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Tagli alla sanità, i medici di guardia lanciano l’allarme: “Assistenza a rischio”

di    -    Pubblicato il 21/04/2013                 
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URBINO – Un solo medico di guardia per quattro comuni e oltre 30.000 persone, l’accetta della Regione, così “l’assistenza medica di Urbino è a rischio per i tagli al personale”. A lanciare l’allarme in un comunicato stampa sono i medici della continuità assistenziale, ex guardia medica. Il nuovo piano di riorganizzazione della rete di soccorso elaborato dalla Regione Marche prevede che un solo dottore faccia fronte a tutte le emergenze sia per i turni diurni che per quelli notturni. Attualmente i medici in servizio sono tre durante il giorno e due durante la notte.

“La proposta avanzata dalla regione Marche è irragionevole e irresponsabile. Va a scapito di un bene primario quale la salute dei cittadini: il nostro servizio non potrà più soddisfare tutte le richieste di interventi domiciliari e prevediamo una drastica riduzione anche delle numerose prestazioni ambulatoriali solitamente fornite”, si legge nel comunicato.

Un solo medico dovrà quindi prestare assistenza agli abitanti di Urbino, Fermignano,  Motecalvo in Foglia e Petriano, per un totale di circa 30.000 persone. A queste si aggiungono i 15.000 studenti non residenti che abitano a Urbino.

“Ogni anno effettuiamo 7.000 prestazioni  tra visite domiciliari, ambulatorie e consulenze telefoniche – afferma il dottor Enrico Recupero – prestazioni che rischiano di non essere più garantite”.

A risentirne saranno anche i pazienti che necessitano di particolari cure ricoverati nella nuova casa per anziani “Montefeltro”, aperta lo scorso agosto. In questa struttura l’assistenza è garantita per sei ore, dalle ore 8.00 alle 14.00.

Un’ulteriore sforbiciata al settore sanitario a cui si aggiunge la soppressione del medico sull’ambulanza del 118 della Potes (postazione territoriale per l’emergenza sanitaria) di Urbino e la riconversione degli ospedali di Cagli, Sassocorvaro e Fossombrone in case della salute, dei poliambulatori dove si effettueranno visite specialistiche. Queste strutture “non avranno funzioni di degenza e non sarà presente il Punto di primo intervento”, si legge nel Piano di riconversione dei piccoli ospedali della regione Marche.

L’ospedale di Urbino diventerà ospedale di rete, il punto di rifermento per il trattamento delle emergenze nella area vasta 1. Un carico di lavoro consistente per il Pronto soccorso e per l’ex guardia medica.

I medici della continuità assistenziale rivolgo un appello al sindaco di Urbino Franco Corbucci: “Chiediamo di ostacolare questa prospettiva motivata dalla sola volontà di risparmiare su servizi inalienabili e vicini alle necessità primarie della popolazione”.  Il rischio è che ci sia “una notevole riduzione dell’assistenza sanitaria nel territorio e che venga meno il diritto alla tutela della salute”.

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