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Urbino shakerata: la città ducale contagiata dall’Harlem Shake

di    -    Pubblicato il 18/03/2013                 
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URBINO – Che Urbino sia la città italiana più social del 2013, lo conferma anche la presenza del virus dell’Harlem Shake che sta contagiando il web e il mondo intero.

Domani alle 14 piazza della Repubblica sarà invasa da 700 giovani – questo è il numero riportato dalla pagina Spotted: University of Urbino, che organizza l’evento – che balleranno sulle note di Harlem Shake di Baauer, con movimenti ritmici e ossessivi e travestiti nella maniera più fantasiosa possibile. Un’interessante contaminazione sul recentissimo fenomeno tra musica e ballo e il classico “flash mob”.

L’Harlem Shake è riuscito a soppiantare il tormentone coreano del Gangnam Style e imporsi come epidemia del web in questi primi mesi del 2013. E’ un’esibizione collettiva di rottura rispetto alla spenta routine quotidiana. La struttura è abbastanza fissa: in un luogo si ritrovano più persone, apparentemente inattive o intente a normali attività. E’ la musica hip-hop che dà il via e origina la rottura: vestiti in maniera eccentrica, alcuni cominciano a ballare scuotendosi, come attraversati da fili elettrici, e vengono seguiti da tutti gli altri, che si accodano alla danza. Il risultato è un video di 30 secondi che viene immesso nel circuito di Youtube.

Un’esperienza di rivitalizzazione della vita ordinaria attraverso la creatività, espressa in maniera trasgressiva, ovvero con l’esplodere della musica, del movimento e della stravaganza dell’abbigliamento. Questo è il senso del fenomeno che nasce in internet nel febbraio di quest’anno, quando Filthy Frank, uno studente di comunicazione di New York ha postato un video di 30 secondi di quattro uomini in tutina da super eroe che ballavano la canzone di Baauer. Anche se, in realtà, l’Harlem Shake è uno stile hip-hop dell’America degli anni ’90, caratterizzato dal tipo di musica che invita a scuotere le spalle (shakerare per l’appunto).

Ma solo nelle ultime settimane è esploso in maniera folle sul web: si parla di 40mila video visti collettivamente 175 milioni di volte.

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