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Trasporto Pubblico: pochi fondi, troppi tagli e tanti disagi

di    -    Pubblicato il 2/03/2013                 
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Tagli, tagli, tagli e ancora tanti tagli. Un ritornello fin troppo noto per il trasporto pubblico locale delle Marche. Anche quest’anno i finanziamenti destinati alla mobilità urbana ed extraurbana saranno ritoccati al ribasso: una sforbiciata del 4 per cento, due milioni e mezzo di euro in meno. Seicentomila euro solo nella provincia di Pesaro Urbino.

Non è una novità: nel 2012 c’era già stato un taglio del 5 per cento. Allora venne eliminato il “surplus”, il superfluo che poi per molti cittadini superfluo non è: via le doppie corse, quelle festive e quelle meno frequentate. Per Urbino la perdita è stata di 60.000 km urbani. E poi naturalmente ci sono loro, i lavoratori precari, quelli senza garanzie e per questo meno tutelati.

Lo scorso anno, secondo Maurizio Amadori, segretario provinciale della Federazione Italiana Lavoratori e Trasporti della Cgil, venticinque persone assunte a tempo determinato non sono state riconfermate. Una di queste è Rosario Formisano, 31 anni. Ha lavorato come autista per 4 anni all’azienda di trasporto Ami: “Ero stato assunto a tempo determinato, poi a causa dei tagli non mi hanno rinnovato il contratto. Ora sono disoccupato”.

E quest’anno? “Abbiamo già raschiato il fondo del barile. Il rischio è che altri lavoratori precari perdano il posto. Siamo preoccupati soprattutto per Urbino: il servizio di trasporto pubblico è stato già riorganizzato. E’ rimasto l’indispensabile. I tagli ora colpiranno la parte interna della provincia e i servizi che hanno una domanda debole saranno i primi a saltare”, dice Amadori. “Dal primo marzo non arriveranno più soldi alle aziende che gestiscono il servizio pubblico. La giunta regionale si è assunta una grave responsabilità. Il presidente della Regione Gian Mario Spacca dovrebbe andare meno in giro per il mondo e pensare di più ai cittadini”, afferma convinto Amadori.

Giorgio Londei, presidente di Adriabus, il consorzio pubblico e privato che dal 2008 gestisce il trasporto su gomma della provincia di Pesaro Urbino ha affermato che altri tagli non sono sopportabili: “Potremmo essere costretti a toccare la ‘carne viva’” dice Londei, riferendosi ad un possibile taglio al personale. “Lo scorso anno abbiamo scelto la via meno dolorosa, quella di ridurre le corse soprattutto la domenica, quando le scuole sono chiuse e i lavoratori non devono recarsi al posto di lavoro. Ora non ci aspettavamo nuovi tagli”, continua Londei.

Le Marche destinano al settore del trasporto pubblico locale su gomma le risorse pro-capite tra le più basse d’Italia. Secondo i dati del Ministero dello sviluppo economico, nel 2011 e nel 2012 hanno ricevuto 89 milioni di euro. La regione con più finanziamenti è stata la Lombardia con 848 milioni di euro, seguita dalla Campania con 607 milioni di euro. Agli ultimi posti insieme alle Marche si posizionano l’Umbria con 70 milioni di euro, la Basilicata con 66 e il Molise con 30.

Degli 89 milioni di euro ricevuti, le Marche ne hanno spesi 78. Avanzano circa 10 milioni di euro che erano stati destinati alla bigliettazione elettronica: macchinette per l’erogazione dei biglietti negli autobus e nelle stazioni che non sono ancora state installate. “Una parte di quel denaro può essere utilizzata per tamponare i buchi causati dai prossimi tagli”, afferma Amadori. “In questo modo si eviterebbe di eliminare servizi indispensabili per i cittadini e soprattutto posti di lavoro”. Una ipotesi questa non così remota, come conferma Sergio Strali, dirigente con competenza ai trasporti pubblici alla Regione: “Qualche incidenza sul lavoro precario ci sarà. Dove ci sono meno risorse bisogna procedere al ridimensionamento”, afferma Strali.

Per fare cassa la Filt propone di ritoccare il prezzo dei biglietti: “Si potrebbe aumentarli di 5 centesimi. Le Marche hanno una delle tariffe più basse in Italia, solo un euro e cinque centesimi. In questo modo si potrebbe resistere fino alla nuova gara d’appalto”. A giugno, infatti, verrà indetto un bando a livello europeo per la gestione del trasporto pubblico locale che attualmente nella provincia di Pesaro Urbino è nelle mani di Adriabus. La gara aprirà nuovi scenari anche se probabilmente si andrà verso una proroga dei termini, come afferma Domenico Papi, assessore ai Trasporti della provincia di Pesaro Urbino, nominato da meno di due mesi. “Manca un quadro normativo di riferimento per indire il nuovo bando. Crediamo che la scadenza venga rinviata di alcuni mesi”.

Per ora, comunque, l’unica certezza è il taglio del 4 per cento ai finanziamenti per il trasporto pubblico locale. Secondo l’assessore Papi saranno 400.000 i chilometri urbani ed extraurbani non più percorsi dagli autobus. “Meno corse significa meno lavoro e un servizio peggiore per i cittadini” dice Papi, che si è opposto alla decisione della Regione. Nella provincia di Pesaro Urbino sono circa 400 le persone impiegate nel settore trasporto, un settore importante soprattutto per la città ducale che dal 1985 non ha più una ferrovia. Nelle numerose frazioni del comune i mezzi pubblici rappresentano l’unico mezzo per restare collegati con il resto del mondo.

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Un commento to “Trasporto Pubblico: pochi fondi, troppi tagli e tanti disagi”

  1. Max P. scrive:

    A quanti anni ammonta la durata della concessione nella provincia di PU per la società Adriabus?