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Nuovo scandalo per Obama: giornalista di Fox spiato dal governo

di    -    Pubblicato il 23/05/2013                 
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James Rosen, giornalista di Fox News

La maledizione del secondo mandato, che ha già colpito molti presidenti statunitensi rieletti, rischia di abbattersi anche sull’amministrazione Obama. Un nuovo scandalo legato al dipartimento di Giustizia e al mondo dell’informazione ha infatti colpito il 44° presidente degli Stati Uniti, pochi giorni dopo la bufera scatenata dall’Apgate. Il 20 maggio il Washington Post ha rivelato che  James Rosen, corrispondente nella capitale americana per Fox News, nel corso del 2010 sarebbe stato ‘spiato’ dal dipartimento di Giustizia: oltre a controllare i tabulati delle sue telefonate e le sue mail personali, il dipartimento avrebbe tenuto sott’occhio anche tutti i suoi movimenti all’interno del dipartimento di Stato, grazie alle ‘strisciate’ del suo badge. Il tutto, va detto, con un regolare mandato di un giudice. Nulla di illegale, ma sicuramente discutibile da un punto di vista etico.

Immagine anteprima YouTube Il servizio di Fox News che ha dato notizia dello scandalo

Il Rosen Affair – così i giornali americani hanno rinominato lo scandalo – rientra in un’indagine riguardante una fuga di notizie sulla Corea del Nord. Nel 2009 il giornalista di Fox News pubblicò un articolo nel quale si affermava che Pyongyang avrebbe eseguito dei test nucleari come rappresaglia alle condanne dell’Onu in merito all’uso di armi di distruzione di massa.

La notizia, che sarebbe dovuta essere riservata, sarebbe stata confidata al giornalista da Stephen Jin-Woo Kim, consigliere per la sicurezza nazionale. Kim fu incriminato dal gran giurì con l’accusa di aver diramato senza autorizzazioni informazioni di sicurezza nazionale: il suo processo è in programma l’anno prossimo.

A suscitare clamore è però il fatto che anche Rosen fu messo sotto controllo, come possibile “co-cospiratore”di Kim. L’Fbi e il dipartimento di Giustizia ottennero da un giudice il permesso di ‘spiare’ telefonate e mail del giornalista in quanto sospettato di aver “sollecitato e incoraggiato il signor Kim a divulgare importanti documenti dell’intelligence”. “Una cosa  agghiacciante – ha dichiarato il vice presidente esecutivo di Fox News, Michael Clemente – difenderemo il diritto di James Rosen di lavorare come membro di quella che fino ad oggi è stata una stampa libera”.

“Rosen – si legge sul sito di Fox News in un articolo di Mike Cavender – non è stato incriminato né si aspetta di esserlo. Ma il solo fatto che i suoi movimenti siano stati controllati, le sue mail lette e le sue telefonate registrate è la prova di come il governo stia cercando di criminalizzare le libertà concesse dal primo emendamento” (quello che tutela libertà di parola e di stampa).

Anche Dana Milbank, editorialista del Washington Post, attacca l’operato dell’esecutivo: “Il Rosen Affair è un flagrante attacco alle libertà civili che nemmeno Gorge W. Bush o Richard Nixon si sarebbero sognati. Trattare un reporter come un criminale solo perché ha fatto il suo lavoro, priva gli americani del primo emendamento”.

La Casa Bianca ha fatto sentire la sua voce tramite l’addetto stampa Jay Carney, che pur non commentando direttamente gli sviluppi dello scandalo Rosen, ha dichiarato: “Il presidente è convinto che sia imperativo non tollerare quelle fughe di notizie che possono mettere in pericolo la vita di uomini e donne americane in servizio all’estero”.

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