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Tagli alla sanità, Mezzolani: “Pronto soccorso di Urbino rischia di diventare un inferno”

di    -    Pubblicato il 17/04/2013                 
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URBINO – Con i tagli alla sanità il Pronto soccorso di Urbino rischia un sovraffollamento di pazienti difficile da gestire in spazi ridotti e con pochi posti letto a disposizione. La paura è che si trasformi, in poco tempo, in un “inferno dantesco”. È in sintesi l’analisi di Filippo Mezzolani, primario del reparto urbinate. È la principale conseguenza dell’accentramento dei servizi nell’ospedale di Urbino, in seguito alla riconversione delle strutture sanitarie periferiche come Cagli e Fossombrone.

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Poco male per i reparti che rispondono solo dei posti letto che hanno a disposizione e quindi sono strutturati per il tipo e la qualità di lavoro che devono fare. Il vero problema, spiega Mezzolani, sarà del Pronto soccorso che “non ha una porta d’ingresso”nel senso che non può respingere nessuno nemmeno nel caso in cui i posti letto siano tutti occupati.

“Una realtà operativa sottodimensionata” la definisce Mezzolani “che già adesso fatica a soddisfare le esigenze di un numero elevato di pazienti”. Mai ristrutturato dagli anni ’70, il Pronto soccorso ha solo due stanze per il ricovero e due ambulatori divisi da un separé: “Non c’è privacy – aggiunge il primario – le stanze sono promiscue e la sala di attesa contiene a stento una decina di persone”. Da mesi si attende l’inizio di lavori di ampliamento, peraltro già approvati dall’azienda ospedaliera, che però non prevedono un aumento degli spazi ma solo una “risistemazione”.

Ridimensionare le strutture periferiche senza creare possibilità alternative al ricovero ospedaliero, come il potenziamento della rete dei medici familiari, porterebbe il Pronto soccorso di Urbino ad avere un sovraffollamento difficile da gestire. Gli ospedali periferici, di fondamentale importanza nel trattamento delle patologie croniche e delle patologie geriatriche, “hanno anche una funzione di punto di primo intervento con il trattamento di urgenze di grado e di qualità inferiore” spiega Mezzolani. Ridimensionare significherebbe quindi privare queste strutture dei reparti d’urgenza, sovraccaricando il Pronto soccorso del Santa Maria della Misericordia.“Oggi un codice rosso codice verde mediamente aspetta due o tre ore. In questo scenario potrebbe aspettarne anche otto o nove”.

Assodato che i tagli alla sanità non si possono evitare e che è necessario entrare nell’ottica di una razionalizzazione anche del personale, la soluzione per il dottore Mezzolani sembra essere una sola: aggiungere all’ospedale di Urbino lo stesso numero di posti letto tolti alle strutture periferiche. “Abbiamo molta paura di quello che succederà e ciò che mi sento di suggerire – aggiunge il primario – è rendere più capiente l’ospedale di Urbino e più potente il Pronto soccorso”.

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