perdita sarà di circa 60mila kilometri, che diventano 420mila se si considerano gli spostamenti extraurbani per la provincia. Adriabus, il consorzio pubblico-privato che dal 2008 gestisce il trasporto pubblico su gomma nella provincia di Pesaro Urbino, ha protestato contro la decisione. La richiesta all’assessore regionale ai Trasporti Luigi Viventi (Udc) è quella di un maggiore sforzo per evitare che il territorio provinciale rischi un ulteriore isolamento.

“Siamo già stati penalizzati dall’incremento della spesa per le materie prime“, ha spiegato il presidente della società Giorgio Londei. “Per la nostra azienda in realtà il taglio sarà circa del 13 per cento: questo perché si dovrà aggiungere una spesa di 1 milione e 400mila euro dovuta all’aumento delle accise”. Nel territorio marchigiano il rincaro dell’imposta sul carburante – passata da 2 a 7,6 centesimi – è stato infatti superiore rispetto alle altre regioni italiane. “Se il taglio fosse confermato, le conseguenze per il nostro territorio sarebbero preoccupanti, con ripercussioni evidenti anche sull’ambiente”, spiega Londei. Per Urbino si prevede l’annullamento di diverse corse verso Pesaro e Fano: autobus che resteranno nei garage, cancellando parte dei servizi attualmente offerti. “La nostra intenzione è di tutelare studenti e lavoratori: riduzioni saranno però inevitabili durante i festivi e nelle tratte meno remunerative”, prosegue il Presidente, ricordando come la priorità sarà quella di tenere in ordine il bilancio. Se la Regione non interverrà con nuovi fondi, la perdita dell’azienda sarebbe di 830 mila euro, che si aggiungono alla crescita della spesa per il carburante. La Regione ha però replicato: “Le trattative con il governo hanno già evitato che il taglio fosse più pesante”, ha affermato Viventi, spiegando come la riduzione fosse prima del 10 per cento.

Giorgio Londei, presidente di Adriabus

Nonostante le promesse di Londei, i più penalizzati saranno proprio studenti, lavoratori e famiglie con reddito basso, già colpiti pesantemente dai rincari sui prezzi dei carburanti. Sono saltate anche le tariffe agevolate per studenti borsisti e idonei (senza borsa per mancanza di fondi): fino allo scorso anno una convenzione tra la società di trasporti, l’Ateneo, l’Ersu e i Comuni di Urbino e Fermignano permetteva a questi di pagare rispettivamente 8 e 16 euro per un abbonamento mensile urbano. La convenzione non è però stata rinnovata: così l’unica offerta di Adriabus è stata un abbonamento annuale a 210 euro (non rateizzabile) per spostarsi in tutta la provincia, da acquistare entro il 31 gennaio 2011. A poco è servito l’intervento a metà dicembre dell’Università, che ha stanziato 30 euro per ogni sottoscrizione, facendo scendere la spesa a 180 euro. Secondo molti studenti, infatti, lo sconto, arrivato troppo tardi, è stato comunicato male. Solo 700 studenti si sono abbonati: per tutti gli altri un abbonamento mensile costerà invece 35 euro per il trasporto urbano e 68 per quello extraurbano, con un forte rincaro sui prezzi.

Protestano anche i lavoratori del Tpl su strada della Regione Marche: a causa del taglio del cinque per cento, secondo i sindacati nella città ducale sono a rischio 25 contratti, 80 in tutta la provincia. Previsto uno sciopero di quattro ore per il 31 gennaio, indetto da Filt Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti: hanno comunicato la loro adesione anche la maggior parte dei dipendenti Adriabus.

Per gli urbinati non si prevedono quindi spostamenti facili: per chi volesse consolarsi con una gita in treno fuori regione le notizie non sono però migliori. Nonostante il recupero dei regionali soppressi, nel nuovo orario di Trenitalia scompariranno 6 treni periodici (festivi, notturni) e 7 corse a lunga percorrenza da e verso Roma. Per raggiungere Milano da Pesaro resteranno infine solo due diretti al giorno, nessuno per Torino.

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